Movimento dei Focolari

Al fisico Ugo Amaldi il Premio Renata Borlone

Domenica 26 febbraio si è svolta a Loppiano – cittadella internazionale del Movimento dei Focolari, situata nei pressi di Firenze – la cerimonia del conferimento del Premio Renata Borlone 2006. Alla sua prima edizione, il riconoscimento è andato allo scienziato Prof. Ugo Amaldi, del CERN di Ginevra, “per aver custodito e coltivato in sé, durante la sua ricca carriera scientifica nel campo della fisica delle particelle, la tensione al trascendente che caratterizza ogni autentico sapere; per aver curato sempre con grande impegno la formazione scientifica e morale delle giovani generazioni e per aver utilizzato le sue preziose conoscenze nell’ambito della fisica medica a beneficio della salute di molti uomini e donne”. La manifestazione è stata aperta dalla tavola rotonda “Scienza e fede in dialogo”, percorsi della cultura dell’unità, con l’intervento, oltre che del prof. Amaldi, del prof. Thomas Norris della Commissione Teologica Internazionale e del prof. Sergio Rondinara dell’Università Pontificia Salesiana. Il Premio è stato creato dall’Associazione culturale Renata Borlone nel febbraio 2005, quindicesimo anniversario della morte di Renata Borlone, grande appassionata della scienza, che vedeva come possibile strumento per contribuire alla realizzazione dell’unità della famiglia umana. L’istituzione del Premio, che ha coinciso con il 2005, ”Anno mondiale della fisica”- proclamato tale dall’UNESCO e dall’ONU – è stata patrocinata dai Comuni di Incisa Valdarno e Civitavecchia. Renata Borlone, tra le prime compagne di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, dopo aver portato il carisma dell’unità in varie città italiane ed estere, per più di vent’anni è stata responsabile della cittadella di Loppiano, sostenendone lo sviluppo e la formazione delle nuove generazioni del Movimento. La cittadella di Loppiano, che conta oggi circa 900 abitanti provenienti dai cinque continenti, per la sua caratteristica di internazionalità è un luogo privilegiato per il dialogo fra popoli e culture. Per gli alti valori umani e spirituali che Renata ha testimoniato con la sua vita, è in corso nella Diocesi di Fiesole il suo processo di canonizzazione. Ugo Amaldi, laureatosi in fisica, è stato chiamato al CERN nel 1973 come Dirigente di Ricerca. Ha lavorato nel campo delle particelle subatomiche, delle forze fondamentali e, in particolare, del problema della loro unificazione. Ha fondato nel 1980, dirigendola fino al 1993, la Collaborazione DELPHI, costituita da circa cinquecento fisici, che ha costruito il rivelatore omonimo per la raccolta di dati presso il collisore LEP del CERN, dal 1989 al 2000. Nel 1991 ha lanciato il Progetto Adroterapia, seguito nel 1992 dalla creazione della Fondazione TERA per diffondere in Italia e all’estero questa innovativa tecnica di radioterapia detta “adroterapia”. A Pavia è attualmente in costruzione il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, per il trattamento dei tumori radio-resistenti. I primi pazienti verranno trattati a partire dal 2008. Per saperne di più: tel. 055/8335169 – e-mail: ass.renataborlone@loppiano.it Addetto stampa: Stefania Tanesini – 338/5658244 – 055/8334404 – sif@loppiano.it (altro…)

Nuova Umanità – Gennaio-Febbraio 2006

Editoriale

VENIRE ALLA LUCE. UNA RIFLESSIONE SUL SENSO DEL NASCERE OGGI – di Piero Coda –  «Venire alla luce» è una metafora che dischiude il senso di quanto accade al nascere di un’esistenza umana. Si offre qui in proposito una riflessione teologica disposta in tre brevi momenti: nel primo, ci si sofferma sul soggetto che viene alla luce – la vita, meglio questa vita; nel secondo ci s’interroga su come tale evento sia oggi percepito e sui pericoli d’oscuramento e di manipolazione cui esso va incontro nella “cultura” della tecnica e dell’economia globalizzata; nel terzo, infine, si torna sulla ricchezza di senso suggerita, per l’oggi, dalla metafora antica del «venire alla luce».

