Movimento dei Focolari

Servizio sociale: le persone e il loro ambiente

Set 28, 2012

Al seminario internazionale promosso da Social-One e Fondazione Zancan sono di scena i servizi sociali: l’agire “agapico”, una via possibile.

Si è svolto al “Mondo Migliore” di Rocca di Papa dal 30 agosto al 1° settembre scorso il seminario internazionale: “Servizio sociale professionale e agire agapico: riflessioni teoriche, processi operativi” proposto da Social-One e dalla Fondazione Zancan. Una trentina di studiosi del servizio sociale provenienti prevalentemente dall’Italia, ma con presenze importanti da: Brasile, Argentina, Stati Uniti e Romania, si sono confrontati per focalizzare meglio il rapporto tra l’agire agapico – innovativa chiave interpretativa per le scienze sociali proposta da Social One ormai da alcuni anni – e il servizio sociale. Ma cos’è il servizio sociale? Il servizio sociale è un sistema di valori, teoria e pratica e nelle sue varie forme esso è orientato verso le molteplici, complesse interazioni tra le persone e il loro ambiente. La sua missione è abilitare tutte le persone a sviluppare il proprio potenziale, arricchire le loro vite e prevenire i disagi. Il servizio sociale professionale è focalizzato sulla soluzione dei problemi e sul cambiamento. Così, gli assistenti sociali che del servizio sociale sono i professionisti principali, sono agenti di cambiamento nella società e nelle vite delle persone, delle famiglie e delle comunità di cui sono al servizio. Ma oggi, come sappiamo, i sistemi dei servizi alle persone stanno cambiando: tutto può essere messo in discussione e i principi cardine del pensiero sociale sono sottoposti a sollecitazioni forti  che si ripercuotono sulle persone e sui professionisti che vi operano. Ecco perché Social-One si è interrogata su queste sfide. Nella sua presentazione introduttiva la coordinatrice di Social One, Vera Araújo, ha così espresso l’intento che ci si prefiggeva per quei giorni: «Vogliamo comporre anche in questo Seminario una comunità dialogante, consapevole che per una miglior comprensione della realtà sociale e delle persone che ne sono attori, è utile ascoltare e confrontarsi (…),e che il cammino della storia non si ferma,  dunque bisogna lanciarsi verso il futuro con coraggio nonché verso spazi non ancora esplorati». La relazione che ha dato il via al seminario è stata proposta da Tiziano Vecchiato, Direttore Scientifico della Fondazione Zancan, che da alcuni anni condivide il cammino di Social-One. Egli ha evidenziato che «il servizio sociale affonda le proprie radici professionali proprio nell’incontro con le persone. L’intenzione è di valorizzare le loro capacità e potenzialità. L’impegno di ascolto, orientamento e accompagnamento sono altrettanti modi di esprimerla, per aiutare promuovendo e condividendo responsabilità». Poi si è chiesto se e in che misura l’agire agapico possa rappresentare una componente costitutiva nell’esperienza professionale. Una possibile risposta: «una caratteristica dell’agire agapico è la capacità di essere generativo e di poter dare risposte in più di quanto ci si aspetta (l’eccedenza che è più del dono)». Sono seguiti i contributi di due docenti universitari di Siena – Angelo Lippi e Anna Maria Zilianti – che hanno commentato la relazione di Vecchiato. In particolare la Zilianti sottolineava che «l’agire agapico può essere la leva per dare impulso al cambiamento necessario in questo momento» fatto, come si diceva di smarrimento, crisi di valori e non solo. Angelo Lippi ha affermato che «con l’agire agapico ci sono le condizioni per esplorare relazioni “generative” che possono diventare un surplus da sviluppare anche all’interno delle organizzazioni pubbliche, private e del terzo settore». Da subito è scattato tra i presenti un clima collaborativo e stimolante che si avvertiva anche nei momenti di pausa e di intervallo dove si continuava a discutere e a elaborare insieme. Il seminario ha previsto tre sessioni di approfondimento: la prima coordinata da Rosalba De Martis, dottore di ricerca in Scienze Sociali dell’università di Sassari, su “La relazione agapica come condizione generativa di eccedenza riconoscibile in termini di valore professionale, personale e sociale”, una seconda coordinata da Paolo De Maina del Comune di Roma su “Cura e prendersi cura” ed una terza da Michele Colasanto dell’Università Cattolica di Milano su “Agire agapico nelle organizzazioni e nelle istituzioni: ostacoli e criticità per nuovi modi di intendere la costruzione del bene comune”. In tutte le sessioni vi è stato un continuo scambio, ricco di prospettive. Molto importanti ed apprezzati gli interventi di alcuni professionisti provenienti da zone extraeuropee come Angela Maria Bezzera Silva del Brasile che ha delineato la storia e i tratti fondamentali del Servizio Sociale nel suo Paese che è il secondo corpo professionale del mondo, con circa 104 mila assistenti sociali, secondi solo agli USA. In Brasile, come in tutto il Latino America il Servizio Sociale non viene definita come una professione di aiuto, ma piuttosto come una professione che lavora per la trasformazioni delle cause strutturali della povertà e  emarginazione, attraverso la mobilitazione, coscientizzazione, partecipazione delle classi popolari e di tutta la società civile. Maritza Vasquez Reyes proveniente dagli Stati Uniti che ha dato uno spaccato di questa Nazione con una ricca tradizione di servizio sociale e Rolando Cristão, dell’Argentina, che ha posto il problema del rapporto del servizio sociale e la comunità partendo dall’esperienza del suo Paese affermando che l’agire agapico è importante anche per migliorare le alternative di soluzioni ai problemi sociali attuali per moltiplicare le potenzialità delle comunità (problema sentito in America Latina) per il suo sviluppo e raggiungimento del bene comune. Importante e preziosa anche la presenza di due assistenti Sociali della Romania, Paese che sta riannodando il filo della propria storia dopo anni difficili. Nelle conclusioni Tiziano Vecchiato e Vera Araújo hanno sottolineato che il seminario ha indicato strade nuove da sperimentare perché «insieme possiamo rigenerare speranza, risorse, possibilità. E questo vale anche in tempi di crisi, di recessione, di razionalizzazione del nostro sistema di protezione sociale». Tutti i partecipanti hanno avvertito che questo seminario ha rappresentato un passo nuovo nel lavoro di ricerca che Social-One sta svolgendo. A cura di Paolo De Maina

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