Ott 31, 2005 | Cultura
Il libro di Michele Zanzucchi si snoda nel racconto della storia di Carlo e Alberto, che hanno coltivato una splendida amicizia, aperta e alimentata da un obiettivo comune: portare a tutti il dono dell’ideale evangelico che li aveva affascinati. (…)
Le vite di questi due giovani sono state stroncate prematuramente. Alberto, studente in ingegneria, intelligente, sportivo, innamorato della montagna, durante un’ascensione rimane vittima di una caduta in un canalone ghiacciato; a Carlo, studente in agraria, mentre stava facendo il servizio militare, viene diagnosticato un tumore tra i più maligni. Il racconto di Michele Zanzucchi ci aiuta a leggere i fatti diversamente, nulla togliendo alla loro umana crudezza. La vita dei due giovani aveva raggiunto la pienezza pensata da Dio creandoli, fino ad irradiare una bellezza esemplare.
Il loro desiderio era mettere Dio al centro della propria vita. L’intesa e l’amicizia loro aveva quindi radici profonde. Il poter affrontare insieme problemi e difficoltà di ogni giorno, li aiutava a vivere i momenti difficili e a superare la tentazione di fermarsi e lasciar perdere. Tante volte hanno ricominciato, tante volte hanno sperimentato la rinascita sempre nuova della vita in loro e attorno a loro. (…)
Ancora oggi, a distanza di anni, il loro esempio trascina. “Alberto e Carlo – dicono quelli che li hanno conosciuti – sono come due conto correnti sempre aperti in cui continuano a maturare gli interessi!”. (dalla prefazione, del card. Tarcisio Bertone, Arcivescovo di Genova) A 25 anni dalla loro ‘partenza’ per il Cielo, nell’Abbazia di S. Siro di Struppa, a Genova, il 2 ottobre scorso, alla fine di una Celebrazione eucaristica, è stato annunciato che presto sarà avviata la causa di Beatificazione di Carlo Grisolia e Alberto Michelotti. Per informazioni, ci si può rivolgere al Comitato a loro intitolato: e-mail: comitato@albertoecarlo.it (altro…)
Ott 30, 2005 | Cultura
Editoriale
UNA CHIAVE DI LETTURA DELL’ATEISMO DELL’OCCIDENTE – di Giuseppe Maria Zanghì – L’Autore riprendendo alcune affermazioni di A. Glucksmann nel suo ultimo libro, La troisième mort de Dieu (Paris 2004), si propone di cercare una risposta alla domanda sul perché l’Occidente, in particolare l’Europa, ha dato vita ad una cultura che in realtà ha fatto di Dio un problema irrisolvibile, fino a gettare l’uomo in una solitudine paurosa senza un orizzonte unitario, che renda possibile un nostro parlare che non sia una serie di monologhi lucidi, intelligenti, colti, ma sempre e solo monologhi. Da qui un’altra domanda: può il credente cercare di comprendere questo fenomeno inquietante e drammatico del mondo contemporaneo – e che lo connota per buona parte – che va sotto il nome di ateismo di una cultura intera?
Nella luce dell’ideale dell’unità
QUALE FUTURO PER UNA SOCIETÀ MULTICULTURALE, MULTIETNICA E MULTIRELIGIOSA?– di Chiara Lubich – Riportiamo il testo dell’intervento tenuto il 19 giugno 2004 presso la Westminster Central Hall di Londra in occasione della “Giornata aperta” promossa dal Movimento dei Focolari. IL PROBLEMA DELLA CONOSCENZA – di Pasquale Foresi – Il problema della conoscenza che l’Autore affronta sinteticamente presenta due aspetti intimamente collegati fra loro. Il primo concerne il meccanismo del processo conoscitivo e cioè la dinamica con la quale noi veniamo a conoscere il mondo esterno così come ci si presenta e, di conseguenza, il modo con cui giungiamo a formulare giudizi corrispondenti alla realtà. Il secondo riguarda il valore della conoscenza e cioè se noi siamo in grado di conoscere o meno oggettivamente la realtà così come ci si presenta. Vengono, pertanto, richiamate per grandi linee tre scuole filosofiche emblematiche per evidenziare le diverse soluzioni che, nel corso della storia del pensiero, sono state proposte al problema gnoseologico.
