Apr 30, 2020 | Nuove Generazioni
Mai come quest’anno la Settimana Mondo Unito è un evento locale e globale allo stesso tempo. Oltre 400 micro e macro eventi in 65 Paesi. Tutti rigorosamente Online. Sabato 2 Maggio, alle ore 12.00 (UTC +2), la diretta streaming “#InTimeForPeace Web Event”. C’è solo l’imbarazzo della scelta: si può iniziare la Settimana Mondo Unito (SMU) partecipando alla Run4Unity in Australia o in Texas, per poi unirsi alla preghiera per la pace a Cuba e dare un’occhiata al “caffè politico” in Argentina. Di grande interesse è anche la serie di Webinair promossi da United World Project e per gli amanti della World Music ci sono gli eventi e i concerti in diversi Paesi africani. E il bello è che non occorre neppure scegliere: è possibile partecipare a tutto e per di più comodamente, da casa propria. Il Covid avrebbe potuto farla da padrone anche nella Settimana Mondo Unito 2020 e invece no; o meglio: non solo. #intimeforpeace, in tempo per la pace è il titolo e lo slogan degli oltre 400 eventi in programma in almeno 65 Paesi del mondo. Significa che per almeno una settimana pace, diritti umani e legalità saranno oggetto di riflessione e azione 24 ore su 24 e a diverse latitudini; significa che un numero sempre crescente di persone crede che la costruzione di un mondo regolato da norme, economie, culture che si ispirano alla pace in tutte le possibili declinazioni non è più procrastinabile. Si parte il 1 maggio e fino al 7 – come dicono i giovani – ce ne sarà per tutti. Sulla pagina Web dello United World Project c’è ampia scelta; a dire che non esiste un unico modo per sostenere la pace, battersi per i diritti umani, praticare la legalità. Sia che realizziamo mascherine, distribuiamo viveri, teniamo compagnia a chi è solo o semplicemente facciamo il nostro dovere restando a casa, ogni gesto di prossimità, solidarietà, sostegno a distanza rientra sotto il grande ombrello della pace. Tra le azioni di punta di questa SMU c’è la petizione per chiedere la cessazione dell’embargo contro la Siria, promossa dalla ONG New Humanity e firmata anche da numerose personalità: l’appello inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Presidente del Parlamento Europeo ha la forza di una convocazione mondiale per salvare un Paese già in ginocchio dopo 10 anni di guerra e che ora rischia di riscendere nell’abisso per via della minaccia Covid. COME, DOVE E QUANDO SEGUIRE GLI EVENTI DELLA SMU Spazio e contenitore della maratona multimediale “In Time For Peace” è sempre il sito web www.unitedworldproject.org dove sarà anche possibile consultare il calendario degli eventi locali. Gli eventi centrali Sabato 2 Maggio, alle ore 12.00 (UTC +2), la diretta streaming “#InTimeForPeace Web Event” collegherà diverse città del pianeta, raccontando storie e azioni, ospitando dibattiti e performance artistiche. Domenica 3 Maggio, dalle 11:00 alle 12:00 di ogni fuso orario, si correrà virtualmente la Run4unity, un evento sportivo, una staffetta non stop che abbraccerà il globo, con giochi, sfide, testimonianze e impegni per stendere simbolicamente sulla Terra un arcobaleno di pace.
