Giu 7, 2013 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Sono originario del Brasile, quinto di una famiglia di sei figli, di cui due nati dal matrimonio precedente di mio padre, rimasto vedovo. Avevo appena un anno quando il babbo se n’è andato di casa, lasciando la mamma incinta e senza la possibilità di lavorare perché noi eravamo ancora piccoli. Siccome non avevamo dei parenti vicini e nostro padre non contribuiva al nostro sostentamento, la situazione è diventata critica. In pratica non avevamo niente da mangiare, e tanti conti da pagare! La mamma ha deciso di vendere alcuni mobili di casa per supplire ai bisogni immediati e siamo rimasti solo con l’essenziale. Uno dei miei fratelli acquisiti aveva un negozio alimentare dove lei prendeva ciò di cui avevamo bisogno per mangiare. Ma poiché non avevamo come pagarlo, lui un giorno si è portato via il frigorifero. Per lo stesso motivo, ci hanno tagliato prima la luce e poi anche il gas. Per anni abbiamo vissuto usando delle lampade a olio e cucinando con il fuoco a legna. Spesso alcuni vicini di casa ci sono venuti in aiuto, col poco di cui disponevano.

Lizomar Dos Santos
Intanto, nostro padre ha avuto altri tre figli con un’altra donna. Per noi è stato molto duro non avere il suo amore, ma la mamma ci ha sempre insegnato a rispettarlo come nostro padre. Quando lo vedevamo, lei ci diceva: “Quello è vostro padre, andate da lui a chiedere la benedizione”. Fino ai diciotto anni ho fatto il venditore ambulante. Spesso mi nascondevo quando vedevo un amico, perché mi vergognavo. Ho fatto anche il contadino e il muratore. Poi, nel 2000, mi hanno convocato per lavorare come volontario presso il Ministero della Giustizia dove, vedendo il mio impegno, mi hanno assunto nella Segreteria del Tribunale. Sono riuscito anche a finire i miei studi e a laurearmi in Lettere. Un giorno, un amico mi ha invitato ad un incontro del Movimento dei Focolari di cui faceva parte. Lì ho scoperto che Gesù, che aveva sofferto e vissuto l’abbandono in croce, poteva dare significato al mio soffrire personale e a quello della mia famiglia. Ho creduto che tutto poteva avere un senso e che il mio dolore era servito per fare di me una persona più umana, sensibile al soffrire degli altri. Questa scoperta mi ha condotto e mi conduce a un incontro personale con Dio, al quale ho deciso di donare la mia vita, servendo i fratelli nella strada del focolare.
Video: Veglia di Pentecoste con Papa Francesco. Introduzione: Canti e testimonianze (contiene la testimonianza di Lizomar Dos Santos) (altro…)
Mag 21, 2013 | Centro internazionale, Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«È stato bello poter dare a papa Francesco la certezza che c’è forza vitale nella chiesa, anche oggi nonostante tante difficoltà», afferma Maria Voce, che ai microfoni di Radio Vaticana spiega quali conferme e quali novità ha tratto da questo incontro speciale. «Confermati sicuramente nell’impegno a vivere il nostro carisma, perché si sentiva forte quanto la comunione è la nota essenziale della chiesa oggi, e quindi il nostro carisma di comunione mi sembra che ci veniva messo in rilievo come una necessità di servizio alla chiesa. Questo era anche confermato nel vedere con che festa ci ritrovavamo, ci domandavamo l’uno dell’altro, ci assicuravamo le preghiere…». «Rinnovati forse nel coraggio di affrontare il mondo, perché sicuramente ogni movimento ha questa spinta interiore che papa Francesco sta sottolineando forte, di andare verso gli altri, di mettersi a disposizione della Chiesa, di servire gli ultimi. Sentirselo dire con tale forza dal papa, era come darci il coraggio di dire: siamo piccoli, siamo deboli, però nonostante tutto Gesù ci guida, Gesù è con noi, il papa ci manda, possiamo andare…». Guardando avanti questo cammino che aspetta i diversi carismi e movimenti, il Papa ha messo in guardia sia dal particolarismo sia dall’omologazione, e ha consegnato tre parole: armonia, novità, missione. Cosa significa per lei in concreto? «A me ha fatto una grande impressione la parola “novità”, perché saremmo tutti tentati di appoggiarci a delle sicurezze per il cammino già fatto, per l’esperienza accumulata, e invece il Papa ci ha sfidati ad accogliere le sorprese dello Spirito, ad ascoltare bene quello che Egli ci chiede e a seguirlo per le vie del mondo». Fonte: Radio Vaticana – Radio Giornale del 21.05.2013, edizione delle 19.30 http://media.vaticanradiowebcast.org/mp3_od/rg_italiano_4_1.mp3 (audio) (altro…)
Mag 19, 2013 | Chiesa, Spiritualità
