Ott 29, 2021 | Famiglie
“L’Amore familare: Vocazione e via di Santità” è il tema del X Incontro Mondiale delle Famiglie che si terrà a Roma dal 22 al 26 giugno 2022. Marcelo Chávez e Pia Noria, focolarini sposati cileni, responsabili del Movimento Famiglie Nuove del Cono Sud (Argentina, Cile, Uruguay e Paraguay), raccontano la loro storia e l’attesa di questo evento. “Fin da bambino, sentivo che Dio mi chiamava a seguirlo, malgrado non sapessi bene ancora quale fosse il cammino da intraprendere. Dopo un periodo di discernimento ho capito che la mia strada era il matrimonio”. Sono le parole con le quali Marcelo Chávez, marito di Pia e papà di tre splendide figlie, racconta del meraviglioso disegno che Dio aveva in mente per entrambi. Una vocazione, la loro, nata da un’amicizia decennale vissuta condividendo lo stesso ideale di vita; un bellissimo viaggio di fidanzamento che ha dato inizio ad una nuova grande avventura nel matrimonio. La loro è una famiglia che oggi si fa “Chiesa viva” attorno a molte altre, tutte protagoniste del X Incontro Mondiale delle Famiglie “L’Amore familare:Vocazione e via di Santità” che si terrà a Roma (Italia) dal 22 al 26 giugno 2022. Come vi state preparando a questo evento che, come Papa Francesco ha scritto nel suo messaggio di presentazione, data la pandemia assumerà una forma “multicentrica e diffusa”? Quando Papa Francesco ha inaugurato l’anno Amoris Laetitia nel marzo 2021, indicando che si sarebbe concluso con il X Incontro Mondiale delle Famiglie a Roma, ci siamo subito sentiti chiamati a partecipare all’evento in presenza. Poi, a luglio 2021, quando il Papa ha invitato tutti a vivere insieme questo evento attraverso una nuova modalità, ognuno con le proprie diocesi, abbiamo sentito che si trattava di vedere Roma che allargava le braccia verso il mondo, andando incontro a tutte le famiglie, fino alle periferie, affinchè nessuno rimanesse fuori. Abbiamo intuito che potevamo vivere questo miracolo dell’unità familiare essendone protagonisti, e non solo guardandolo da lontano. Per questo vivremo l’incontro dal luogo in cui siamo, aderendo alle iniziative che scaturiranno dall’Arcidiocesi di Santiago del Cile insieme ad altri movimenti. Cosa vuol dire, da famiglia, percorrere una via verso la santità? Il 6 settembre del 2021 abbiamo festeggiato 18 anni di matrimonio e, anche nei momenti difficili, non ci sono stati dubbi: la nostra chiamata è ed è sempre stata amare l’altro come vuole Dio. Dio ha preso in parola il nostro “sì” e ci ha aiutato ad andare avanti. Questo cammino di santità nel matrimonio, lo intendiamo come un cammino condiviso, fatto insieme, uniti, in cui ciascuno contribuisce anche alla santificazione dell’altro. In che modo Gesù è sostegno nella vostra vita e che ruolo ha giocato la preghiera soprattutto in questo tempo di pandemia? In questi 18 anni, giorno dopo giorno, ci siamo accorti che la misura dell’amore coniugale era davvero dare la vita per l’altro. Renderci disponibili a questo con la grazia di Cristo ci ha permesso di cogliere quanto le nostre differenze potessero assumere una dimensione diversa. Naturalmente ci sono state situazioni in cui non è stato facile affrontare i conflitti, alcuni più difficili di altri, ma è stato in quei momenti che abbiamo sentito il desiderio forte di essere fedeli al sacramento del matrimonio e continuare ad amare Gesù anche nella difficoltà. Questo richiede ed esige coraggio ed è con grande forza di volontà che ci affidiamo a Dio, alla Sacra Famiglia per affrontare le complesse situazioni che le sfide di oggi comportano. La preghiera ci ha sostenuti e ci sostiene in questo viaggio, ci dà forza e la certezza che tutto è Amore di Dio. In questo periodo di pandemia, in particolare, la preghiera in famiglia è stata importante quanto quella con la comunità dei Focolari e con le altre famiglie. Anche se non potevamo ricevere Gesù nell’Eucarestia, abbiamo capito che questo incontro con Lui sarebbe avvenuto comunque e che il Suo amore si sarebbe manifestato tra noi. Durante la conferenza stampa di presentazione dell’Incontro il Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha detto: “Le famiglie sono il seme che può fecondare il mondo. Sono loro gli evangelizzatori che testimoniano al mondo la bellezza della vita familiare”. Come portare questa testimonianza fuori dalle mura domestiche? Questa realtà la troviamo riflessa nella Santa Famiglia di Nazareth. È questa la grandezza e l’importanza di essere famiglia anche oggi: essere il luogo dove Gesù nasce e viene donato al mondo. Noi sperimentiamo che l’amore di Dio che si è manifestato nella nostra vita non può rimanere solo nella nostra famiglia, ma deve irradiarsi ed essere la base per incontrare altre famiglie, coppie, fidanzati. Tutto è un’opportunità per amare e per donare l’amore di Dio. Camminare insieme ad altre famiglie significa fare comunità, condividendo i beni, le necessità, le preoccupazioni e facendo attenzione ai bisogni di tutti.
