
Altrettanto lucida e approfondita è l’analisi delle crisi nella famiglia: «La storia di una famiglia è solcata da crisi di ogni genere, che sono anche parte della sua drammatica bellezza». Le crisi fanno parte della vita normale e come tali vanno affrontate, senza paura e nascondimenti, anche se alle volte derivano da situazioni personali pregresse spesso non percepite. Però quasi sempre appaiono più grandi del reale e, se affrontate, possono portare ad una nuova ricchezza di rapporti. Sicuramente comportano un carico di dolore che non deve essere ignorato e richiede un adeguato accompagnamento «comprensivo, vicino, realistico, incarnato».Proprio per questo è sottolineata con forza la necessità di un accompagnamento personale delle coppie giovani, di vicinanza, da parte di coppie più adulte e naturalmente anche la formazione dei fidanzati, non solo in prossimità del matrimonio, ma anche remota. Sicuramente prevenire è meglio che curare.
Nel capitolo ottavo il Papa affronta direttamente le situazioni di fragilità. È consolante vedere quanto papa Francesco conosca e faccia proprie le difficoltà oggettive che portano a rimandare il matrimonio, ad avviare convivenze che però non sempre significano negazione della realtà del matrimonio. Da subito sottolinea che molte situazioni sono dovute alla fragilità delle persone e che l’atteggiamento di apertura verso chi soffre deve essere rafforzato nell’Anno giubilare della misericordia. È una continua, grande apertura ad accompagnare, integrare, comprendere le situazioni che non sono e non possono essere giudicate tutte uguali. «Nessuno può essere condannato per sempre» è una affermazione forte come anche «…compete alla Chiesa rivelare la divina pedagogia della grazia…» alle persone che vivono in situazioni «irregolari». Tutti, in vario grado, possono partecipare alla vita della comunità, nessuno deve sentirsi scomunicato e non si può dire «… che tutti coloro che vivono in qualche situazione “irregolare” vivano in stato di peccato mortale». Una grande accoglienza di una Chiesa che non è una dogana ma una casa paterna sempre aperta. Una grande apertura, una grande responsabilità consegnata ai pastori, ma anche ai laici di essere questa porta aperta da cui passa la misericordia in questo anno così speciale.
Una vera e propria guida per riportare in luce la bellezza e l’importanza di questa radice da cui la società e la chiesa possono rifiorire e portare nuovi frutti.
Fonte: www.cittanuova
Il testo completo di Amoris Laetitia