Saggi e ricerche
EDUCAZIONE E SVILUPPO DEL SENSO D’AUTOEFFICACIA NELLA RELAZIONE CON SÉ E CON L’ALTRO – di Michele De Beni – Il mondo della scuola italiana in questi ultimi anni si sta preparando ad affrontare significative trasformazioni che riguardano strutture, tempi e contenuti d’insegnamento. L’Autore, partendo dalla costatazione che sempre più frequentemente nella prassi scolastica l’attenzione si sta spostando su problematiche riguardanti l’organizzazione, la struttura e l’efficienza del sistema, mette in evidenza il rischio che si perdano di vista i nodi di più ampie questioni, riguardanti finalità, obiettivi, contenuti e metodi, che a loro volta richiedono inquadramenti e riflessioni di natura squisitamente pedagogica. Sottolinea, poi, come sia urgente cercare una rifondazione del dibattito entro un quadro antropologico, filosofico e culturale più elevato di quello in cui a volte si tende a rinchiudere i termini delle Riforme scolastiche. METZ YEGHERN, IL GRANDE MALE – II – di Giovanni Guaita – Nella seconda parte di questo studio l’autore traccia un bilancio del genocidio degli armeni e individua le responsabilità politiche e penali delle autorità turche, dei loro alleati e delle potenze, mettendo in evidenza anche alcuni casi di “disobbedienza civile” di funzionari e privati cittadini turchi e curdi. Il genocidio degli armeni è inserito nel quadro più vasto dell’olocausto anche di altri cristiani sudditi ottomani durante la guerra mondiale; si analizza poi la situazione della chiesa armena durante e dopo il genocidio, l’aiuto delle altre chiese e di filantropi laici quale fu Fridtjof Nansen. L’autore riflette poi sul riconoscimento del genocidio in sede internazionale, sul negazionismo turco e le sue pesanti conseguenze e sul recente interesse di parte della società civile turca contemporanea nei confronti di questa pagina oscura della storia nazionale. Il Metz Yeghern è infine messo in relazione alla Shoah e considerato nelle sue conseguenze per la storia e la cultura del popolo armeno. LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL’ARTE – di Michel Pochet – Riportiamo la «Lezione Inaugurale» dell’anno accademico della facoltà di Arte a Heredia e in due altre sedi dell’UNA (Università Nazionale del Costa Rica), Nicoya e San Isidro. L’autore invitato da Mario Alfagüel, compositore costaricano e professore all’UNA, in occasione della prima dell’opera musicale composta su sette poesie del suo libro di poesie Albero di fuoco, presenta in un ambiente accademico e laico la metafora della «luce e dei colori» di Chiara Lubich sottolineando come in questa «visione estetica del mondo» l’Arte e la dimensione sociale siano viste nella stessa luce. TESTIMONE DI NOVITÀ: VIRGINIA GALILEI E LE SUE LETTERE AL PADRE – di Maria Chiara Milighetti – Il «caso Galilei» ha suscitato da sempre una molteplicità di suggestioni e di interpretazioni. Si tenta qui di guardare all’affaire con gli occhi della figlia del noto scienziato, Suor Maria Celeste, riscoprendo nuovi scenari interpretativi alla luce del carteggio con il padre e dei rapporti intessuti con i discepoli. E’ infatti necessario integrare ed arricchire la storia a partire dalle fonti dirette, dalle testimonianze di chi quelle vicende le vide, ne fu artefice o le subì e, al tempo stesso, sottolineare che, sebbene la questione galileiana sia stata a tratti definita come un’occasione mancata, come un errore, un fallimento, una sconfitta, da quella profonda frustrazione delle coscienze, dalla prostrazione delle menti e degli animi, scaturì un’umanità trasfigurata, più consapevole e disincantata. E la vecchia immagine di «filosofo della natura» cedette il posto ad un uomo riplasmato dal «dolore della ragione». LA MUSICA E IL SACRO – di Pierangelo Sequeri – Che esista un legame arcaico e millenario della musica con il sacro sembra un’evidenza piuttosto scontata. Magari i contorni di questo nesso risultano un po’ sfocati e difficili da precisare: anche perché l’origine appare, in entrambi i casi, assai oscura. Comunque sia, nella storia universale del mito e del rito il vincolo è documentato e palese. La regolata ed efficace ripetizione dell’energia originaria è in ogni culto associata alla scansione del ritmo, alla modulazione del suono, all’armonia della parola, del gesto, della rappresentazione. E i racconti simbolici dell’inizio contengono in molti modi l’evocazione del magico legame tra la forma sonora e il principio divino.