Nella luce dell’ideale dell’unità

INTERVENTO ALLA SECONDA GIORNATA DELL’INTERDIPENDENZA – di Chiara Lubich – Riportiamo il testo dell’intervento tenuto il 12 settembre  2004 a Roma in occasione della seconda “Giornata dell’interdipendenza”, promossa dal dott. Benjamin R. Barber. FILOSOFIA E STORIA DELLA FILOSOFIA – di Pasquale Foresi – Parlare del rapporto tra filosofia e storia della filosofia ci spinge a riflettere preliminarmente su una questione di fondo. Una volta intrapresa la ricerca filosofica, emerge evidente la necessità di rivolgersi a tutti quei pensatori che hanno segnato il cammino filosofico dell’umanità, e interpellarli sulle loro scoperte. In realtà, ci si accorge subito che le soluzioni che essi ci offrono non rispondono pienamente alle nostre domande. Eppure continuiamo a ritornare da loro perché andiamo non tanto a cercare risposte, quanto a cercare loro stessi. Cerchiamo ciò che loro stessi erano, l’anima profonda del loro domandare, quella intuizione, quel qualcosa di sé e della loro esistenza che hanno lasciato, come dono, all’umanità. Saggi e ricerche IL PENSIERO METAFISICO DI LÉVINAS: UN’UTOPIA E UNA SFIDA ETICA – di Tomáš Tatranský – La filosofia di Emmanuel Lévinas rappresenta uno dei tentativi più notevoli di rinnovare il pensiero “dopo Auschwitz”. L’autore, dopo aver cercato di individuare i cardini più salienti della metafisica lévinasiana basata su un radicalismo etico che, in ultima analisi, preclude la reciprocità, si propone di “rileggere” Lévinas a partire dalle critiche che gli sono state avanzate da alcuni filosofi di stampo ermeneutico e fenomenologico (in particolare G. Mura, P. Ricoeur e J.-L. Marion), per giungere ad una valorizzazione, pur critica, dell’accentuazione lévinasiana della kenosi. Da lì si dischiude la possibilità di far dialogare il pensiero di Lévinas con l’autentica cultura cristiana, espressa da una “ontologia trinitaria”, dove l’essere viene compreso come dono di sé. L’UOMO COME PRESENZA RELAZIONALE – di Sabino Palumbieri – Martin Buber, tracciando lo statuto ontologico dell’uomo, afferma che la sua struttura fondamentale è la relazionalità e il suo essere si configura metafisicamente come essere-in-relazione e cioè come apertura e dialogalità. Pertanto, l’uomo si costituisce come io attraverso il rapporto al tu e la sua presenza è percezione e attuazione dell’esigenza del costitutivo relazionale e dice essere-davanti: prae-esse, essere al cospetto. L’Autore si sofferma sulla realtà di tale presenza sottolineandone il rapporto con la corporeità, il silenzio, l’interiorità, la personalità, per poi mostrare come la persona tenda ad essere quella presenza inabitante nell’altro che suscita una risposta simmetrica che sfocia nella reciprocità nell’amore. LA MUSICA E L’ESSENZA DEL TEMPO – di Chiara Granata – Tra le questioni che la musica ha posto con maggiore insistenza ai suoi ascoltatori, vi è quella relativa al tempo. Che cos’è il tempo? Qual è il nostro modo di concepirlo? E’ una domanda assolutamente fondamentale, e la musica sembra possederne in qualche modo il segreto. Alcuni spunti posti dalla riflessione musicale vengono messi a confronto con la pratica di ogni musicista.

Spazio letterario  

«Nuova Umanità» continua nelle sue pagine l’apertura di spazio dedicato alla produzione letteraria. MAI DIRE MAI – di  Alessandro De Carolis                                                                               

Per il dialogo

Riportiamo il testo degli interventi svolti in parallelo durante il 1° Simposio «Ebrei e Cristiani in dialogo» organizzato dal Movimento dei Focolari e tenutosi a Castel Gandolfo (RM) dal 23 al 26 maggio 2005, nella sessione dedicata al tema della presenza e del silenzio di Dio nella tradizione cristiana ed ebraica. PRESENZA E SILENZIO  DI  DIO NELLA TRADIZIONE CRISTIANA – di Gérard Rossé – La rivelazione di Dio del tutto singolare al popolo d’Israele avviene in una storia e attraverso esperienze non di rado dolorose. Un itinerario di fede spesso travagliato, manifestato già nelle proteste di un Giobbe o nelle riflessioni disilluse del Qohelet. Incontrare il Dio tre volte Santo non può non essere che un’esperienza travolgente di luce e di notte. Israele ha fatto l’esperienza di un Dio che promette benedizione ma poi ne sperimenta il silenzio, di un Dio vicino eppure inafferrabile. Questo prezioso patrimonio che è stato consegnato alle Scritture sacre e di cui la Chiesa si nutre, per i cristiani si apre ad una ulteriore, nuovissima comprensione in modo fondamentale e unico nell’evento della morte di Gesù per crocifissione e della sua risurrezione. ALCUNI CENNI SULLA PRESENZA E SUL SILENZIO DI DIO NEL PENSIERO EBRAICO   – di Jack Bemporad – Parlare della presenza e dell’assenza di Dio nel pensiero ebraico significa innanzitutto chiarire come Dio agisce. Egli è il creatore e il sostenitore dell’ordine delle cose; pertanto se anche possiamo pensare soggettivamente che Dio sia assente, questa sua assenza è conseguenza delle nostre azioni. Si pone però anche il problema della prosperità dei malvagi e soprattutto quello della sofferenza del giusto. A queste domande rispondono il libro di Giobbe  e la figura del “servo sofferente” del secondo Isaia, sottolineando in maniera definitiva che non c’è un rapporto meccanico tra sofferenza e peccato e che al contrario, il vero timbro della persona religiosa è il prendere su di sé i pesi degli altri.

