Ott 19, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Cherylanne (Doni) Menezes, indiana di Mumbai, fa parte della delegazione di 11 persone che al Sinodo sui giovani, in corso a Roma fino al 28 ottobre, rappresenta il Paese asiatico. Cresciuta in una famiglia molto attiva nella parrocchia del suo quartiere, all’interno di una comunità multi-religiosa, dopo gli studi economici e commerciali Cherylanne comincia a lavorare nel campo della gestione. Ma i suoi interessi spaziano e la portano ad una laurea magistrale presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, in Italia, con una tesi sul dialogo indù-cristiano nel Movimento dei Focolari. Lo stesso che tuttora la vede impegnata, specialmente con i giovani, nel suo Paese. La incontro durante la pausa pranzo dei lavori. La delegazione dell’India è guidata dal cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, e composta da nove vescovi (della Chiesa latina, siro-malabarese e siro-malankarese) e un altro laico, Percival, presidente dell’Indian Catholic Youth Movement. Cherylanne è presente al Sinodo in rappresentanza del Movimento dei Focolari in India. Per due volte ha incontrato Papa Francesco, insieme alla delegazione. La prima all’inizio dei lavori («Anche i giovani indù della comunità dei Focolari pregano per lei e per questo evento», aveva detto Cherylanne al Papa, strappandogli un’esclamazione di contentezza) e la seconda quando il Sinodo è già entrato nel vivo.
Il 17 ottobre è il giorno dell’atteso nuovo appuntamento. La delegazione è puntuale, all’ingresso dell’Aula Nervi, alle 16, insieme a quella del Sudamerica. La sessione pomeridiana inizia alle 16.30, e nella mezz’ora che la precede Papa Francesco incontra i singoli gruppi, in un “tu per tu” gioioso e informale che è parte integrante dello spirito di questo Sinodo. Percival dona al Papa una croce in legno di sandalo sulla quale è impressa l’immagine del Buon Pastore, opera di un artista indù. «Ho anche delle lettere per Lei, Santo Padre» interviene Cherylanne. Sono lettere bellissime, intrise di affetto, di giovani e famiglie dell’India. Tra queste anche quelle di due giovani, un indù e un musulmano. Oltre a parlare di sé, hanno voluto mettere per iscritto la promessa di pregare per il Papa e per il Sinodo. «Sì, perché – spiega Cherylanne – questo è il Sinodo di tutti i giovani». Consegnata la croce e le lettere, Cherylanne ardisce una domanda: «Santo Padre, vorrebbe rispondere con un videomessaggio a questi due giovani?». «Certamente» risponde Papa Francesco. Lei estrae dalla borsa il suo telefonino e il Papa rivolge lo sguardo dritto allo schermo. «Vi ringrazio tanto per il vostro saluto. Anch’io vi saluto. Prego per voi, voi pregate per me. Siamo uniti in amicizia. L’unità è sempre superiore alle guerre. Lavorare per l’unità della gente, rispettare l’identità di ognuno, qualsiasi sia la religione che professa. Che il Signore vi benedica. Pregate per me!». Il brevissimo video cattura un ultimo fotogramma, il sorriso di Papa Francesco a missione compiuta. Riprendere il saluto del Papa con il proprio telefonino non è cosa che avviene tutti i giorni, le dico. «Non è stato un atto di coraggio – mi risponde – ho semplicemente colto l’occasione, Papa Francesco è sempre molto disponibile». Come procede l’esperienza del Sinodo?, le chiedo. «Stiamo vivendo un’esperienza di discernimento in cui lo Spirito Santo è al lavoro, e fa nuove tutte le cose. L’esperienza vissuta dai discepoli sulla strada verso Emmaus descrive bene quello che stiamo vivendo. La Chiesa sta prendendo coscienza non solo delle sue sfide, ma anche della ricchezza e del suo grande potenziale interno. Vedo una convergenza crescente nei nostri pensieri, qui al Sinodo, e l’urgenza di camminare insieme, giovani e vescovi, clero e laici, movimenti religiosi e associazioni per andare insieme verso il mondo e mostrare il nostro amore in atto».