Spazio letterario
POESIE – di Egidio Santanché – Volentieri pubblichiamo alcune delle poesie che continuano ad esserci inviate.
Per il dialogo
UNA RELAZIONE RISPETTOSA. INTERVISTA A MONS. HENRI TEISSIER – di Michele Zanzucchi – Riportiamo l’intervista a mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri. Sacerdote dal 1955, mons. Henri Teissier ha studiato a Rabat, Parigi, il Cairo, Aix-en-Provence. Vescovo di Orano dal 1972 al 1981, è stato coadiutore ad Algeri fino al 1988, allorché è stato nominato arcivescovo della capitale algerina. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni, tra cui Eglise en Islam (1984), Lettres d’Algérie (1998) e Chrétiens d’Algérie, un partage d’espérance (2002).
Libri
I FUOCHI DEI KELT DI GIOVANNI D’ALESSANDRO – di Giovanni Casoli – Nel gran mare dei romanzi pseudo–storici trovare un romanzo storico degno di questo nome – che è nome difficile e rarissimo basta dire I promessi sposi e Guerra e pace –, è come trovare il classico ago nel pagliaio. Ci si riesce con Giovanni D’Alessandro perché ha scritto un vero romanzo storico, come può fare solo chi, oltre all’indispensabile talento letterario, ha una grande vera competenza storico-documentale, con conoscenze di primissima mano, e una precisa e duttile sensibilità artistica nel raccordare questa a quello, cioè l’autentica conoscenza culturale all’autentico talento narrativo della particolare specie che occorre per i fatti storici. I fuochi dei Kelt racconta i fatti della guerra gallica nel 52 a.C.., sulla base di puntuali riferimenti di passi del De bello gallico che diventano sorgenti e impulsi per l’invenzione letteraria dei grandi e piccoli eventi raccontati. NUOVA UMANITÀ XXVII – Settembre – Ottobre – 2005/5, n.161 SOMMARIO (altro…)
Set 15, 2005 | Cultura
E’ un vero onore e piacere per me essere oggi qui tra voi in rappresentanza di Chiara Lubich, fondatrice e presidente del Movimento internazionale dei Focolari. E’ qualcosa di più di una profonda amicizia che lega Chiara Lubich al prof. Barber: è una reciproca condivisione d’intenti.