Libri   

CON MOUNIER ED OLTRE MOUNIER, VERSO UN NUOVO UMANESIMO – di Mauro Mantovani – Tra le celebrazioni accademiche del centenario della nascita di Emmanuel Mounier, si è svolto nel gennaio 2005 presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma un importante Convegno Internazionale su Persona e umanesimo relazionale: eredità e sfide di E. Mounier, dedicato agli sviluppi del personalismo comunitario e alle sue implicazioni a livello culturale, etico e politico. Gli Atti del Convegno, contenenti ben 55 qualificati interventi, sono stati raccolti in due volumi (Las, Roma 2005) curati da M. Toso, Z. Formella e A. Danese, dal titolo Emmanuel Mounier. Persona e umanesimo relazionale. Nel Centenario della nascita (1905-2005). Nel presentarne i contenuti, ci si sofferma soprattutto sulla rilevanza del patrimonio mounieriano sulla persona, sull’alterità e sulla comunione, così come sull’incidenza del “paradigma trinitario” nell’elaborazione del suo pensiero. Caratteristiche, queste, che rendono sempre attuale e coinvolgente e il suo messaggio di vita. NUOVA UMANITÀ XXVIII –  Gennaio – Febbraio – 2006/1, n.163 SOMMARIO (altro…)