Chiara Favotti
Guarda il videomessaggio https://vimeo.com/295979829 (altro…)
Ott 18, 2018 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Il prossimo appuntamento con gli Amici di “Insieme per l’Europa” si terrà a Praga, terra degli “hussiti”, della “primavera di Praga”, della “rivoluzione di velluto”. La grande storia del popolo ceco farà da sfondo al dialogo tra i partecipanti. È una storia travagliata, caratterizzata da grandi risvegli idealistici e spirituali, dalla ricerca della giustizia e della verità, spesso però finiti con disillusioni fortissime. Questo è il caso dei tre momenti menzionati: il movimento hussita si è scatenato dopo la morte del sacerdote Jan Hus, bruciato sul rogo nel 1415, considerato dai suoi seguaci martire della verità; purtroppo le guerre seguenti, nelle quali non si trattava più della verità, ma del potere, hanno completamente devastato il Paese. Così anche, molti secoli dopo, nel 1968, gli attori principali della “primavera di Praga” con il grande sostegno ed entusiasmo di tutta la nazione – cosa mai vista prima – volevano installare un regime socialista “dal volto umano”, liberato da tutte le menzogne e crudeltà del passato recente; sfortunatamente questa speranza è stata distrutta sotto le ruote dei carri armati ed è finita nella rassegnazione generale. E poi la “rivoluzione di velluto” del 1989, che ancora tanti ci ricordiamo molto bene, è stata portata avanti dal motto del protagonista principale, Vaclav Havel: “L’amore e la verità devono vincere sopra la menzogna e l’odio”. Nessuno però si aspettava che sarebbe seguita una lotta così dura: i valori spirituali dei primi mesi, fortemente sentiti durante le manifestazioni popolari nelle piazze, pian piano si sono spenti, sostituiti dal pragmatismo della “tecnologia del potere”. La bandiera del Presidente della Repubblica ceca porta la dicitura “La verità vince”. Tuttavia dalla versione originale sono state tolte due parole: “La verità di Dio vince”. Siamo sicuri che la Sua verità vincerà alla fine della storia.

Jiři Kratochvil
“Insieme per l’Europa” vuol dare un contributo per costruire l’unità tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest. Che ruolo ha la Cechia? La Cechia è un Paese molto secolarizzato. La maggioranza della popolazione non vuole identificarsi con una Chiesa. Ma, sorprendentemente, il numero degli atei dichiarati diminuisce. Tra la gente, i giovani e gli intellettuali, esiste una fortissima sensibilità verso i valori spirituali e culturali. Lo ha dimostrato il modo caloroso con cui, nel 2009, Papa Benedetto XVI è stato accolto a Praga. I laici secolarizzati, con tratti e lineamenti diversi, si trovano in tutte le parti dell’Europa. La Cechia potrebbe diventare un piccolo “laboratorio” di dialogo. Pensando al futuro dell’Europa quali ulteriori sfide si presentano per raggiungere l’unità? Si dice che ogni nazione – e questo vale anche per un continente – vive di quelle idee dalle quali è nata. Basta ricordarsi da dove è nata l’Europa: da Gerusalemme (fede), da Atene (ragione) e da Roma (diritto). Su queste fondamenta è cresciuta la sua grandezza e ricchezza culturale, spirituale e materiale. Oggi stiamo per affrontare la situazione di una migrazione di popoli, simile a quella dall’inizio del Medioevo: la sfida più grande consiste nel saper convivere con l’alterità dei nuovi arrivati. Non dobbiamo illuderci: l’Europa, come la conosciamo, prima o poi sparirà, anche per motivi di crescente denatalità. Noi cristiani dobbiamo essere la “minoranza creativa”, dobbiamo tornare alle radici della nostra tradizione e a tutti i valori che ne sono nati. Su questa base spirituale, chiedendo sempre la grazia di Dio, possiamo cercare una nuova unità nella nuova Europa. Jiři Kratochvil, nato nel 1953, laureato in economia a Praga, ha lavorato nel settore finanziario di varie amministrazioni statali. Dopo la caduta del comunismo ha aiutato la Caritas a rinnovarsi. Vissuto in Canada, Italia e Germania, oltre che in Cechia e in Slovacchia, attualmente lavora a Praga come traduttore per la Conferenza episcopale ceca. Fonte: together4europe.org (altro…)
