Movimento dei Focolari
Famiglie vive

Famiglie vive

«Dio abita nelle nostre famiglie e abbiamo il grande compito di trasmetterlo ai nostri figli nella vita quotidiana». Così, una delle famiglie che in queste pagine raccontano momenti ed esperienze di semplice quotidianità. Famiglie di tutto il mondo che, giorno per giorno, lasciano entrare il Vangelo nella loro vita e vedono trasformarsi l’ambiente in cui vivono, la realtà in cui sono immersi, i rapporti tra le generazioni. La famiglia, nucleo fondativo della società, oggi si confronta con crisi culturale ed economica, globalizzazione, educazione, rapporto genitori-figli, fede. Sfide epocali che ne segnano la vita quotidianamente. Cosa succede quando il rapporto tra i coniugi, tra genitori e figli, tra le generazioni è illuminato dal Vangelo? Il volume raccoglie spaccati di vita familiare da tutto il mondo. Storie positive, spesso eroiche, che comunicano speranza e ribadiscono il ruolo cruciale che la famiglia svolge nella società.

Il volume – edito da Città Nuova – è patrocinato dal Pontificio consiglio per la Famiglia in vista del  VII Incontro Mondiale delle Famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno 2012).

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Via Crucis 2012: la famiglia al centro

Nell’anno in cui avrà luogo il VII Incontro Mondiale della Famiglia a Milano, dal 30 maggio al 3 giugno 2012, le riflessioni che accompagnano questo tradizionale appuntamento del Venerdì Santo (6 aprile al Colosseo), fanno riferimento al tema della famiglia. Già consultori del Pontificio consiglio per la Famigliai focolarini sposati Anna Maria e Danilo Zanzucchi – cinque figli e 12 nipoti –, sono originari di Parma. Tra i primi coniugati a seguire la via dell’unità aperta dal carisma di Chiara Lubich, sono stati insieme a Igino Giordani, tra i primi collaboratori e animatori del movimento Famiglie Nuove, cui continuano a dare il loro prezioso contributo. È il “progetto a largo raggio per la famiglia, nato nel 1967 dal desiderio di Chiara di riportare al centro di questa cellula fondamentale della società, oggi così battuta dai venti di crisi, l’impegno ad amarsi a vicenda, con un’attenzione speciale alle famiglie divise, smembrate, ai divorziati, alle vedove, ai ragazzi abbandonati, a tutte le situazioni di marginalità”, scrive Città Nuova. “Ci siamo messi in questa impresa – confessa Anna Maria –… affidandoci a Dio e alla nostra personale unione con Lui per cercare di dare a questi testi il timbro del vissuto, ma anche del pensiero maturato in tanti anni di esperienza a contatto con migliaia di coppie di tutto il mondo”. Per saperne di più: Area Stampa Movimento dei Focolari Testi delle meditazioni per la Via Crucis Scheda Anna Maria e Danilo Zanzucchi Scheda Famiglie Nuove “Una Via Crucis della famiglia” – di Oreste Paliotti su Città Nuova online Scheda libri “Vi conosco” di Anna Maria e Danilo Zanzucchi e “L’arte difficile di essere madre” di Anna Maria Zanzucchi, editi da Città Nuova (altro…)

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Fidanzati, prepararsi al matrimonio

Marco e Maria sono della provincia di Milano, fidanzati da 5 anni, entrambi lavorano. Hanno in previsione il matrimonio nel 2013. Prima però desiderano conoscersi meglio, dedicarsi del tempo di qualità e soprattutto approfondire la scelta del ‘per sempre’. Giuseppe e Paola si sposeranno a inizio luglio. “Le cose da fare sono tante – commentano – ma il desiderio che abbiamo innanzitutto è quello di rodarci come coppia”. 120 coppie provenienti da tutta Europa, si sono trovate con tante e diverse aspettative a Castelgandolfo per il corso di preparazione al matrimonio (15-18 marzo 2012), organizzato da Famiglie Nuove. Il corso, quest’anno, è alla 36 edizione, vuole far sperimentare che ‘E’ uno solo l’amore”, come dice il titolo: l’amore per Dio, in cui è racchiuso l’amore umano, come sottolineava Chiara Lubich alla sorella fidanzata in una lettera del ‘44. “All’inizio mi dava fastidio che lui ragionasse troppo – racconta Maria –, notavo le differenze anche di cultura, ma ora sento che queste differenze mi arricchiscono. Vedo dove posso migliorarmi…”. Le coppie si esprimono raccontando se stessi, sogni e progetti; si confrontano al loro interno e insieme alle altre coppie, pronte a giocarsi tutto per scoprire e vivere “un amore bello, puro, – come diceva Chiara Lubich in un congresso nel ‘91 – un amore così forte da spingerli a lasciare la loro famiglia per sposarsi e congiungersi fra di loro”. Don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio famiglia della Conferenza episcopale italiana, è intervenuto mettendo a fuoco il significato del sacramento matrimoniale: “In un mondo che vive di relazioni umane usa e getta, – ha detto – dire un sì per sempre fa intravedere un amore dinanzi al quale tutti gli altri sono come cocci di vetro di fronte ad un diamante.” “Dinanzi alla frammentarietà e alla fragilità che vivono oggi i legami di coppia – ha sottolineato ancora don Gentili –, progettare il matrimonio, avendo come fondamenta la roccia che è Cristo, permette di rialzarsi dalle piccole e grandi cadute che certamente capiteranno, conservandosi fedeli all’orizzonte dell’Amore.” (altro…)