Nuova Umanità – Novembre-Dicembre 2005

ATTI DEL CONVEGNO SOCIAL-ONE

INTRODUZIONE – Presentazione degli Atti del Convegno Internazionale dal titolo «Rapporti sociali e fraternità: paradosso o modello sostenibile? Una prospettiva a partire dalle scienze sociali» tenutosi dall’11 al 13 febbraio 2005 a Castelgandolfo (Rm). MESSAGGIO – di Chiara Lubich – In apertura del Convegno è stato letto un messaggio di Chiara Lubich indirizzato ai partecipanti in cui la fondatrice e presidente del Movimento dei Focolari sottolinea come le relazioni tra gli uomini sono specchio delle relazioni di Dio Trinità. Cogliere tale verità significa comporre queste relazioni secondo l’amore, l’unità, la fraternità in modo da far sorgere una società più solidale, più giusta, più felice. SOCIAL-ONE: NASCITA DI UNA PROPOSTA  – di Maria Rosalba Demartis –  Questa breve relazione costituisce l’introduzione all’intero Convegno. In essa viene descritto il contesto in cui esso è nato ed è stato progettato,  le motivazioni che lo sostengono, l’importanza e la specificità delle tematiche affrontate,  la metodologia di lavoro adottata. LE SFIDE DELLA SOCIETÀ COMPLESSA E GLOBALIZZATA – di Vincenzo Zani – La dinamica della globalizzazione da una parte ha ampliato l’interconnessione mondiale in tutti gli aspetti della vita – da quello culturale a quello criminale, da quello politico a quello ambientale, da quello finanziario a quello religioso e spirituale – e dall’altra sembra aver ridotto gli spazi ove si discute, si elabora la cultura e si alimentano i valori della socialità. L’analisi di alcuni sociologi lascia intendere la necessità di innestare nella globalizzazione la dimensione umanistico-comunitaria, capace di sviluppare una cultura che qualifichi i processi sociali in ordine ai valori di equità e di solidarietà. Il paradigma della “fraternità” può diventare un utile strumento per monitorare il destino dell’individuo nella società complessa, rilevando soprattutto i dinamismi della comunicazione che rendono possibili i rapporti di reciprocità fra individui, gruppi sociali ed appartenenze culturali differenti. LA NASCITA DELLA SOCIOLOGIA E LA RELAZIONE SOCIALE – di Gennaro Iorio –   Se si dovesse individuare un elemento che accomuna tanto i “precursori” quanto i “fondatori” del pensiero sociologico, esso va individuato nella relazione sociale. E’ grazie a questa categoria che storicamente la sociologia si è differenziata dai saperi che l’hanno preceduta, in primo luogo la filosofia politica e l’economia. Nell’800 la necessità di una nuova prospettiva era imposta dal mutamento sociale, dalle inedite rivoluzioni politiche ed economiche cui urgeva dare risposte interpretative. In questo sforzo di comprensione del proprio tempo i sociologi scoprono la relazione sociale e le pratiche d’azione come nuovo determinante delle forme organizzate della vita associata. Anche oggi la sociologia è chiamata a reinterpretare una fase storica nuova pur nella fedeltà alla sua intuizione originale. Da questa considerazione scaturisce la consapevolezza che è maturo il tempo per pensare un nuovo paradigma del sociale, aperto all’indagine empirica. RELAZIONE SOCIALE E FRATERNITÀ: PARADOSSO O MODELLO SOSTENIBILE? – di Vera Araújo – La comprensione dei rapporti sociali si avvale dei diversi paradigmi che hanno illuminato la storia della sociologia e tali paradigmi, a loro volta, sono espressioni di un determinato contesto socio-culturale. Attualmente ci troviamo di fronte ad un cambiamento strutturale-culturale di notevole portata, è legittimo allora pensare che possano nascere nuovi paradigmi? La risposta che viene proposta è affermativa e fra essi viene delineato il paradigma dell’unità-fraternità che prende ispirazione dal carisma e dalla spiritualità di Chiara Lubich accennando al ruolo e alle dinamiche che tale paradigma può offrire per un’analisi e un’interpretazione innovative delle relazioni sociali. VALORE SOCIOLOGICO DEI RACCONTI DI VITA –  di Enrique Cambón – L’Autore ha il compito d’introdurre, da una prospettiva sociologica, i racconti di vissuto sociale che nel Convegno si alternano agli interventi più prettamente teorici.  In particolare egli  sottolinea le motivazioni che hanno spinto gli organizzatori ad  assegnare, nel Convegno, un posto così rilevante agli aspetti empirici, ed offre una chiave di lettura che permetta una migliore comprensione dei criteri che orientano le storie di vita narrate. FONTEM (CAMERUN): UN LABORATORIO DI FRATERNITÀ – di Bennie Callebaut e Martin Nkafu Nkemnkia –   Riflettendo sull’uso delle parole, i sociologi fanno osservare che spesso vengono utilizzati gli stessi termini in modi diversi, pertanto per esemplificare cosa si intende per fraternità, coscienti che con questo esercizio non se ne esaurisce il significato, si è voluto sottoporre ad una griglia di lettura prettamente sociologica un’esperienza concreta e pluridecennale di collaborazione – quella tra i Focolari ed una realtà tribale africana, i Bangwa –, definita da tanti un’esperienza di fraternità. COMUNICAZIONE EMPATICA E “FARSI UNO”: UNA VIA PER STRUTTURARE NUOVI MODELLI DI INTERVENTO NEL CAMPO DEL DISAGIO SOCIALE – di Mario Giostra –  L’empatia, intuizione sviluppata in particolare nell’ambito della riflessione fenomenologica e concetto cardine della psicologia umanistica, può essere vista  come la base di una profonda esperienza di relazione con l’altro.  Essa  rivela notevoli punti di contatto con ciò che Chiara Lubich, nell’esplicarsi del suo pensiero ha chiamato “farsi uno”, idea fondamentale per la relazione di reciprocità così come lei l’ha intuita. Partendo da queste considerazioni è possibile strutturare nuove strategie per intervenire attivamente nel campo del disagio  sociale grazie ad un diverso modo di concepire il rapporto tra l’operatore sociale e la persona in difficoltà. I RAPPORTI NEL LAVORO SOCIALE COMUNITARIO ALLA LUCE DEL PARADIGMA DELL’UNITÀ. ESPERIENZA DEL CENTRO COMUNITARIO UNITÀ DI BUENOS AIRES –  di Rolando Cristao –  Viene presentata l’esperienza di un Centro Comunitario alla periferia di Buenos Aires sorto oltre 15 anni fa nella località “La Matanza”, dove il 70 % degli abitanti (1.500.000 persone) vive sotto la soglia della povertà. Il  progetto si attua in sei quartieri dove abitano circa 16.000 persone e si articola in una complessa azione di sviluppo comunitario che ha come riferimento  l’esperienza e la prospettiva dell’”unità”. In questo contesto, le categorie teoriche fondamentali che guidano il lavoro del Centro sono tra le altre quelle di persona, relazione, unità/distinzione e reciprocità. I risultati ottenuti indicano che queste categorie possono rivelarsi veri strumenti di analisi e possono orientare la ricerca e il processo metodologico di sviluppo di una comunitá. PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PITIRIM SOROKIN: IL POTERE DELL’AMORE. PARTE PRIMA – di Michele Colasanto –  Fra i molteplici risultati perseguiti dalla sociologia sorokiniana, uno s’impone con particolare evidenza: Sorokin ha, di fatto, indicato la via che la conoscenza sociologica deve intraprendere per riuscire a sfuggire alle insidie epistemologiche e concettuali che oggi ne impediscono il definitivo sviluppo. A tale scopo è necessaria una riflessione profonda sul concetto di persona ed egli contribuisce in modo determinante a tracciare il percorso teorico e metodologico utile a questo obiettivo imperniando il proprio paradigma sull’amore creativo e generativo, sorgente di rinascita sociale, in grado davvero di umanizzare la scienza sociologica. PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI PIRITIM SOROKIN: IL POTERE DELL’AMORE. PARTE SECONDA – di Tommaso Sorgi – Non era la prima volta che veniva proposta l’idea di tradurre e pubblicare quest’opera di Sorokin, ma solo recentemente si è riusciti nell’impresa e finalmente può apparire in lingua italiana un libro che formula argomentazioni davvero originali centrate su un tema insolito, all’interno di una “scienza positiva”, come quello dell’«amore creativo». L’originalità del pensatore di origine russa-finlandese traspare  nella scelta delle figure di riferimento per la sua indagine: Lao-Tse, Confucio, Budda, Francesco d’Assisi, Gandhi e tanti altri, con una particolare passione per Gesù Cristo. Si ravvisano, pertanto,  in questa opera sorokiniana alcune idee che possono oggi accompagnare le prospettive nuove e avvincenti di una sociologia della comunione e della fraternità.

