Un uomo, uno sposo, un padre; professionista instancabile, cristiano: sono solo alcune delle caratteristiche che descrivono la persona di Giulio Ciarrocchi, focolarino sposato che, giorni fa, dopo anni di malattia, è salito al cielo. Un esempio di grande fiducia in quel disegno che Dio aveva pensato per lui.
Giulio nasce a Brooklyn (USA) da papà Andrea e mamma Romilda. Ad attenderlo c’è anche la sorellina Maria Teresa. Dopo un anno tutta la famiglia rientra a Petritoli, ridente centro delle Marche, una regione del centro Italia. Giulio andrà poi a studiare a Fermo, una città vicina. Il padre, corista del Metropolitan ed alcuni dischi incisi come solista, gli trasmette la passione del canto, che lo porterà in gioventù a comporre canzoni. E’ il 1969, nel bel mezzo della contestazione giovanile. Racconta lui stesso: “Tutto era in discussione dentro di me. Contestavo apertamente tutto e tutti, niente mi soddisfaceva”. A 22 anni conosce la spiritualità dell’unità di Chiara Lubich: “una luce fortissima che aprì i miei occhi all’amore evangelico- raccontava. Cominciai dalle cose apparentemente semplici, come salutare le persone: l’altro non era più uno sconosciuto: Gesù viveva in lui. Prima frequentavo solo persone che avevano i miei stessi interessi. Ora mi accorgevo che c’erano anche i poveri, gli emarginati. Ricordo una vecchina poverissima, da tutti evitata perché diceva sempre le stesse cose e non si lavava mai. Adesso quando l’incontravo la salutavo, le davo un passaggio in macchina accompagnandola dove doveva andare. Quando si ammalò andavo tutti i giorni a trovarla in ospedale finché morì. O quel ragazzo disabile, rifiutato dalla famiglia, che proprio in quei giorni era ricoverato per aver tentato il suicidio. Gli mostrai amicizia, lo aiutai a poco a poco ad avere fiducia nella vita, a riallacciare il rapporto con i familiari, a trovare un lavoro. Provavo una tale gioia, una tale libertà, che tutto il resto quasi scompariva”.
Per Giulio seguono anni di forte impegno nel Movimento Gen, la realtà giovanile del Movimento dei Focolari, che lo porta a fare del Vangelo il suo stile di vita. E’ affascinato dai valori nei quali crede e per i quali si spende con gli altri giovani: la giustizia, l’uguaglianza, l’amicizia.
Laureatosi in Economia, a 26 anni conosce Pina. Si sposano e mettono su casa ad Ancona (Marche). Dopo tre anni giunge loro una proposta: trasferirsi a Grottaferrata (Roma) per dare una mano nella Segreteria Internazionale di Famiglie Nuove. Giulio fa un concorso in una banca a Roma e, appena lo vince, insieme a Pina e le piccole Francesca e Chiara (Sara nascerà più tardi) arrivano a Grottaferrata. E’ il 1979.










Mentre Pina, anche lei focolarina sposata, lavora a tempo pieno alla Segreteria di Famiglie Nuove, Giulio, compatibilmente con il suo lavoro, si rende disponibile in varie attività: offrire un aiuto in occasione di incontri internazionali; condividere, insieme a Pina, le loro esperienze di vita, il lavoro di Dio su di loro, non solo ai fidanzati e alle giovani coppie, ma anche durante incontri di formazione del Movimento dei Focolari per ragazzi, giovani e convegni con rappresentanti di varie Chiese. Spesso la loro casa apre le porte per accogliere famiglie da varie parti del mondo di passaggio al centro internazionale dei Focolari, un’esperienza che è stata arricchente per tutta la famiglia.
Nel 1993 tutta la Segreteria FN, all’unanimità, gli chiede di essere lui, con la sua calda empatia e la sua bella presenza, a condurre il Familyfest, l’evento mondiale che si svolgerà al Palaeur di Roma.
Con Pina sono tra i soci fondatori dell’AMU (Azione Mondo Unito) e di AFN (Azione per Famiglie Nuove). Hanno fatto parte per due anni dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della famiglia della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
Nel maggio del 1995 improvvisamente tutto cambia. Giulio viene colpito da un ictus. Riesce a farcela solo grazie alla tempestività delle cure e alla sua incredibile forza d’animo nell’affrontare lunghi ricoveri ed estenuanti fisioterapie. Dopo alcuni mesi riesce a inviare a degli amici queste parole:
“Il giorno che sono entrato in questa clinica, la lettura della Messa parlava di Abramo invitato da Dio a lasciare la sua terra per andare dove Egli l’avrebbe condotto. Ho sentito per me quell’invito. In tutti questi anni avevo, con impegno e fatica, trovato un equilibrio. Questa malattia aveva distrutto questo equilibrio. Devo trovarne uno nuovo ed ho chiesto a Dio dove vuole condurmi. Dover cominciare tutto daccapo mi aveva un po’ spaventato. Ma Gesù mi ha dato la risposta e la forza di andare avanti”.