Ott 17, 2018 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Tra i tavoli apparecchiati con gusto e fresca semplicità, le conversazioni si intrecciano in diverse lingue. Per tre sere, i giovani dei Focolari hanno fatto gli onori di casa, in una sala poco distante da quelle dove si stanno svolgendo, fino al prossimo 28 ottobre, i lavori del Sinodo. Dopo alcune parole di caloroso benvenuto, le tre cene si sono rivelate altrettante occasioni di scambio, conoscenza e condivisione informale. Al momento del dessert, la presentazione del recente Genfest internazionale di Manila e di alcune esperienze, storie di impegno e coerenza dei giovani, allo scopo di favorire un contatto più stretto con i Padri sinodali, in continuità con un incontro già avvenuto qualche giorno prima, in cui erano state proposte domande, incertezze, scelte, nell’attesa che dal Sinodo possano emergere alcune risposte. Durante la seconda serata prende il microfono František, della Cechia. Dalle sue parole emerge una passione genuina per la politica, con un impegno concreto in vista delle prossime elezioni al Parlamento europeo. «Vi chiedo di sostenermi con la preghiera, perché possa rimanere sempre fedele alla scelta di servire la mia gente, senza alcun interesse personale». Poi è la volta di Nicola, 33 anni, originario di un paese vicino a Roma, terapista pediatrico presso una struttura ospedaliera universitaria. «Mi occupo di patologie rare ad insorgenza pediatrica, e per questo sono continuamente a contatto con situazioni spesso al confine con la morte. La difficoltà a volte sta nel comunicare ai famigliari la prognosi e le aspettative di vita del bambino. In questi momenti mi affido a Dio, perché mi suggerisca le parole e l’atteggiamento giusto. A volte la mia fede viene messa alla prova, ma poi non ho il tempo nemmeno di riflettere, “costretto” ad occuparmi delle persone che ho davanti e ad amarle. È questo davvero un volto di Gesù Abbandonato. Se riesco ad accoglierlo così, povero e misero, questo riempie il mio vuoto. Sono tantissime le situazioni che mi ritrovo ad affrontare.
Le famiglie dell’est sono a volte le più disperate poiché non hanno un sistema sanitario adeguato, sia dal punto di vista economico che clinico, che possa aiutarli. Per questo compiono dei viaggi della speranza verso i nostri ospedali, in cerca di cure, che in alcuni casi comportano per loro dei costi altissimi, essendo erogabili soltanto a cittadini residenti in Italia. Sono situazioni che ti portano a riflettere: a volte, nascere da una parte o dall’altra del mondo è solo una questione di fortuna. È in questi casi che Dio si mostra ancora più grande e ti chiede l’impossibile. Non possiamo certo trasgredire le leggi, ma possiamo cercare di essere d’aiuto in altri modi, ad esempio proponendo degli ausili per contenere al meglio le deformità articolari, oppure essendo sempre vicino e disponibile». Il tempo è volato. Gli invitati sembrano non volersene andare. La sfida dell’ascolto profondo e reciproco tra generazioni, motivo stesso di tutto il Sinodo, ha preso forma e consistenza anche in una cena. E nelle parole di un canto intonato a Maria, Silenzio altissimo d’amore, che la conclude. A cura di Chiara Favotti e Gustavo Clariá (altro…)