INDICI «NUOVA UMANITA’» 2005  – a cura di Antonio Coccoluto

NUOVA UMANITÀ XXVII –  Novembre – Dicembre – 2005/6, n.162 SOMMARIO (altro…)

Nuova Umanità – Settembre-Ottobre 2005

Editoriale

UNA CHIAVE DI LETTURA DELL’ATEISMO DELL’OCCIDENTE – di Giuseppe Maria Zanghì – L’Autore riprendendo alcune affermazioni di A. Glucksmann nel suo ultimo libro,  La troisième mort de Dieu (Paris 2004), si propone di cercare una risposta alla domanda sul perché l’Occidente, in particolare l’Europa, ha dato vita ad una cultura che in realtà ha fatto di Dio un problema irrisolvibile, fino a gettare l’uomo in una solitudine paurosa senza un orizzonte unitario, che renda possibile un nostro parlare che non sia una serie di monologhi lucidi, intelligenti, colti, ma sempre e solo monologhi. Da qui un’altra domanda: può il credente cercare di comprendere questo fenomeno inquietante e drammatico del mondo contemporaneo – e che lo connota per buona parte – che va sotto il nome di ateismo di una cultura intera?

Nella luce dell’ideale dell’unità

QUALE FUTURO PER UNA SOCIETÀ MULTICULTURALE, MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA?– di Chiara Lubich – Riportiamo il testo dell’intervento tenuto il 19 giugno  2004 presso la Westminster Central Hall di Londra in occasione della “Giornata aperta” promossa dal Movimento dei Focolari. IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA – di Pasquale Foresi – Il problema della conoscenza che l’Autore affronta sinteticamente presenta due aspetti intimamente collegati fra loro. Il primo concerne il meccanismo del processo conoscitivo  e cioè la dinamica con la quale noi veniamo a conoscere il mondo esterno così come ci si presenta e, di conseguenza, il modo con cui giungiamo a formulare giudizi corrispondenti alla realtà. Il secondo riguarda il valore della conoscenza e cioè se noi siamo in grado di conoscere o meno oggettivamente la realtà così come ci si presenta. Vengono, pertanto, richiamate per grandi linee tre scuole filosofiche emblematiche per evidenziare le diverse soluzioni che, nel corso della storia del pensiero, sono state proposte al problema gnoseologico.

