Movimento dei Focolari

Parola di vita Marzo 2000

Feb 29, 2000

«Questi è il figlio mio prediletto: ascoltatelo!» (Mc 9,7)

L'evangelista Marco – e con lui anche Matteo e Luca – ci riferiscono che Gesù un giorno ha preso in disparte Pietro, Giacomo e Giovanni e li ha condotti su di un alto monte. Lì, ad un certo momento, avvenne un fatto straordinario: Gesù si trasfigurò davanti a loro, le sue vesti divennero bianchissime ed apparvero Mosè ed Elia che discorrevano con lui. Una nube avvolse i tre apostoli e dalla nube si udì una voce, la voce del Padre celeste, la quale si rivolgeva loro appunto con queste parole:

«Questi è il figlio mio prediletto: ascoltatelo!»

Già all'inizio della sua missione, al battesimo nel Giordano, quella stessa misteriosa voce si era fatta udire: “Tu sei il Figlio mio, il prediletto: in te ho posto il mio amore”. Questa volta il Padre si rivolge ai discepoli di Gesù, e a tutti noi, per invitarci all'ascolto del Figlio. La parola chiave di questo mese è dunque: ascoltare. E quando il Figlio ha parlato? Dove troviamo la sua Parola? Nei Vangeli. Apriamoli, leggiamoli con amore. Il Vangelo è la Parola di Gesù. Egli però ci parla anche in altri modi. Ma come fare a riconoscere la sua voce, a distinguerla fra tante e a sintonizzarci sulla sua lunghezza d'onda? C'è un momento forte nel quale egli parla alla nostra anima: è nella preghiera, e quanto più cerchiamo di amare Dio nel nostro cuore tanto più la sua voce si fa sentire e ci guida dal più profondo del nostro essere. Ma anche ogni incontro della giornata può essere un'occasione di ascolto: mettendoci, di fronte ad ogni prossimo, in un silenzio d'amore che accoglie l'altro, chiunque esso sia, perché – Gesù ce lo ha rivelato – è lui stesso che si nasconde dietro ad ogni essere umano.  Come cambierebbero i nostri rapporti se si coltivasse di più questa rara qualità dell'ascolto, che può essere l'unico modo, a volte, con cui dimostrare la nostra attenzione verso chi ci sta vicino, anche se sconosciuto! Qui sta dunque il segreto: per disporci all'ascolto della voce di Dio, mettersi all'ascolto della sorella, del fratello.

«Questi è il figlio mio prediletto: ascoltatelo!»

La voce di Gesù ha anche un timbro chiaro e inconfondibile, parla forte e si fa sentire distintamente, quando è presente fra noi, per il nostro amore scambievole. La sua presenza fra due o più uniti nel suo nome fa, in qualche modo, da altoparlante della voce di Dio nel nostro cuore. E ascoltarlo perciò sarà più facile perché più sintonizzati sui suoi pensieri, sui suoi insegnamenti. Nel Vangelo di Luca abbiamo inoltre una frase di Gesù sull'ascolto di quelli che egli manda: “Chi ascolta voi ascolta me”. Erano i 72. Oggi nella Chiesa cattolica questa frase indica coloro ai quali ha affidato in modo particolare il suo messaggio: i suoi ministri, dai quali la Parola di Dio viene annunciata. Ma vi sono anche quei “testimoni” di Gesù che, ascoltando la sua Parola e mettendola in pratica nel modo più radicale, la fanno risuonare sempre di nuovo nel mondo e aprono i cuori all'ascolto.
Così, anche se una sola è la voce, molti sono i modi con cui si rivolge a noi: nell'intimo del cuore e per bocca dei fratelli e delle sorelle, dal pulpito di una chiesa, dalle pagine del suo Vangelo o nei carismi dei “testimoni”. La Parola di questo mese ci aiuterà ad ascoltare – e a vivere – quanto Gesù vorrà dirci.

Chiara Lubich

 

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Riconoscere la bellezza: Giulio Ciarrocchi e la sua eredità

Riconoscere la bellezza: Giulio Ciarrocchi e la sua eredità

Il 26 giugno 2025 è tornato alla casa del Padre Giulio Ciarrocchi, focolarino sposato che per tanti anni ha lavorato alla Segreteria di Famiglie Nuove. A lui la gratitudine del Movimento dei Focolari per i l’eredità e l’esempio di una fede smisurata e senza timori.

Fratellanza

Fratellanza

La fratellanza, l’essere figli di uno stesso Padre, può essere la radice di ogni pacifismo. In questo stralcio tratto dal volume “Rivolta cattolica” Igino Giordani scrive quasi una invocazione, un poetico appello che ci costringe ad alzare lo sguardo e ci apre gli occhi su chi è il fratello, quel fratello che può essere catalogato come nemico, come straniero, come migrante, ma sempre fratello è. E’ un appello che scritto nel lontano 1925 ci può toccare le corde più profonde e ci interpella per essere costruttori di pace.