Il matrimonio come vocazione

 
Il ritratto della vita degli sposi nell'esortazione apostolica di papa Francesco è così affascinante che, anche se fosse scolorito lo slancio dei primi anni di matrimonio, non possiamo non innamorarci di nuovo della nostra scelta. Articolo di Città Nuova.

1443088231_CNA una prima lettura dell’esortazione apostolica post sinodale Amoris laetitia di papa Francesco risuonano come in sottofondo le parole di san Giovanni Paolo II: «famiglia: diventa ciò che sei!». Sì, papa Francesco ci mostra quello che siamo, noi famiglie, ci spiega quello di noi che neanche noi sappiamo fino in fondo. E lo fa con una chiarezza, un rispetto, una direi quasi contemplazione che ci lascia persino un po’ spiazzati.

Un intero capitolo, bellissimo, per spiegarci l’amore. L’amore che tutti cerchiamo, che ci fa felici, di cui ci siamo fidati decidendo di essere coppia prima e famiglia poi. Un amore che si fa concreto nella vita quotidiana, in mille sfumature delicate e tenere, forti e risolute, pazienti e instancabili. La fotografia della vita degli sposi è così affascinante che, anche avessimo perso o fosse scolorito lo slancio dei primi anni di matrimonio, non possiamo non innamorarci di nuovo della nostra vocazione (così viene definito il matrimonio cristiano) e di chi, naturalmente, abbiamo a fianco in questa strada.

«L’amore che non cresce inizia a correre rischi, e possiamo crescere soltanto corrispondendo alla grazia divina mediante più atti di amore, con atti di affetto più frequenti, più intensi, più generosi, più teneri, più allegri».

C’è questa fotografia, ricca di luce e di riflessi dai tanti colori e c’è il cammino per assomigliare a quella visione. Il papa sembra conoscere perfettamente quanto siamo distanti da un ideale di famiglia che trova il suo modello addirittura nella Trinità e nella relazione al suo interno. Sa benissimo quanto siamo fragili e dobbiamo tornare sempre a iniziare da capo, dalle piccole cose, dalle ferite piccole o grandi che ci abitano, dai propositi che non riusciamo a mantenere. Un’impressione molto forte, di istinto, a una prima lettura, è la sensazione di vedere incarnati, nelle parole del papa, l’amore paterno e materno della Chiesa, con le loro diverse caratteristiche: il padre mostra come dovrebbe essere l’ideale, senza fare sconti, insegna le regole, pone dei limiti, è sempre accanto a incoraggiare; la madre sa aspettare, crede sempre che suo figlio saprà rialzarsi, lo consola, lui è nel suo cuore sempre il più bello di tutti, anche se pieno di lividi e di errori.

Questa è la Chiesa dal cuore grande che parla alle famiglie, a tutti noi sposati. Viene voglia di far conoscere a tanti questa bellezza, di puntare a incarnare questa visione affascinante della vita familiare, senza scuse e senza giustificazioni, perché non siamo chiamati a meno.

Paolo e Barbara Rovea.