Saggi e ricerche

EDUCAZIONE E SVILUPPO DEL SENSO D’AUTOEFFICACIA NELLA RELAZIONE CON SÉ E CON L’ALTRO – di Michele De Beni – Il mondo della scuola italiana in questi ultimi anni si sta preparando ad affrontare significative trasformazioni che riguardano strutture, tempi e contenuti d’insegnamento. L’Autore, partendo dalla costatazione che sempre più frequentemente nella prassi scolastica l’attenzione si sta spostando su problematiche riguardanti l’organizzazione, la struttura e l’efficienza del sistema, mette in evidenza il rischio che si perdano di vista i nodi di più ampie questioni, riguardanti finalità, obiettivi, contenuti e metodi, che a loro volta richiedono inquadramenti e riflessioni di natura squisitamente pedagogica. Sottolinea, poi, come sia urgente cercare una rifondazione del dibattito entro un quadro antropologico, filosofico e culturale più elevato di quello in cui a volte si tende a rinchiudere i termini delle Riforme scolastiche. METZ YEGHERN, IL GRANDE MALE – II – di Giovanni Guaita – Nella seconda parte di questo studio l’autore traccia un bilancio del genocidio degli armeni e individua le responsabilità politiche e penali delle autorità turche, dei loro alleati e delle potenze, mettendo in evidenza anche alcuni casi di “disobbedienza civile” di funzionari e privati cittadini turchi e curdi. Il genocidio degli armeni è inserito nel quadro più vasto dell’olocausto anche di altri cristiani sudditi ottomani durante la guerra mondiale; si analizza poi la situazione della chiesa armena durante e dopo il genocidio, l’aiuto delle altre chiese e di filantropi laici quale fu Fridtjof Nansen. L’autore riflette poi sul riconoscimento del genocidio in sede internazionale, sul negazionismo turco e le sue pesanti conseguenze e sul recente interesse di parte della società civile turca contemporanea nei confronti di questa pagina oscura della storia nazionale. Il Metz Yeghern è infine messo in relazione alla Shoah e considerato nelle sue conseguenze per la storia e la cultura del popolo armeno.   LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’ARTE – di Michel Pochet – Riportiamo la «Lezione Inaugurale»  dell’anno accademico della facoltà di Arte a Heredia e in due altre sedi dell’UNA (Università Nazionale del Costa Rica), Nicoya e San Isidro. L’autore invitato da Mario Alfagüel, compositore costaricano e professore all’UNA, in occasione della prima dell’opera musicale composta su sette poesie del suo libro di poesie Albero di fuoco, presenta in un ambiente accademico e laico la metafora della «luce e dei colori» di Chiara Lubich sottolineando come in questa «visione estetica del mondo» l’Arte e la dimensione sociale siano viste nella stessa luce. TESTIMONE DI NOVITÀ: VIRGINIA GALILEI E LE SUE LETTERE AL PADRE  – di Maria Chiara Milighetti – Il «caso Galilei» ha suscitato da sempre una molteplicità di suggestioni e di interpretazioni. Si tenta qui di guardare all’affaire con gli occhi della figlia del noto scienziato, Suor Maria Celeste, riscoprendo nuovi scenari interpretativi alla luce del carteggio con il padre e dei rapporti intessuti con i discepoli. E’ infatti necessario integrare ed arricchire la storia a partire dalle fonti dirette, dalle testimonianze di chi quelle vicende le vide, ne fu artefice o le subì e, al tempo stesso, sottolineare che, sebbene la questione galileiana sia stata a tratti definita come un’occasione mancata, come un errore, un fallimento, una sconfitta, da quella profonda frustrazione delle coscienze, dalla prostrazione delle menti e degli animi, scaturì un’umanità trasfigurata, più consapevole e disincantata. E la vecchia immagine di «filosofo della natura» cedette il posto ad un uomo riplasmato dal «dolore della ragione».  LA MUSICA E IL SACRO – di Pierangelo Sequeri – Che esista un legame arcaico e millenario della musica con il sacro sembra un’evidenza piuttosto scontata. Magari i contorni di questo nesso risultano un po’ sfocati e difficili da precisare: anche perché l’origine appare, in entrambi i casi, assai oscura. Comunque sia, nella storia universale del mito e del rito il vincolo è documentato e palese. La regolata ed efficace ripetizione dell’energia originaria è in ogni culto associata alla scansione del ritmo, alla modulazione del suono, all’armonia della parola, del gesto, della rappresentazione. E i racconti simbolici dell’inizio contengono in molti modi l’evocazione del magico legame tra la forma sonora e il principio divino.

Spazio letterario

POESIE – di Egidio Santanché – Volentieri pubblichiamo alcune delle poesie che continuano ad esserci inviate.

Per il dialogo

UNA RELAZIONE RISPETTOSA. INTERVISTA A  MONS. HENRI TEISSIER – di Michele Zanzucchi – Riportiamo l’intervista a mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri. Sacerdote dal 1955, mons. Henri Teissier ha studiato a Rabat, Parigi, il Cairo, Aix-en-Provence. Vescovo di Orano dal 1972 al 1981, è stato coadiutore ad Algeri fino al 1988, allorché è stato nominato arcivescovo della capitale algerina. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui Eglise en Islam (1984), Lettres d’Algérie (1998) e Chrétiens d’Algérie, un partage d’espérance (2002).

Libri

I FUOCHI DEI KELT DI GIOVANNI D’ALESSANDRO – di Giovanni Casoli – Nel gran mare dei romanzi pseudo–storici trovare un romanzo storico degno di questo nome – che è nome difficile e rarissimo basta dire I promessi sposi e Guerra e pace –, è come trovare il classico ago nel pagliaio. Ci si riesce con Giovanni D’Alessandro perché ha scritto un vero romanzo storico, come può fare solo chi, oltre all’indispensabile talento letterario, ha una grande vera competenza storico-documentale, con conoscenze di primissima mano, e una precisa e duttile sensibilità artistica nel raccordare questa a quello, cioè l’autentica conoscenza culturale all’autentico talento narrativo della particolare specie che occorre per i fatti storici. I fuochi dei Kelt racconta i fatti della guerra gallica nel 52 a.C.., sulla base di puntuali riferimenti di passi del De bello gallico che diventano sorgenti e impulsi per l’invenzione letteraria dei grandi e piccoli eventi raccontati. NUOVA UMANITÀ XXVII –  Settembre – Ottobre – 2005/5, n.161 SOMMARIO (altro…)

