Movimento dei Focolari

Gennadios Zervos: per l’unità delle due Chiese sorelle

Un lunga e profonda amicizia ha unito il Metropolita recentemente scomparso al Movimento dei Focolari. Il ricordo di Gabriella Fallacara, focolarina, esperta di ecumenismo, per molti anni responsabile del Centro “Uno” per l’unità dei cristiani del Movimento dei Focolari. “Quando sono entrata la prima volta nella semplice casa di Gennadios Zervos,[1] – sono stata accolta con particolare cordialità: sua madre parlando poco italiano e un bel greco, m’ha offerto un suo strano dolce: un piccolo bianco nodo cremoso, tutto aderente ad un lungo cucchiaio immerso in un bicchiere di acqua limpida. Il suo sapore sottile sembrava contenere ogni sfumatura orientale”. Iniziava così il mio articolo-intervista a Gennadios Zervos realizzato per la rivista Città Nuova. Quel primo incontro risale al novembre 1970. Non sapevo che dopo pochi mesi sarebbe stato eletto dal Patriarca Atenagora di Costantinopoli e dal suo Sinodo con il titolo di vescovo di Cratea. Con ciò, dopo 275 anni, la prima volta nella storia era ordinato in Italia di nuovo un Vescovo ortodosso. Quell’atmosfera di “casa” ha accompagnato l’amicizia di cui il vescovo Gennadios da allora ci ha onorato per lunghissimi anni. Zervos venne giovanissimo tra i napoletani: nel 1961, quando aveva ventiquattro anni. Già allora era professore del suo liceo, docente di patrologia greca a Bari nell’Istituto Superiore di Teologia, scrittore del foglio più importante del mondo greco-ortodosso, la rivista Stakis. Era già laureato in teologia ortodossa a Costantinopoli e in teologia cattolica alla Pontifica Facoltà di Teologia a Napoli. Una carriera prestigiosa la sua, ma come era maturata? Pensava – in verità – di svolgere la sua missione in Grecia, ma il Patriarca Atenagora gli cambiò meta: è l’Italia – disse – perché “centro del cattolicesimo. Lì dobbiamo avere dei giovani teologi […], per l’unità delle due Chiese sorelle”. Una profezia che si è realizzata. Nell’ultimo scambio di qualche mese fa esprimeva così la nostra comune gioia: “Non dimenticherò mai i nostri incontri[2] a Rocca di Papa, mi hanno dato la vera gioia di conoscere Chiara Lubich, che ho ammirato in tanti anni, nei nostri incontri con gli Ortodossi, come anche nei nostri incontri con i Vescovi Amici del Movimento. L’ultima volta l’ho vista nell’Ospedale Gemelli; vive nella mia anima la sua splendida figura, la sua splendida personalità. Per noi lei è una colonna di amore e di unità che ci ha fatto conoscere il supremo testamento del nostro Salvatore, la Volontà di Dio: ‘che tutti siano una cosa sola’”. Gennadios è stato protagonista umile e tenace dei “tempi nuovi” aperti con il Concilio Vaticano II e tradotti in storia anche attraverso il carisma dell’unità di Chiara Lubich, da lui condiviso e vissuto. Ha portato la ricchezza della Sua Chiesa d’Oriente con semplicità e interezza creando ponti nuovi di rispetto, collaborazione e comprensione. Ha scritto un pezzo di storia della Chiesa che ci riempie di gratitudine.

Gabri Fallacara

  [1] G. Fallacara, “Atenagora l’ha scelto per i nuovi tempi”, Città Nuova, febbraio 1971, pp.32-34. [2] Si tratta degli incontri ecumenici promossi dal Centro “Uno”, la segreteria per l’unità dei cristiani del Movimento dei Focolari. Foto: Metropolitan Gennadios Zervos & Gabriella Fallacara at the 59th week long Ecumenical Meeting, promoted by Centro “Uno”, Castel Gandolfo, Italy, 13th May 2017. (altro…)