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Bogotà: Centro Social Unidad

Qui siamo più vicini al cielo!”, questa la spontanea espressione di L. M., una bambina di 8 anni che abita nel rione La Merced (Bogotà) e frequenta il “Centro Social Unidad” tenuto dai Focolari in Colombia. La sua famiglia è arrivata all’umile quartiere nelle montagne a sud della capitale, fuggendo dalla violenza. La loro, era la stessa situazione in cui si trovavano tante delle persone arrivate in questo posto, dove hanno trovato gente solidale che ha accolto queste famiglie in cerca di un futuro più sicuro. La situazione, agli inizi, era piuttosto disperata. Il lavoro, per sopravvivere, era scavare la terra dura del posto per fare mattoni. Un procedimento faticoso, che esigeva forza fisica e buoni polmoni per sopportare il gas che usciva dagli enormi forni. Significava anche dimenticarsi dei sogni, perché il lavoro occupava tutto il tempo. Anche i bambini, già a 5 anni, dovevano lasciare da parte i giochi o inventarne uno durante la fabbricazione dei mattoni. Era normale trovare volti anneriti dal fumo, ma comunque contenti di aiutare i genitori. In questa situazione, motivati dalla spinta di Chiara Lubich a “dare la vita per la propria gente”, si sono inserite 30 anni fa persone del Movimento dei focolari, a partire da d. Luis Dies e con un  gruppo di pionieri. Gli abitanti del posto erano molto diffidenti all’inizio, per via di precedenti esperienze negative. “Ma come non aprire le nostre porte – racconta P.T., uno di loro – a chi veniva solo per aiutarci? Loro vivevano con noi il dolore di vederci in necessità, non ci giudicavano, condividevano con noi anche i momenti di relax, ci volevano bene per davvero e, dall’inizio, si sono impegnati a migliorare con noi la qualità di vita. Ci hanno portato il medico, un dentista… ci hanno fatto sentire persone amate da un Padre che è Amore!” Oggi c’è un Centro sociale che, pur in mezzo alle difficoltà, lavora perché questa comunità diventi un modello di convivenza in cui la pratica dei valori umani e cristiani siano alla base del fare quotidiano. Attualmente, il “Centro Unidad” offre i servizi di sostegno scolastico a 35 bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni (con l’impegno dei propri giovani della comunità e di altri che vengono a fare la pratica sociale); un programma di istruzione per 24 madri che si prendono cura dei bambini tra 0 e 5 anni e per le donne in gravidanza;  servizio di biblioteca, assistenza sanitaria garantita da un medico e un dentista, apprendistato all’uso del computer, corsi culinari… Originale l’idea della “boutique”, che offre abbigliamento, utensili per la casa, materiale scolastico, e quanto può essere utile; inoltre ci sono workshop di danza, teatro e pittura. Il Centro è sostenuto dal “Sostegno a distanza” progetto di Famiglie Nuove, che favorisce, oggi, 78 bambini e ragazzi di famiglie del posto. Una bellissima storia che ancora si sta scrivendo, fra gioie e dolori. Le porte del Centro restano sempre aperte per quelli che sono nel bisogno, ma anche per chi vuole dare qualcosa di suo. Qui un pezzo di umanità lotta e s’impegna per cercare di far parte di una società più giusta, ispirata dai valori evangelici. (altro…)

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Slovenia, la società dice di sì alla famiglia