Nuova Umanità – Maggio-Agosto 2005

Editoriale

L’EREDITÀ DI GIOVANNI PAOLO II – È difficile, oggi, fare un bilancio e offrire una lettura prospettica del lungo pontificato di Papa Wojtyła, non solo perché siamo ancora troppo a ridosso degli avvenimenti, ma soprattutto perché la sua opera e la sua figura sono gigantesche. Ci limitiamo qui a mettere in rilievo alcune chiavi di lettura della sua ricchissima eredità: la ripresa del magistero conciliare a partire dal riconoscimento dell’uomo come «via della Chiesa»; i gesti profetici che hanno accompagnato la Chiesa e rischiarato il paesaggio del mondo all’alba del terzo millennio; il «duc in altum!» della santità e della spiritualità di comunione come programma di vita del popolo di Dio; il magistero della testimonianza e della croce che ha toccato il cuore di tutti.

Nella luce dell’ideale dell’unità

GESÙ IN MEZZO A NOI. RENDERE VISIBILE LA PRESENZA DEL RISORTO NELLA CHIESA – di Chiara Lubich – Riportiamo questa meditazione, dal taglio insieme ecclesiologico e vitale che tratta della presenza di Cristo tra coloro che sono uniti nel suo nome, proposta a un gruppo di vescovi di varie Chiese cristiane durante il loro ultimo convegno ecumenico ad Istanbul (23 novembre – 1 dicembre 2004). L’argomento, che è tema di approfondimento dell’intero Movimento dei Focolari durante quest’anno, mette a fuoco nella prima parte la rilevanza ecclesiologica di tale presenza mentre, nella seconda, rievoca la forza travolgente e il fascino delle scoperte e delle implicazioni di tale promessa di Gesù agli esordi del Movimento. GESÙ IN MEZZO A NOI – di Pasquale Foresi – Pubblichiamo il testo di una conversazione tenuta durante l’annuale incontro internazionale dei focolarini il 5 dicembre 2004 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. LA SOCIALITA’ DI GESÙ IN MEZZO – di Igino Giordani – In ideale continuità con l’argomento dei due contributi precedenti riproponiamo la trascrizione di una conversazione tenuta da Igino Giordani nell’ottobre 1975 ad un gruppo di membri del Movimento dei Focolari di cui è stato confondatore. In essa Giordani spazia a ruota libera con lo stile tipico del suo inconfondibile parlare, facendo riferimento a situazioni e avvenimenti relativi al particolare momento storico e all’esperienza e alla vita del Movimento.

