Apr 2, 2005 | Chiesa
Grande è la nostra gratitudine al Papa. Il rapporto con lui risale alla fine degli anni ‘60 quando ancora era arcivescovo di Cracovia. L’allora card. Wojtyla aveva riconosciuto nel Movimento l’azione di un carisma. Resterà poi fissato nella storia quel primo grande incontro del Papa con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità alla vigilia di Pentecoste’98, in piazza San Pietro. C’era parso di vivere una nuova ora della Chiesa: la Chiesa del Concilio, non solo gerarchica e petrina, ma anche carismatica e mariana, due dimensioni da lui riconosciute “coessenziali”, riconoscendoci così un posto nella Chiesa. Ma lungo tutto il suo pontificato ha sempre spalancato le porte alle novità dello Spirito: ciò che sembrava impossibile ai canonisti, lui l’ha reso possibile: come l’inserimento in un’opera cattolica, di persone di altre Chiese, di seguaci di altre religioni e di chi non ha una fede religiosa; che cardinali e vescovi abbiano un legame spirituale con il movimento; e ancora che sia sempre una donna alla guida di quest’Opera che abbraccia anche vescovi, sacerdoti e religiosi, aprendo così nuove prospettive al ruolo della donna e all’apertura della Chiesa. Innumerevoli poi sono stati gli incontri con lui, le udienze, gli inviti a pranzo e… per ben 8 anni le sue telefonate di augurio il giorno di Santa Chiara… sino a chiamarmi “sorella” nella sua ultima lettera. (altro…)
Mar 31, 2005 | Chiesa
Chiara Lubich e tutto il Movimento dei Focolari nel mondo in queste ore si stringono intorno al Papa, intensificando ancor più le preghiere, perché Dio lo sostenga in questo altissimo momento della sua vita. Nelle varie diocesi il Movimento si unisce alle iniziative di preghiera promosse dai vescovi. In tutto il mondo, il consueto time out quotidiano di preghiera per la pace, a mezzogiorno, è dedicato ora al Papa. Si uniscono nella preghiera anche i membri delle altre Chiese cristiane e gli amici ebrei, musulmani, indù, buddisti e di altre religioni che nutrono per lui un profondo affetto, sentendone la sua paternità spirituale.
In preghiera per il Papa i musulmani dell’Iran
Ci è appena giunto un toccante messaggio dall’Associazione scientifica Iraniana Genitori-Insegnanti con cui da alcuni anni si è instaurato un profondo dialogo a livello spirituale e culturale: Le gravi condizioni di salute di Papa Giovanni Paolo II hanno profondamente rattristato le persone del mondo. Sappiate che vi siamo vicini in questa sofferenza e che siamo uniti in preghiera con voi. Noi offriamo le nostre preghiere, così come le persone di tutto il mondo, perché il Papa possa ristabilirsi prontamente. “Possa essere sempre benedetto da una buona salute”. Noi abbiamo appreso che, nonostante la grave e dolorosa malattia, il Papa è rimasto calmo e sereno. Tale serenità, in queste condizioni, è un dono divino riservato ad un grande uomo come Lui. Ha chiesto anche che gli fossero letti dei testi sacri; noi leggeremo il Sacro Corano anche per Lui. Behzad Dehnavi and Kiyoomarss Jahangardi Membri del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione scientifica Iraniana Genitori-Insegnanti (altro…)
Mar 5, 2005 | Chiesa
Una solenne concelebrazione eucaristica per invocare la completa guarigione del Papa è stata officiata da 90 Vescovi, amici dei Focolari, provenienti da 47 Paesi dei 5 continenti, riuniti a Castelgandolfo per il loro annuale Convegno spirituale. La notizia del nuovo ricovero del Papa, che ha suscitato sorpresa e trepidazione, è giunta poco prima della conclusione dell’incontro, iniziato il 19 febbraio. Prima di partire, i Vescovi hanno inviato al Santo Padre un messaggio di gratitudine e di assicurazione di preghiere per il suo pronto ristabilimento: “Uniti con tutta la Chiesa chiediamo per Lei specialissime grazie”. I Vescovi esprimono al Papa profonda gratitudine “per il luminoso esempio di fede e di amore con cui affronta questa nuova prova e per il suo ministero che è tutto dono!”. Una nota saliente del Convegno è stata proprio lo scambio di messaggi con il Papa. Inattesa una sua lettera autografa, giunta in apertura dell’incontro, indirizzata al Card. Miloslav Vlk. “Davvero, Lei è colui che ‘più ama’ e ‘conferma i fratelli’”, gli hanno scritto in risposta i Vescovi. Giovanni Paolo II, nel suo messaggio, aveva indirizzato un pensiero speciale a Chiara Lubich, esprimendole la sua riconoscenza
