Figli “unici”

 
Non esiste il carattere brutto ed il carattere bello, esiste il carattere e basta. Questo è un pregiudizio che noi genitori spesso abbiamo. Ciascun bambino è diverso, ciascun bambino ha il suo carattere, la sua personalità.

Una convinzione che abbiamo e che dovremmo estirpare è che non esiste il carattere brutto ed il carattere bello, esiste il carattere e basta. Questo è un pregiudizio che noi genitori spesso abbiamo. Ciascun bambino è diverso, ciascun bambino ha il suo carattere, la sua personalità che, attraverso la relazione con lui, dobbiamo imparare a conoscere sempre di più, in tutte le sue sfumature. Solo così potremmo trovare i modi più adeguati per aiutarlo a crescere, attraverso le sue possibilità, le sue caratteristiche ed anche le sue difficoltà.

Alcuni aspetti del carattere dei bambini, che li differenziano dagli altri, sono chiari sin da subito. Il temperamento è quella componente biologica del nostro carattere. Riguarda alcune caratteristiche del nostro essere persona che nascono insieme a noi. Esse ci rendono unici nella nostra individualità. Ogni temperamento ha i suoi punti di forza e le sue criticità.

I tratti che compongono il temperamento sono:

  • Vivacità. Alcuni bambini sono molto vivaci, vogliono sempre correre, saltare, arrampicarsi, non riescono a stare fermi. Altri, invece, sono meno vivaci: preferiscono attività tranquille come sfogliare un libretto o giocare con un puzzle. Altri sono moderatamente vivaci.
  • Ritmicità. Alcuni bambini hanno ritmi prevedibili: si svegliano, hanno fame, giocano, vanno al bagno, si addormentano più o meno sempre alla stessa ora di ogni giorno. Altri hanno ritmi mutevoli: i “momenti” della giornata variano sempre, ogni giorno ad un’ora diversa. Altri bambini hanno ritmi intermedi tra questi.
  • Approccio. Alcuni bambini sono attratti dalle situazioni nuove: sorridono agli estranei, si avvicinano ad un gruppo di bambini e si mettono a giocare con loro, fanno amicizia facilmente. Assaggiano cibi nuovi, sono felici di andare in posti nuovi. Altri, invece, evitano le situazioni nuove. Evitano gli estranei, ci impiegano molto tempo ad inserirsi in gruppi nuovi, sono meno disponibili a conoscere cibo e posti nuovi. Altri bambini hanno un approccio intermedio tra questi.
  • Adattabilità. Alcuni bambini si adattano facilmente ai cambiamenti di routine, luoghi e persone. In due giorni riescono ad adattarsi a nuovi ritmi, orari, e ad un nuovo insegnante. Altri bambini si adattano lentamente ai cambiamenti. A volte sono necessari anche alcuni mesi. Altri hanno una capacità intermedia tra questi.
  • Distraibilità. Alcuni bambini si distraggono facilmente. Passano da un’attività all’altra a seconda di quello che li attira in quel momento. Fanno più fatica a completare un’attività perché la loro attenzione si sposta contemporaneamente in più direzioni. Quando sono tristi o delusi è facile risollevare il loro umore coinvolgendoli in qualcosa di nuovo. Alcuni, invece, non si distraggono facilmente. Passano molto tempo seduti a leggere e quando sono arrabbiati o tristi è difficile attrarre la loro attenzione verso altre cose. Altri hanno un livello di distraibilità intermedio.
  • Perseveranza. Alcuni bambini sono molto perseveranti e si dedicano ad una attività fino a quando non l’hanno portata a termine. Hanno in mente un obiettivo che perseguiranno fino a quando non lo hanno raggiunto: di fronte ad un fallimento non rinunciano, non è facile convincerli a smettere di fare ciò che gli interessa. Altri, invece, sono meno perseveranti: se cadono smettono di arrampicarsi, se non riescono a risolvere velocemente un puzzle, perdono presto interesse. E’ facile convincerli a smettere di fare ciò che stanno facendo. Altri hanno una perseveranza intermedia.
  • Intensità. Alcuni bambini hanno reazioni molto intense agli eventi e alle situazioni. Se hanno difficoltà a completare un puzzle urlano e lanciano i pezzi. Esprimono in modo intenso le emozioni: es. la rabbia, la tristezza, la felicità. Altri, invece, hanno reazioni più attenuate. Piangono delicatamente quando sono tristi e sorridono pacatamente quando sono felici. Non è sempre facile capire cosa provano questi bambini. Altri hanno un livello di intensità intermedio.

Essere fatti in un modo o in un altro non è una colpa, o un limite dei nostri bambini. Loro sono fatti così. Spesso, in buona fede, li spingiamo verso direzioni che loro fanno fatica ad intraprendere. Il nostro compito è quello di imparare a conoscerli profondamente; solo così il nostro sarà un amore concreto, utile, a sua misura. E sarà un amore che lui sentirà profondamente. Cambiare il temperamento di un bambino non è possibile. Possiamo invece individuare i suoi punti di forza e promuoverli e, allo stesso tempo, capire quali sono le sue difficoltà e, in base a questa conoscenza, favorire i modi e costruire le possibilità per una crescita armoniosa.

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