Maria Grazia Berretta
(altro…)
Lug 23, 2021 | Famiglie
Papa Francesco ha indetto questa ricorrenza al 25 luglio per sottolineare la vocazione della Terza età. “Custodire le radici, trasmettere fede ai giovani e prendersi cura dei piccoli” sostiene Francesco nel suo messaggio. Per l’occasione abbiamo raccolto alcune esperienze di nonni e nipoti che testimoniano l’amore fra generazioni. “Quando tutto sembra buio, come in questi mesi di pandemia, il Signore continua ad inviare angeli a consolare la nostra solitudine e a ripeterci: ‘Io sono con te tutti i giorni’”. Nel suo messaggio per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebra il 25 luglio 2021, Papa Francesco ha voluto dare un messaggio di speranza e vicinanza ai nonni e agli anziani di tutto il mondo. Vorrei che “ogni nonno, ogni anziano, ogni nonna, ogni anziana – specialmente chi tra di noi è più solo – riceva la visita di un angelo!” attraverso un nipote, un familiare, un amico. Durante questo periodo di pandemia abbiamo compreso quanto siano importanti gli abbracci, le visite, i gesti d’amore. Segni che si vivono quotidianamente fra nonni e nipoti o con i vicini di casa anziani. Martin, ad esempio, ha 8 anni ed è un Gen4 – i bambini dei Focolari – che vive in Uruguay. Abita vicino ad una anziana nonnina, che nel suo giardino coltiva fiori. Alcuni bambini qualche volta buttano il pallone nel suo giardino facendola arrabbiare, poi ridono di lei. Martin ha pensato che così non va bene e allora ha deciso di aiutare la signora. Ha preso una carriola e ha portato via le erbacce e i rifiuti dal giardino. La signora lo ha ringraziato e, ogni volta che l’aiuta, gli regala qualche soldino, che lui dà per i poveri. Nicola invece è nonno di 8 nipoti. Un giorno viene invitato da un Gen4 a parlare al catechismo sulla famiglia. Andando all’incontro si chiede come interessare i bimbi su questo argomento. Mentre cammina il suo sguardo è attirato da un nido caduto da un ramo e ormai abbandonato. Lo raccoglie e lo porta al catechismo. Che bella idea, ora spiega come nasce un nido ma anche come nasce una famiglia. Tutti hanno qualcosa da aggiungere e l’ora di catechismo passa in fretta. Rosaria ha 70 anni ed è una nonna che si dedica tanto sia per i propri nipoti che per i Gen4 della sua comunità locale. “Mi sembra sempre di fare poco – racconta – però mi accorgo che qualcosa passa, fanno delle esperienze che non mi aspetto. Per esempio Tommaso, a scuola riceve un graffio sulla guancia da una bimba. Quando la maestra se ne accorge, chiede perché non glielo avesse detto. E lui ha risposto scusando la compagna perché non lo aveva fatto apposta. Quando la maestra lo racconta ai genitori, rimangono stupiti positivamente perché non era mai successo un comportamento così”. Nonna Rosaria ha un segreto: prega ogni giorno per tutti i Gen4 e per tutti i bambini del mondo. “Credo che questa sia la cosa più importante”. Nonna Mary da New York racconta a Living city: “Qualche anno fa prima di Natale la nostra nipote Cecilia, allora undicenne, tornò a casa da scuola con una borsa piena di regali con i soldi che le aveva dato la mamma. Era così felice mentre ci mostrava quello che aveva preso per un paio di amici ed alcuni familiari. Mi meravigliavo con quanto amore avesse scelto quei regali! Ho iniziato a raccontarle com’era il mio Natale quando ero bambina e vivevo nelle Filippine. Eravamo abbastanza poveri. Dopo la messa di mezzanotte andammo a casa dei nostri vicini per cenare insieme. Ognuno di noi ricevette una mela rossa deliziosa come regalo di Natale. Era qualcosa di veramente speciale! Cecilia ascoltandomi, dice: “Davvero? Una mela rossa deliziosa?”. “Sì”, ho detto, “una mela rossa deliziosa!”. E appena suo padre è tornato a casa, gli ha detto: “Sai cosa ha ricevuto la nonna per Natale? Una mela rossa deliziosa!”. Il giorno di Natale, stavamo festeggiando nella nostra casa di New York con alcuni dei nostri figli e le loro famiglie. Mia nuora ha portato un cesto con la scritta “Buone Feste” con dentro una dozzina di mele, dicendo: “Cecilia mi ha chiamato e mi ha chiesto: ‘Compreresti 12 mele per la nonna, così che non ne abbia solo una ma 12 per Natale? Che regalo di Natale! Abbiamo scoperto più e più volte che non abbiamo bisogno di molti regali per amare Dio e gli altri a Natale. A volte basta una mela rossa e deliziosa”.
