Con gli occhi di un bambino

 
Pubblichiamo una serie di interventi che Mario Iasevoli, Dottore di Ricerca in Scienze Mediche, Cliniche e Sperimentali presso Università degli studi di Padova, ha tenuto a Loppiano nel marzo 2017 nell'ambito dell'evento Family Highlights per il 50mo della nascita di Famiglie Nuove.

little-kids-2278684__340La trattazione di questo argomento ha l’obiettivo di valorizzare il ruolo della relazione nell’esperienza educativa, in modo particolare all’interno della famiglia. Ci sono tanti fattori che contribuiscono alla costruzione della famiglia, ma quello più importante credo sia la relazione tra i suoi membri. Essa è lo strumento attraverso cui dall’io diventiamo noi, da singoli possiamo diventare famiglia. Essa è il “luogo” in cui reciprocamente ci si educa.

Ma di che tipo di relazione stiamo parlando? Quale idea di educazione c’è dietro? Soprattutto, qual è il punto di vista ed il contributo del bambino in questa esperienza?

Ecco perché il titolo è “Con gli occhi del bambino”.
L’esperienza quotidiana dell’essere famiglia è fatta di tante piccole cose concrete, ma troppo poco spesso ci chiediamo qual è il punto di vista del bambino? Cosa ne pensa? Come la vive? Cosa sente?

Se l’essere famiglia è un’esperienza relazionale, il segreto per rendere questa relazione anche un’opportunità di crescita reciproca è provare a comprendere costantemente il punto di vista dell’altro, quindi anche quello dei bambini. Solo attraverso il pieno riconoscimento e la valorizzazione dell’altro, una comunità, e quindi la famiglia, può educarsi. L’effetto di questo processo è una crescita sia del singolo che di tutta la comunità, di tutta la famiglia. In questa esperienza di reciprocità ciascuno si sente libero e, allo stesso tempo, di appartenere a qualcosa di importante.

In questa prospettiva, un altro obiettivo di questo workshop è proporre una nuova visione del bambino: non solo portatore di bisogni e fragilità, ma co-costruttore attivo di rapporti personali. Non più solo oggetto di attenzioni degli adulti, ma soggetto che attraverso la sua particolare sapienza, sensibilità, creatività, protagonismo, offre un contributo indispensabile alla crescita della società.

Chiara Lubich diceva che “non dobbiamo vedere i bambini come bambini, ma bambini con un anima. L’anima non è né grande e né piccola, è sempre un anima”.
Poi diceva “dobbiamo dare tutto ai bambini, ma con il loro linguaggio”.

Françoise Dolto, famosa psicologa francese, diceva che “chiunque si applichi con costanza ad ascoltare le risposte dei bambini è un rivoluzionario”.
Più conosciamo i bambini, più possiamo capire come dare a loro, più possiamo scoprire cosa possiamo imparare da loro: questo è educarsi reciprocamente nella relazione.

Regolamento(500)