Gennadios Zervos: mistico apostolo dell’unità

Gennadios Zervos: mistico apostolo dell’unità

Ad alcuni giorni dalla dipartita del Metropolita pubblichiamo il ricordo che ne ha tratteggiato Mons. Piero Coda, docente di Ontologia Trinitaria presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia) dov’è stato Preside dal 2008 al 2020. “Ebbi una visione: una porta era aperta in cielo…”. Con queste parole, tratte dal libro dell’Apocalisse, il Metropolita Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, amava descrivere con sguardo sapienziale l’incontro tra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich. Perché – diceva già Athenagoras – se la porta è ormai aperta, siamo chiamati ad attraversarla insieme: per condividere lo stupore e la gioia del dono divino dell’Unità. Non trovo parole più appropriate per descrivere la fiamma che aveva acceso il cuore e illuminava l’azione del Metropolita Gennadios. Facendone quello straordinario e infaticabile apostolo dell’Unità tra la Chiesa d’Oriente e la Chiesa d’Occidente che abbiamo conosciuto, dal Concilio Vaticano II ad oggi. Da quando, nel lontano 1960, era approdato in Italia dalla nativa Grecia, inviato dal Patriarca Athenagoras. Discepolo umile e ardente della bimillenaria tradizione della Chiesa d’Oriente, impersonata dalla profetica figura del Patriarca Athenagoras e in cui si era formato sin dagli studi nella storica Scuola teologica di Chalki, la cui esperienza aveva condiviso con il futuro Patriarca Bartolomeo; e del carisma dell’unità donato dallo Spirito Santo a Chiara Lubich per la Chiesa tutt’intera del nostro tempo, al di là delle distinzioni confessionali. Egli ha così vissuto, da protagonista attivo e discreto, l’entusiasmante stagione inaugurata dalla riconciliazione tra Roma e Costantinopoli in chiusura del Vaticano II, sigillata nello storico abbraccio tra Papa Paolo VI e il Patriarca Athenagoras a Gerusalemme. Per proseguire poi con tenacia e senza tentennamenti su questa strada, contribuendo in maniera unica, in Italia, alla reciproca conoscenza delle due Chiese sorelle. Sempre nutrendosi a piene mani e con intima gioia della luce del carisma dell’unità. Con questo spirito il Metropolita Gennadios ha animato il suo ministero nella Diocesi Ortodossa d’Italia e Malta, guidandola con lungimiranza come Arcivescovo – il primo dopo quasi tre secoli – a una magnifica fioritura nella costante ricerca della comunione con la Chiesa cattolica e in dialogo sincero con tutti. Da ultimo, quasi fosse la preziosa eredità che ha voluto lasciarci, ha intensamente voluto la Cattedra ecumenica Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich presso l’Istituto Universitario Sophia in sinergia con il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli: “segno – ha sottolineato il giorno dell’inaugurazione – del nostro infinito amore a questi due straordinari protagonisti del dialogo dell’amore”. Sono testimone, sempre di nuovo stupito e grato, di quanto portasse nel cuore quest’ultima sua creatura. Vi vedeva lo strumento indispensabile perché il ‘miracolo’ piovuto dal Cielo – così ne parlava – con l’incontro tra Athenagoras e Chiara – ove Chiara s’era fatta ponte vivo tra il Patriarca di Costantinopoli e il Papa di Roma, Paolo VI – potesse dare un contributo nuovo, che lui pensava persino indispensabile, al cammino ecumenico verso la piena e visibile unità: «l’amore fra Athenagoras, Chiara e Paolo VI – ripeteva – è una realtà così potente che nessuno può più cancellare, perché si tratta della presenza di Gesù in mezzo a loro”. Con immensa gratitudine raccogliamo dalle sue mani il testimone che ci trasmette. Ricordandolo commossi con le parole del Patriarca Bartolomeo che ne ha voluto celebrare i molti e luminosi carismi di cui abbiamo gioito, e che ora in più piena luce contempliamo: “tra essi i più grandi l’umiltà e la dolcezza, la pace e la sapienza, e più grande di tutti l’amore e la fede verso la Madre Chiesa”.

Piero Coda

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Il Metropolita Gennadios Zervos: uomo del dialogo e dell’unità

Il Metropolita Gennadios Zervos: uomo del dialogo e dell’unità

Un breve profilo del Metropolita che è stato un grande amico dei Focolari e l’espressione della preghiera e della vicinanza di Maria Voce a nome del movimento.

