Movimento dei Focolari

Ecumenismo: In 10 mila a Stoccarda per realizzare “Il sogno di un’Europa unita nello spirito”

In 10 mila, cattolici, ortodossi, evangelici e anglicani si sono dati appuntamento a Stoccarda per realizzare “il sogno di un’Europa unita nello spirito”. È stata presentata così oggi a Roma la manifestazione internazionale “Insieme per l’Europa” che si terrà a Stoccarda (Germania) sabato 8 maggio per iniziativa – “per la prima volta nella storia” – di oltre 150 movimenti, comunità e gruppi cristiani. L’evento sarà ritrasmesso via satellite in 151 città europee, da Lisbona a Mosca, per una partecipazione complessiva – secondo le previsioni – di 150 mila persone. La manifestazione ha ricevuto l’appoggio di numerose autorità civili e religiose, tra cui il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, il primo ministro irlandese Bertie Ahern, il presidente della Germania Rau. A Stoccarda saranno presenti 25 vescovi cattolici (tra cui il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani), 14 vescovi luterani, 8 vescovi ortodossi, 2 vescovi anglicani e circa 30 parlamentari europei. Stoccarda – ha detto questa mattina in conferenza stampa Andrea Riccardi della Comunità di Sant’Egidio – “non è un cartello di associazioni e movimenti”. E’ piuttosto un “mosaico” di presenze, una “polifonia” di identità. “Chi vuole – ha aggiunto Riccardi – ci sta. Chi ha voluto è stato coinvolto. Per dire cosa? Per dire che noi sentiamo l’Europa, che le frontiere sono finite e che Europa vuole dire pace. La pace dell’Europa è un’offerta che vogliamo fare al mondo”.

La manifestazione di Stoccarda – ha spiegato Gabriella Fallacara del Movimento dei Focolari – “non sarà un evento isolato, ma il primo di altri eventi”. La presenza così varia e attiva di Chiese e comunità cristiane per l’Europa vuole indicare che “nella situazione attuale, dove si possono enumerare tanti mali, esistono e si possono intravedere alcuni segni dei tempi che spingono verso la fraternità e l’unità”. Tra questi impulsi, vi è anche il processo di integrazione dell’Unione Europea e il suo allargamento. Quella che si sta costituendo però – ha detto Fallacara – “è un’Europa del mercato. Un’Europa geografica. Oggi l’Europa attende forse un contributo spirituale”. E’ questa “passione” che ha spinto i movimenti cristiani europei ad unirsi per “dare insieme un contributo alla realizzazione di un’Europa dello spirito”. “Un’Europa dove i popoli delle nazioni vivono nella fraternità, dove ci si stringe per essere forti nel servizio a chi è più debole, dove ci si unisce per fare proprio ed eliminare il dolore dell’altro. Un’Europa dove il Vangelo è vivo”. La preparazione alla manifestazione di Stoccarda ha rappresentato un’ esperienza ecumenica importante. Ne ha dato una testimonianza Thomas Roemer, pastore luterano e rappresentante dell’Ymca (associazione giovani cristiani). “La diversità – ha detto – che prima avvertivamo come una minaccia, è in realtà un dono. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Molti non hanno difficoltà a sottolineare ciò che ci divide. Noi vogliamo sottolineare ciò che ci unisce. E questo è importante che lo facciano non solo i cristiani ma anche i popoli europei”. (altro…)

