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Un’anima toccata da Dio”, « che ha lasciato come testamento spirituale l’amore scambievole”. Così il cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricordato Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, durante la concelebrazione eucaristica per il trigesimo della sua morte, avvenuta il 14 marzo scorso. A precedere la liturgia brevi testimonianze sul dialogo, di rappresentanti di movimenti cattolici, Chiese diverse e altre religioni. Da tutti la gratitudine e l’impegno a restare fedeli all’ideale dell’unità.

Non un’omelia, ma un « Magnificat », « un rinnovato rendimento di grazie per le grandi opere che Dio ha compiuto nella sua umile serva Chiara« . « Questo vogliamo fare nel trigesimo del suo ritorno alla casa del Padre« , dice il cardinale Rylko, facendosi interprete di tutti.

Il Cardinale ripercorre « la vita ricolma di doni naturali e soprannaturali”, della giovanissima maestra di Trento, la cui prima e ultima parola, il 14 marzo scorso, è stata un sì a Dio e ai suoi progetti. Una vita inscindibilmente legata al Movimento dei Focolari che ha portato avanti a partire solo dalla volontà di vivere l’ideale evangelico, dall’amore alla Chiesa, al Papa e ai vescovi di cui si fidava senza riserve. “La Provvidenza la chiamava ad aprire nuovi itinerari di vita cristiana, ma per andare avanti ci voleva coraggio. E lei rispose: “Sì”.

Poi il cardinale Rilko torna al cuore del carisma sorgivo del Movimento dei Focolari: credere nell’amore di Dio su ciascuno e amarsi a vicenda perché tutti siano uno. Una unità basata su Gesù abbandonato. Questa, ripete il Cardinale, « è stata e resta la risorsa dell’Opera di Maria » di cui sottolinea « gli straordinari i frutti » nella vita di innumerevoli persone e nel dialogo ecumenico e interreligioso. A confermarlo per altro le molte iniziative civili e religiose nonché gli echi sulla stampa estera seguiti alla scomparsa di Chiara.

Tutto porta a dire, conclude il cardinale Rylko, che la si possa annoverare nell’albo delle « grandi donne cristiane del XX secolo« – qui cita, Madre Teresa e Edith Stein –  in cui con forza e bellezza , ripetendo Giovanni Paolo II, si è manifestato il genio femminile. E a chi si chiede « come sarà il futuro senza di lei« , il Cardinale non può che ripetere le parole della fondatrice ”non lo conosco, è scritto in cielo. A noi adempierlo con l’aiuto di Dio come finora e meglio ancora”.

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