La ferita è una feritoia di luce

 
Esperienza di accompagnamento nella separazione.

Siamo sposati da 50 anni, abbiamo due figli e 6 nipoti. Il nostro impegno a vivere la spiritualità dell’unità come impegnati di Famiglie Nuove, si concretizza nel seguire un gruppo di persone separate e questo per noi è grande un dono. Non avevamo una preparazione specifica, tuttavia abbiamo colto da parte di queste persone che hanno fatto la dolorosa esperienza di essere ferite nell’amore, la necessità primaria  di essere riconosciute ed amate senza alcun pregiudizio.

All’inizio  avevamo il timore che il confronto con noi, coppia unita e loro separati li mettesse in imbarazzo, invece ci testimoniano che il gruppo è la loro nuova famiglia, composta da nuovi fratelli. La nostra casa, sempre a loro dire, è per loro “la casa”, la cena condivisa è un atteso antidoto alla solitudine dei loro pasti quotidiani. Avere qualcuno cui sottoporre per telefono, in qualsiasi momento, i dolori, le difficoltà, le necessità: dalla nostalgia della famiglia perduta alla stufa per la camera da letto gelida, dal dolore della figlia  separata alla scheda guastata del computer, è sentirsi riconosciuti come persone incluse, è rientrare nella dimensione dell’amore.

L’arte di amare che abbiamo appreso da Chiara Lubich è molto importante, cercando di amare tutti, amare per primi, farsi uno con questi fratelli. Questo significa stare attenti ad ogni parola, consolare senza frasi cliché, essere disponibili  ma anche spronare ad affrontare le situazioni, suggerendo la cura del malessere: buttarsi ad attuare nel quotidiano la fratellanza universale.  La ferita della perdita del rapporto d’amore coniugale rimane, ma il rimettersi ad amare contrasta il rancore che rende amara la vita. C’è una metafora bellissima che dice “la ferita è una feritoia di luce”. Ricordo uno dei primi incontri sul terrazzo di casa nostra. In tutto una ventina di persone per noi nuove.  Ognuna aveva una storia diversa e dopo il giro di conoscenza, man mano che ciascuno la svelava, ci siamo sentiti coinvolti. Tanti momenti di fatica e di solitudine li conoscevamo anche noi, non separati, per cui non è stato difficile sentirci fratelli in un  clima di famiglia che continua tuttora.

Il titolo di un convegno a cui abbiamo partecipato lo scorso febbraio ad Assisi per persone separate aveva come titolo Ri-costruiti dall’Amore e noi siamo testimoni di quanto questo sia avvenuto ed avvenga nel cammino decennale con questi fratelli.  Nell’ultimo incontro una separata ci ha comunicato che era stata in dubbio se continuare a frequentare il gruppo, dove la parte maschile è predominante, ma poi si è resa conto che quando torna a casa si sente più forte e più disponibile con gli altri e con il suo ex marito, per esempio  portando all’aeroporto il figlio di lui e della nuova compagna. Uno dei nostri amici, proveniente da una cultura fortemente maschilista, convinto che la sua famiglia si fosse sfasciata perché la moglie ed i tre figli non seguivano le sue indicazioni/imposizioni, ha riconosciuto apertamente che il frequentare il gruppo lo ha cambiato ed ha ricucito i rapporti con la ex moglie ed i figli, anche se vive ancora solo. Un altro seppur nella straziante nostalgia della famiglia persa, si è buttato ad amare chi ha intorno; e nella condizione di malattia che lo ha colpito, la sclerosi multipla, cerca di  entrare in contatto con gli altri formando un gruppo di preghiera e auto mutuo aiuto.

Un evento eccezionale dopo il congresso a Castel Gandolfo del 2000 è stato che una delle partecipanti al gruppo si è riconciliata con il marito dal quale era legalmente separata, mettendo in imbarazzo il funzionario dello stato civile cui non era mai successo un caso simile. Qualche tempo fa infine uno degli amici è partito per il cielo, riconciliato con quel Dio che gli era stato presentato da piccolo come un Padre buono ma che aveva permesso che la sua vita fosse costellata di abbandoni e di fallimenti. Esaminando il nostro ruolo di animatori ci sembra che la spiritualità nata dal carisma di Chiara ci spinga a mettere in pratica l’accoglienza che aiuta a sgelare i cuori, a fare sentire l’amore che apre le anime, aiutare ognuno a scoprire l’ Amore presente nella propria storia.
(E. e F.)

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