Il sorriso di Annalise

 
La cosa più bella è vedere il sorriso di Annalise e il Padre non poteva farci un dono più bello.

Siamo Elsa e Giacomo, abbiamo quattro figli: Marco di 30 anni, Michele di 26 , Alberto di 19 ed Annalise di 15. È proprio dell’esperienza con quest’ultima figlia che vogliamo raccontarvi qualcosa. Due anni fa, durante un periodo di vacanza, abbiamo letto un articolo su Città Nuova dal titolo “Diversamente madri”. In questo articolo, Elena Granata, spiegava quanto si può essere padri e madri non solo con i figli biologici. Approfondiva l’argomento dicendo: “Pensate in questo momento quanti minori immigrati stanno arrivando in Italia e avrebbero bisogno per un certo periodo di un letto caldo, di una bicicletta, di un po’ di affetto…. queste parole ci hanno entrambi in quanto vedendo la nostra situazione due figli su tre stavano affrontando già la vita lavorativa e noi potevamo dedicare del tempo a chi era in necessità. Abbiamo quindi telefonato a una nostra amica che è assistente sociale, pur sembrandoci strano che nel nostro territorio ci fossero ragazzi stranieri in necessità.
Invece lei ci ha detto che c’era una ragazzina che stava aspettando una famiglia. Da lì è cominciata qualche notte insonne, poi abbiamo preso il coraggio e abbiamo sentito l’importanza di condividere questa scelta con i nostri figli .
Quindi abbiamo chiesto a tutti e tre cosa ne pensassero se avessimo fatto questo tipo di affido. Chi prima, chi dopo, tutti e tre hanno risposto di sì, quindi abbiamo richiamato la nostra amica assistente sociale e abbiamo dato a lei la nostra disponibilità.
Lei ci ha assicurato che saremmo stati contattati a breve. Da lì invece sono passati giorni, settimane e poi mesi; ma entrambi eravamo molto sereni perché sentivamo che, se a Dio non interessava questa nostra disponibilità, la nostra gioia era ed è fare solo la Sua volontà.
Un giorno abbiamo pensato di andare a riposarci al mare – lo facciamo quando possiamo per caricarci un po’ le pile personalmente, e come coppia, staccando sia dal lavoro che da tutti gli impegni. Prima di affrontare la via del ritorno ci è venuta l’idea di passare da Chiara Luce a Sassello per cui abbiamo modificato il nostro itinerario e siamo andati da lei. Sulla sua tomba le abbiamo affidato tutto quello che avevamo in cuore: dai figli a tutte le persone che ci circondano. In più ci è venuto in mente di dirle questo: “Ti ricordi Chiaretta che avevi quel desiderio infinito di andare in Africa a fare il medico? Ecco noi tempo fa abbiamo dato la nostra disponibilità ad accogliere un ragazzo africano ma non abbiamo mai avuto nessuna risposta. ti affidiamo tutta questa situazione”.
Dodici ore dopo riceviamo la telefonata di un’ altra assistente sociale che ci diceva che la ragazza che ci avevano proposto 5 mesi prima doveva rimanere ancora in comunità, ma ne era arrivata una più piccola di 13 anni in cerca di una famiglia.
Stupiti e commossi dell’intervento di Chiara Luce abbiamo risposto il nostro si è così dopo un tempo di conoscenza è arrivata in casa come un tornado Annalise.
La nostra vita è completamente cambiata: oltre ad aggiungere un letto, abbiamo aggiunto un piatto ma soprattutto tanto tempo per accompagnarla a scuola, ai servizi sociali, alle visite mediche e a tutto quello che una ragazza ha bisogno. Aiutandola negli incubi di notte, abbracciandola quando le manca tanto la sua famiglia d’origine. Di certo abbiamo dovuto cambiare tutti e cinque le nostre abitudini, rinunciando a del tempo e a delle energie per noi, per donarle a lei ma di certo è molto più grande tutto l’amore e l’affetto che abbiamo ricevuto e che stiamo ricevendo. Annalise ci ha cambiato il modo di pensare, di darsi delle priorità. Sarebbe inutile nascondere le difficoltà, in particolare quelle iniziali. Spesse volte usciva la frase: Ma chi ce l’ha fatto fare. Man mano che invece poi lei si è inserita nella vita della famiglia i contrasti si sono ammorbiditi, ci siamo conosciuti vicendevolmente e questo ha permesso di avere ora una vita più serena. A volte, quando gli altri ci dicono, ammirati, che siamo bravi ad accogliere e ad aprire la nostra casa ad una persona in più proprio nel momento in cui avremmo potuto più dedicarci a noi stessi , viene sempre da rispondere che maggiore è la ricchezza che abbiamo ricevuto e che stiamo ricevendo. Siamo diventati molto più africani. Quindi da che mangiavamo un etto di riso al mese ora siamo quasi a un kilo alla settimana.
Di certo la ricompensa più bella è vedere il sorriso di Annalise e il Padre non poteva farci un dono più bello.

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