Dic 20, 2000 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La voglia di vivere forti ideali di un giovane della Svizzera, a contatto con la testimonianza concreta e incisiva di due sacerdoti, trova la sua piena realizzazione nella riscoperta di Dio come Amore. Un tempo lontano dalla Chiesa, inizia a vivere l’avventura cristiana che lo porta a scoprire la chiamata al sacerdozio. Dieci anni fa, quando ancora non ero né praticante né credente, fui invitato da un amico ad una riunione nella mia parrocchia. Ricordo che quel giorno mi trovai in mezzo ad un gruppo di trenta giovani assieme a due sacerdoti che vedevo per la prima volta, poiché da anni non avevo più messo piede in chiesa. Tutto mi era estraneo. Gli argomenti di cui si parlava mi sembravano sorpassati e i due sacerdoti mi apparvero vestiti troppo bene per essere dei veri rivoluzionari perché, almeno io, così immaginavo dovessero essere dei buoni sacerdoti. Nonostante queste riserve, qualcosa in quella riunione mi attirava tanto che decisi di tornarvi un’altra volta. In quell’occasione un fatto apparentemente banale mi colpì profondamente: alla fine dell’incontro, quando si trattò di fissare l’appuntamento successivo, uno dei due sacerdoti si accorse di aver dimenticato la sua agenda nella stanza vicina. Disse appena una parola e il suo collega prontamente si alzò e gliela prese. Un fatto simile non l’avevo mai visto! Sentivo che tra quelle due persone ci doveva essere un rapporto particolare se si servivano a vicenda con tale naturalezza. Da quel momento capitavo spesso nella casa parrocchiale ed ogni volta si ripeteva per me la stessa esperienza: la loro vita di vera e profonda fratellanza mi toccava anche se non riuscivo a condividere le loro idee sulla religione e sulla Chiesa. Intanto continuavo a non andare a messa né sapevo ancora pregare: non avevo ancora trovato Dio. Invitato dai due sacerdoti qualche tempo dopo sono andato ad un convegno, e là finalmente ho scoperto il segreto di quella gioia che percepivo in loro: Dio, stesso! Di colpo mi sono reso conto che Dio era presente non solo tra coloro che, come quei sacerdoti, si amano sinceramente, ma anche nella Chiesa, nella vita ogni uomo, nell’eucaristia, dovunque. Sentivo con forza che lui solo ci poteva far felici. Ho deciso allora fare di dio l’ideale della mia vita. Così, cominciava per me una vita fino a poco tempo prima totalmente sconosciuta. Non sceglievo più i miei amici tra quelli più simpatici, ma cercavo quelli che erano soli, poco stimati. Non era più noioso andare a scuola, perché mi dava la possibilità di amare e di dare una mano a chi faceva fatica. Diventava naturale aiutare in casa per i diversi lavori o visitare una parente che in genere tutti evitavano. Altrettanto facevo con un signore che prima certamente mi avrebbe annoiato con i suoi racconti interminabili. Una volta sono stato seduto accanto a lui per 12 ore o più, solo per ascoltarlo e farlo contento. Vivendo così sperimentavo dentro di me una gioia mai conosciuta. Era Dio che incontravo dappertutto e che era diventato la risposta a tutte le mie domande. In Lui ho trovato la libertà. Se gli altri – in famiglia o a scuola – mi capivano o meno, non era più così importante, perché la mia casa, la mia famiglia ormai era un’altra: era Lui, prima di tutto. Per cui veniva spontaneo non andare magari ad una festa pur di poter partecipare alla messa e stare così con Dio. E pensare che ero diventato cristiano non per un discorso convincente e neppure per la semplice testimonianza! A capovolgere la mia vita era stato un Altro: Colui che, per l’amore, viveva fra quei sacerdoti. Tante sono state le tappe del cammino che ne è seguito. Dopo due anni circa, ho deciso di entrare in seminario, non perché il sacerdozio fosse diventato lo scopo della mia vita, ma perché avevo capito che quel Dio che avevo scelto mi voleva lì. Così in seminario l’avventura cristiana è continuata. Ero infatti convinto che non si trattava di vivere una lunga attesa per poi arrivare finalmente alla méta, ma di seguire Gesù momento per momento, facendo la sua volontà e vivendo per ogni fratello. (R. B. – Svizzera) (altro…)
Nov 27, 2000 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Incastonato in uno dei più straordinari paesaggi spagnoli, si erge il celeberrimo monastero benedettino fondato nel 1025 e ricostruito a più riprese. Nella basilica di Santa Maria è custodita la bella statua romanica della Mare de Dèu, patrona della Catalogna. I monaci di Montserrat vengono considerati i primi depositari della cultura e delle tradizioni di questa regione spagnola.