Ott 14, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«GIOVANI GEN! Noi vi accogliamo con grande gioia! Come figli, fratelli, amici! […] Cercare è proprio della gioventù. Appena l’occhio della coscienza si apre sulla scena del mondo circostante, una inquietudine si sveglia nell’animo della gioventù: essa vuole conoscere, essa vuole soprattutto provare; essa vuole tentare. Cercare, che cosa? […] Voi, giovani di questo tempo, avete già una risposta negativa, e quasi ribelle nel vostro cuore: non vogliamo, voi dite, il mondo come esso ci si presenta davanti! fenomeno strano: un mondo, che vi offre i frutti più belli, più perfezionati, più godibili della civiltà contemporanea, non vi soddisfa, non vi piace, voi profittate delle conquiste, delle comodità, delle meraviglie, che il progresso moderno mette a vostra disposizione. Un senso però di critica, di contestazione e perfino di nausea arresta la vostra ricerca in questa direzione. È una direzione che vi porta fuori da voi stessi, un’alienazione, perché in fondo, è una direzione materialista, edonista, egoista. Non soddisfa veramente l’anima, non risolve veramente i problemi essenziali e personali della vita. […] Voi avete fatto un’altra scelta. Per questo vi chiamate Gen, Generazione nuova. Una scelta, innanzi tutto, liberatrice. Liberatrice dal conformismo passivo, che guida tanta parte della gioventù del nostro tempo … Al fondo della vostra psicologia sta un atto personale e sovrano di libera determinazione. La scelta di Cristo. […] Gesù Cristo ha incrociato i vostri passi; e per ciò oggi voi siete qui. Sì, l’incontro con Lui, Cristo Gesù. Ma chi è Cristo Gesù? Quale sconfinata domanda. […] Ebbene: primo, in Sé, Cristo è il verbo di Dio fatto uomo; Cristo, per noi, è il Salvatore dell’umanità. Due oceani: la divinità di Gesù Cristo, e la missione di Gesù Cristo nel mondo. […] A noi pare che voi, Focolarini, avete affrontato questo duplice problema: Chi è Lui, Cristo? e Chi è Lui, Cristo, per noi? Ed ecco che il fuoco della luce, dell’entusiasmo, dell’azione, dell’amore, del dono di sé e della gioia si è acceso dentro di voi, e in una interiore pienezza nuova voi avete tutto compreso, Dio, voi stessi, la vostra vita, gli uomini, il nostro tempo, la direzione centrale da imprimere a tutta la vostra esistenza. Sì, questa è la soluzione, questa è la chiave, questa è la formula, antica ed eterna, e quando è scoperta, nuova. Voi l’avete intuita, e avete, a buon diritto, dato al vostro movimento la definizione di «Generazione nuova», Gen!
Dunque, carissima Gioventù Gen! Incontrare, conoscere, amare, seguire Cristo Gesù! Questo il vostro programma. Questa la sintesi della vostra spiritualità, che voi, celebrando il Giubileo dell’Anno Santo, volete riaffermare nelle vostre coscienze e tradurre nella vostra vita. Con due conclusioni. La prima: per condensare in un pensiero centrale e fecondo il segreto del vostro Movimento cercate d’avere sempre Gesù come Maestro. E poi la seconda conclusione, che ascoltiamo parimente dalle labbra del Maestro Gesù: «Voi tutti siete fratelli». Abbiate la saggezza e il coraggio di arrivare a questa conclusione, ch’è la radice della socialità cristiana. È spesso sconcertante osservare come molti, che si dicono seguaci del Vangelo, siano incapaci di dedurre dal Vangelo stesso una socialità fondata sull’amore. […] Voi, Generazione nuova, siate fedeli e coerenti. Se avete scelto Cristo per vostro Maestro, fidatevi di lui e della Chiesa, che a voi lo conduce e lo presenta. Dimostrate con i fatti la forza realizzatrice della carità, dell’amore sociale, instaurato dal Maestro. Sarà un’esperienza, sì, nuova e generatrice d’un mondo più giusto e più buono. Sarà un’esperienza forte; domanderà resistenza, sacrificio, eroismo forse; domanderà che anche voi siate i robusti e volonterosi Cirenei, che offrono le proprie spalle per sostenere la Croce di Gesù. Sì, dovrete anche soffrire con Lui, come Lui, per Lui! Ma non temete, Gen! siate sicuri! avrete operato la vostra salvezza e quella del nostro mondo moderno. E sempre, come oggi, sarete buoni e felici!». Leggi il testo integrale (altro…)
Ott 14, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Sociale