Dal buio alla riscoperta del proprio carisma

Una religiosa, in un momento di buio, toccata dalla serenità con cui una consorella viveva la sua grave malattia, ne scopre il segreto: l’amore a Gesù crocefisso e abbandonato, cuore della spiritualità dell’unità, dei Focolari. “Per me – racconta – è una conversione”. Riscopre l’attualità del suo fondatore: “Di fronte alla miseria materiale e spirituale del suo tempo, San Vincenzo consacrò la sua vita all’evangelizzazione dei poveri che egli chiamava “i nostri padroni”. In Gesù abbandonato ora lei riconosce il volto del Signore trasfigurato nella povertà di oggi, in un quartiere malfamato, in una comunità a servizio dei tossicodipendenti, fra i rifiutati dalla società. C’è chi si riavvicina a Dio e “passa dalla morte alla vita”, perché inizia ad amare i fratelli. Sono una Figlia della Carità di S.Vincenzo de’ Paoli. La Compagnia di cui faccio parte è stata fondata nel XVII secolo da Vincenzo e Luisa Marillac. Ho conosciuto l’Ideale dell’unità in un momento di buio e di fatica, attraverso una consorella che ne viveva la spiritualità. Le era stato diagnosticato un tumore al cervello, tuttavia lei era rimasta serena e sempre aperta e pronta ad amare. Durante l’anestesia spesso ripeteva:”Per te Gesù, per te”. Dove trovava questa forza? Ne ho scoperto il segreto: l’abbraccio a Gesù Crocefisso e Abbandonato. Anch’io voglio vivere quest’avventura. Per me è un momento di conversione vera: lo Spirito santo mi aiuta a bruciare il tarlo che da anni toglie alla mia vita la freschezza e la generosità per Gesù. Dentro sento una voglia matta di amare. Inizio a frequentare il Focolare, partecipo agli incontri dove attingo la luce per vivere il carisma dei miei fondatori. Divento più libera, più gioiosa, più donna, più Figlia della Carità. Le regole e l’esperienza di S. Vincenzo de’ Paoli e di S.Luisa de Marillac mi sembrano più vicine. Il mio Fondatore, di fronte alla miseria materiale e spirituale del suo tempo consacrò la sua vita all’evangelizzazione dei poveri che egli chiamava i “nostri padroni”. Riscopro in Gesù Abbandonato il volto del Signore trasfigurato nella povertà d’oggi. Così, se nel 1600 le mie consorelle andavano ad evangelizzare, curare, nutrire, vestire i poveri, raggiungendoli sulle strade, sui campi di battaglia, nelle soffitte, negli ospedali, nelle galere…….Io scopro oggi la bellezza e l’attualità del nostro carisma vivendo in un quartiere malfamato di Milano. In questi anni capisco qual è il mio modo di contribuire alla realizzazione dell’Ideale dell’unità: essere il mio fondatore redivivo per realizzare l’unità. Anni dopo sono mandata in una comunità a servizio dei tossicodipendenti. Sperimento l’insicurezza e l’assurdo di abbracciare una realtà di fronte alla quale sono impreparata e inadeguata. Mi ribello al pensiero di essere confinata in una cascina su una montagna, senza un ruolo ed un’attività ben precisa. Ma è proprio nel vivere quest’esperienza, apparentemente senza colore, che il Signore mi libera da attaccamenti e sicurezze e rinnovo il mio “si” a Gesù. Così Lui che mi prepara a vivere un’altra avventura: sono trasferita in un monolocale, in un quartiere popolare di Torino, segnato dalle nuove povertà: etilisti, dimessi da ospedali psichiatrici, barboni, anziani, in altre parole gli ultimi, rifiutati dalla società. Ho la fortuna di condividere la spiritualità dell’unità con una consorella. Vivendo con i poveri 24 ore su 24 incontro Gesù Abbandonato ad ogni passo. Mi scontro con la diffidenza. La gente pensa che le suore siano lì a controllare e le guardano con disprezzo e indifferenza. Ma loro sono i “nostri padroni”, in loro riconosciamo il Volto di Gesù.  A poco a poco l’amore li conquista. I barboni diventano i nostri primi amici. C’interessiamo della vita dei nostri vicini e apriamo la porta della nostra casa a tutti. Certo, non è sempre facile, a volte subentra l’impazienza, il disagio, la ripugnanza e lo scoraggiamento di fronte all’ingratitudine e alla pretesa esigente dei più poveri.  Ma abbracciando il dolore, Gesù Abbandonato, ritrovo la capacità d’amare, ritrovo la forza e la gioia di vivere ciò che S.Vincenzo chiede alle sue suore di Carità: “I poveri sono i tuoi padroni, dei padroni terribilmente esigenti. Più loro saranno brutti e ingiusti, più dovrai amarli”. L’amore reciproco con la mia consorella genera Gesù in mezzo (cf. Mt 18,20) e la nostra casa diventa punto di riferimento per la gente del quartiere, per un gruppo di giovani che vogliono condividere la nostra attività caritativa. Alcuni si riavvicinano a Dio facendo l’esperienza della parola: “Siamo passati dalla morte alla vita perché abbiamo amato fratelli”. E alcuni capiscono che Dio li chiama a seguirLo. Durante l’inverno la nostra casa si apre anche agli extracomunitari che altrimenti vivrebbero all’addiaccio; alcuni sono musulmani. Rimangono stupiti di fronte al disinteresse, all’amore concreto e al rispetto con cui andiamo loro incontro. Chiara Lubich c’insegna ad amare “facendoci uno”. Durante il periodo del Ramadan facciamo trovare loro un pacchettino con del cibo, affinché dopo il tramonto possano avere qualcosa da mangiare. Anche i giostrieri diventano nostri amici; nelle loro carovane incontriamo i bambini per prepararli ai sacramenti e gli adulti per far conoscere loro che Dio li ama. Lo scorso anno il ridimensionamento della nostra Congregazione mi porta a trasferirmi altrove ma l’esperienza d’unità vissuta continua a dilatarsi in altri ambienti. Ritorno a Milano e provo un distacco doloroso di fronte al grido di tanti poveri con i quali ho condiviso la mia vita in questi anni. Sperimento così la frase di Chiara: “Ogni distacco dal ben che ho fatto è un contributo a edificare Maria” e ripeto: “Per te, Gesù”, che ora continuo a scoprire nei volti dei nuovi fratelli che mi mette accanto. Così nell’impegnarmi a incarnare nella vita il carisma che S.Vincenzo ha lasciato alla Chiesa, cerco, in unità con tutta l’Opera di Maria, di realizzare il testamento di Gesù: “Che tutti siano uno”. Questo mi dà un ardore nuovo e l’avventura continua con i nuovi fratelli nei quali riscopro ogni volta il Suo Volto”. (sr. R.R.) (altro…)