Lorenzo Russo
Videomessaggio del Papa per la prima Giornata mondiale dei nonni e degli anziani https://youtu.be/1qhzDGFl-6w (altro…)
Lug 15, 2021 | Famiglie
Si avvicina la prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani indetta da Papa Francesco per il 25 luglio 2021. I nonni Sarah e Declan O’Brien ci raccontano come vivono il loro dialogo con i nipoti che non hanno mai conosciuto Dio.
Sono stata profondamente influenzata nel mio percorso di fede da mio nonno. Veniva da una famiglia tradizionale irlandese che si stabilì nello Yorkshire alla fine del 1800. Alla fine divenne, grazie al suo duro lavoro e alla sua natura onesta, un uomo d’affari rispettato e di successo a Bradford. Essenzialmente, era un uomo di Dio e amava la chiesa, ma non parlava molto di queste cose. La cosa che ho notato di lui era il suo amore per tutti e il suo amore gentile per me, sua nipote. Il suo modo di vivere ha avuto un grande effetto su di me e ha influenzato molto le decisioni che ho preso in seguito. Ora io e mio marito Declan siamo nonni! I genitori dei nostri quattro nipoti hanno scelto di non educare i loro figli alla fede in Dio. Noi rispettiamo le loro decisioni mentre cerchiamo di scoprire nuovi modi per trasmettere i valori della fede, offerti con creatività, divertimento e amore. Uno è quello di passare del tempo con i nostri nipoti dove vivono a Parigi. Papa Francesco ci dice: “Il tempo è più grande dello spazio”. Poiché i nostri quattro nipoti vivono all’estero, il tempo che passiamo con loro è ancora più importante. In questo tempo trascorso insieme, cerchiamo di amare i nostri nipoti con pazienza, tenerezza, gentilezza, misericordia e perdono. Anche noi sperimentiamo il loro amore e la loro misericordia. Naturalmente, siamo lontani dalla perfezione e facciamo molti errori lungo la strada, e nella vita familiare non possiamo nasconderci dietro una maschera. I nostri nipoti possono vedere la nostra autenticità o la mancanza di essa. Quando andiamo a trovarli ci sediamo tutti insieme intorno al tavolo per la cena. Ma a volte nostro figlio, una persona che ci impressiona per il suo amore verso tutti, instaura discussioni polemiche con noi. I nostri nipoti possono vedere come rispondiamo a queste situazioni, se cerchiamo solo di guadagnare punti l’uno sull’altro o se cerchiamo di avere un vero dialogo. Spesso non ci riusciamo, ma quando proviamo a metterci nei panni di nostro figlio, ascoltando bene, perdonandolo per alcune osservazioni oltraggiose, versandogli un altro bicchiere d’acqua, portando una luce positiva alla discussione, quando riusciamo in queste cose, e le nostre azioni sono ispirate dall’amore, questo speriamo sia notato dai nostri nipoti. Un secondo modo per trasmettere la nostra fede è condividere cose importanti con i nostri nipoti. Passare del tempo con loro ci permette di parlare, quando è il momento, “di cose importanti con semplicità e preoccupazione” (Amoris Laetitia 260). Cerchiamo di avere il coraggio di dire ciò che è veramente importante per loro. E anche loro possono parlare con noi, se siamo lì per ascoltarli, di cose importanti. E così riusciamo a vivere brevi dialoghi con loro, come tra amici. “Niente lunghe prediche, bastano poche parole”, dice Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari. Una terza via è la preghiera. Non siamo in grado di pregare con i nostri nipoti, ma naturalmente possiamo pregare per loro. E quando usciamo insieme per una passeggiata, a volte possiamo visitare una chiesa. Una volta siamo capitati in un’adorazione eucaristica dove hanno ricevuto la benedizione. Abbiamo goduto con loro del silenzio di stare in chiesa. Si accorgono che andiamo a messa e qualche volta hanno chiesto di venire con noi. I nostri nipoti non leggono storie della Bibbia, ma a Natale abbiamo ricevuto un bel libro pop-up per bambini e ho letto ai nostri due nipoti la storia del Natale, che non avevano mai sentito. Forse l’unica Bibbia che possono leggere è attraverso di noi. La nostra speranza, la nostra gioia, il nostro amore possono essere la loro buona notizia, “una fonte di luce lungo il cammino”, come ha scritto Papa Francesco nell’Amoris Laetitia (290).