Vogliamo condividere con voi la nostra gioia per il risultato del recente referendum”: scrivono Anča e Vine Povirk di Famiglie Nuove dei Focolari, di Domzale in Slovenia. “È stato il risultato della forte collaborazione fra diversi movimenti civili e religiosi, numerose  famiglie, uniti in una lotta pacifica in favore della famiglia.” La stragrande maggioranza dei media e influenti personaggi politici, dava tutto l’appoggio alla nuova legge che prevedeva, fra l’altro, l’ampliamento di alcuni diritti per le coppie dello stesso sesso. Come, ad esempio, quello all’adozione limitata, ovvero il diritto di un componente della coppia di adottare il figlio naturale dell’altro partner, insieme a  tutta una serie di provvedimenti riguardanti le unioni di fatto. Il tutto sostenuto da grandi mezzi finanziari (si parla di oltre 2 milioni di euro), mentre i promotori del referendum e sostenitori del “no” si sono autofinanziati. Pareva un confronto assolutamente impari. L’iniziativa, promossa all’inizio dai cattolici, ha coinvolto presto altri cristiani, persone di altre religioni e tanti che, senza riconoscersi in alcuna fede, sostengono i valori dell’uomo. Insieme, sono riusciti a raccogliere le 40.000 firme necessarie per indire il referendum che si è svolto lo scorso 25 marzo raggiungendo un’affluenza alle urne del 30% dell’elettorato e ottenendo, contro ogni aspettativa, il 55%  dei “no”. “Per due anni e mezzo siamo andati oltre le nostre capacità, oltre le nostre forze per difendere i valori fondamentali della famiglia“. Ci raccontano Marjana e Pavel di Lubiana, responsabili del Movimento Umanità Nuova, in Slovenia.  “Abbiamo parlato in Parlamento, manifestato prima della votazione, organizzato un Family day, raccolto firme… abbiamo scritto ai parlamentari, alla Corte Costituzionale, parlato in decine e decine di tavole rotonde in diversi canali TV, alla radio nazionale, nelle radio locali… e così sono nati molti rapporti d’amicizia con appartenenti ad altri movimenti ecclesiali, con personalità della vita civile e politici di vari schieramenti… Ora, però, comincia una fase ancora più importante: lavorare per dare il nostro contributo ad una nuova legge sulla famiglia, secondo quei valori in cui noi fortemente crediamo debba poggiarsi la società, e che hanno radice nel Vangelo”. In una nota diffusa da mons. Anton Stres, arcivescovo metropolita di Lubiana e presidente della Conferenza Episcopale Slovena, si ringraziano “tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere tale scopo e per rendere coscienti gli elettori del ruolo insostituibile che ha la famiglia nella nostra vita” .  Tuttavia, prosegue la nota, “i valori della famiglia con il risultato del referendum non sono ancora assicurati, infatti, bisogna viverli quotidianamente nelle relazioni interpersonali”. Leggi: “Referendum in Slovenia: respinto il nuovo Codice di famiglia” – di Radio Vaticana (altro…)

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Due figli adottivi e una a distanza

Roberto e Patrizia vivono in provincia di Napoli e, come tante famiglie italiane, sono messi a dura prova dalla crisi economica. Dieci anni fa avevano adottato una bambina, ora la loro famiglia si è allargata  con l’adozione di A. X., 5 anni, cinese, bisognoso di cure mediche e un urgente intervento chirurgico. Questa esperienza di accoglienza dà loro grande gioia, ma richiede anche sacrifici. Mentre rivedono il bilancio familiare, nasce la domanda se sospendere il sostegno a distanza che portano avanti da vari anni di una bimba in Brasile. “La vita non è facile – scrivono agli amici della scuola Santa Maria di Igarassu a Recife –. Anche noi italiani stiamo perdendo le nostre certezze economiche e la nostra tranquillità di paese industriale avanzato. Molti genitori perdono il lavoro, i giovani non riescono a trovarlo, chi ha un’età avanzata non ha più certezza della pensione, l’assistenza sanitaria non è più completamente gratuita ed il costo della vita è salito tantissimo. In questo scenario molte famiglie riducono i consumi, tagliano le vacanze e anche noi abbiamo dovuto fare le nostre rinunce.” Passano i giorni e cresce in loro un senso di vuoto. Il pensiero vola alla “Escola Santa Maria” che sorge dal 1967 in una zona tra le più povere del Nord Est del Brasile, segnata dalla disoccupazione, alcool, droga e violenza. Molti bambini provenienti da famiglie sotto la soglia della povertà si sono salvati in questi anni grazie alla generosità e costanza di tanti ai sostenitori a distanza. E tutta la comunità ha potuto fare dei progressi importanti. “Ci siamo guardati negli occhi, ne abbiamo riparlato, e abbiamo capito che facevamo un errore nel ripiegarci su noi stessi, che dovevamo dilatare il cuore e continuare il  sostegno a distanza della bambina brasiliana. Lei e la Scuola Santa Maria sono la nostra famiglia in Brasile: mai e poi mai poteva essere giusto abbandonarli.” Le circostanze impongono di avere una maggiore attenzione economica e acquisire uno stile di vita essenziale ma soprattutto “di cambiare il punto di vista da cui guardiamo noi stessi e gli altri”, dicono. Intanto il piccolo A. X. affronta il primo intervento chirurgico che dura sei ore. “L’abbiamo superato con molta serenità e coraggio. Chi semina amore, raccoglie amore. Ci auguriamo per lui, la sorella vicina e quella a distanza un futuro positivo in cui l’amore ricevuto e che emaneranno, possa a sua volta aiutare il prossimo.” (altro…)