per la “testimonianza evangelica che il Movimento rende in tante parti del mondo”. Richiamandosi al tema dell’incontro, aveva incoraggiato i Vescovi a “testimoniare nell’odierna società la presenza di Cristo risorto, centro della Chiesa” e “principio vitale” che non può non suscitare una “rinnovata vitalità apostolica” e una “audacia missionaria” rispondenti alle sfide dei nostri tempi. Aveva quindi invitato i partecipanti ad essere “segni eloquenti” dell’amore del Signore crocifisso e risorto, presente nel sacramento dell’Eucaristia, e “artefici della sua pace in ogni ambiente”. Chiara Lubich, nel suo intervento letto da Natalia Dallapiccola, una delle sue prime compagne, ha sottolineato che “Gesù risorto non è una presenza statica”, ma agisce essendo “principio unificante e quindi attivo: l’amore”. “Ma ciò – ha aggiunto – richiede la risposta dell’uomo”. “Ogni divisione nella comunità altera l’identità profonda della Chiesa. Ecco perché la Chiesa non è, a volte, amata”. “E’ la reciprocità, la comunione, che rende ‘visibile’ il Signore”. Toccanti le testimonianze dei Vescovi di vari Paesi: esperienze di fecondità evangelizzatrice, di riappacificazione tra etnie diverse e tra politici in terre ferite da conflitti, come in Burundi e Centroamerica. Non sono mancate testimonianze di Vescovi, sacerdoti e laici sulla “rinnovata vitalità apostolica” suscitata dalla presenza del Risorto, nel dialogo ecumenico e interreligioso e nel campo politico e sociale. (altro…)
Mar 5, 2005 | Chiesa
La notizia del ricovero del Papa, che ha suscitato sorpresa e trepidazione, è giunta poco prima della conclusione del 29° Convegno spirituale di Vescovi amici del Movimento dei Focolari riuniti al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo dal 19 al 25 febbraio 2005. Prima di partire hanno inviato al Papa il seguente messaggio: Santo Padre carissimo, prima di ripartire da Castelgandolfo, vogliamo farle giungere un calorosissimo saluto assieme ai più vivi auguri di una pronta ripresa. Uniti con tutta la Chiesa, in incessante preghiera, assieme a Maria Santissima chiediamo per Lei specialissime grazie e il conforto dello Spirito Consolatore. Grazie, Santo Padre, per il luminoso esempio di fede e di amore con cui affronta questa nuova prova. Grazie per il Suo ministero che è tutto dono!”. Una nota saliente di questi giorni è stato proprio lo scambio di messaggi con il Papa. Una sua lettera autografa, inattesa in questi giorni di infermità, indirizzata al Card. Miloslav Vlk, promotore dell’incontro, ha dato un’intonazione forte ed incisiva al Convegno. “Davvero, Lei è colui che ‘più ama’ e ‘conferma i fratelli’”, hanno scritto in risposta i Vescovi. Giovanni Paolo II aveva indirizzato un pensiero speciale a Chiara Lubich, esprimendole la sua “riconoscenza per la testimonianza evangelica che il Movimento rende in tante parti del mondo”. Riferendosi al tema del Convegno – “La presenza del Risorto in mezzo al suo popolo: principio vitale della Chiesa del terzo millennio” – il Papa ha incoraggiato i Vescovi a “testimoniare nell’odierna società la presenza di Cristo risorto, centro della Chiesa” e si è detto convinto che da un’adunanza basata su questo “principio vitale” non può non sorgere una “rinnovata vitalità apostolica” e una “audacia missionaria” rispondenti alle sfide dei nostri tempi. Ha quindi invitato i partecipanti ad essere “segni eloquenti” dell’amore del Signore crocifisso e risorto, presente nel sacramento dell’Eucaristia, e “artefici della sua pace in ogni ambiente”. Riprendendo l’appello del Papa, gli interventi dei Vescovi che hanno trascorso insieme giorni di intensa fraternità, hanno dato voce alle numerose sofferenze dell’umanità: guerre, fame, malattie, situazioni politiche ed economiche precarie; ma nello stesso tempo hanno trasmesso una fede ancora più grande nell’agire di Dio che spinge ad un’azione decisa ed illuminata. Così, il Vescovo Simon Ntamwana del Burundi ha raccontato di come l’episcopato del Paese si adopera per creare fra la gente, dopo gli anni difficili che ha vissuto il Paese, una cultura di pace e di riconciliazione. Un Vescovo del Centroamerica, sostenuto da quanto aveva sperimentato nel Convegno dell’anno scorso, ha comunicato come, a partire dalla spiritualità di comunione, è riuscito a svolgere una sorprendente funzione di riappacificatore fra i politici. Un Vescovo della Tanzania, Desiderius Rwoma, ha parlato della diffusione del Vangelo attraverso la