A Roma (Italia) la quarta edizione Aver cura della terra e dell’uomo, individuando percorsi e obiettivi comuni. È con questo intento che associazioni, professionisti, e istituzioni civili ed ecclesiali si ritrovano in questi giorni (25-29 aprile 2019) a Villa Borghese (Roma-Italia), per la quarta edizione del “Villaggio per la Terra”. Promosso da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari, l’evento vuole essere un contributo alla realizzazione dei 17 obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile fissati dall’Agenda ONU per il 2030, e all’attuazione dei principi espressi da Papa Francesco nella “Laudato si”. Antonia Testa, co-responsabile del Movimento dei Focolari di Roma, racconta come nasce l’amicizia fra il Movimento e Earth Day Italia: “Ci siamo conosciuti a novembre 2015 in occasione della marcia per la ‘Laudato si’ che il Vicariato di Roma aveva chiesto a Earth Day di organizzare. Poi, sapendo che desideravamo portare nel cuore di Roma la Mariapoli, l’incontro annuale dei Focolari – secondo il desiderio della fondatrice del Movimento Chiara Lubich – Earth Day ci ha offerto di ospitarci negli spazi dove da anni loro celebrano la Giornata Mondiale della Terra. E’ stato un incontro provvidenziale: loro, un’ impresa di promozione sociale, tesa a fare opinione sui temi ambientali, e noi, un popolo impegnato con passione sui fronti più diversi e con il desiderio di mostrare quanto di bene e bello Roma può dare”. Il Papa ha visitato “Il Villaggio” nel 2016, incoraggiando i presenti a continuare nell’impegno di “trasformare il deserto in foresta”. Non si riferiva solo all’ambiente fisico, ma anche ai luoghi umani dove manca la vita… “Il Papa ci parlò di amicizia sociale. Vide davanti a sé questo popolo – fatto anche di immigrati, imam, ex detenuti, giovani dipendenti dall’azzardo – una foresta disordinata ma piena di vita. La frase “trasformare i deserti in foresta” è diventata la nostra missione”. In che modo “Il Villaggio per la Terra” vuole essere una risposta alla sollecitazione del Papa? “’Il Villaggio’ vuole essere un modello, un luogo dove ognuno si sente parte di una comunità, e dove si può sperimentare che relazioni fraterne – che sono la radice dell’ecologia integrale – sono possibili, che la parte che ciascuno può fare non è piccola se condivisa, che l’impegno per raggiungere le mete della sostenibilità nello sviluppo economico è ben riposto”. L’offerta dei contenuti muove dalla “Laudato si’ “e dall’Agenda ONU 2030. Come mai la scelta di dedicare particolare attenzione all’Amazzonia? “L’Amazzonia è simbolo della biodiversità ambientale ma anche etnico – culturale. Sulla scia del Sinodo dei Vescovi, che affronterà il tema in autunno, ‘Il Villaggio’ vuole accendere un faro su questi aspetti e porre attenzione all’impegno della Chiesa in Amazzonia. Al Villaggio sono presenti i Francescani Cappuccini, che hanno una Missione in Amazzonia da oltre 100 anni, Survival International, che celebra i 50 anni di attività in favore dei popoli indigeni, e il Cortile dei Gentili del Pontificio Consiglio per la Cultura”. Raggiungere l’uomo nei più vari ambienti di vita è un’altra via di evangelizzazione..
“Come non ricordare le parole di Chiara Lubich: ‘perdersi nella folla per informarla del divino’. Nel ‘Villaggio’ infatti ti trovi circondato da 200 associazioni e decine di relatori, sportivi, artisti e persone di passaggio. Hai un solo strumento, il tuo cuore, e l’impegno condiviso è quello di voler bene a ciascuno. Spesso vediamo davvero deserti trasformarsi in foreste e non possiamo non riconoscere l’intervento di Dio. I rapporti personali maturano e si seminano le perle del Vangelo: amore vissuto, impegno sociale, attenzione ai fragili, reciprocità. Tra i luoghi ideali da raggiungere c’è l’universo dei giovani, che in tema di tutela dell’ambiente vogliono essere protagonisti. Quali spazi hanno nel Villaggio per la Terra? “Il 29 aprile al ‘Villaggio” ci sono i ragazzi con le loro scuole e universitari che, tramite il ‘service learning’ aiutano ad approfondire i 17 obiettivi dell’Agenda ONU. Un servizio volontario avviato lo scorso anno con l’Università Cattolica del Sacro Cuore,e che quest’anno coinvolge studenti delle università pontificie e giovani arrivati da altre nazioni tramite la Fondazione Scholas Occurrentes.
Claudia Di Lorenzi
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