Movimento dei Focolari

Il presente e il futuro di Fontem

Da mesi seguiamo con apprensione l’evolversi della situazione della prima cittadella africana. Abbiamo raggiunto Margaret Long ed Etienne Kenfack, che a nome della comunità ci fanno il punto.  “Il 2018 è stato per Fontem un anno difficile per gli scontri tutt’ora in corso nella regione nordoccidentale e sudoccidentale del Paese e che non accennano a placarsi. Molti degli abitanti hanno dovuto lasciare le case e mettersi al riparo nella foresta o nelle città vicine, il college è chiuso da tempo e l’ospedale funziona a regime ridotto. “Da quando noi focolarini siamo partiti da Fontem nell’ottobre scorso, – decisione non facile ma presa insieme nella certezza che era la cosa giusta – spiega Margaret Long, molti altri si sono trasferiti, soprattutto famiglie che volevano dare ai propri figli la possibilità di frequentare le scuole, cosa che nella cittadella non era più possibile. Purtroppo non siamo in grado di dire quando la vita potrà riprendere come prima. Siamo in contatto quotidiano con chi è rimasto: Aracelis Nkeza e Mbe Tasong Charles portano avanti lì la vita della comunità del Focolare”. “Per quanto riguarda l’ospedale – continua Etienne Kenfack – l’attuale stato di pericolo non ci permette di garantire protezione e sicurezza a chi vi lavora. Ci siamo quindi rivolti alle autorità sanitarie per capire come andare avanti e in base ai loro consigli abbiamo condiviso la situazione con i dipendenti e concluso il rapporto lavorativo secondo la normativa vigente in Camerun. Quelli che hanno voluto continuare il lavoro, lo hanno deciso liberamente, sotto la propria responsabilità personale; è per questo che la struttura continua a garantire un servizio minimo di base alla popolazione. Alla domanda su come sarà il futuro della cittadella, Margaret risponde che c’è in tutti una grande speranza che la vita riprenda e che la gente torni alla normalità. “La vicinanza dei tanti che pregano in tutto il mondo o ci scrivono ci dà tanta forza”. Potrebbe sorgere il dubbio se il conflitto, oltre a distruggere vite umane, beni materiali e sogni, non stia compromettendo anche la missione di Fontem quale faro di unità e dialogo interculturale per il continente africano, così come Chiara Lubich l’aveva vista. Etienne precisa che fin dai primi anni ’60 Chiara paragonava la cittadella a una luce che scaturiva dall’amore scambievole vissuto da tutti: “Oggi, cinquant’anni dopo, l’impressione è che questo amore e la solidarietà tra tutti siano cresciuti, anzi si potrebbe dire che più pericolo e precarietà c’è, più aumentano”. Margaret aggiunge che molte cose sono cambiate in Africa da quegli inizi: “In quei tempi la spiritualità dell’unità era arrivata solo a Fontem, mentre oggi ha raggiunto tutti i Paesi del Continente. C’è la cittadella di Man (Mariapoli Vittoria) in Costa d’Avorio che testimonia il dialogo interculturale e anche la Mariapoli Piero in Kenya, centro di formazione alla spiritualità dell’unità per tutto il Continente Africano; inoltre, tanti focolarini che erano a Fontem, ora stanno partendo per rafforzare altri focolari del continente. “Nonostante le continue sfide, l’incertezze di ogni giorno, il non sapere come andranno a finire le cose siamo certi che il disegno di Dio su Fontem non si è interrotto, ma come dice Papa Francesco, siamo solo all’inizio e lo Spirito Santo, che fa nuove tutte le cose, sicuramente farà nuova anche Fontem”.

 A cura di Stefania Tanesini

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Taken by the Mystery

Taken by the Mystery

cover page1Lucio Dal Soglio was born in Vicenza (Italy) in 1927. He studied medicine and met the Focolare Movement around 1950. In February 1963 he went to Cameroon where he encountered an extraordinary, unpredictable adventure, as he himself described it, linked to the development of the Focolare Movement in Africa. From the premise “(…) The story of Fontem which you are about to read is the history of Fontem as I understand it.(…) things are described highlighting the way they impacted on me. So, as a whole, my description is at times poetic and could well be challenged by another observer who lived the same events with a more detached soul.” – Lucio Dal Soglio RRP: 10 euros Orders and enquiries: Focolare International Website