“Le nostre azioni sono il nostro futuro” è il tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che ogni anno viene celebrata il 16 ottobre dalla FAO (Food and Agriculture Organization). La Giornata coinvolge organizzazioni internazionali e della società civile, scuole, aziende, media, enti di ricerca e istituzioni in un ricco programma di eventi e manifestazioni per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della povertà, della fame e della malnutrizione, in funzione del raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero, tra quelli indicati dall’Agenda ONU per il 2030. I ragazzi del Movimento dei Focolari ne hanno fatto un punto centrale della loro formazione e azione durante tutto l’anno. Lo scorso mese di giugno, una delegazione di ragazze ha partecipato ad una discussione presso la sede internazionale FAO di Roma, ricevendo al termine il passaporto di “Cittadine Fame Zero”. In tutto il mondo hanno messo in atto iniziative per sensibilizzare coetanei e adulti, e dedicato all’argomento il numero 2/2018 della rivista bimestrale “Teens” (Città Nuova). (altro…)
Ott 12, 2018 | Centro internazionale, Chiesa, Spiritualità
Un simbolo della civiltà odierna può essere offerto dalla donna. Su rotocalchi e schermi, nella pubblicità e nell’arte, la donna impera come regina. Ma è facile vedere come la sua regalità sia posticcia: quelle dive, che signoreggiano oggi, sono dimenticate domani. In questa prospettiva, per contrasto, ridiventano attuali le biografie delle più grandi sante del cristianesimo e i loro insegnamenti. Teresa, la riformatrice del Carmelo, in mezzo alla rivoluzione protestante, sotto la signoria sospettosa di re e grandi di Spagna, a fronte delle minacce dell’Inquisizione del suo Paese, attuò nella povertà la libertà: l’unica libertà dei figli di Dio; e rifece dell’esistenza un’avventura prestigiosa per travolgere l’umano nel divino. Rimise al centro dell’esistenza individuale e sociale la bellezza, la poesia della santità. Vigeva allora una forma di farisaismo che si potrebbe chiamare misogismo. Ne aveva già patito Caterina da Siena, la quale era respinta nel silenzio perché donna, lei che non finiva di esortare gli uomini, compresi i pezzi grossi, a non comportarsi da femminucce. Santa Teresa si donò con totalità a Dio e trascinò nella donazione altre donne. L’ossessione dei giorni nostri sta in questa domanda accanita, frenetica, ossessiva di onori e ricchezze. Teresa insegna ad emanciparsi da questa schiavitù e recupera la serenità e la pace. E nei suoi scritti spiega le ragioni con una evidenza, una luce che incanta le anime, anche degli uomini d’oggi più aggrappati agli affari. E’ la donna forte, che parla desiderosa solo di servire Dio, con tenacia e forza. Aveva coscienza dell’influsso che la donna consacrata a Dio può esercitare nella società. La sua vita e i suoi scritti mostrano l’essenza della rivoluzione del Vangelo, nei cuori e nelle masse, ridispiegando l’essenza dell’amore che, attraverso il fratello, apre l’accesso a Dio: mette Dio negli spiriti, nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi. Teresa, con la grazia di una madre maestra, insegna a colloquiare senza posa con Dio, un colloquio che tutti possono svolgere, nel tempio della propria anima, anche per strada, anche in mezzo ai rumore. Credo che aumenterà di giorno in giorno il numero di uomini e donne i quali guidati dalla sapienza teresiana ritroveranno le ragioni della vita, risalendo con lei alla fonte. L’azione fiorirà sempre più sulla contemplazione. Ma qui – diremo con la Santa – Marta e Maria van quasi sempre d’accordo, perché l’interiore opera sull’esteriore… Quando le opere esteriori procedono da questa radice, sono fiori ammirabili e profumatissimi, sbocciati sull’albero del divino amore. Teresa era una cosmonauta arditissima del divino; ma era pure una donna pratica, che conosceva il mondo. E perché conosceva il mondo, svettava in paradiso. Se il suo insegnamento sublime si dilaterà, anche la nostra casa, anche il sindacato e la politica e la fattoria, anche il mondo, potrà diventare una sorta di Carmelo, dove Teresa imposterà la regalità femminile della benedetta fra le donne. Igino Giordani, «Fides», n.7-12, 1962, pp.185-187 (altro…)