Sarah e Declan O’Brien
Pubblicato per la prima volta su Living City e condiviso all’Incontro Mondiale delle Famiglie 2018 a Dublino (altro…)
Mag 16, 2021 | Cultura, Famiglie, Focolari nel Mondo
Dal 16 al 25 maggio 2021 l’evento vedrà la partecipazione di oltre 1 miliardo di persone nel mondo per dare testimonianza che si può ancora fare qualcosa per il pianeta.
Il 9 maggio scorso, a conclusione della Settimana Mondo Unito, i Giovani per un Mondo Unito dei Focolari per il prossimo anno 2021-2022 hanno lanciato una nuova azione: #daretocare per le persone e per il pianeta, proponendo una “conversione ecologica” attraverso iniziative che possano coinvolgere associazioni, enti, Istituzioni, ma anche attraverso i nostri semplici gesti quotidiani, per spezzare la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo, tipica della cultura dello scarto. Il Movimento dei Focolari è partner del Global Catholic Climate Movement (Movimento Cattolico Globale per il Clima) e collabora con associazioni, enti, organizzazioni, istituzioni, movimenti di Chiese diverse e con varie religioni e culture per la cura del pianeta. Una rete globale di persone che hanno a cuore la cura del pianeta.
Lo scorso anno Papa Francesco aveva lanciato la Settimana Laudato Si’ in occasione del 5° anno dell’enciclica sull’ambiente. Al termine Francesco ha indetto l’Anno Speciale Laudato Si’ per approfondire l’enciclica sull’ecologia, dando appuntamento alla prossima “Settimana Laudato Si” dal 16 al 25 maggio 2021, che coincide con il sesto anniversario (24 maggio) dell’enciclica. L’evento è organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano e Integrale insieme a Renova, CIDSE, Caritas Internationalis, Gesuiti – Compagnia di Gesù, Unione Internazionale Superiore Generali, GPIC – Curia Generale Francescani OFM, Unione Superiore Generali. U.S.G. e facilitato dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima in collaborazione con circa 150 organizzazioni cattoliche tra cui i Focolari. L’obiettivo è quello di far maturare una conversione ecologica soprattutto attraverso il dialogo ed è previsto anche un evento dove ci saranno testimonianze di leader religiosi in paesi di tutto il mondo, compresi quelli devastati dalla pandemia COVID-19, come India, Stati Uniti, e le Filippine. La “Settimana Laudato Si’” servirà anche per pianificare ulteriori azioni in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (COP15), la 26esima Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP26), e per il decennio a venire. La “Settimana Laudato Si’” avrà un programma ricco di azioni, webinar e testimonianze per dialogare, scambiarsi opinioni, proporre azioni concrete per il pianeta. Il tema è “Poiché sappiamo che le cose possono cambiare” (Laudato Si’ 13), per mettere in luce la speranza nel mondo che ancora qualcosa si può fare per invertire la rotta. La Settimana mostrerà anche l’impatto trasformativo della “Laudato Si’” sull’educazione mondiale e prevederà il festival “Canzoni per il Creato”, la giornata di azione mondiale ed il lancio della Piattaforma di Iniziative “Laudato Si’”. Tutti gli eventi mondiali saranno tradotti simultaneamente in inglese, spagnolo, italiano, portoghese, polacco e francese. Leader di varie religioni da tutto il mondo, relatori e autori di fama mondiale, più di un miliardo di persone si riuniranno per celebrare anche la conclusione dell’Anno Speciale Laudato Si’ alla fine di questo mese. “In un momento in cui il grido della terra e il grido dei poveri diventano sempre più intensi, la ‘Settimana Laudato Si’’ è l’opportunità perfetta per prenderci cura della nostra casa comune – afferma Tomás Insua, Direttore Esecutivo dal Movimento Cattolico Mondiale per il Clima -. Il tempo scorre. Tutti sono invitati e desiderati a partecipare alla celebrazione e all’azione, attraverso attività locali, eventi online e tanto altro”.
