Due donne al servizio della vita: condotta da questo leit motif si è svolta nel pomeriggio di sabato 10 dicembre in Campidoglio (Roma) la cerimonia di conferimento del Premio europeo per la vita “Madre Teresa di Calcutta” alla memoria di Chiara Lubich.
Per consegnare il riconoscimento, promosso dai Movimenti per la vita europei, è stata scelta la data significativa del 10 dicembre, a 63 anni dalla firma della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo.
La motivazione del premio è stata espressa in apertura dal presidente del Movimento per la vita Carlo Casini, che ha messo in luce la “limpida e costante difesa e promozione del diritto alla vita” messa in atto da Chiara Lubich e promossa sempre nell’ampio orizzonte dell’amore ad ogni uomo.
Sono stati evidenziati l’opera e il sostegno dato da Chiara Lubich al Movimento per la vita sin dal suo sorgere.Sono intervenuti alla tavola rotonda moderata dal direttore del giornale Avvenire Marco Tarquinio l’ex-presidente del Consiglio Giuliano Amato, i professori Antonio Maria Baggio e Vincenzo Buonomo e il ministro ungherese per gli Affari sociali e la famiglia Miklos Soltesz. Presenti anche i rappresentanti dei movimenti per la vita di 15 Paesi europei.
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha sottolineato come della dichiarazione del 1948 “queste due donne hanno fatto una pratica di vita profonda” ed ha annunciato di aver avviato l’iter per la dedicazione di una strada della capitale a Chiara Lubich.
Il Premio è stato consegnato a Maria Voce dal Card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. La presidente dei Focolari che ha messo in rilievo come in Chiara Lubich la spinta ad adoperarsi alla tutela dei diritti dell’uomo aveva la sua sorgente nell’amore verso Dio e l’amore verso l’uomo, ogni uomo: “Tutti gli uomini sono figli di Dio e quindi fratelli fra di loro; e Chiara lavora perché nel mondo si realizzi la fratellanza universale. Lo fa per oltre 60 anni, non tanto proclamando a voce i diritti dell’uomo, quanto suscitando in più uomini e donne possibile uno stile di vita ‘evangelico’, che ha come necessaria conseguenza il rispetto dell’uomo e dei suoi diritti”.
Il Premio, istituito dal Movimento per la vita nel 2008, vuole mettere in risalto la dimensione della vita nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Ha come simbolo la riproduzione della statua bronzea che il Movimento per la vita italiano donò al Consiglio d’Europa all’indomani del crollo del muro di Berlino.
L’opera, “Inno alla Vita” dello scultore Sauro Cavallini, si trova esposta
nel palazzo del Consiglio d’Europa a Strasburgo e porta scritto sul basamento: “Che l’amore sia la speranza dell’Europa”.
Quella del 2011 è la terza edizione del Premio. Nella prima edizione (2008) il Premio era stato attribuito alla memoria di Jerome Lejeune per il suo lavoro nel campo della genetica, nella seconda edizione (2010) a Eduardo Veràstegui per il film “Bella”.
Il premio europeo Madre Teresa di Calcutta è stato menzionato da Papa Benedetto XVI al termine dell’Angelus di domenica 11 dicembre, con un indirizzo di saluto agli esponenti del Movimento per la vita giunti da tutta Europa per la premiazione.
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“Teresa e Chiara. Donne da imitare” di Giovanni Ruggiero – Avvenire