Una risposta all’onda di scristianizzazione in un Paese dalle profonde radici cristiane

Una risposta all’onda di scristianizzazione in un Paese dalle profonde radici cristiane

L’inaugurazione della cittadella Lieta, “laboratorio di unità” A conclusione della visita, ha acquistato particolare significato l’inaugurazione della incipiente cittadella del Movimento: la Mariapoli Lieta, piccolo bozzetto di un mondo rinnovato dal Vangelo, nel contesto della politica e della Chiesa in Irlanda. Vi sono presenti sia personalità civili che religiose.

Le radici spirituali della diffusione in Irlanda dell’Ideale dell’unità Più volte, durante questo viaggio in Irlanda, sono stati ricordati coloro che sono alla radice della diffusione dell’ideale dell’unità in questo Paese: i primi ad accoglierla e a diffonderla, Margaret Neylon e il figlio Eddie, il primo gen, inchiodato in una carrozzella. Toccante il momento della scoperta della targa con la foto di Lieta, focolarina argentina, all’inaugurazione della cittadella che porta il suo nome. Per questo Ideale, Lieta ha lavorato per 30 anni in Irlanda: dall’inizio degli anni Settanta, fino al 2002, quando ci ha lasciato. Vivi nel cuore di tutti, Joe McNamara, uno dei primi focolarini sposati e il focolarino Stephen Lukong, del Camerun, partito improvvisamente per il Cielo poche settimane or sono. Gli ultimi suoi giorni erano stati segnati da una profonda esperienza spirituale. Il loro nome è fissato anche nei viali e nelle piazzette della cittadella.

L’Irlanda, che vanta un’antica e profonda tradizione cristiana, in questi ultimi decenni sta soffrendo l’impatto violento della scristianizzazione, anche a causa del boom economico. Il presidente della Conferenza episcopale irlandese, mons. Sean Brady aveva invitato Chiara Lubich a parlare ad un gruppo di vescovi sulla spiritualità di comunione e sulla sua esperienza di evangelizzazione. Nel dialogo,, i vescovi rivelano le loro preoccupazioni più gravi per il difficile momento che sta attraversando il Paese. Il problema più serio: le nuove generazioni. Chiara parla della loro domanda di modelli, di testimoni. Poi il dialogo prosegue sul rapporto con le altre religioni, la politica, la collegialità, la famiglia.