Chiara Lubich è stata invitata dall’abate, padre Soler, a parlare a circa 400 monaci e suore, abati e badesse di una trentina di congregazioni. Presente anche il vescovo Vives, segretario della Conferenza Episcopale della regione catalana. L’abate introduce Chiara esprimendo parole di accoglienza e fraternità. Chiara approfondisce il motivo dell’incontro a cui era stato dato il titolo: “Comunione nella Chiesa: unità tra nuovi e antichi carismi”. Dopo aver parlato dei fondamenti della spiritualità dell’unità, mette in evidenza le somiglianze tra la famiglia benedettina e quella focolarina, come il rilievo dato da entrambe al “Vangelo che si vuole vivere” , e “l’idea di fare della vita un ‘santo viaggio’ “. E’ seguito un profondo dialogo tra i religiose e le religiose presenti e Chiara Lubich. Il vescovo mons. Vives, a conclusione dell’incontro, da lui definito “un momento intenso”, ha espresso una sua aspettativa: “Mi aspetto tantissimo da questo carisma di unità e di comunione: è una chiamata profonda alle nostre Chiese ad aprirsi e ad essere capaci di accogliere la dimensione profonda che l’altro porta”. L’incontro è avvenuto durante la visita di Chiara Lubich in Spagna, dal 26 novembre al 9 dicembre 2002, scandita anche dalla visita ai luoghi dei grandi santi spagnoli: Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, che, con i loro scritti, hanno ‘segnato’ nel tempo la storia del Movimento. (altro…)
Nov 15, 2000 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
“Perché Francesco d’Assisi affascina ancora e non lascia dormire in pace? Perché invita ciascuno: Tocca a te dare carne al Vangelo oggi, con audacia e senza esitazioni”. Così il Ministro generale dei minori francescani, padre Giacomo Bini, intervenuto ieri nella Basilica di San Francesco ad Assisi. Un ritorno alle radici della spiritualità di Francesco e Chiara d’Assisi, per mantener vivo lo spirito di Assisi. Non solo. Quello di ieri è stato un incontro tra la famiglia francescana e il Movimento dei Focolari dal titolo: “Carismi in dialogo e in comunione nella Chiesa”. Padre Bini ha comunicato con efficacia l’attualità e il fascino della radicalità del Vangelo di Francesco e Chiara che ha ispirato lungo i secoli numerose famiglie religiose di vita contemplativa e attiva, affascinato laici, giovani. Le molte testimonianze che si sono susseguite ne hanno mostrato la grande vitalità a tutt’oggi.
Chiara Lubich ha narrato poi la sua esperienza personale, da cui è sgorgata una nuova spiritualità nella Chiesa, la spiritualità dell’unità. Ha aperto squarci luminosi nel parallelo tra le due spiritualità, passando poi a parlare dei frutti della comunione avviata dalla Pentecoste ’98 tra i nuovi carismi. Ha quindi prospettato un più profondo cammino di comunione anche tra carismi antichi e nuovi, perché “l’aspetto carismatico della Chiesa acquisti nuovo vigore nell’unità piena e cordiale con l’aspetto istituzionale”. “Ne scaturiranno – ha detto – frutti mai visti”.