Fin dalla prima Giornata dell’Interdipendenza a Filadelfia, si è evidenziato quanto lo scopo generale del Movimento dei Focolari: “contribuire all’unità della famiglia umana”, potesse fortemente sostenere gli ideali dell’Interdipendenza. Chiara Lubich vede la fraternità universale come radice e garanzia di una vera interdipendenza fra i popoli. I recenti tragici eventi del mondo sottolineano quanto essa sia l’insostituibile pegno di un futuro di pace. L’interdipendenza fraterna necessita però l’apporto di tutte le forze, non solo politiche, ma certamente anche culturali e spirituali. Il titolo scelto per questa terza Giornata dell’Interdipendenza, “L’arte e la cultura al cuore dell’ Interdipendenza”, ha avuto una forte risonanza in me, quale segno profetico. Si era negli anni sessanta quando, ballerina della Scala di Milano, in partenza per un periodo di studi al Teatro Bolshoi di Mosca, incontrai il Movimento dei Focolari. Il suo stile di vita ha spalancato davanti a me orizzonti nuovissimi, che possono essere espressi in queste parole di Camus: “ …colui che ha scelto il destino d’artista perché si sentiva diverso, ben presto imparerà che non può nutrire la sua arte e la sua stessa diversità che riconoscendo la sua similitudine con gli altri. L’artista si forgia in questo perenne andirivieni fra se stesso e gli altri; a mezza strada tra la bellezza da cui non può astrarsi e la comunità dalla quale non può sottrarsi”. Attraverso la mia lunga carriera internazionale, ho potuto sperimentare quanto il rapporto, la fraternità, siano stati fonte d’ispirazione, ad esempio nella creazione di una scuola internazionale di balletto classico a livello professionale, in collaborazione con un ballerino rumeno, con la scoperta sempre sorprendente dell’arricchimento reciproco che risulta del distaccarsi dalla propria ispirazione e cultura per accogliere quella dell’altro. Ma questo paradigma della fraternità ha anche fatto nascere, in seno al Movimento dei Focolari, iniziative e incontri tra artisti di diverse età, tendenze e culture, che vivono uno scambio di talenti, ispirazioni e realizzazioni; queste iniziative sono particolarmente sentite dai giovani, che aspirano a nuove espressioni artistiche, aperte al trascendente. Chiara Lubich ebbe un’espressione singolare a questo proposito “ (…) l’artista è forse il più vicino a Dio… egli è capace di trasmettere quanto è più bello sulla terra: l’anima umana”. Il Movimento dei Focolari vorrebbe contribuire allo svelarsi dell’alta vocazione dell’artista, che gli chiede di attingere nella sua anima – dilatata dall’amore, dalla comunione con gli altri – un’arte testimone della sofferenza e dell’angoscia dell’umanità, ma anche rivelatrice delle sue aspirazioni più profonde e dell’infinito che ogni uomo porta in sé; un’ arte segno di speranza per il mondo. (altro…)
Ago 30, 2005 | Cultura
Editoriale
L’EREDITÀ DI GIOVANNI PAOLO II – È difficile, oggi, fare un bilancio e offrire una lettura prospettica del lungo pontificato di Papa Wojtyła, non solo perché siamo ancora troppo a ridosso degli avvenimenti, ma soprattutto perché la sua opera e la sua figura sono gigantesche. Ci limitiamo qui a mettere in rilievo alcune chiavi di lettura della sua ricchissima eredità: la ripresa del magistero conciliare a partire dal riconoscimento dell’uomo come «via della Chiesa»; i gesti profetici che hanno accompagnato la Chiesa e rischiarato il paesaggio del mondo all’alba del terzo millennio; il «duc in altum!» della santità e della spiritualità di comunione come programma di vita del popolo di Dio; il magistero della testimonianza e della croce che ha toccato il cuore di tutti.
Nella luce dell’ideale dell’unità
GESÙ IN MEZZO A NOI. RENDERE VISIBILE LA PRESENZA DEL RISORTO NELLA CHIESA – di Chiara Lubich – Riportiamo questa meditazione, dal taglio insieme ecclesiologico e vitale che tratta della presenza di Cristo tra coloro che sono uniti nel suo nome, proposta a un gruppo di vescovi di varie Chiese cristiane durante il loro ultimo convegno ecumenico ad Istanbul (23 novembre – 1 dicembre 2004). L’argomento, che è tema di approfondimento dell’intero Movimento dei Focolari durante quest’anno, mette a fuoco nella prima parte la rilevanza ecclesiologica di tale presenza mentre, nella seconda, rievoca la forza travolgente e il fascino delle scoperte e delle implicazioni di tale promessa di Gesù agli esordi del Movimento. GESÙ IN MEZZO A NOI – di Pasquale Foresi – Pubblichiamo il testo di una conversazione tenuta durante l’annuale incontro internazionale dei focolarini il 5 dicembre 2004 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo. LA SOCIALITA’ DI GESÙ IN MEZZO – di Igino Giordani – In ideale continuità con l’argomento dei due contributi precedenti riproponiamo la trascrizione di una conversazione tenuta da Igino Giordani nell’ottobre 1975 ad un gruppo di membri del Movimento dei Focolari di cui è stato confondatore. In essa Giordani spazia a ruota libera con lo stile tipico del suo inconfondibile parlare, facendo riferimento a situazioni e avvenimenti relativi al particolare momento storico e all’esperienza e alla vita del Movimento.
