“Col Papa un dialogo diretto e vero”. Intervista ai coniugi Salerno

 
In occasione della presentazione degli Atti dell’Incontro Internazionale delle Famiglie, su Avvenire è stata pubblicata un'intervista ai coniugi Salerno (Famiglie Nuove).

Lo scorso 2 Giugno, in occasione della festa delle Famiglie col Papa a Milano, erano tra le famiglie presenti sul palco e, in quanto milanesi, a fare gli onori di casa.

Riproponiamo l’intervista a cura di Chiara Pellizzoni (“Avvenire”), pubblicata il 5 febbraio 2013.

Col Papa un dialogo diretto e vero

Il mondo è una grande famiglia, ma ogni famiglia è un piccolo mondo. Recitava così la Festa delle testimonianze, la serata in diretta su Rai Uno, live da Milano Parco Nord di sabato 2 giugno scorso che vedeva ospite il Santo Padre in occasione del VII Incontro Mondiale delle famiglie. 300mila persone dal mondo presenti, cinque famiglie sul palco, una per continente, per porre altrettante domande più una “di casa” (Cernusco sul Naviglio, Milano) ad aprire la serata: Maria e Gianni Salerno con i figli. A tutti sarebbe piaciuto stare dove erano loro, primi a dare il benvenuto a nome di tutte le famiglie del mondo a Benedetto XVI.

La cosa che più ci ha colpiti di quella serata è stato il dialogo diretto e vero con il Santo Padre – racconta Maria all’unisono con Gianni. Abbiamo conosciuto un Papa pastore più che teologo. E’ stato bello, poi, che abbia raccontato qualcosa di sé, segno del suo essere in dialogo in prima persona. Le domande poste dalle famiglie raccoglievano le sfide del mondo di oggi; è stato gratificante vedere che nel Vangelo ci sono risposte concrete. La conferma felice di quella serata è stata che essere una famiglia cristiana è possibile. Stare lì anche nei giorni prima, ci ha poi fatto sentire parte di una famiglia di famiglie. L’evento stesso, tutto, i giorni del Congresso e quelli con Benedetto XVI ci hanno restituito l’immagine gioiosa dell’essere cristiani.

Come è cambiata la vostra vita familiare dopo quella sera?

La serata più che cambiarci la vita familiare ci ha incoraggiato ad andare avanti. Le risposte erano piste su cui camminare e trovare nuove soluzioni. Un esempio, la comunione con la altre famiglie, la possibilità di trovare risposte nella condivisione. E poi l’emozione di quella serata. Sì, ci ha commosso e scaldato il cuore. Ma quello che conta di più va al di là delle emozioni; lì era una questione di sostanza. Il Papa si è fatto uno di noi, si è messo a disposizione come fosse uno della famiglia. Ricordo con tenerezza le ultime parole della risposta alla bimba vietnamita: “ In questo senso spero di andare a casa andando verso l’altra parte del mondo”.

Cosa gli avete detto, cosa volevate chiedergli?

Noi gli abbiamo portato la quotidianità della famiglia fatta di luci e ombre. L’ombra è insita nell’uomo e nell’essere famiglia, le difficoltà ci sono, così come gli insuccessi e le problematiche. Quella sera non venivano negate le ombre ma indicata, attraverso il Vangelo, la strada per affrontarle e risolverle.

Quali le parole del Papa che più vi hanno colpito?

Quelle sulla conciliazione dei tempi tra famiglia e lavoro, rispondendo ai Rerrie, la famiglia americana con 6 figli. Si deve cercare una certa “creatività”, ha detto Benedetto XVI dandoci l’assist per vivere. Ci ha colpito quanto fossero ad ampio spettro le risposte: nessuno doveva sentirsi escluso. Penso al tema delle famiglie separate o alla domanda sulla crisi economica. Parole, le sue, rivolte davvero al mondo delle famiglie.

Che ricordo resta della visita del Papa e che opportunità è stata per voi e per tutti?

Noi avevamo questa grossa mission: essere la voce di tutte le famiglie, esprimere le famiglie del mondo che gli portavano amore e impegno a vivere la santità intesa come cercare sempre la perfezione nell’amore. Il Suo essersi fatto tra noi è stato un’opportunità per tutti, credenti e non. (Chiara Pellizzoni)

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