4 domande e 4 risposte a braccio. Le parole del Papa sono il momento più toccante della veglia di Pentecoste del 18 maggio 2013, che ha radunato in Piazza San Pietro 200mila fedeli di numerose realtà ecclesiali. «Conoscevo le vostre domande…, è la verità!». Ma le risposte sono spontanee, e coinvolgono i presenti in un ascolto attento e silenzioso. Come ha raggiunto la certezza della fede e come vincere la propria fragilità? è la prima. Risponde raccontando la sua storia: «Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia dove la fede si viveva in modo semplice e concreto. Soprattutto è stata mia nonna che ha segnato il mio cammino di fede». «Ci parlava di Gesù ci insegnava il catechismo, il venerdì santo ci portava alla processione delle candele, alla fine arrivava il Cristo giacente, la nonna ci faceva inginocchiare e diceva: è morto, ma domani resuscita! Ho ricevuto il primo annuncio cristiano dalla mia nonna!». E il suo invito è ad abbandonare la paura: «Siamo fragili, lo sappiamo, ma Lui è più forte. Col Signore siamo sicuri, la fede cresce col Signore…». Qual è la cosa più importante a cui dobbiamo guardare? «Qual è la cosa più importante? Gesù. Se andiamo avanti con l’organizzazione, ma senza Gesù, non andiamo». E invita a vivere in “sinergia con lo Spirito Santo”. Non tanto parlare, ma testimoniare con la coerenza di vita. Come vivere una chiesa povera e per i poveri? Quale contributo dare alla chiesa e alla società in questa crisi che tocca l’etica pubblica? “Vivere il Vangelo è il principale contributo che possiamo dare. La chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata. Non siamo una ONG, e quando la chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota organizzazioni”.
Indica tra i pericoli più grandi quello dell’efficientismo e della chiusura in se stessi. Una chiusura che porta ad ammalarsi: “La chiesa deve uscire da se stessa verso le periferie esistenziali”. Certo quando si esce può succedere un incidente, ma: “Preferisco mille volte una chiesa incidentata che una chiesa malata per chiusura. Uscite fuori, uscite!”. È l’invito del Papa per uscire dalla cultura dello scontro e della frammentazione, dalla “cultura dello scarto”, per vivere invece la cultura dell’incontro con l’altro: con Gesù e con tutti i fratelli, a partire dai più poveri, guardandoli negli occhi e toccandoli per mano, per “toccare la carne di Cristo, prendere su di noi il dolore dei poveri”. Come confessare la fede? “Per annunziare il vangelo sono necessarie 2 virtù: il coraggio e la pazienza”, come ha ricordato anche la testimonianza del fratello di Shabhaz Bhatti, il ministro pachistano ucciso nel 2011. In cammino per il martirio siamo tutti: chi dà la vita testimoniando Gesù, e chi vive i piccoli martiri quotidiani. “Un cristiano deve sempre saper rispondere al male con il bene”. “Cerchiamo di far sentire a questi fratelli e sorelle che siamo profondamente uniti a questa situazione”. “Pregate per questi fratelli e sorelle nella preghiera di tutti i giorni?”
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Nel saluto sul sagrato a Papa Francesco dei vari responsabili dei Movimenti e comunità ecclesiali, Maria Voce esprime al Santo Padre il ringraziamento e l’impegno dei Focolari a “dare questa testimonianza di cristianesimo coraggioso e gioioso”. Tra le prime impressioni, Maria Voce confida che “il suo discorso ha fatto bene al cuore”, in particolare l’insistenza sull’incontro con Gesù e sulla preghiera, ripresa in tutte le risposte, sottolineando “la dimensione spirituale del cristiano: la preghiera, l’incontro con Gesù che avviene attraverso le persone, nelle periferie, fuori. Ha bocciato i ragionamenti, le strategie a tavolino, senza ignorare le sfide. Bisogna guardare a Gesù e tutto il resto è conseguenza». La presidente dei Focolari ha voluto sottolineare anche l’atmosfera di amicizia e di gioia tra i vari fondatori e rappresentati di comunità e movimenti: “Credo che il Papa, arrivando, abbia sentito questo cuore gioioso della Chiesa”. Mentre Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento, ha sottolineato che il papa ha indicato nell’amore a Gesù e al prossimo la dinamica di vita di chi sa guardare fuori: “Ci ha guardati non come un particolare della chiesa ma come cristiani, aveva davanti a sé la cristianità”. Rivedi la diretta (CTV) (altro…)
Mag 19, 2013 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità

Il vescovo Joe Grech fu un grande apostolo del movimento Rinnovamento nello Spirito.