Fontem: echi di un giubileo

Fontem: echi di un giubileo

fontem12Memoria, ringraziamento, responsabilità. Tre le parole chiave del susseguirsi a Fontem (Camerun) di eventi celebrativi per i 50 anni dall’arrivo di alcuni focolarini medici nella foresta camerunese per dare inizio ad un’opera in stretta sintonia con i Bangwa, gli abitanti del posto. Nell’indirizzo di saluto delle autorità civili e tradizionali e del copresidente dei Focolari Jesús Morán, viene ricordata l’importanza, secondo la propria competenza, di questo inizio, grazie al quale la regione ha visto negli anni un impensato, notevole sviluppo sotto ogni punto di vista. Viene anche riaffermata la validità del metodo con cui i focolarini si sono messi in dialogo con la popolazione di religione tradizionale. Questo tipico approccio dei Focolari, ha dato vita, qui e nel mondo, a tante esperienze positive di dialogo interreligioso, come ha ricordato nel suo intervento Rita Mussallem del Centro per il dialogo interreligioso dei Focolari. Cuore di questa prima giornata è l’intervento di mons. Nkea Andrew, vescovo di Mamfe, il quale, attraverso la sua personale esperienza di Bangwa, conferma la preziosità di questo dialogo e la sua piena conformità al Vangelo. Un giovane sacerdote austriaco, presente all’evento, commenta: «Colpisce l’armonia con cui i valori della cultura africana e i valori cristiani si compongono». Nel secondo giorno, dedicato alle testimonianze, un medico ed un infermiere tra i primi arrivati, sottolineano come la stretta collaborazione con le persone del posto sia di luce nel dare agli ammalati una cura che tenga conto delle esigenze del corpo e dello spirito. Come nascano nuove amicizie durature e risultati di guarigioni. Toccanti anche le testimonianze di accompagnamento nella fase finale della vita. Quindi, le testimonianze di alcuni ex-studenti del Collegio: un commissario di Polizia, un giovane sacerdote,  un’infermiera. Dalle loro storie emerge come accanto al sapere scientifico di eccellenza, sia stata loro data la possibilità di scoprire quei valori umani e spirituali che ora li rendono persone felici e apprezzate nella società e nella Chiesa. Come segno profetico di una nuova economia, si presentano i primi passi, in Camerun, dell’Economia di Comunione: progetto che a breve verrà lanciato in una conferenza internazionale. Il 3° giorno è dedicato al ringraziamento. Alcuni interventi significativi ricordano quanti, fra i primi, hanno dato la vita per Fontem, come l’ing. Piero Pasolini, il dr. Lucio dal Soglio, ecc.  i quali, poiché consideravano l’altro uguale a sé, hanno improntato la loro opera alla reciprocità e non all’assistenzialismo. Seguono le danze tradizionali dei 5 territori (Fondoms) che compongono la Divisione di Lebialem e che danno colore e vita alla festa. A tutti i presenti, più di 2500 persone, viene poi servito il pranzo, frutto dell’amore di tante mamme che instancabilmente hanno lavorato nei giorni e nella notte precedente. Alla sera, un gioioso e commovente musical che, con canti e prose presentati da bambini e studenti, racconta la storia di Fontem. fontem 122 Nel  4° giorno si celebra la presenza a Fontem del Collegio “Our lady seat of wisdom”. Ai numerosi ex-studenti convenuti dall’estero che formano un’associazione sparsa in tanti Paesi nel mondo, il vescovo di Mamfe lancia l’esortazione di prendere coscienza dei doni che hanno ricevuto e che ora li rendono capaci di farsi ambasciatori di unità dovunque sono. Charles Tasong, tra i primi Bangwa a conoscere i Focolari, dice: «Durante il “Cry-die” (commemorazione di Lucio dal Soglio, d. Lino D’Armi e Doris Ronacher, recentemente scomparsi, che hanno dedicato tutte le loro energie a Fontem) ho visto che non c’erano più il Movimento dei Focolari e i Bangwa; non più bianchi da una parte, neri dall’altra; ma una sola famiglia. Lo stesso durante la Messa in Menji: non la parrocchia e il Movimento, ma una sola famiglia. Voglio raccogliere la sfida di portare avanti  con la mia vita la forte realtà di unità vissuta in questi giorni qui a Fontem».  Biagio Sparapano   (altro…)