Saggi e ricerche
IL “DE DEO” DI SAN TOMMASO D’AQUINO – I – di Piero Coda – La teologia trinitaria di San Tommaso d’Aquino ha ancora oggi qualcosa d’importante, e forse anche di essenziale, da insegnarci? e, d’altra parte, è utile una lettura in presa diretta della sua teologia, cercando di farne sprigionare a nuovo la logica profonda e il significato complessivo? L’impresa – come ha sottolineato J.-P. Torrell – appare oggi necessaria e promettente. Dopo aver richiamato qualche dato essenziale a proposito del contesto sociale e culturale, spirituale ed ecclesiale, entro il quale sboccia e prende forma la vocazione teologica del Doctor communis, questo primo articolo accosta due suoi scritti: la lezione inaugurale Rigans montes, da lui pronunciata a Parigi nella primavera del 1256, nel momento della sua promozione a magister, e il sermone Exiit qui seminat tenuto parecchi anni dopo, probabilmente nel febbraio del 1270, tre anni prima della sua morte. I due testi sono assai interessanti non solo perché mettono in risalto la concezione che Tommaso ha del suo ministero teologico in rapporto al carisma domenicano di cui sarà il geniale interprete, ma anche perché espongono il significato specifico e originale della vocazione a contemplari et contemplata aliis tradere. METZ YEGHERN, IL GRANDE MALE – I – di Giovanni Guaita – Pubblichiamo (in due puntate) un ampio studio sul genocidio degli armeni. In questa prima parte l’autore traccia il quadro storico del genocidio iniziato già con le stragi del sultano Abdul-Hamid II, realizzato soprattutto dal governo dei Giovani Turchi e infine portato a compimento dai kemalisti di Mustafa Atatürk. I tremendi avvenimenti del genocidio sono situati nel complesso intreccio storico del tramonto dell’impero ottomano, della prima guerra mondale e dell’avvento della nuova Turchia e sono considerati nel contesto politico del mutamento degli equilibri strategici internazionali e dell’imporsi di ideologie nazionalistiche di tipo diverso (islamismo degli ultimi sultani, panturanismo dei Giovani Turchi, nazionalismo kemalista). Sullo sfondo cupo delle stragi risaltano le figure di “giusti” di vari popoli che in modi diversi si impegnarono in difesa degli armeni. FIGLIO DELLA TERRA, FIGLIO DEL CIELO. FEDE E SCIENZA NELLA PROSPETTIVA ESCATOLOGICA DEL PENSIERO DI TEILHARD DE CHARDIN – di Sergio Rondinara – Il 10 aprile 1955, giorno della Pasqua di Risurrezione, moriva Pierre Teilhard de Chardin. Gesuita e paleontologo, fu una delle figure religiose più ammirate e discusse del Novecento, i cui scritti hanno influenzato considerevolmente il pensiero cattolico nei venticinque anni seguiti alla sua morte. Il suo itinerario intellettuale e spirituale può essere riassunto nel tentativo di riconciliare la Chiesa con il mondo moderno, ed in particolare in una riconciliazione – attraverso una sintesi personale – tra la visione scientifica e quella religiosa del mondo. Sintesi che ha inaugurato un percorso per tutti coloro che dopo di lui avrebbero intrapreso la stessa ricerca. Nel cinquantesimo della scomparsa l’A. vuole ricordarlo ripercorrendo sinteticamente l’itinerario del suo pensiero per dire a Padre Teilhard la propria gratitudine per averci sospinto a contemplare il Creato in Dio e Dio nel Creato e per averci indirizzato a «veder Dio in tutto, e tutto in Dio». FELICITÀ, ECONOMIA E BENI RELAZIONALI – di Luigino Bruni – Il nesso tra economia e benessere soggettivo o felicità è un campo di indagine che occupa sempre più l’interesse delle scienze sociali. Il