Ringrazio sempre Dio per il mio primo parroco, che un giorno, non molto tempo dopo il mio arrivo in parrocchia, pregò su di me. Chiedeva che io potessi sperimentare, fin dall’inizio del mio ministero sacerdotale, una nuova discesa dello Spirito Santo in modo da diventare un testimone vero di Cristo Risorto. Come effetto di quella preghiera, ora so che Gesù Cristo è vivo, non solo perché ho letto ed ho sentito parlare di lui, ma perché ho sperimentato e continuo a sperimentare, nel profondo del cuore, il suo tocco e la sua presenza. Come risultato di quella preghiera tutto il mio ministero pastorale ha avuto un solo obiettivo: aiutare la gente ad avere un rapporto stretto con Gesù Cristo: sperimentando il tocco del Dio vivente le persone si trasformano e fioriscono. E’ questa una realtà che si ripercuote anche nel mio modo di predicare; è vero che si deve studiare e leggere, ed essere ben informati, ma soprattutto penso si debba parlare del nostro rapporto personale ed intimo con Gesù. E qui la mia preghiera personale quotidiana diventa decisiva. Prego costantemente che quando le persone mi sentono parlare di Gesù e quando vedono come mi rapporto con loro, possano sperimentare che Gesù Cristo in quel momento li guarisce, li incoraggia, li ama, li perdona. Prego di poter diventare sempre più un segno pieno d’amore di ciò che Paolo esprime in Gal 2,20: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”. In tutto questo, pur in mezzo a difficoltà, ansie, e paure, trovo la forza per perseverare con speranza nella mia chiamata come prete. Continuo il mio cammino con le persone che Dio ha affidato alle mie cure di pastore con lo sguardo fisso in Gesù Cristo, sapendo bene che, come Paolo afferma nella Lettera ai Filippesi: “Tutto posso in Cristo che mi dà forza”. Stralci da Sacerdoti oggi, Aula Paolo VI, Città del vaticano, 9 giugno 2010, pp.10-11 (altro…)
Mag 17, 2013 | Spiritualità
Sono attese a Roma oltre 120.000 persone di 150 movimenti e realtà associative ecclesiali, provenienti da numerosi Paesi di ogni continente. Si tratta della Giornata dei movimenti, delle nuove comunità, delle associazioni e delle aggregazioni laicali, che si svolgerà in piazza San Pietro sabato 18 e domenica 19 maggio. L’appuntamento, inserito tra le iniziative dell’Anno della fede, è stato presentato dall’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, durante la conferenza stampa svoltasi nella Sala Stampa della santa Sede. Significativo lo slogan scelto: “Io credo! Aumenta in noi la fede”. “I pronomi personali – ha spiegato il presule – attestano il significato sotteso. Ognuno nella chiesa è chiamato a pronunciare in prima persona la sua adesione a Cristo e alla Chiesa”. Una scelta libera, personale, ma dice anche che la fede è un fatto comunitario, «un “noi” che si carica del valore della comunità quale è in primo luogo la Chiesa”. “Molti giovani, uomini e donne – ha aggiunto – in questi movimenti e associazioni, spesso “hanno ritrovato non solo la fede un tempo perduta”, ma “hanno compiuto una vera conversione di vita”. “Le realtà ecclesiali” – ha affermato – sono uno dei frutti più evidenti del concilio Vaticano II”; parole che riecheggiano la forte espressione usata da Benedetto XVI che, nella Pentecoste 2006, definiva le nuove realtà ecclesiali “una delle novità più importanti suscitate dallo Spirito Santo nella chiesa per l’attuazione del Concilio Vaticano II”. La scelta della Pentecoste, prosegue mons. Fisichella, intende far comprendere che “nella Chiesa di oggi le nuove realtà ecclesiali sono il segno della presenza di Cristo Risorto che guida la sua Chiesa nell’opera di evangelizzazione”. L’inizio dell’incontro in piazza San Pietro è fissato con l’accoglienza alle ore 15, cui seguirà un alternarsi di testimonianze e momenti artistici e musicali; è prevista la partecipazione del gruppo musicale internazionale Gen Verde e di un coro composto da circa 150 persone di movimenti diversi. Papa Francesco giungerà verso le ore 18 e, dopo l’ascolto di testimonianze dell’Irlanda e del Pakistan, aprirà un dialogo rispondendo ad alcune domande. Domenica 19 maggio, il Papa celebrerà alle 10.30 la messa in piazza San Pietro, cui seguirà la recita della Regina coeli. In questi mesi di preparazione, sono spesso tornate alla mente le parole pronunciate da Giovanni Paolo II nel primo grande incontro della Pentecoste 1998: “Quale bisogno vi è oggi di personalità cristiane mature, consapevoli della propria identità battesimale, della propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo! Quale bisogno di comunità vive! Ed ecco, allora, i movimenti e le nuove comunità ecclesiali: essi sono la risposta, suscitata dallo Spirito Santo, a questa drammatica sfida di fine millennio. Voi siete questa risposta provvidenziale”. Libretto per seguire la celebrazioni del 18 maggio Libretto per sequire la s. Messa del 19 maggio (altro…)