Movimento dei Focolari
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Spagna, terra d’incontro di popoli e culture

La Spagna ha una lunga storia. Nel 218 a.C. l’Impero Romano mette le basi per un’unità culturale e territoriale tra le popolazioni celtiche e iberiche, insediatesi già da alcuni secoli. Il popolo Basco, però, nella zona nord-occidentale del Paese, non subisce questo influsso. La lingua latina evolve al castigliano – lingua ufficiale –, al catalano e al galiziano, che insieme al basco costituiscono le tre altre lingue co-ufficiali. Nei secoli successivi, l’Islam arriverà a conquistare quasi tutta la Penisola. La convivenza delle culture musulmana, cristiana ed ebraica (anche loro presenti) ha determinato le condizioni necessarie per la trasmissione del patrimonio scientifico e culturale dell’antichità e della scienza araba all’Occidente cristiano. Oggi la Spagna si presenta come una società che vuol tenere conto della diversità di queste culture, raccolta nella Costituzione, ma che ha ancora tante sfide da risolvere, come le forti tensioni tra le comunità autonome e lo Stato. Una società che ha avuto negli ultimi anni un grande sviluppo economico e sociale, ma che subisce ora le conseguenze dell’attuale crisi economica e sociale.

Una delle prime Mariapoli a Seo d’Urgell

Il Movimento dei Focolari arriva a Barcellona nel 1959, attraverso Piero Pasolini, focolarino italiano. “C’è tanto di Dio in questa nazione – dirà – e mi pare che Egli l’ami d’un amore tutto particolare”. In seguito, molte persone di tutte le età, in tutta Spagna, sono attratte dalla spiritualità dell’unità: si susseguono le Mariapoli a Solsona, Seo d’Urgell, Ávila… Alcuni pionieri lasciano una profonda impronta col loro passaggio in queste terre. Per citarne soltanto alcuni, ricordiamo gli italiani Nunziatina Cilento e Gino Bonadimani, e gli argentini Margarita Bavosi e Carlos Clariá. La vita evangelica dei Focolari s’incarna, negli anni, in molti ambiti sociali e culturali, dando origine al Movimento Politico per l’Unità e ad imprese che aderiscono all’Economia di Comunione. Dalla pubblicazione nel 1964 del primo libro di Chiara Lubich, “Meditazioni”, si sviluppa l’attività editoriale con due riviste: Ciutat Nova (in catalano) e Ciudad Nueva (in castigliano), oltre a numerose collane di libri in diversi settori della spiritualità, teologia, patristica, testimonianza. Attualmente sono 25.000 circa le persone, in Spagna, che a diverso titolo fanno propria la spiritualità dell’unità. Tappe fondamentali per la vita e lo sviluppo del Movimento dei Focolari in Spagna, sono le due visite di Chiara Lubich nel 1989 e nel 2002: la prima a Santiago de Compostela in occasione della GMG, dove tiene una delle catechesi davanti a migliaia di giovani; la seconda, con visita ad alcune città dove hanno vissuto dei grandi mistici che tanta influenza hanno avuto in lei: Teresa d’Avila, Giovanni della Croce (Segovia) e Ignazio di Loyola (Manresa). Al Monastero di Montserrat, afferma: “I movimenti possono offrire l’esempio della freschezza evangelica e carismatica… Da parte loro, i movimenti possono imparare molto dalla testimonianza della vita consacrata, che custodisce molteplici tesori di sapienza e di esperienza”. Sempre durante quel viaggio, Chiara lancia una sfida a tutte le persone dei Focolari: “Per la Spagna bisogna calcare sull’Unità, perché c’è già la distinzione (appunto, per la varietà di popoli, culture e lingue). Sorgono così le cittadelle “Loreto” a Castell d’Aro (Girona) e “Castello Esteriore” a Madrid. Cresce il desiderio e la disponibilità per conoscersi e vivere gli uni per gli altri, così come il senso di appartenere alla stessa famiglia. “Castello Esteriore” diventa ben presto uno spazio d’incontro di tutti, dove si rende visibile la testimonianza di unità nella diversità e molteplicità tipica della spiritualità dell’unità. Nel 2011, durante la visita di Maria Voce, presidente dei Focolari, e del copresidente Giancarlo Faletti, lei ricalcherà come “ognuno di questi popoli che formano la Spagna, ha qualcosa da dare a tutti gli altri”, incoraggiando tutti ad essere dono gli uni per gli altri, proprio grazie alla peculiare identità di ciascuno. Visita la pagina della Spagna in Focolare Worldwide! (sotto) Foto della visita di Maria Voce in Spagna nel gennaio 2011 (altro…)

