Movimento dei Focolari

«Educazione e solidarietà» e «I tesori di Gibì e Doppiaw»

Feb 14, 2006

Presentati al Convegno internazionale sull’educazione i due libri editi da Città Nuova. Aprile 2006

Educazione e solidarietà La pedagogia dell’apprendimento-servizio Progetto pedagogico: riaffermare il senso di comunità e un comportamento socialmente costruttivo Gli studi sull’educazione prosociale costituiscono un contributo importante nel riaffermare il senso di comunità, passo necessario e urgente nella società contemporanea, che vede sempre più l’affermazione di una cultura individualistica, a scapito del bisogno comunitario innato nell’essere umano. Un fenomeno in atto a livello mondiale, che ha spesso drammatiche conseguenze come l’aumento dei casi di depressione e del senso di solitudine. Con “prosocialità” si indicano quei comportamenti finalizzati ad aiutare un’altra persona o gruppo, senza alcuna forma di ricompensa esterna. Si tratta di un modo di pensare e comportarsi socialmente costruttivi, capaci di generare una reciprocità positiva. L’autrice María Nieves Tapia è fondatrice e direttrice accademica del CLAYSS (Centro Latinoamericano di Apprendimento e Servizio Solidale). Dal 1997 al 2001 ha disegnato e diretto il Programma Nazionale “Scuola e Comunità” e attualmente dirige il Programma Nazionale di Educazione, Scienze e Tecnologia della Repubblica Argentina. Nel 2001 ha ricevuto dal National Youth Leadership Conference degli Stati Uniti il prestigioso premio internazionale “Alec Dickson Servant Leader Award”. Dal 1979 al 1987 è stata Vicepresidente della Pastorale Giovanile della Conferenza Episcopale Argentina. È autrice di numerose pubblicazioni. I tesori di Gibì e Doppiaw Educarsi alla relazione Un fumetto può essere educativo? Lo studio sulle strisce di Gibì e Doppiaw ne rivela lo straordinario valore pedagogico. Il fumetto è ormai considerato strumento espressivo a tutti gli effetti, ma le strisce che raccontano le storie e i dialoghi di Gibì e DoppiaW hanno una particolarità: propongono, con semplice essenzialità, una visione positiva della vita, sotto ogni aspetto: personale, relazionale, sociale. Parlando del rispetto di sé, dell’altro, dello stupore per le meraviglie della natura, promuovendo una cultura della solidarietà, della pace, della bellezza, Gibì e Doppiaw delineano un alfabeto di valori nel quale possiamo cogliere tutta la ricchezza di un messaggio dal profondo significato educativo. Il curatore Michele De Beni, psicoterapeuta e pedagogista, è docente del Centro studi interculturale dell’Università di Verona. È autore di numerose pubblicazioni riguardanti le «strategie del pensiero», la prosocialità e la comunicazione. Per Città Nuova ha scritto: Comunicare per amare – Il dialogo nella vita di coppia (2005). Contributi di: Michele De Beni; Lia de Pra Cavalleri, critica d’arte, gallerista e curatrice di musei, promotrice di iniziative culturali, che fa parte della redazione della rivista svizzera «Verifiche» e dal 1998 è direttore responsabile del trimestrale «Il Quaderno Montessori»; Alessandra Mantovani, illustratrice e fumettista, collaboratrice di numerose case editrici nel campo didattico e organizzatrice di laboratori, in particolare di fumetto, per scuole e associazioni giovanili; Leopoldo Verona, cantautore (oltre un centinaio le sue canzoni, presentate tra l’altro nei recital: ‘Semplicemente vivo’ e ‘Nuvole e sassi’), regista (di eventi internazionali, opere liriche…) e poeta.  

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Fratellanza

Fratellanza

La fratellanza, l’essere figli di uno stesso Padre, può essere la radice di ogni pacifismo. In questo stralcio tratto dal volume “Rivolta cattolica” Igino Giordani scrive quasi una invocazione, un poetico appello che ci costringe ad alzare lo sguardo e ci apre gli occhi su chi è il fratello, quel fratello che può essere catalogato come nemico, come straniero, come migrante, ma sempre fratello è. E’ un appello che scritto nel lontano 1925 ci può toccare le corde più profonde e ci interpella per essere costruttori di pace.