Sono due o tre parole. Niente di più. Ma sono sufficienti per orientare l’intera giornata. Infatti, vengono pubblicate a mezzanotte e all’alba arrivano su WhatsApp o via e-mail e “illuminano” l’intero giorno. Esprimono un pensiero del Vangelo o un valore universale e motivano ad agire, a impegnarsi, a guardare oltre le proprie occupazioni o preoccupazioni.
Un’idea geniale, per la sua semplicità e facilità di diffusione, nata da Chiara Lubich nel dicembre 2001 per aiutare coloro che collaboravano con lei al centro internazionale dei Focolari a vivere il momento presente. Ma come spesso accade, vedendo che l’idea e gli effetti erano molto positivi, si diffuse come i cerchi nell’acqua quando si lancia un sasso, attraversando confini, lingue, costumi e linguaggi.
La fondatrice dei Focolari, negli anni successivi, faceva spesso riferimento al “passaparola” e alle esperienze che suscitava nelle persone che lo mettevano in pratica. A volte per incoraggiare a non diminuire l’intensità o per proporre un ulteriore significato, come quando suggerì di aggiungere tacitamente al pensiero proposto ogni giorno l’intenzione di viverlo “soprattutto in contatto con i fratelli”. Questo segnò un cambiamento profondo, non solo nel cercare la perfezione personale, ma nel porsi costantemente in relazione con il fratello o la sorella che abbiamo accanto, entrare nei loro bisogni, renderli destinatari del nostro amore concreto.
A poco a poco è cresciuto e si è sviluppato. Attualmente il “pensiero del giorno” ricorda qualche aspetto della Parola di vita proposta ogni mese o fa riferimento alle letture della liturgia. È tradotto in 23 lingue. Alcuni, quando lo inoltrano o lo pubblicano sui social network, aggiungono un pensiero personale, un suggerimento per metterlo in pratica. Altri lo illustrano con un’immagine o creano uno “short” su Youtube. E c’è persino chi crea ogni giorno una breve canzone. Tutti i mezzi di comunicazione e tutti i social network sono utili per diffonderlo tra amici e conoscenti, avendo la delicatezza di chiedere prima se sono interessati a riceverlo.
Non sono parole al vento. Al contrario, stimolano, motivano all’azione, soprattutto nel rapporto con l’ambiente e con le persone che incontriamo durante la giornata, come racconta Marisa, dal Brasile: “Oggi stavo andando a fare lezione all’università, anche se in questo periodo non ho molta voglia di continuare quel lavoro. Ho l’età per andare in pensione, ma ho perso alcune promozioni e per il momento devo lavorare perché le mie figlie hanno ancora bisogno del mio aiuto economico. Quindi rinnovo il mio ‘Per te, Gesù’ ogni volta che vado all’università. Il pensiero di oggi è proprio: ‘adempiere ai nostri doveri’”.
Dal Senegal, Don Christian scrive: «Grazie per il Passaparola. Mi aiuta a nutrire la mia vita spirituale e a illuminare ogni giorno il mio rapporto con Dio e con i miei fratelli e sorelle». Per Maria Teresa, dall’Argentina, riceverlo ogni giorno è una risposta di Dio: «Lavoro nella pastorale per i migranti e ieri ho accompagnato uno di loro alla presentazione di un libro che ha scritto sulla “neuroconducción”. Mi è sembrato importante stare al suo fianco in questi momenti in cui poteva condividere e aiutarlo a diffondere i suoi talenti. È stata una nuova e bellissima esperienza di unità con lui e con le persone che sono venute e hanno accolto la sua conferenza come un dono che aveva da offrire».
Sono solo alcune pennellate della vita che si genera in centinaia di persone, o forse di più, che, con o senza un credo religioso, si svegliano ogni mattina con l’impegno a vivere le due o tre parole del “pensiero del giorno”.
Carlos Mana
Foto: © Pixabay
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Grazie moltissimo! il Passaparola mi aiuta molto, ogni giorno, la mattina, magari mentre bevo il caffe’ o scrivo quello che c’e’ da fare quel giorno, sospendo tutto e lo leggo, e’ proprio come ascoltare un amico sincero e comprensivo.