Scuola Loreto: un progetto formativo a favore della famiglia.

 
La scuola Loreto è un progetto continuativo formativo per famiglie provenienti da tanti paesi del mondo.

“All’inizio è stato difficile, soprattutto per la diversità  delle lingue”, racconta una delle coppie che ha partecipato al corso della ‘Scuola Loreto’ quest’ultimo anno. “Con il tempo però abbiamo imparato a conoscerci e le relazioni tra noi sono migliorate, insieme alla convivenza”.

La scuola Loreto è un progetto continuativo formativo per famiglie provenienti da tanti paesi del mondo. Si svolge a Loppiano (Incisa Valdarno) presso la cittadella internazionale dei Focolari. L’obiettivo  è la formazione della persona e della famiglia per la costruzione di una società più giusta e solidale. Il corso 2018 – 2019 della durata di  9 mesi ha visto la partecipazione di  9 famiglie provenienti da : Brasile, Cechia, Cuba, Honduras, Italia, Oceania e Siberia.

“È stata un’esperienza nuova e bella per tutta la nostra famiglia”. Dice una coppia. In un clima di reciprocità, le famiglie hanno imparato a comunicare e condividere i  momenti delle lezioni, delle feste e delle passeggiate. “Questo ci ha dato l’opportunità di crescere spiritualmente e umanamente, consetendo di superare le  sfide della vita quotidiana, dovute alle differenze tra noi”.

Nuclei familiari di diverse etnie, culture e religioni hanno frequentato lezioni di pedagogia, psicologia, etica, spiritualità, antropologia, per una formazione a tutto tondo sulla famiglia. Durante il tempo libero numerose le attività ricreative e sportive. Anche il tempo dedicato al lavoro è stato fruttuoso.

“Una delle esperienze più importanti per noi è stata vedere l’amore concreto di Mary e Maurizio che ci hanno  assistito quando alla fine della scuola, avevo bisogno di cure in un ospedale. Racconta una dei partecipanti.Pensavo che sarebbe stata una visita veloce, invece ha richiesto di rimanere in ospedale per dieci ore. Quando la cura è stata completata  con  sorpresa sono stata trasferita in un altro ospedale. Sono rimasta commossa dal vedere come Mary mi rassicurava, dicendomi  che tutto andava bene, non preoccupandosi d’altro se non delle mie esigenze. Mi sono sentita  parte di una unica famiglia”.

Un’altra esperienza importante è stata la collaborazione reciproca, in particolare “quando abbiamo accolto i bambini delle altre famiglie a casa nostra poiché  i genitori avevano necessità di assentarsi. Questo momento ci ha dato la possibilità di imparare a vivere con più intensità il presente come fanno i bambini. E poi anche di tornare indietro nel tempo, ricordandoci quando i nostri figli erano piccoli e rivivere quelle occasioni speciali dei giochi, delle preghiere e delle cure, che ci avevano dato una grande gioia”.

Le coppie si sono offerte aiuto nelle traduzioni, sentendosi “come in una famiglia dove ognuno si preoccupa dei bisogni dell’altro, essendo sempre amore”. Per qualcuno  questa esperienza ha significato “il risveglio dell’amore coniugale.  Dopo quasi quaranta anni di matrimonio, sentivamo l’esigenza di rinnovare il rapporto, adesso ci sentiamo non più ‘un io’ e ‘un tu’, ma ‘un NOI’ ”.

In definitiva per le famiglie è stato un arrichimento  sotto tutti gli aspetti della vita, umanamente e spiritualmente. “Un regalo  ricevuto da Dio. La scuola ci ha insegnato ad andare incontro all’altro, a vedere Gesù come  unico maestro che ci orienta a seguirlo e a  rimetterci nell’amore”.

Tornando  nei propri Paesi, ora  le famiglie sono più preparate per mettersi a disposizione delle comunità di appartenenza e contribuire ancor più alla costruzione di un mondo più fraterno .

 

 

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