costituzione di piccole comunità cristiane, formate spiritualmente, che cominciano ad attirare numerose persone ancor lontane dal cristianesimo. Approfondendo la promessa di Gesù di farsi presente là “dove due o tre sono uniti” nel suo nome (cf. Mt 18,20), Chiara Lubich nel suo intervento – letto da Natalia Dallapiccola, una delle sue prime compagne – ha sottolineato: “Gesù risorto non è una presenza statica”, ma agisce essendo “principio unificante, e quindi attivo: l’amore”. “Ma ciò – ha aggiunto – richiede la risposta dell’uomo”. “Ogni divisione nella comunità è perciò contro natura” anzi, “per essa viene alterata l’identità profonda della comunità che è Cristo presente… Ecco perché la Chiesa non è, a volte, amata”. Occorre pertanto portare i rapporti fra i credenti sempre più “alla reciprocità, alla comunione, che rende ‘visibile’ il Signore”. Consci dell’odierna situazione mondiale, i Vescovi presenti si sono mostrati profondamente sensibili a queste affermazioni che nei giorni successivi si sono approfondite attraverso una serie di riflessioni culturali: del filosofo Giuseppe Maria Zanghì sulla svolta epocale in atto e su sviluppi del dialogo accademico con indù e buddisti; dei due teologi Hubertus Blaumeiser e Brendan Leahy su aspetti di una comprensione della Chiesa che ponga al centro la presenza del Risorto in mezzo ai suoi; della sociologa brasiliana Vera Araujo sulla persona nella società globale. A questi contributi di riflessione hanno fatto da riscontro testimonianze di Vescovi, sacerdoti e laici sulla “rinnovata vitalità apostolica” suscitata dalla presenza del Risorto. La dimensione ecumenica è stata aperta con esperienze sul dialogo della vita tra Vescovi di diverse Chiese e sul cammino di comunione tra movimenti e comunità, reso visibile a Stoccarda nella grande manifestazione del maggio scorso “Insieme per l’Europa”, sulla quale è intervenuto il pastore evangelico Friedrich Aschoff. La dimensione politica è stata illustrata da Lucia Crepaz, presidente del “Movimento politico per l’unità”, che, a partire dall’esperienza ormai decennale di questo Movimento, ha tracciato l’identikit di un’azione politica che s’ intende come servizio alla società e, scegliendo come metodo il dialogo, sa fare senza preclusione “rete fra le diversità”. Particolare interesse, in questo momento di forte crisi dell’istituto famigliare, ha suscitato l’annuncio del “Familyfest” del 16 aprile prossimo, da parte di Annamaria e Danilo Zanzucchi, responsabili del Movimento Famiglie Nuove dei Focolari, volto a dare visibilità alla realtà della famiglia secondo il disegno di Dio e sullo sfondo delle sfide attuali. Molti Vescovi hanno espresso il loro desiderio di cooperare alla realizzazione dei Familyfest che si svolgeranno nelle loro nazioni. Ne sono previsti infatti 120 in tutto il mondo, collegati in diretta televisiva con Roma. “Ho avvertito qui un Vangelo fresco”, ha dichiarato al momento delle conclusioni uno dei 20 partecipanti dell’Africa presenti, il Vescovo Jean Ntagwarara del Burundi. Ed esprimendo una convinzione condivisa da numerosi suoi confratelli: “Vivere la spiritualità di comunione è il rimedio che può guarire le tante ferite del nostro popolo”. E così si è espresso il vescovo Giovanni Dettori della Sardegna: “Questa unità mi dà forza: si sperimenta che siamo un cuor solo e un’anima sola”. La constatazione più frequente dei partecipanti era infatti quella di aver sperimentato nei giorni del Convegno “Gesù vivo”, non solo quello di 2000 anni fa, ma il Gesù che ancora oggi tocca i cuori e muove menti e braccia ad agire in un modo conforme al suo Vangelo e ad esprimere il dono del suo amore fra gli uomini. Momenti particolarmente intensi, nel contesto di quest’anno dedicato all’Eucaristia, sono state le concelebrazioni animate di giorno in giorno dai Vescovi di un Continente diverso con elementi caratteristici della loro cultura. (altro…)
Feb 22, 2005 | Chiesa
Di mons. Giussani ho un ricordo che non si cancellerà mai. Avevo avuto con lui un colloquio personale a Milano, nel novembre 1998, poco dopo quello storico incontro dei Movimenti con il Papa in piazza s. Pietro, la vigilia di Pentecoste di quell’anno. E’ una delle poche volte che ho avuto l’impressione di incontrare un santo, una santità conquistata con non poche sofferenze. Forte poi un’altra impressione che ho ripetuto ai suoi collaboratori: “Ho incontrato un carisma autentico!”.