Saggi e ricerche

IL “DE DEO” DI SAN TOMMASO D’AQUINO – I  – di Piero Coda –  La teologia trinitaria di San Tommaso d’Aquino ha ancora oggi qualcosa d’importante, e forse anche di essenziale, da insegnarci? e, d’altra parte, è utile una lettura in presa diretta della sua teologia, cercando di farne sprigionare a nuovo la logica profonda e il significato complessivo? L’impresa – come ha sottolineato J.-P. Torrell – appare oggi necessaria e promettente. Dopo aver richiamato qualche dato essenziale a proposito del contesto sociale e culturale, spirituale ed ecclesiale, entro il quale sboccia e prende forma la vocazione teologica del Doctor communis, questo primo articolo accosta due suoi scritti: la lezione inaugurale Rigans montes, da lui pronunciata a Parigi nella primavera del 1256, nel momento della sua promozione a magister, e il sermone Exiit qui seminat tenuto parecchi anni dopo, probabilmente nel febbraio del 1270, tre anni prima della sua morte. I due testi sono assai interessanti non solo perché mettono in risalto la concezione che Tommaso ha del suo ministero teologico in rapporto al carisma domenicano di cui sarà il geniale interprete, ma anche perché espongono il significato specifico e originale della vocazione a contemplari et contemplata aliis tradere. METZ YEGHERN, IL GRANDE MALE – I – di Giovanni Guaita – Pubblichiamo (in due puntate) un ampio studio sul genocidio degli armeni. In questa prima parte l’autore traccia il quadro storico del genocidio iniziato già con le stragi del sultano Abdul-Hamid II, realizzato soprattutto dal governo dei Giovani Turchi e infine portato a compimento dai kemalisti di Mustafa Atatürk. I tremendi avvenimenti del genocidio sono situati nel complesso intreccio storico del tramonto dell’impero ottomano, della prima guerra mondale e dell’avvento della nuova Turchia e sono considerati nel contesto politico del mutamento degli equilibri strategici internazionali e dell’imporsi di ideologie nazionalistiche di tipo diverso (islamismo degli ultimi sultani, panturanismo dei Giovani Turchi, nazionalismo kemalista). Sullo sfondo cupo delle stragi risaltano le figure di “giusti” di vari popoli che in modi diversi si impegnarono in difesa degli armeni. FIGLIO DELLA TERRA, FIGLIO DEL CIELO. FEDE E SCIENZA NELLA PROSPETTIVA ESCATOLOGICA DEL PENSIERO DI TEILHARD DE CHARDIN – di Sergio Rondinara – Il 10 aprile 1955, giorno della Pasqua di Risurrezione, moriva Pierre Teilhard de Chardin. Gesuita e paleontologo, fu una delle figure religiose più ammirate e discusse del Novecento, i cui scritti hanno influenzato considerevolmente il pensiero cattolico nei venticinque anni seguiti alla sua morte. Il suo itinerario intellettuale e spirituale può essere riassunto nel tentativo di riconciliare la Chiesa con il mondo moderno, ed in particolare in una riconciliazione – attraverso una sintesi personale – tra la visione scientifica e quella religiosa del mondo. Sintesi che ha inaugurato un percorso per tutti coloro che dopo di lui avrebbero intrapreso la stessa ricerca. Nel cinquantesimo della scomparsa l’A. vuole ricordarlo ripercorrendo sinteticamente l’itinerario del suo pensiero per dire a Padre Teilhard la propria gratitudine per averci sospinto a contemplare il Creato in Dio e Dio nel Creato e per averci indirizzato a «veder Dio in tutto, e tutto in Dio». FELICITÀ, ECONOMIA E BENI RELAZIONALI – di Luigino Bruni – Il nesso tra economia e benessere soggettivo o felicità è un campo di indagine che occupa sempre più l’interesse delle scienze sociali. Il presente saggio si occupa del cosiddetto «paradosso della felicità», una espressione con la quale si vuole la non correlazione, che si riscontra in molti paesi industrializzati, tra aumenti di redditi e benessere soggettivo. L’autore, dopo aver presentato il dibattito teorico, offre una propria spiegazione del paradosso, basata sul concetto di «bene relazionale». LA SFIDA DEL RAPPORTO. L’INTERPRETE E LE SUE RELAZIONI  – di Enrico Pompili  e Paolo Vergari – Anche se i musicisti sono abituati ad esprimersi attraverso note musicali più che con parole, un gruppo di essi ha voluto provare a dire e scambiare parole sulla musica in occasione di un convegno che si è svolto a Castel Gandolfo il 28-29 febbraio 2004. Riportiamo qui uno degli interventi in cui due pianisti danno uno sguardo a quelle relazioni che costituiscono e determinano il «fatto musicale»: Compositore-Interprete, Interprete-Pubblico, Interprete-Strumento. DUE BREVI RIFLESSIONI – di Giovanni Casoli – Nella prospettiva di contribuire a fare chiarezza nella confusione dei linguaggi quotidiani, l’autore propone due brevi ma pregnanti riflessioni, su questioni importanti e vitali come la “fede” e il “matrimonio”.

Spazio letterario

POESIE – di Andrea Paganini – Volentieri pubblichiamo alcune delle poesie che continuano ad esserci inviate.

Per il dialogo

SPIRITUALITÀ EBRAICHE E SPIRITUALITÀ CRISTIANE: PERCORSI DIVERSI – METE COMUNI? – di Joseph Sievers – Nell’affrontare eventuali rapporti tra una vita basata su principi religiosi ebraici e principi religiosi cristiani si possono scegliere varie piste. Il primo requisito, però, è quello di essere consci dei linguaggi diversi. Ad esempio il termine “spiritualità” è di chiara provenienza cristiana, mentre solo secondariamente viene usato anche nell’ebraismo. Un approccio che può essere a volte fruttuoso è quello narrativo, a partire dalle esperienze vitali. L’autore descrive incontri personali e letterari con persone e scritti in ambito ebraico e cristiano che sembrano indicare delle possibilità di sostegno reciproco, di convergenze e di cooperazione per il bene dell’umanità – senza intaccare le identità distinte di ebrei e cristiani.  

Libri

DA EDIPO A CRISTO. APPUNTI PER UNA LETTURA DEL RACCONTO UNA VALIGIA DI CUOIO NERO DI ELENA BONO – di Daniele Capuano – La grande opera di Elena Bono, laziale di nascita e ligure di adozione (racconti, romanzi, poesie, drammi, traduzioni, saggi), inizia solo ora ad essere giustamente riconosciuta come l’espressione più alta, nella letteratura italiana del dopoguerra, di una meditazione totale sulla storia dell’uomo: non la mera storia della storiografia, che ne è semmai il materiale, ma, in una ripresa dell’interrotto percorso manzoniano, il doloroso itinerarium di ogni individuo alla pienezza della Persona. In quest’opera c’è un sole nero, un racconto perfetto in cui la scrittrice, testimone partecipe e amorosa della Resistenza ligure all’occupazione nazista, assume omericamente la voce di un tedesco, e rende l’orrore miracolosamente trasparente alla Misericordia. NUOVA UMANITÀ XXVII –  Maggio- Agosto – 2005/8, n.159-160 SOMMARIO (altro…)