presente saggio si occupa del cosiddetto «paradosso della felicità», una espressione con la quale si vuole la non correlazione, che si riscontra in molti paesi industrializzati, tra aumenti di redditi e benessere soggettivo. L’autore, dopo aver presentato il dibattito teorico, offre una propria spiegazione del paradosso, basata sul concetto di «bene relazionale». LA SFIDA DEL RAPPORTO. L’INTERPRETE E LE SUE RELAZIONI – di Enrico Pompili e Paolo Vergari – Anche se i musicisti sono abituati ad esprimersi attraverso note musicali più che con parole, un gruppo di essi ha voluto provare a dire e scambiare parole sulla musica in occasione di un convegno che si è svolto a Castel Gandolfo il 28-29 febbraio 2004. Riportiamo qui uno degli interventi in cui due pianisti danno uno sguardo a quelle relazioni che costituiscono e determinano il «fatto musicale»: Compositore-Interprete, Interprete-Pubblico, Interprete-Strumento. DUE BREVI RIFLESSIONI – di Giovanni Casoli – Nella prospettiva di contribuire a fare chiarezza nella confusione dei linguaggi quotidiani, l’autore propone due brevi ma pregnanti riflessioni, su questioni importanti e vitali come la “fede” e il “matrimonio”.
Spazio letterario
POESIE – di Andrea Paganini – Volentieri pubblichiamo alcune delle poesie che continuano ad esserci inviate.
Per il dialogo
SPIRITUALITÀ EBRAICHE E SPIRITUALITÀ CRISTIANE: PERCORSI DIVERSI – METE COMUNI? – di Joseph Sievers – Nell’affrontare eventuali rapporti tra una vita basata su principi religiosi ebraici e principi religiosi cristiani si possono scegliere varie piste. Il primo requisito, però, è quello di essere consci dei linguaggi diversi. Ad esempio il termine “spiritualità” è di chiara provenienza cristiana, mentre solo secondariamente viene usato anche nell’ebraismo. Un approccio che può essere a volte fruttuoso è quello narrativo, a partire dalle esperienze vitali. L’autore descrive incontri personali e letterari con persone e scritti in ambito ebraico e cristiano che sembrano indicare delle possibilità di sostegno reciproco, di convergenze e di cooperazione per il bene dell’umanità – senza intaccare le identità distinte di ebrei e cristiani.
Libri
DA EDIPO A CRISTO. APPUNTI PER UNA LETTURA DEL RACCONTO UNA VALIGIA DI CUOIO NERO DI ELENA BONO – di Daniele Capuano – La grande opera di Elena Bono, laziale di nascita e ligure di adozione (racconti, romanzi, poesie, drammi, traduzioni, saggi), inizia solo ora ad essere giustamente riconosciuta come l’espressione più alta, nella letteratura italiana del dopoguerra, di una meditazione totale sulla storia dell’uomo: non la mera storia della storiografia, che ne è semmai il materiale, ma, in una ripresa dell’interrotto percorso manzoniano, il doloroso itinerarium di ogni individuo alla pienezza della Persona. In quest’opera c’è un sole nero, un racconto perfetto in cui la scrittrice, testimone partecipe e amorosa della Resistenza ligure all’occupazione nazista, assume omericamente la voce di un tedesco, e rende l’orrore miracolosamente trasparente alla Misericordia. NUOVA UMANITÀ XXVII – Maggio- Agosto – 2005/8, n.159-160 SOMMARIO (altro…)
Giu 9, 2005 | Cultura
Il premio Dom Hélder Câmara per la Stampa 2005 è stato assegnato all’editrice brasiliana Cidade Nova, del Movimento dei Focolari, in riconoscimento alla sua linea editoriale che evidenzia “la comprensione fra i popoli e il diritto di ogni cittadino, secondo le esigenze della libertà e del bene comune, della giustizia e della solidarietà, della dignità e qualità di vita della persona”.
