Tra partner, mamma e papà

 
Il rapporto tra marito o moglie, o compagno e compagna, rappresenta una cartina al tornasole anche di quello con la famiglia d’origine. È utile quindi averne consapevolezza per affrontare al meglio possibili problematiche

«Dottoressa, mia moglie ha tante caratteristiche uguali a mia madre». «Dottoressa, ho scelto un uomo completamente diverso da mio padre». Come mai sembra che le scelte siano così diverse? Nel primo caso si può parlare di scelta complementare in cui c’è uno spostamento sul proprio partner del “primo oggetto d’amore”: il proprio genitore. Quindi un uomo sceglie una donna proprio simile alla madre e una donna un uomo proprio simile al padre. Nel secondo caso si può parlare di una scelta per contrasto in cui il partner viene investito di aspettative in apparente contrasto con i modelli genitoriali. La scelta quindi in ogni caso appare guidata da una cosiddetta “ complementarietà inconscia”: si sceglie una persona a causa di rapporti irrisolti con i propri genitori. Proprio per questo motivo per alcuni autori la coppia rappresenta “una relazione terapeutica naturale” perché, permettendo la manifestazione di relazioni infantili irrisolte, può diventare il luogo in cui queste tematiche si risolvono. Questa forza straordinaria, che e? l’amore romantico, può quindi convertirsi nell’“amore coterapeutico”, come dice Canevaro seguendo la bella definizione di Antoine de Saint Exupery: «L’amore è, forse, quel delicato processo per il quale ti riconduco all’incontro con te stessa, con te stesso». Ma esattamente per questo può essere davvero importante comprendere, qualora una coppia vada in crisi, se ciò che sta accadendo è che un partner chieda all’altro di riempire bisogni a cui i propri genitori non hanno risposto.

Occorre quindi provare a capire qual è il rapporto con la propria famiglia d’origine. Alcune persone, per esempio, dedicano più spazio emotivo al proprio ruolo di figlio che di partner, anche se magari in coppia da tempo. Una domanda che spesso faccio ai membri delle coppie è: «In questo momento sei più figlio, partner o (se ci sono figli) genitore? La gerarchia che ti rappresenta è funzionale a questa fase della tua vita?».

Sappiamo che più il vincolo di alleanza tra i partner si consolida creando una serie di regole interne alla nuova famiglia che si è venuta a creare, più tende ad indebolirsi il vincolo di filiazione che unisce i due partner alle rispettive famiglie d’origine
Ma le famiglie d’origine non sono tutte uguali.

Canevaro parla di “sistemi-familiari-coesivi”, cioè-sistemi più orientati verso l’interno, sistemi in cui l’esterno viene percepito come più minaccioso. In questi sistemi i-confini-tra-gli-individui-non sono-netti enfatizzando-così i valori di vicinanza e di espressione degli affetti, i-figli-si-staccano- relativamente-tardi-dal-nucleo-familiare.il
Ci sono poi i “sistemi-familiari-dispersivi”,-più-indirizzati-verso l’esterno, in cui i valori non sono riferiti tanto alla famiglia quanto-ai mondo sociale. In questi sistemi i-limiti-tra-gli-individui-sono-netti e c’è più distanza interpersonale; c’è maggior-rifiuto della vicinanza fisica e resistenza all’espressione degli affetti, inoltre-i-figli-si-staccano-relativamente-presto-dal-nucleo-familiare.il

La diversa combinazione tra questi diversi tipi di sistema familiare produce configurazioni di relazioni coniugali diverse.

Nello specifico, partner entrambi provenienti da sistemi familiari coesivi appaiono tra loro molto simili per valori familiari, classe sociale, religione, educazione, livello culturale. La dipendenza due coniugi dalle rispettive famiglie d’origine è molto grande e la relazione tra loro tende ad essere intensa, fragile e inversamente proporzionale alla vicinanza con la famiglia d’origine.

Poi c’è la possibilità di una coppia formata da un partner proveniente da un sistema familiare coesivo e un partner proveniente da sistema familiare dispersivo. In questo caso la stabilità della relazione di coppia dipende molto dal grado di integrazione del partner che proviene dal sistema dispersivo all’interno del sistema coesivo. Si cerca una famiglia nella famiglia dell’altro partner. Il partner dispersivo in genere si stacca molto presto dalla sua famiglia d’origine e stabilisce maggiori connessioni con l’esterno. “Apparentemente” gode di maggiore autonomia nelle relazioni sociali. Apparentemente perché in modo implicito desidera relazioni emozionali più strette e si lega ad un sistema familiare coesivo perché percepisce questo tipo di famiglie come più “unite”.

Il problema è quando una persona non si inserisce bene nella famiglia del partner o non è accolta bene.

Infine c’è una terza possibilità: quella di partner entrambi provenienti da sistema familiari dispersivi. Generalmente costituiscono una coppia in cui ciascuno tende a vedere l’altro come padre-marito-fratello o madre-moglie-sorella, cercando di compensare le carenze relazionali con le rispettive famiglie d’origine. Se due sistemi dispersivi si uniscono “si accolgono come due orfanelli e non si separano più fino alla morte anche nell’eventualità dovessero configgere per sempre “ (Canevaro, 1986). Diventare consapevoli di tutto ciò permette alle coppie di distinguere bene la causa delle proprie problematiche relazionali e riuscire a raggiungere la capacità di trattare le inevitabili crisi con saggezza e addirittura come occasioni preziose di crescita personale e di coppia.

(Fonte: www.cittanuova.it – Dottoressa Lucia Coco DeAngelis)

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