INTERVISTA della Radio Vaticana al MINISTRO GENERALE P.Giacomo Bini, OFM:
Padre Bini – E’ stato un incontro straordinario di dialogo tra la famiglia francescana e il Movimento dei Focolari, dove, con mia sorpresa, mi sono trovato la basilica pienissima, con la presenza di giovani e meno giovani, e con un’attenzione assolutamente unica. Quindi si è notato veramente che la gente vuole, aspetta da noi qualche cosa di profondo, qualche cosa di vero, di autentico, di vita cristiana vissuta. D. – Quale significato può avere l’approfondimento di questa comunione per la Chiesa del Terzo Millennio? R. – Credo che sia molto importante iniziare questo Terzo Millennio sotto il segno del dialogo dei carismi nella Chiesa, sia quelli che hanno un po’ di storia, sia quelli che nascono oggi, perché noi, famiglia francescana, con la sua storia, possiamo diventare un po’ pesanti, mentre i nuovi carismi di oggi ci richiamano un po’ i segni dei tempi, la capacità di riattualizzarci e di rivivere oggi il nostro carisma con entusiasmo e con generosità. D. – Dal suo intervento e dal discorso di Chiara Lubich, sembrava di cogliere in modo nuovissimo lo zampillare vivo dello Spirito nella Chiesa… R. – Ci siamo trovati subito in sintonia – così mi ha detto anche Chiara – perché sia il carisma dei Focolari, sia il carisma francescano non sono altro che questa trasparenza che ci mette in rapporto diretto con il Vangelo, senza troppi indugi o paure. Oggi abbiamo tanta paura, invece Francesco ci dice anche oggi che è possibile, che il Vangelo non è un libro ma è vita. (altro…)
Feb 21, 2000 | Chiesa, Spiritualità
“Nel corso del vostro incontro un posto privilegiato occupa la riflessione sulla preghiera di Gesù all’ultima cena ‘affinché tutti siano una cosa sola’. Fedeli alla spiritualità dell’unità ed attraverso un costante scambio di esperienze, proseguite nella vostra missione di costruttori di comunione all’interno delle Conferenze episcopali, insieme al presbiterio e nelle comunità diocesane. Mentre auguro ogni buon esito alla vostra riunione, accompagno i miei voti con la preghiera al Signore e a Maria, Madre dell’Unità”. Queste le parole pronunciate dal Santo Padre all’Udienza generale che ha segnato il culmine del 24° Convegno spirituale dei Vescovi amici del Movimento dei Focolari, svoltosi dal 19 al 25 febbraio al Centro Mariapoli di Castelgandolfo Esperienza di comunione “Chiesa nel terzo millennio: segno e strumento di unità” il tema che è stato sviluppato in questo Convegno promosso dal Card. Miloslav Vlk, arcivescovo di Praga attraverso una grande varietà di temi di spiritualità, contributi teologici, esperienze pastorali e personali, dialoghi plenari o in gruppi linguistici, momenti ricreativi e le concelebrazioni eucaristiche che concludevano ogni giornata. I 106 Vescovi, provenienti da oltre trenta paesi di ogni parte del mondo, hanno respirato insieme un’aria festosa e distesa di profonda comunione che in ultima analisi è stata esperienza del Cristo vivente. Per il futuro della Chiesa Il tema dell’unità è stato introdotto da un intervento di Natalia Dallapiccola, una delle prime compagne che con Chiara Lubich ha iniziato il Focolare. “Secondo la nostra esperienza – ha detto – il cammino verso l’unità passa per un amore reciproco vissuto con radicalità evangelica, fino a posporre il proprio io per l’altro, affinché Gesù stesso possa vivere in mezzo a ‘due o più che sono riuniti nel suo nome’, nel suo amore, come da Lui promesso”. Successivamente, due meditazioni teologiche proposte da Piero Coda e P. Jésus Castellano hanno delineato il volto della Chiesa del III millennio come “icona della Trinità” ed hanno evidenziato lo stile pastorale che ne deriva. Uno degli argomenti trattati è stato l’ecumenismo, considerato parte dei compiti imprescindibili di ogni Vescovo. Si sono evocati passi recenti come la Dichiarazione cattolico-luterana sulla dottrina della giustificazione ad Augsburg e la celebrazione