Autostima

 
C’è una caratteristica che vorremmo che tutti i nostri figli possedessero: la stima di sé.

Al di là delle differenze individuali di ciascun bambino, c’è una caratteristica che vorremmo che tutti i nostri figli possedessero: la stima di sé. In tutti i genitori c’è il desiderio profondo che il bambino, prima o poi, diventi capace di cavarsela da solo nella vita. I primi anni di vita sono importantissimi per seminare, curare e far crescere l’autostima. Un’idea positiva di sé, la fiducia nella proprie capacità, il sapere di poter contare sull’affetto delle figure primarie, infondono in loro quella sicurezza che permetterà di lanciarsi all’esplorazione del mondo e delle relazioni.

In che modo possiamo promuoverla? La vita sempre più frenetica, stressante ed orientata più alla competizione che alla cooperazione tra le persone, spesso non ci aiuta. Alcuni studi hanno riportato come sia sempre più presente da parte dei genitori il rimarcare ai bambini più spesso l’errore che la buona riuscita. “Faccio io perché tu non sei capace”, “sono delusa, mi aspettavo di più”, “sei sempre il solito imbranato”, “tuo fratello era più bravo alla tua età” sono solo alcune comuni espressioni, dette distrattamente, che se abituali possono minare lo sviluppo di una adeguata stima di sé dei bambini.

Per promuovere l’autostima occorrono due piccoli ingredienti: pazienza e qualche piccola attenzione.

 

  • Innanzitutto i bambini si devono sentire sempre degni del nostro amore, indipendentemente da ciò che sono in grado di fare. L’affetto verso di loro non deve mai essere messo in discussione.
  • Occorre favorire l’esplorazione, incoraggiandoli, lasciando che sbaglino.
  • Dobbiamo affidare loro compiti chiari, realistici e adeguati all’età: è importante che i bambini facciano sempre almeno un’esperienza di successo e non solo esperienza di fallimento.
  • Sostenerli, ma mai sostituirsi completamente a loro.
  • Elogiare l’impegno e meno il risultato.
  • Costruire insieme al bambino un senso alle situazioni di fallimento, in modo particolare quando queste hanno un impatto molto forte sulla loro idea di sé (es. “non valgo niente”).
  • Valorizzare ciò che il bambino fa di buono, rassicurarlo in ciò che gli riesce meno (“che bello questo disegno”, “vedrai che la prossima volta andrà meglio”).
  • Criticare con misura il comportamento (il fatto) e mai la persona. Non dobbiamo mai ledere il sé.
  • Infondere fiducia: il bambino deve percepire il sostegno di chi gli sta intorno.
  • Promuovere la competenza emotiva, ossia la capacità di avere a che fare con le proprie emozioni e con le emozioni degli altri.
  • Coltivare le attitudini ed i talenti dei bambini, mettendoli a servizio degli altri: il sentirsi gratificato nel fare qualcosa che sente profondamente importante per sé, amplifica il valore dei successi e ridimensiona quello dei fallimenti.
  • Ultima ma non meno importante, avere una vita affettivamente ricca e stabile.

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Albert Bandura psicologo canadese, diceva che “la fiducia in se stessi non assicura il successo, ma la mancanza di fiducia origina sicuramente il fallimento”.