© CSC Audiovisivi

Oggi 16 ottobre, l’Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta ha annunziato che il Metropolita Gennadios è “transitato al cielo”[1]. Ha vissuto 57 anni in Italia dapprima come parroco a Napoli, nel 1970 come Vescovo di Kratea e poi dal 1996 come arcivescovo della diocesi di Italia e Malta e esarca dell’Europa meridionale, con sede a Venezia. Per i fedeli della sua Arcidiocesi ha avuto un amore grande che emerge da una lettera del 3 ottobre scorso, in cui scriveva: “Siete nel mio cuore. Siete la mia vita!”.[2] Nel 2007 il Patriarca Bartolomeo disse del lui: “con immenso amore […] avete lavorato per moltissimi anni in modo missionario per il vostro gregge, distinguendo Vi per molti e vari carismi, che esprimono la personalità di Vostra Eminenza, tra i quali i più grandi sono l’umiltà e la dolcezza, la tranquillità e la saggezza del vostro carattere, ma più grande di tutti è il vostro amore e la fede verso la Madre Chiesa”.[3] E’ stato un uomo del dialogo che ha partecipato attivamente all’attività ecumenica in Italia e oltre come si coglie in quest’intervista a Radio Vaticana nel 2015: “Pregare significa camminare insieme e, come mi ha detto una volta Papa Francesco, ‘camminare significa unione. Quando camminiamo insieme, l’unità è più vicina a noi’”[4]. Parlando delle divisione dei cristiani afferma “Noi adesso dobbiamo essere crocifissi, noi uomini dobbiamo salire sulla croce, per far sparire le nostre passioni, i nostri difetti, i nostri errori. Non viene più, Gesù Cristo, per essere crocifisso ma dobbiamo essere noi sulla croce per cancellare il fanatismo, l’odio, l’egoismo”[5]. Grande amico del Movimento dei Focolari, il Metropolita  ricordava spesso un colloquio con  Athenagoras nel 1970. “Egli mi ricevette per ben 48 minuti! Numerosi vescovi, sacerdoti, teologi ed altri erano nel corridoio ad attendere la benedizione del Patriarca. Tutti erano stupiti del fatto che fossi rimasto in udienza così tanto tempo […] Cosa era accaduto? Il Patriarca aveva parlato di me per 2 minuti, di papa Paolo VI per 5 minuti e per ben 40 minuti di Chiara!”[6] Prendeva parte a molti eventi dei Focolari: dagli incontri dei vescovi amici del Movimento, alle scuole di ecumenismo e le settimane ecumeniche organizzate dal Centro “Uno”[7]. Durante l’ultima edizione, nel 2017, consegnò a Maria Voce una medaglia in riconoscenza per il lavoro ecumenico dei Focolari. E’ stata sua l’idea d’iniziare la “Cattedra Ecumenica Internazionale Patriarca Athenagoras – Chiara Lubich”, di cui era co-titolare, all’Università Sophia e ha tenuto nel 2017 la Prolusione di inizio attività sul tema “Il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich, protagonisti dell’unità”.[8] Il Metropolita Gennadios ha potuto incontrare Chiara pochi giorni prima della sua morte quando l’ha visitata assieme al Patriarca Bartolomeo al Policlinico “Gemelli”.  Di quell’ultimo incontro ricordava: “Era piena di gioia, sorridente come sempre, dolce, serena ed il suo “Carisma” era ben vivo. Infatti le sue ultime parole prima di congedarci furono: “Sempre uniti!”. [9] Sembra che il Metropolita Gennadios abbia adempiuto quanto gli disse profeticamente il Patriarca Athenagoras nel 1960: “Tu andrai in Italia, abbiamo bisogno di nuovi sacerdoti per i tempi che vengono, tempi di riconciliazione e di dialogo con la Chiesa cattolica”[10].

Joan Patricia Back

[1] Sito ortodossia.it [2] Sito ortodossia.it [3] Sito ortodossia.it [4] Intervistato alla Radio Vaticana 23 gennaio 2015 sul sito ortodossia.it [5] Intervistato alla Radio Vaticana 23 gennaio 2015 sul sito ortodossia.it [6] 50° del Centro “Uno”, Trento 12 marzo 2011 [7] Il Centro “Uno”, per l’unità dei cristiani, si occupa del dialogo ecumenico del Movimento dei Focolari [8]  www.sophiauniversity.org/it [9]  50° del Centro “Uno” Trento, 12 marzo 2011 [10] Sito ortodossia.it (altro…)