La ricerca della luce, filo conduttore dell’antica storia d’Irlanda La riscoperta delle antichissime radici di una storia che risale a 5000 anni or sono, l’evangelizzazione iniziata da San Patrizio nel 5° secolo, l’epoca missionaria, l’attuale crisi, che mostra segni di ricerca di quella luce che percorre tutta la storia irlandese, e l’accoglienza della luce del carisma dell’unità, 30 anni or sono: altrettante tappe, delineate con espressioni artistiche e musicali, alla festa della famiglia del Movimento con Chiara Lubich, all’Università di Dublino dove, in circa 1000, erano giunti dall’Irlanda del Nord e dalle altre contee. Chiara ha rilanciato tutti a vivere la fraternità tra cattolici e protestanti e nei rapporti con le altre religioni, in particolare l’Islam, in questa che oggi è, per la prima volta, anche terra di immigrazione. Forti, la mattina, le testimonianze della comunità irlandese: una giovane che racconta della sua ricerca di Dio nelle turbolenze giovanili; una coppia dell’Irlanda del Nord, che resiste alle tentazioni dell’odio, tra bombe e attentati, per far vincere quell’amore che lancia ponti tra la comunità protestante e quella cattolica dell’Ulster. L’arcivescovo Diarmuid Martin, coadiutore di Dublino, presente all’incontro, all’omelia durante la messa ha incoraggiato a vivere e diffondere questo carisma di unità che – ha detto – “rafforza l’unità tra i cristiani e opera per un ecumenismo dei cuori, dove l’amore è vivo in ciascuno e aiuta a comprenderci meglio e a superare le tensioni delle divisioni”.   (altro…)

Messaggio del Santo Padre Giovanni Paolo II

Venerati Fratelli nell’Episcopato! Sono lieto di farvi giungere il mio cordiale saluto, in occasione dell’annuale convegno di Vescovi amici del Movimento dei Focolari, che costituisce un momento propizio per approfondire insieme la spiritualità dell’Opera di Maria. Ho molto apprezzato che, per il presente incontro, vi siate proposti di riflettere e di confrontarvi sul tema della santità, quale esigenza primaria da proporre a tutti i membri del Popolo di Dio. Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ricordato che la santità è la vocazione di ogni battezzato. Questa stessa verità ho voluto porre in risalto nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, al termine del Grande Giubileo dell’Anno 2000. Solo, infatti, una comunità cristiana splendente di santità può compiere efficacemente la missione affidatale da Cristo, quella cioè di diffondere il Vangelo sino agli estremi confini della terra. “Per una santità di popolo”: questa specificazione pone proprio l’accento sul carattere universale della vocazione alla santità nella Chiesa, verità che rappresenta uno dei pilastri della Costituzione conciliare Lumen gentium. Due aspetti generali vanno opportunamente sottolineati. Anzitutto il fatto che la Chiesa è intimamente santa ed è chiamata a vivere e a manifestare questa santità in ogni suo membro. In secondo luogo, l’espressione “santità di popolo” fa pensare all’ordinarietà, cioè all’esigenza che i battezzati sappiano vivere con coerenza il Vangelo nella quotidianità: in famiglia, nell’attività lavorativa, in ogni relazione e occupazione. E’ proprio nell’ordinario che si deve vivere lo straordinario, così che la “misura” della vita tenda all’”alto”, cioè alla “piena maturità di Cristo”, come insegna l’apostolo Paolo (cfr Ef 4,13). La Beata Vergine Maria, della quale vi so filialmente devoti, sia il modello sublime a cui sempre ispirarvi: in Lei si compendia la santità del Popolo di Dio, perché in Lei risplende nella massima umiltà la perfezione della vocazione cristiana. Alla sua materna protezione affido ciascuno di voi, cari e venerati Fratelli, mentre auguro ogni bene per il vostro convegno e di cuore imparto a tutti una speciale Benedizione Apostolica. Dal Vaticano, 18 Febbraio 2004 IOANNES PAULUS II

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Per una santità di popolo

Per una santità di popolo

Da ogni parte della terra Gli atti di contestazione e di ribellione di questi giorni ad Haiti, i contrasti etnici del Burundi e del Congo, le spaventose alluvioni nel Nordest del Brasile, la situazione di minoranza vissuta dai cristiani in terra islamica dal Nordafrica al Kazakhstan: sono questi alcuni dei contesti di vita da cui provenivano i 105 Vescovi amici del Movimento dei Focolari che, invitati dal Card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga, si sono riuniti dal 14 al 20 febbraio al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, per il loro 28° Convegno internazionale.