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La Miniera, azienda spagnola EdC

La Miniera” è sorta nel 2003 col desiderio di aderire ai principi dell’Economia di Comunione lanciata da Chiara Lubich nel 1991. E’ stata lei a dare il nome al progetto,‘La miniera d’oro’, in riferimento al valore delle persone a cui era rivolto: gli anziani. È con questa consapevolezza che si lavora.“Cerchiamo di far sì che al centro del nostro lavoro non siano gli utili, ma le persone – raccontano Elena Bravo e José Alonso, rispettivamente direttore e amministratore dell’azienda di cui, con Miguel Muñoz e Ana Vera sono stati i fondatori –. Facciamo tutto il possibile affinché ognuno che arriva si senta accolto e valorizzato al di là delle sue condizioni fisiche o psichiche”. L’importanza centrale dell’anziano si vive concretamente in tante occasioni: “Una volta – ricorda José Alonso – uno dei nostri operatori ci ha fatto notare che due dei nostri anziani sarebbero stati meglio in una residenza geriatrica. Anche se in quel momento la perdita di due posti rappresentava un vero problema economico, ci siamo detti:‘Dobbiamo pensare a loro prima dei nostri interessi’, e abbiamo cercato e trovato una nuova residenza”. “Abbiamo attraversato momenti di difficoltà – continua Elena Bravo –, da malattie a problemi familiari, ma l’amore reciproco ci ha fatto sempre andare avanti, facendo, quando necessario, l’uno il lavoro dell’altro”. Ed è vero, tra i 18 lavoratori de La Miniera, si avverte un clima di condivisione e di gioia. Quest’atmosfera si trasmette ai 50 anziani del Centro e a tutti coloro che vengono: “Ultimamente – racconta ancora Elena – sono venuti diversi gruppi di giovani con i loro professori di economia”. “Alcuni di loro – continua José – sono stati colpiti dalla gioia degli anziani, dall’atmosfera di famiglia e dall’entusiasmo dei lavoratori. Proprio le cose che sono importanti per noi”. L’esistenza e lo sviluppo di La Miniera si devono in gran parte al “suo Socio nascosto”, che non le fa mancare nulla. La divina provvidenza, infatti, arriva proprio nel momento in cui c’è più bisogno: materiale d’ufficio, stoffa, tovaglie, manichini per imparare a vestirsi… e perfino attrezzature specializzate. “Avevamo bisogno di una macchina per sollevare gli anziani – ci dicono – ma non avevamo i soldi per pagarla. Abbiamo deciso di acquistarla comunque, pensando alla fatica svolta dal personale e agli anziani. Il venerdì ci viene consegnata una macchina in prova. La domenica riceviamo una telefonata: il direttore di un centro per disabili psichici, che sa come lavoriamo, ci voleva donare una macchina elettrica. Vado a prenderla e, con nostra sorpresa, era identica a quella che ci avevano lasciato in prova!”. Dopo quasi dieci anni di fedeltà ai principi dell’Economia di Comunione e alla “cultura della legalità”, mettendo sempre al centro del loro agire la persona anche nei momenti difficili, Elena e José possono affermare che “Nonostante tutte le difficoltà, anche condividendo gli utili con i più bisognosi, le aziende EdC crescono e si mantengono sul mercato, pure nei momenti di crisi”. (altro…)