[…] La vera arte di amare emerge tutta dal Vangelo di Cristo.[…]
[…] È un’arte che vuole si superi
il ristretto orizzonte dell’amore[…]
semplicemente naturale diretto
spesso quasi unicamente alla famiglia, agli amici.[…]
[…] l’amore va indirizzato a tutti:
al simpatico e all’antipatico,
al bello e al brutto,
a quello della mia patria e allo straniero,
della mia o di un’altra religione,
della mia o di un’altra cultura,
amico o avversario o nemico che sia.
Occorre amare tutti come fa il Padre del Cielo
che manda sole e pioggia sui buoni e sui cattivi.
È un amore che spinge ad amare per primi, sempre, senza attendere d’essere amati.[…]1
[…] È un amore che considera l’altro come se stesso,
che vede nell’altro se stesso.[…]
[…] Quest’amore non è fatto solo di parole
o di sentimento, è concreto.
Esige che ci si faccia “uno” con gli altri,
che “si viva” in certo modo l’altro
nelle sue sofferenze, nelle sue gioie,
nelle sue necessità, per capirlo
e poterlo aiutare efficacemente.2
Quest’arte vuole che si ami Gesù nella persona amata.
Infatti, anche se questo amore è diretto a quell’uomo,
a quella donna particolare, Cristo ritiene fatto a sé
quanto di bene e di male si fa loro.[…]
[…]Quest’arte di amare vissuta da più persone
porta poi all’amore reciproco: in famiglia,
sul lavoro, nei gruppi, nel sociale;
amore vicendevole, perla del Vangelo,
comandamento nuovo di Cristo,
che costruisce l’unità. […]3
(Fonti: 1La nuova evangelizzazione e l’arte di amare – Monaco, 8 dicembre 2001
2L’arte di amare – Pag. 24 Ed. Città Nuova
3In occasione del conferimento della città onoraria, Roma, 22.01.2000 pp:23-24)