Il Papa, in quella vigilia di Pentecoste, ci aveva chiesto “comunione ed impegno”. Era per questo motivo che mi ero recata a Milano. Quell’incontro con il Papa era stato
per tutti noi, come mons. Giussani ha poi scritto anche in una lettera alla sua Fraternità, “la giornata più grande della nostra storia”. E aggiungeva: “L’ho detto anche a Chiara e a Kiko, che avevo di fianco in piazza san Pietro: come si fa, in queste occasioni, a non gridare la nostra unità?”. “La nostra responsabilità è per l’unità, fino a una valorizzazione anche della minima cosa buona che c’è nell’altro”.
Da allora non sono mancate le occasioni per crescere nella conoscenza reciproca e nella comunione, sia personale che come movimenti, in Italia e in altri Paesi. Nel cuore mi resta un’ immensa gratitudine per la sua vita spesa senza risparmio a servizio di un carisma che ha immesso nella Chiesa una nuova corrente di intensa vita spirituale, spalancando a migliaia e migliaia di uomini e donne del mondo l’incontro personale con Gesù e suscitando tante opere concrete in risposta alle attese del nostro tempo. Ora la mia, nostra preghiera è non solo per lui, ma per la sua Opera, nella certezza che porterà nuovi abbondantissimi frutti dello Spirito. Chiara Lubich (altro…)
Dic 12, 2004 | Chiesa, Ecumenismo
INTERVISTA:
Quello vissuto in questi giorni è stato un incontro tanto atteso che ha visto una maggiore partecipazione di vescovi di varie Chiese, rispetto agli anni scorsi. Perché? Metropolita Serafim Joanta: Perché Istanbul, l’antica Costantinopoli, questa terra, la Turchia è un Paese anticamente cristiano, ricco di storia, di tanti luoghi santi. E’ per questo che molti vescovi sono stati attirati: per vivere proprio qui momenti di unità. E’ stato un incontro speciale. In questi giorni abbiamo vissuto un’esperienza estremamente ricca che ci ha rinnovato spiritualmente a contatto con questa cristianità antica: con gli ortodossi, con i siro-ortodossi, gli armeno-apostolici, i cattolici di diversi riti. Un fatto del tutto eccezionale e straordinario. Da dar gloria a Dio! Loro hanno vissuto questa settimana proprio in un momento in cui sono stati compiuti gesti storici nei rapporti tra Costantinopoli e Roma, per il ritorno a Costantinopoli delle reliquie dei due grandi Padri della Chiesa, san Giovanni Crisostomo e san Gregorio Nazianzeno detto “il Teologo”. Inoltre, hanno avuto più di un contatto diretto con il Patriarca. Quale significato ha assunto il loro convegno? Metropolita Serafim Joanta: Il ritorno delle reliquie dopo secoli è stato per questi cristiani, per la Turchia, un segno di speranza molto forte, molto commovente. Sono stato impressionato da come i vescovi delle Chiese anglicana e evangelico-luterana, che assistevano per la prima volta alla venerazione delle reliquie da parte di ortodossi e cattolici, abbiano apprezzato questo gesto. Il patriarca Bartolomeo ha parlato in modo commovente, ringraziando il Papa e la Curia romana per questo gesto eccezionale. E per il Patriarcato ecumenico e per le altre comunità siro-ortodossa, armena, anglicana che hanno visitato, quale significato ha avuto la loro presenza? Metropolita Serafim Joanta: Tutte le comunità hanno avvertito l’unità che c’era tra di noi. Hanno apprezzato la preghiera, la “qualità” della comunione. E’ stata per loro una cosa straordinaria vedere vescovi di tante Chiese uniti nella preghiera. Hanno manifestato gioia per il fatto che siamo stati in mezzo a loro. E’ stata per loro come una nuova chiamata all’unità: se i vescovi sono insieme, anche il popolo di Dio deve essere insieme. Penso che tutte queste comunità abbiano ricevuto un grande impulso per l’avvenire. Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I, alla festa di s. Andrea, ha parlato del primato dell’unità spirituale che siamo chiamati a vivere in Cristo, sul modello della Trinità. Sembra un traguardo lontano… Metropolita Serafim Joanta: Penso che quanto abbiamo vissuto qui a Costantinopoli e quanto vivono cristiani di diverse Chiese insieme, nello spirito d’unità del Movimento dei Focolari, con Gesù in mezzo, è un esempio, una speranza, è un seme dell’unità che esiste già tra le diverse Chiese nella comunione, nell’amore della Trinità. Tra noi, infatti, c’è un grande amore, grande rispetto per ogni Chiesa, per ogni tradizione. Ho visto come i vescovi evangelici, anglicani e cattolici hanno apprezzato le icone, le reliquie, la liturgia ortodossa che è lunga, ma bella. Tutto questo è stato un esempio dell’unità che esiste già e che si deve diffondere in tutte le Chiese, in tutta la cristianità. E’ l’amore che può far avanzare l’unità dei cristiani. Se, soprattutto noi vescovi e i capi delle Chiese, diamo questa testimonianza – il dono delle reliquie ne è un segno molto forte – tutto questo sarà recepito dalla coscienza delle nostre Chiese. Dove ha radice questa loro esperienza di unità, da dove attinge la linfa? Metropolita Serafim Joanta: La radice dell’unità è l’amore di Dio, l’amore del Cristo che unisce nello Spirito Santo il mondo intero e prima di tutto i cristiani che si uniscono nel suo nome. E’ per questo che abbiamo in noi, nel nostro cuore, Gesù, Gesù in mezzo a noi. Questa spiritualità del Movimento dei Focolari è la spiritualità per eccellenza della Chiesa di Cristo, di ciascuna Chiesa. Sottolineo questo sempre: non è qualcosa specifico di questo movimento o della Chiesa cattolica soltanto. L’unità proposta da Chiara Lubich e dal Movimento dei Focolari è anche per le Chiese ortodossa, luterana, anglicana, perché è semplicemente evangelica, riassume, comprende tutto il Vangelo, l’essenza del Vangelo: è l’amore di Dio, l’unità in Cristo per lo Spirito Santo. Tra le tappe del loro pellegrinaggio in questa terra antica del cristianesimo c’è stata Nicea. Che significato ha avuto per loro? Metropolita Serafim Joanta: A Nicea abbiamo vissuto un momento molto forte: è un luogo che testimonia la Chiesa indivisa. Dove nel 325, si è celebrato il primo Concilio che ha formulato la prima parte del nostro credo. Insieme abbiamo firmato un patto di amore tra noi vescovi, e, in quanto vescovi, ci siamo impegnati anche per tutta la nostra Chiesa locale ad adoperarci per il ristabilimento della piena comunione visibile. E’ stato un segno molto forte e una speranza per l’avvenire. Dove e quando il prossimo appuntamento? Metropolita Serafim Joanta: Il prossimo anno ci ritroveremo in Romania, a Bucarest. Ci troveremo in un Paese ex-comunista che ha sofferto per 50 anni la repressione e da pochi anni ha ritrovato la libertà, non senza incontrare difficoltà. Questo nostro incontro sarà un segno di incoraggiamento per i cristiani di Romania, non solo ortodossi. C’è una forte comunità di cattolici, ci sono evangelici, calvinisti. Sarà l’occasione per incontrare il patriarca Teoctist … Metropolita Serafim Joanta: Sì, sarà l’occasione per incontrare il Patriarca Teoctist e i responsabili delle Chiese cattolica e evangelica e molti vescovi del Paese. Sarà l’occasione per dar loro modo di conoscere più da vicino il ruolo di unità del Movimento dei Focolari: abbiamo avuto qui a Costantinopoli una testimonianza molto forte di un sacerdote cattolico romeno che si è impegnato a incontrare regolarmente i sacerdoti ortodossi, cattolici, riformati e luterani. Questi incontri hanno cambiato lo spirito di questa città. Ora tutti pregano insieme, c’è tra tutti una vita veramente nello Spirito Santo. Sì, il Movimento dei Focolari ha un grande rispetto per ogni Chiesa: anzi, ognuno ritrova le proprie radici nella propria Chiesa, ogni sacerdote, ogni cristiano approfondisce la propria tradizione. E’ qualcosa di straordinario che può cambiare la situazione.
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