Lorenzo Russo
https://www.youtube.com/watch?v=iwQbXuIvWuE (altro…)
Mar 5, 2021 | Famiglie, Focolari nel Mondo
La storia di una famiglia “allargata” che si apre ad un amore non scontato Accogliere in famiglia un bimbo, un giovane o una persona adulta è sempre una sfida. Complessa, per nulla scontata. Tanto nel suo farsi quanto nei suoi esiti, mai conclusi. A guardarle da fuori queste “famiglie allargate” si prova un sentimento misto di stima e di stupore, quasi che la serenità che manifestano siano frutto di un’indecifrabile alchimia d’amore. Una visione quasi romantica. Difficilmente s’immagina quanto sia complesso mettere insieme sensibilità, culture e abitudini diverse, e, concretamente, esigenze, orari e linguaggi, in un amalgama dove i tanti “Io” si fondono in un “Noi fluido”. Senza attriti o, meglio, con ingranaggi ben oleati. Il sentirsi, poi, una sola famiglia è una conquista che non mette al riparo da fatiche, dubbi, delusioni. Accogliere in famiglia Therese – raccontano Sergio e Susanna, della comunità dei focolari di Vinovo, nel torinese (Italia) – non è stato affatto facile. Il loro è un racconto schietto, per nulla edulcorato, e per questo autentico. A sostenerli in questa scelta è stata la volontà di vivere il loro essere famiglia come dono per gli altri, e il sentire la presenza spirituale di Gesù come frutto dell’amore reciproco. La decisione di aprire la porta, e il cuore, ad una giovane mamma africana, giunta in Italia come profuga, è stata presa d’accordo con le loro figlie, Aurora e Beatrice, di 20 e 17 anni. Ed è nella combinazione delle reciproche esigenze che sono insorte le prime difficoltà. “Beatrice ama pianificare ogni cosa – dice Susanna. Al mattino ha i minuti contati ma ogni tanto Therese si alzava prima e occupava il bagno. Questo le creava un problema, ma pian piano ha imparato a ‘fare famiglia’ con lei, dicendole con semplicità di mettersi d’accordo per l’uso del bagno. Aurora invece ha subito deciso di dividere il suo armadio con Therese e l’ha aiutata nello studio”. La sfida, infatti, è anzitutto quella di superare la contrapposizione, silenziosa, corrosiva, fra “noi” e “l’altro”. E accogliere l’altro nella nostra dimensione intima, estendere il “noi”. Nel “fare famiglia” c’è la volontà di adoperarsi per “essere famiglia”: in effetti l’amore è una anzitutto una scelta. Per gli adulti non meno impegnativa. “Nel desiderio di essere accogliente con Therese, mi sono ritrovata molte sere a parlare con lei fino a tardi – ricorda Susanna – ma poi ho iniziato a patire la situazione, non riuscivo a spiegare che al mattino mi sarei dovuta alzare presto, temevo di ferirla. Sergio mi ha aiutato ad affrontare la cosa con gentilezza e fermezza”. Per Sergio le difficoltà nascevano quando alla sera, piuttosto che rientrare a casa dal lavoro doveva andare a prendere Therese che studiava in un comune vicino: “le lezioni finivano tardi, Therese non sapeva usare i mezzi pubblici, e mi ritrovavo a cenare dopo le 21”. Anche qui, scegliere di amare voleva dire accogliere le esigenze di Therese, ma anche aver cura del benessere della famiglia: “Abbiamo cercato di insegnarle ad essere autonoma, come facciamo con le nostre figlie, perché essere disponibili non diventi un peso troppo grande per noi e un ostacolo alla sua crescita. Poco per volta lei ha imparato a usare i mezzi pubblici”. L’essere famiglia – hanno scoperto – definisce anche il modo in cui ci si presenta all’esterno: “Nei primi mesi in cui Therese era con noi – spiega Sergio – avevo messo nel profilo di whatsapp una foto in cui ero con Susanna e le figlie. Therese mi ha detto che non era una foto della famiglia perché mancava lei! Ed è questo che scopriamo ogni giorno: siamo un’unica famiglia perché figli dello stesso Padre, ci preoccupiamo gli uni per gli altri e gioiamo per le conquiste di ciascuno”. È quel “noi” che per amore si estende e si arricchisce.