Stefania Tanesini
www.unitedworldproject.org
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Apr 3, 2020 | Nuove Generazioni
L’impegno dei bambini dei Focolari e dei loro animatori in questo momento di emergenza planetaria. On line per loro anche un nuovo sito. “In questi giorni dobbiamo stare a casa, ma abbiamo un segreto per essere ugualmente felici: amare. Allora ogni mattina lanciamo il dado e facciamo ciò che dice”. I gen4, i bambini dei Focolari, non si fermano: anche in isolamento iniziano ogni giornata tirando “il dado dell’amore”, le cui facce riportano ciascuna un punto dell’arte d’amare, e si impegnano a viverlo. In alcune città i e le gen4 hanno fatto cartelloni e letterine coinvolgendo i genitori per offrire aiuto alle persone anziane dei loro palazzi. “Nessuno ci ha chiesto cose concrete – ha scritto una mamma – ma è stata l’occasione per conoscere i vicini che ci hanno telefonato ringraziandoci moltissimo”. “Ma se qualche bambino nel palazzo non avesse tanti giochi come noi?” si sono chiesti invece Niccolò e Margherita, gen4 italiani. Così hanno lasciato una scatola all’ingresso del loro condominio con questo cartello: “Ciao! Abbiamo trovato in casa dei giochi che a noi non servono più. Se volete li potete prendere e non occorre restituirli. Forza!”. E se “casa” in questi giorni, potrebbe significare “limite”, a Roma si è pensato di proporre ai gen 4 di costruire una casetta di cartone nella quale raccogliere i loro atti d’amore. E mentre biglietti e disegni riempiono le casette, anche gli adulti imparano dai bambini che, in questo isolamento, tutti possiamo riempire le case, di piccoli atti di amore. I gen4 sono in ogni parte del mondo e, se questa pandemia colpisce tutti i Paesi, viene loro naturale far sentire la solidarietà soprattutto a chi vive dove si soffre di più. Ed ecco il video-saluto di due gen 4 dell’Asia che, mostrando il disegno di un’ arcobaleno, gridano “Forza Italia” o quello da un Paese africano nel quale incoraggiano tutti con “Insieme ce la faremo”! Accanto ai bambini, gli animatori dei Focolari sono in prima linea per accompagnarli in questo delicato periodo, dal Brasile al Congo molte le idee che si stanno attuando. Da Bilbao (Spagna) scrivono: “Ci è venuta l’idea di fare incontri con i gen4 e le loro famiglie ogni settimana via web. Ci raccontiamo come stiamo vivendo questa nuova situazione, mettendo in luce gli atti d’amore. Ci lasciamo con l’impegno a pregare per la pace, per i malati, per quanti soffrono”. In Portogallo alcuni adulti ogni domenica fanno un video con una piccola rappresentazione del Vangelo e lo condividono sui social. La rete dunque si sta rivelando importante in questo periodo anche per loro. E proprio in questi giorni il Centro gen4 internazionale ha messo on line un nuovo sito (https://gen4.focolare.org) indirizzato ai bambini e ai loro educatori, arricchito di materiali e percorsi di formazione alla spiritualità dei Focolari per questa fascia di età. Un nuovo sito in una data significativa: proprio il 29 marzo 1972 Chiara Lubich dava vita ai gen4 e alle gen4, la più giovane generazione dei Focolari. Qualche anno dopo, paragonando Il Movimento ad un grande albero, li definì “come le gemmoline di un albero. (…) Una cosa preziosissima, preziosissima: è la sicurezza dell’albero”[1].
Anna Lisa Innocenti
[1] C. Lubich in: M. Bolkart e C. Heinsdorff, Chiara con i gen4, Città Nuova 2009, p.13. (altro…)
Mar 7, 2020 | Nuove Generazioni
400 giovani, 56 paesi, 16 lingue, 4 giorni: WeGENerate! Il racconto di Conleth Burns dell’Irlanda del Nord.