Erano questi i temi per l’edizione 2005 del Premio promosso dalla Conferenza episcopale brasiliana, in “risposta al desiderio di Giovanni Paolo II che i mezzi di comunicazione contribuiscano ad un dialogo autentico e ad una conoscenza reciproca tra i popoli, portando alla comprensione, alla giustizia e alla pace duratura”, come si legge nel regolamento del concorso.
Cidade Nova ha partecipato al Premio con i seguenti titoli: “Io sono haitiano”; “Il mondo non ha votato Bush”; “Perché la barbarie non si ripeta”, sulle torture ai militari iracheni; “Economia come vocazione alla fraternità”, sulla comunione nell’economia; “Tragedia e solidarietà dal vivo”, a proposito dello Tsunami; “Pietre vive in Terra Santa”, il lavoro per la pace a Gerusalemme; “Democrazia preventiva invece di guerra preventiva”, riguardo alla lotta contro il terrorismo.
Per Ekkehard Schneider, direttore e presidente dell’Editrice Cidade Nova, la Menzione Speciale del Premio Câmara rappresenta “la conferma di essere in sintonia con la linea indicata dalla Chiesa ai mezzi di comunicazione, una linea orientata alla fraternità, alla giustizia e alla pace”.
Il complesso editoriale Cidade Nova è composto dalla casa editrice e dalla rivista mensile. Con circa 30.000 abbonati in tutto il Brasile e all’estero, Cidade Nova, è l’edizione brasiliana della rivista Città Nuova, pubblicata in 35 edizioni di 22 lingue, il cui obiettivo è diffondere la cultura della fraternità.
Mag 3, 2005 | Cultura
“Un volo possibile”
Questo volo è stato sperimentato a Loppiano: per primi, i giovani che vogliono fare impresa. Un centinaio, si sono confrontati con quanti già operano nel campo dell’imprenditoria, in gruppi di lavoro. E lo scambio è diventato dono: gli imprenditori hanno dato la propria esperienza, anche sofferta, e i giovani, con il loro entusiasmo e la curiosità li hanno spronati a vivere con ancor maggiore radicalità gli ideali di Economia di Comunione. “Dai giovani abbiamo ricevuto molto più di quanto abbiamo dato” ha commentato un imprenditore.
La fraternità, il “di più” dell’imprenditore EdC
I workshops sono stati preparati dagli interventi di Cecilia Cantone Manzo, presidente della E. di C. s.p.a., società di gestione del Polo imprenditoriale Lionello Bonfanti, e del Prof. Luigino Bruni, che ha tratteggiato la figura dell’imprenditore EdC, indicando nel vivere la fraternità quel “di più” che lo caratterizza e che si affianca alle capacità richieste ad ogni imprenditore: rischiare, innovare, perseguire un progetto.
Uno sprone nel fare impresa in modo innovativo
Un gruppo di esperti ha presentato le questioni tipiche del “fare impresa”, nell’ottica della “cultura del dare”, suscitando un vivo interesse fra i giovani, che ne hanno rilevato la novità. “Essere venuti qui – diceva una studentessa partenopea – ci ha spronato ancor più a fare impresa, a fare qualcosa di nuovo.” Dai giovani è venuta la richiesta di ripetere questi appuntamenti a Loppiano ogni 6 mesi.
Quei miglioramenti nella gestione dell’azione al di là di ogni immaginazione
Il 24 aprile il convegno si è aperto ad altri imprenditori. “Malgrado le difficoltà e le crisi di vario genere – racconta un imprenditore piemontese – abbiamo potuto constatare una continua, notevole crescita del nostro fatturato. Nella mia esperienza ho sempre verificato che il “centuplo” evangelico non è mai uno di quei pacchi grossi ed ingombranti (come una vincita alla lotteria) che potrebbe anche guastare la vita quotidiana, ma arriva con discrezione. Diverse volte è accaduto che un nostro amministratore, magari a metà anno, ci illustrasse una situazione precaria; poi, continuando il lavoro, con uno spirito nuovo, a fine anno con vera sorpresa ci annunciava un miglioramento, al di là di ogni nostra immaginazione”. (altro…)