Claudia Di Lorenzi
(altro…)
Feb 27, 2021 | Famiglie, Focolari nel Mondo
“Abbiamo imparato ad amarci senza chiedere nulla in cambio, come fa Dio” “A poco a poco ci siamo innamorati l’uno dell’anima dell’altro. Ci troviamo in una pienezza d’amore mai sperimentata, neanche quando eravamo fidanzati, e questo è possibile perché ora ci amiamo nella libertà, senza chiedere nulla in cambio, come fa Dio”. Nacho e Fili vengono dal Messico, sono sposati da 30 anni e hanno due figli. Raccontano che il loro amore sia nato davvero solo dopo aver fatto la scoperta che Dio è Amore e che ha amato l’uomo fino a dare la vita per lui. Nel misurarsi con un dono così grande hanno compreso che avrebbero potuto superare i limiti rispettivi e sanare le ferite che avevano lacerato il loro rapporto. Una scoperta che ha dato senso al percorso di ciascuno e li ha resi capaci di amarsi reciprocamente fino a donarsi l’uno all’altra. La loro storia, fino ad un certo punto, somiglia a quella di tante coppie. Due persone che si sentono innamorate e decidono di sposarsi, portando “in dote” ciascuna un vuoto interiore che mina le fondamenta di ogni progetto. Un vuoto che sperano di colmare sommando le piaghe rispettive: è la premessa di un abisso che porta ulteriore disgregazione. “Mio padre aveva un’altra moglie e altri figli – racconta Fili – e soffrivo per questo. Desideravo quindi sposarmi e avere una famiglia stabile”. “Anch’io da piccolo ho sofferto per l’assenza di mio padre e la poca attenzione di mia madre – continua Nacho – Io e Fili abbiamo unito le nostre solitudini, ma volevamo comare questi vuoti senza aver conosciuto l’amore vero. Presto ci siamo accorti dell’assenza di questo amore fra noi”. I problemi infatti arrivano presto. Per la gelosia di Fili, Nacho è costretto a cambiare spesso lavoro e il rancore che questo causava portava tensioni. A farne le spese erano anche i figli: “L’amore per loro era grande ma non sapevamo educarli nell’amore, né far loro amare Dio”. A 15 anni dal loro matrimonio i due si separano: Nacho è deluso e sente che la relazione è spezzata; Fili non riesce a perdonare il marito. “Sembrava che niente ci unisse più – ricordano – che non c’era più amore”. Poi l’evento che cambia direzione alla storia. Una sera, guardando la tv, Nacho rimane colpito da una donna, Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari, che parla di amore fraterno. Vede le immagini della cittadella del Movimento in Messico, chiamata El Diamante. È vicino casa loro, una domenica vanno a messa lì e vengono invitati alla Mariapoli, un incontro dei Focolari. Non immaginano che l’invito a seguire il Vangelo possa essere per loro rivoluzionario: “‘Perdona fino a settanta volte sette” (Matteo 18:21-22) è la frase che sono chiamati a vivere nel quotidiano. “Ci hanno parlato di Gesù abbandonato – racconta Fili – di come Egli perdonò e diede la vita per noi. Ho capito che di fronte a ciò i miei dolori erano piccoli. Dio aveva già perdonato mio marito, e la Sua volontà per me era che io perdonassi. L’ho fatto e ho sperimentato che è possibile rinascere”. “Siamo imperfetti e diversi – osserva infine Nacho – ma ho imparato ad avere fiducia in quel Dio che fa sì che tutto sia possibile”.
Claudia Di Lorenzi
(altro…)