Educare alla pro-socialità

 
La famiglia è come un laboratorio, un contesto protetto e sicuro, dove il bambino sviluppa la propria personalità. Lo stesso vale per la pro-socialità.

Abbiamo detto che la famiglia è come un laboratorio, un contesto protetto e sicuro, dove il bambino sviluppa la propria personalità, conosce sè stesso e ciò che lo circonda, sperimenta ed interiorizza i modi  attraverso i quali si relazionerà con tutti gli altri. Lo stesso vale per la pro-socialità.

Per pro-socialità si intende tutti quei comportamenti, azioni, iniziative volte ad aiutare un’altra persona senza aspettarsi nulla in cambio. Se il bambino fa questa esperienza in casa, coltiverà questa sensibilità già presente in lui per portarla poi fuori nel mondo. Paolo Freire, pedagogista brasiliano, diceva che “l’educazione non può cambiare il mondo, ma può cambiare le persone che possono cambiare il mondo”.  Oggi c’è un gran bisogno di promuovere questa sensibilità. La pro-socialità può essere la risposta all’indifferenza.

Molti studi hanno dimostrato che una buona competenza emotiva è il presupposto per educare alla pro- socialità. Questi bambini :

  • Hanno maggiore consapevolezza di sé
  • Padroneggiano meglio le proprie emozioni
  • Hanno una maggiore autostima
  • Riescono ad accogliere e comprendere meglio gli altri
  • Sono più predisposti a valorizzare gli altri
  • Riescono a costruire relazioni più positive
  • Riescono a gestire meglio le situazioni di conflitto
  • Vedono le difficoltà in maniera costruttiva, come un’opportunità
  • Sono più orientati alla collaborazione a alla condivisione
  • Sono più sensibili verso chi soffre

Le attività promosse dal Movimento dei Focolari (attraverso i Centri Gen4) hanno proprio questa finalità educativa. Dietro c’è tutta la filosofia fin qui descritta. Ecco solo alcuni esempi…:

  • Condivisione
  • La regola d’oro
  • Donarsi agli altri
  • Vivere l’arte di amare