 

100 vescovi attorno al Papa Culmine dell’incontro è stata la partecipazione dei Vescovi all’udienza generale di mercoledì 18 febbraio che offriva ai fedeli un insolito quadro: il Papa circondato dai vescovi attorno a lui su alcune gradinate, quasi un’icona della collegialità effettiva ed affettiva. Giovanni Paolo II, nel messaggio dedicato ai Vescovi nel quale ha rivolto uno speciale saluto a Chiara Lubich presente con loro, ha espresso il suo vivo apprezzamento per la tematica del Convegno, affermando: “Solo una comunità cristiana splendente di santità può compiere efficacemente la missione affidatale da Cristo, quella cioè di diffondere il Vangelo sino agli ultimi confini della terra”. Ed ha sottolineato l’esigenza che i battezzati sappiano “vivere con coerenza il Vangelo nella quotidianità… E’ proprio nell’ordinario che si deve vivere lo straordinario”.

Fraternità vissuta A far convenire tanti vescovi dai cinque Continenti è stato il desiderio di dar vita ad un momento di intensa fraternità in cui condividere, in una comunione dal respiro mondiale, dolori, gioie, preoccupazioni, sfide. “Sono arrivato qui con grande sofferenza, ma la vostra presenza, la vostra attenzione, il vostro amore mi hanno risollevato”, ha confidato, a conclusione dell’incontro, un vescovo che proviene da un Paese in guerra civile. E un suo confratello del Nordafrica: “Questo è un tempo di grazia, per il fatto che ci incontriamo, ci conosciamo e viviamo come un solo corpo”. Ripartire dal Vangelo Un incontro di fraternità, certamente, ma altrettanto di spiritualità, come recitava lo stesso tema del Convegno: “Per una santità di popolo: vivere e riproporre la ‘misura alta’ della vita cristiana”. Istanza tutt’altro che teorica, ma possibile e estremamente attuale, come hanno fatto capire testimonianze di vita di Vescovi, famiglie, giovani, sacerdoti, persone impegnate nella vita parrocchiale e nel sociale. Ripartendo dal Vangelo e dalla caratteristica arte d’amare che emerge da esso, si formano famiglie che, con la loro vita “controcorrente”, diventano avamposti della nuova evangelizzazione, e comunità cristiane che sviluppano un fascino tale da attirare chi guarda alla Chiesa da lontano. E’ stata questa una delle promettenti prospettive che ha aperto l’incontro.  

Il fratello, via privilegiata all’unione con Dio Chiara Lubich è intervenuta al Convegno con una sua testimonianza su “L’unione con Dio”, soffermandosi in particolare sulla “via del fratello”. “Per noi, la strada tipica, indiscussa, irrinunciabile, sperimentata con successo – ha affermato – è una: noi arriviamo all’unione con Dio amando il fratello”. Ed ha ricordato il sintetico trinomio con cui Igino Giordani, confondatore del Movimento, amava delineare questa via: “Io, il fratello, Dio”. “Andando per questa strada – ha spiegato la fondatrice dei Focolari –, Dio si manifesta dentro di noi; Lo avvertiamo presente. Non siamo più soli, noi con noi stessi. Siamo in due: Egli e noi”. E questo in tutte le situazioni della vita. “Noi tutti dobbiamo diventare dei mistici, per poter vivere il cristianesimo nel mondo di oggi”, ha commentato un vescovo dell’Ungheria, citando la nota espressione del teologo Karl Rahner, secondo cui “il cristiano del futuro o è un mistico o non è”.