L’esperienza della malattia diventa un riscoprire la relazione con il Padre: “Sto vivendo una bellissima esperienza di rapporto con Dio e con la comunità anche se nel dolore fisico, che, però, ti assicuro, è veramente secondario rispetto ai grandi doni che ho ricevuto”.
Giulio non si è mai ripreso, anzi di giorno in giorno le sue condizioni diventano sempre più precarie. La sua vita e quella della sua famiglia è messa a dura prova, ma la loro unità, soprattutto quella di coppia, è così reale ed inscalfibile, così gioiosa e feconda che la stessa Lubich ha voluto sigillarla con le parole del Salmo: “In Lui si rallegrano i nostri cuori” (33,21).
Per sette anni con tanta fatica Giulio continua il lavoro in banca per raggiungere la pensione, profondamente grato ai colleghi che sono per lui aiuto e sostegno. Poi finalmente la tregua dal lavoro, ma non dal suo impegno, insieme a Pina, per le famiglie di tutto il mondo, sia lavorando, fino a che ha potuto, sia offrendo e pregando fino alla fine, certo che Pina è espressione della realtà di unità tra loro.
Nel 2007 un’altra sfida. Scrive: “Ho ritirato la risposta dell’esame istologico: un carcinoma che dovrò curare con radioterapia. “Ripeto il mio sì a Gesù. Qualcuno potrebbe dire che Dio mi ha preso di mira, dato che da 12 anni vivo già il mio non facile ‘dopo ictus’. Io invece penso di essere molto amato e Lo ringrazio per il privilegio che mi dà di partecipare al suo mistero d’amore per il bene dell’umanità.”
Nel maggio 2025 Giulio e Pina hanno festeggiato i 30 anni di malattia. Proprio così, festeggiato. E non perché fosse ormai tutto superato, ma perché, commenta Giulio, “sono stati anni di grazie”. Aveva iniziato a perdere gradualmente la memoria ma la sua dimensione spirituale era rimasta vigorosa . “Vivo nel presente, dirà il 2 febbraio 2025, e guardo in alto. Gesù mi dice, non preoccuparti, io sto qui, dietro a te”. E il 25 giugno, compleanno di Pina, in un momento di lucidità le dice: “Hai sempre fatto benissimo, ti auguro di fare sempre meglio!” Quando l’ultimo giorno sono in attesa del 118 dopo aver recitato insieme tre Ave Maria, Giulio conclude: “Maria, purissima, aiutaci tu”.
Giulio è stato un regalo per tutti coloro che lo hanno incontrato, moltissimi i messaggi di gratitudine arrivati da parenti, colleghi e amici da più parti del mondo.
Molti sono i doni di cui Giulio, attraverso la sua esistenza, ha ricolmato gli altri, come raccontano le figlie dopo il funerale:
“Quello che vorremmo condividere è la sua capacità di riconoscere la bellezza. Non quella estetica o superficiale, ma quella che scopri se vai in profondità, se superi la paura di accogliere l’esistenza con il cuore. Quella bellezza invisibile, ma potente, che si cela tra le trame della vita, che è luce nel dolore e gioia nella malattia. Quella bellezza che papà ci ha fatto sperimentare coinvolgendoci nelle sue tante passioni come l’arte, la fotografia, la musica, il teatro, i viaggi e il mare… passioni che oggi sono anche le nostre e che ci permettono di avere uno sguardo aperto e fiducioso verso il mondo proprio come ha fatto lui fino alla fine. Caro papà spesso abbiamo pensato che la vita non è stata gentile con te, ma quella gentilezza che non hai ricevuto l’hai donata tu alla tua vita e alla nostra.
In questi ultimi anni il tuo mondo fisico si è ristretto eppure il tuo mondo interiore si è dilatato, insegnandoci la gratitudine per ogni giorno vissuto”.
La redazione con la collaborazione di Anna e Alberto Friso
Condividiamo di seguito una video- intervista realizzata dal Centro Santa Chiara audiovisivi a Giulio e sua moglie Pina: Ri-innamorarsi giorno per giorno.
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