Quando eravamo fidanzati, io e Caterina ci siamo regalati una yucca. Le abbiamo dato il nome di CHICCA: una derivazione dei nostri nomi CHI-KA. Era il nostro simbolo. L’abbiamo travasata e l’abbiamo portata con noi nei numerosi traslochi.
Ad un certo punto la nostra relazione è andata in crisi. Io me ne sono andato di casa e avevo cominciato un’altra relazione. In questo periodo ogni volta che andavo a prendere i ragazzi, mi accorgevo che aumentavano le foglie secche della yucca, le erbacce nel vaso, la polvere, il marciume fogliare. Insomma era proprio abbandonata. Nessuno se ne curava. E la cosa non mi faceva piacere.
Circa un anno e mezzo fa, la pianta all’apparenza era praticamente morta. Allora, quando capitavo lì, a casa, senza farmi notare, ho iniziato a togliere le erbacce, tagliare le foglie secche e vecchie, zappettare la terra.
Quando ho capito che la mia vita matrimoniale era con Caterina, mia moglie, e mi sono mi sono riavvicinato ufficialmente a lei, un giorno lei mi dice: “Hai visto? Chicca si è ripresa!” ed io ho annuito, sorridendo: “Aveva bisogno che qualcuno se ne prendesse cura.”
Oggi quella pianta è tornata bella e rigogliosa come tanti anni fa.