Gli interventi dei cardinali Kasper e Re Costante punto di riferimento per le riflessioni dei vescovi è stato, sia nelle riunioni plenarie che negli incontri di gruppo, l’Esortazione post-sinodale Pastores gregis, specialmente nella sua seconda parte dedicata alla vita spirituale del vescovo. Prendendone spunto, il Card. Walter Kasper, che è intervenuto per presiedere una delle concelebrazioni, ha parlato del vescovo come “uomo delle beatitudini”. Particolarmente attesa anche la visita del Card. Giovanni Battista Re. Nel corso della concelebrazione da lui presieduta, il Prefetto della Congregazione dei vescovi ha espresso la sua gioia per questo Convegno che offre un’occasione propizia “non solo per approfondire il rapporto con Cristo, ma anche la fraternità tra i Vescovi”. Un aspetto – ha sottolineato – molto importante in questi tempi difficili. Spiritualità di comunione: l’incidenza nel sociale Catalizzatore di questa esperienza è stata la spiritualità di comunione che si coltiva nel Movimento dei Focolari e che porta frutti non soltanto in ambito ecclesiale, ma anche nel dialogo fra culture e religioni. “Qui non si tratta unicamente di un’esperienza spirituale, ma di un impulso che ha incidenza universale, anche nell’economia, nella politica, nel sociale”, ha constatato un vescovo svizzero, a commento delle efficaci videosintesi attraverso le quali i vescovi hanno potuto ripercorrere, decennio per decennio, i 60 anni da quando nel 1943 sono nati i Focolari. Una storia carica di speranza, perché – come hanno osservato i vescovi – testimonia che Dio, proprio in questo tempo in cui venti gelidi spengono in tanti la fede, è fortemente all’opera e prepara una nuova fioritura della vita evangelica. Apostoli del dialogo A concludere il Convegno, che ha messo in rilievo la forte convergenza fra gli orientamenti attuali della Chiesa e gli effetti suscitati dal carisma dell’unità, è stata una conversazione dei vescovi con Chiara Lubich in cui si è approfondito il significato dell’inedita espressione con cui Giovanni Paolo II aveva definito i Focolari nel suo messaggio per il 60? del Movimento: “apostoli del dialogo”, all’interno della Chiesa, fra le Chiese, con persone di altre religioni e con chi non crede. Tali hanno detto di voler essere i vescovi ora al ritorno nelle loro nazioni. (altro…)

INSIEME PER L’EUROPA per concorrere a dare un’anima al continente

INSIEME PER L’EUROPA per concorrere a dare un’anima al continente

Nel momento in cui si delinea l’unità dell’Europa, anche con l’ingresso di popoli dell’Est e del Sud del continente, Movimenti, Comunità e gruppi di varie Chiese e Comunità ecclesiali, per la prima volta nella storia, intessono un cammino di comunione e di collaborazione: insieme vogliono contribuire all’unità spirituale del continente, per un’Europa che attui la sua vocazione universale di pace e unità tra i popoli. Movimenti, Comunità e gruppi vogliono rendere visibile

  • una rete di fraternità che già si estende a tutto il continentee spezza nazionalismi e barriere storiche;
  • il rinnovamento a livello spirituale che si sta sviluppando dal Vangelo vissuto e che si manifesta in tanti settori della vita civile;
  • l’ apporto dei popoli per un’Europa dei cittadini.

In una grande manifestazione a STOCCARDA (Germania), al Palasport Hanns Martin Schleyer, in collegamento satellitare con incontri contemporanei in oltre 100 città europee. In programma interventi di fondatori e responsabili di Movimenti, Comunità e gruppi, tra cui: Chiara Lubich, Andrea Riccardi; i pastori evangelici Friedrich Aschoff, Ulrich Parzany e il padre ortodosso finlandese Heikki Huttunen. Attesi i contributi del Presidente della Comissione Europea, Romano Prodi, del Card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani e del Vescovo della Chiesa evangelico-luterana della Baviera, Johannes Friedrich. Numerose saranno le testimonianze di Movimenti, Comunità e gruppi in risposta alle domande fondamentali dell’oggi: la pace, un nuovo stile di vita che ponga gli europei in dialogo; l’integrazione di popoli e culture diverse; i valori della famiglia, la solidarietà con i più poveri in Europa e nel mondo. Prenderanno la parola anche i giovani: diranno il loro impegno e la loro ‘visione’ dell’Europa. Durante la manifestazione si alterneranno significativi momenti artistici che esprimeranno anche la ricchezza dei vari popoli. Parteciperanno tra gli altri: Judy Bailey, Albert Frey, Beatbetrieb, Gen Rosso, Gen Verde, Compagnia di balletto di Liliana Cosi e Marinel Stefanescu. La trasmissione satellitare sarà realizzata grazie al supporto tecnico di TELESPAZIO, CRC/Canada e MEDIA SPACE Alliance   (altro…)