ecumenica per l’apertura della Porta Santa a San Paolo fuori le mura. E si è parlato di spiritualità ecumenica. Toccante, per i Vescovi, la testimonianza di una laica e un sacerdote, entrambi focolarini anglicani, che hanno riferito dei riflessi della spiritualità dell’unità nella loro vita e nella loro Chiesa. Ma anche altri dialoghi, proposti dal Concilio Vaticano II, sono stati approfonditi da riflessioni ed esperienze di grande attualità. Nella scia del Giubileo Chiara Lubich, nel suo intervento, ha schiuso prospettive forti e luminose su salute e malattia, anzianità, morte, risurrezione, come esperienze fondamentali dell’esistenza cristiana, tematiche di particolare rilevanza in questo Anno giubilare che ha per centro il mistero dell’incarnazione. “Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole – ha affermato – ma la voce del dolore, magari sorda e sconosciuta agli altri, del dolore offerto per amore è la parola più forte, quella che ferisce il Cielo”. Nella prospettiva cristiana, infatti, la malattia non è semplice disfacimento, ma gradino verso la Vita, prova in vista della Prova finale. E “non è per fare pensieri neri, ma d’oro, che pensiamo alla morte”, perché la morte non è che l’incontro con il Signore. Un arcivescovo indiano, che partecipava per la prima volta al Convegno, riassumeva così la sua impressione: “Sono convinto che una spiritualità dell’unità, vissuta da tutto il Popolo di Dio, è il futuro della Chiesa.” (altro…)
Gen 27, 2000 | Chiesa
Ho appreso con gioia che il prossimo 22 gennaio, in occasione del Suo 80° genetliaco, l’Amministrazione Comunale di Roma intende conferirle solennemente la cittadinanza onoraria. In tale felice ricorrenza, desidero farle giungere anch’io fervidi auguri di ogni bene, mentre mi unisco al Suo rendimento di grazie a Dio per l’inestimabile dono della vita. Dopo averla chiamata con il Battesimo a diventare sua figlia amata, Egli ha voluto unirla più intimamente a Cristo povero, casto e obbediente mediante la totale consacrazione al suo amore, per essere con cuore indiviso messaggera di unità e di misericordia tra tanti fratelli e sorelle, in ogni angolo del mondo. Sulle orme di Gesù, crocifisso e abbandonato, Ella ha dato vita al Movimento dei Focolari, per aiutare uomini e donne del nostro tempo a sperimentare la tenerezza e la fedeltà di Dio, vivendo tra loro la grazia della comunione fraterna, così da essere annunciatori gioiosi e credibili del Vangelo. Mentre affido alla protezione di Maria, Madre dell’unità, la Sua persona ed il bene compiuto in questi lunghi anni, invoco su di Lei la forza e la luce dello Spirito Santo perché possa continuare ad essere testimone coraggiosa di fede e di carità non soltanto tra i Membri dei Focolari, ma anche tra tutti coloro che incontra sul Suo cammino. Nel rinnovare cordiali voti di giorni, sereni e illuminati dalla grazia divina, Le imparto di cuore, in segno di costante affetto, una speciale Benedizione Apostolica, volentieri. estendendola a quanti Le sono cari. Joannes Paulus II (altro…)
Giu 10, 1999 | Chiesa
… Il Convegno di Speyer – hanno sottolineato i promotori – è frutto della comunione che sta nascendo tra i movimenti. “Troviamo – ha osservato Chiara Lubich, presidente del Movimento dei Focolari – un’attesa incredibile per questa comunione, grande entusiasmo”. Chiara ha ricordato gli effetti suscitati dall’incontro di Pentecoste a Roma: “Ogni indifferenza reciproca era sparita, ogni prevenzione svanita, ogni resistenza sciolta”. Simili iniziative si sono ripetute quest’anno nelle varie chiese locali, alla presenza del vescovo. “Il nostro cuore – ha detto Chiara – si è allargato maggiormente su tutta la Chiesa, alla quale è stato donato ogni carisma. Con gioia si è vista nelle giornate l’occasione di svelare ciò che la Chiesa particolare ha nel suo seno: queste nuove forze, non sempre conosciute, perché ne goda e prenda nuovo coraggio”. da SIR 44 – 9.VI.1999 – pag.16 (altro…)