
Chi ha intenzione di costruire un futuro in due oggi si trova a dover affrontare scelte, difficoltà, dubbi non facili. Un percorso di crescita e il confronto con altre coppie può aiutare per vivere con responsabilità la propria scelta.
Sono molti i giovani che sentono l’esigenza di una preparazione. Ines una bella ragazza spagnola, mora, con lo sguardo vivo, lavora nel campo della moda, anche se da poco è stata licenziata; si sposerà con Alejandro, commercialista, il prossimo luglio. Sono di Madrid, ha saputo del corso da altri che ne avevano fatto esperienza: “Investire sul nostro futuro, vale più di tutto, una vacanza, la festa di nozze, una macchina nuova. Per cui abbiamo fatto il possibile per esserci.”
Una coppia del Brasile per partecipare, visto il costo elevato del viaggio, lo ha chiesto come regalo anticipato di nozze.
Sono giorni di riflessione profonda e di confronto su varie tematiche attraverso testimonianze, relazioni di esperti, laboratori che riguardano la vita di coppia e di famiglia, dall’economia al lavoro, la sobrietà, la comunicazione, l’affettività e la genitorialità.
“Tali spunti ci formano come futura famiglia – continua Ines – e ci aiutano a conoscerci di più tra noi. Veramente “questo” è quello che vogliamo?”
211 fidanzati, di cui solo una cinquantina italiani, si sono incontrati a Castelgandolfo (20-23 Novembre 2014), grazie alla traduzione simultanea in dieci lingue, durante il corso annuale di Famiglie Nuove, che porta avanti la formazione dei fidanzati anche a livello locale e regionale.
“Siamo coppie provenienti da luoghi geografici lontani, diverse culturalmente, – dice Ines – eppure tutti abbiamo le stesse domande ed esigenze perché l’amore è uno solo.”
La cultura moderna centrata sul benessere personale, non incoraggia il matrimonio che implica un legame preso davanti alla società e richiede impegno e anche qualche rinuncia. Però la rete sociale e familiare dà solidità alla relazione e nella condivisione tra famiglie, ciascun nucleo è risorsa per gli altri.
“Il riconoscimento legale per me è importante.” – dice Adolfo che sta insieme ad Antonella da dieci anni, convivono da cinque; ad Aprile si sposeranno con un rito misto, perché lui non è credente e lei è cattolica: “mi chiedevo se questa differenza di convinzioni avrebbe comportato dei problemi tra noi, ma poi imparando ad accoglierci, la diversità dell’altro si è rivelata di stimolo.” “Lo scorso anno poi io mi sono ammalata, – continua lei – ho subito un intervento, la chemio. Questa prova ha fortificato il rapporto tra noi e ci ha indirizzati verso il passo del matrimonio”.

A qualcuno il “per sempre” può anche spaventare – dice una delle famiglie dello staff organizzatore del Convegno – “ma esso non è sinonimo di perfezione. La perfezione consiste piuttosto in questo ricominciare sempre ogni qualvolta c’è una battuta d’arresto o una difficoltà nella relazione”. Per Lucas e Paola della Colombia la loro storia è come un libro da scrivere: “Alle volte capita che ci siano ‘pasticci, errori’, ma ogni giorno che passa abbiamo la possibilità di scrivere una pagina nuova.” “Il “per sempre” non è solo una questione di durata! – aveva detto Papa Francesco invitando in Piazza San Pietro i fidanzati in occasione della festa di San Valentino 2014”. Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani”.
Possiamo rispondere a tale sfida, cercando di migliorare noi stessi e rinnovando il rapporto attraverso gesti d’amore. “Nel matrimonio gli sposi non si donano qualcosa, ma se stessi in un continuo gioco di unità e distinzione – così Chiara Lubich a Lucerna nel 1999 – e in questa dinamica è racchiuso il loro futuro, un futuro che li conduce oltre loro stessi, in particolare attraverso la generazione di nuove vite e da questa comunione più ampia la famiglia diventa generatrice di socialità”.