In gennaio, io e Luisa, un’amica brasiliana, abbiamo parlato con 400 Gen 2, i giovani del Movimento dei Focolari, riuniti a Trento, nel Nord Italia. Abbiamo fatto loro una domanda: volete essere la Generazione del Mondo Unito? La generazione che renderà reale un mondo unito entro il 2050? Settantasette anni prima, Chiara Lubich e i suoi amici avevano fatto di una frase del Vangelo: “Che tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21) – lo scopo e la mission della loro vita. Il mese scorso mi trovavo al congresso internazionale Gen 2 dal titolo “WeGENerate”, con alcune centinaia di giovani, della stessa età in cui Chiara ha detto questo “Sì” al Vangelo; per la prima volta mi è capitato di pensare che questa preghiera per l’ “Ut Omnes”, cioè per l’unità della famiglia umana, potesse essere una domanda piuttosto che una semplice dichiarazione in forma di preghiera. Una domanda, perché questa preghiera richiede una risposta. Una domanda, perché non sono solo belle parole per pregare, Ma sfidano chi le legge a viverle per trovare la risposta. Una domanda, perché “Ut Omnes” è un argomento sul quale porsi delle domande, non un dato di fatto. La domanda che Luisa ed io abbiamo rivolto il mese scorso ai ragazzi se, cioè, volessero essere la generazione del mondo unito, non era altro che la domanda – anche se riformulata diversamente – a cui Chiara Lubich aveva risposto nel 1943. Alla fine del quesito abbiamo messo una data per vedere se noi, i Gen, volevamo davvero rispondere. Invece di rispondere a parole, abbiamo deciso di organizzarci. Per questo un pomeriggio tutti noi, 400 Gen, ragazze e ragazzi di 56 Paesi, con traduzione in 16 lingue, abbiamo pianificato azioni locali e globali per combattere la corruzione, ridurre le disuguaglianze, fermare il cambiamento climatico, riattivare il dialogo e prevenire i conflitti. Abbiamo risposto a questa domanda di Ut Omnes, di unità, pianificando attività di promozione, di formazione globale per proteggere la democrazia, prevenire i conflitti, combattere la corruzione e fermare la disuguaglianza. Abbiamo risposto a questa domanda decidendo di promuovere le campagne #CleanPlate, #GreenDay #ClearPlasticJarChallenge e CarPooling per combattere i problemi ambientali. Abbiamo immaginato piattaforme e applicazioni per sbloccare il dialogo; rompendo l’ignoranza e costruendo relazioni. Mark della Siria ha detto di voler tornare in Siria per aiutare a ricostruire il suo Paese. Victor ha risposto a questa domanda sfidando sé stesso a essere una realizzazione viva del carisma dell’unità in Venezuela. Joelle ha risposto a questa domanda promettendo di riportare in Libano questo messaggio di unità e di amore. Tutti contesti che non sono diversi da quello di Chiara, quando rispose alla stessa domanda nel 1943. Molte persone, come Marco, Joelle e Victor, quest’anno si recheranno a Trento per “incontrare” la città di Chiara Lubich. Visiteranno la mostra a lei dedicata e i luoghi della città in cui ha vissuto, incontreranno una comunità di persone che oggi vivono per costruire l’unità a Trento. Ci andranno per capire le radici della storia di Chiara e dei Focolari. Da questo congresso ho capito che se si vuole davvero andare alle origini di questa storia, bisogna farsi le domande alle quali lei ha risposto nel 1943: l’unità è possibile? E ancora: e tu, ci credi che possiamo essere tutti una cosa sola? E se sì, cosa posso fare io?
Conleth Burns
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Feb 5, 2020 | Nuove Generazioni
Continua la collaborazione di giovani artisti fra Montecatini (Firenze) e Betlemme. I prossimi programmi. Nei luoghi feriti dai conflitti, mossi per lo più da ragioni economiche e militari, i popoli in lotta sono anzitutto vittime di pregiudizi reciproci. Pregiudizi che alimentano le ostilità fra la popolazione civile, ma che possono essere disciolti attraverso l’incontro in un “territorio neutrale”, inteso sia in senso fisico che culturale e sociale. Un territorio dove l’anima si apre all’incontro autentico per liberarsi da odi e paure e disporsi alla riconciliazione. È da qui che muove il progetto “Armonia fra i popoli” promosso dall’Associazione Culturale Dancelab Armonia (*), che ha scelto la danza come luogo d’incontro per la pace. Espressione sociale del Laboratorio Accademico Danza, con sede a Montecatini Terme (FI), l’associazione è fondata da Antonella Lombardo, che ne cura la direzione artistica. Le abbiamo chiesto come nasce l’idea dell’Associazione:
Dopo 20 anni d’insegnamento della danza mi sono resa conto che i giovani si avvicinavano a questa disciplina solo per ottenere un successo personale. Ho voluto allora far sperimentare loro che la danza può dar senso alla vita indipendentemente dall’avere successo, e che può contribuire a migliorare la vita degli altri e a gettare semi di pace. È nata cosi l’idea dei campus internazionali, prima a Montecatini, poi in Terra Santa, a Betlemme. Ci racconta questo percorso? Abbiamo iniziato invitando in Italia ragazzi provenienti da diverse parti del mondo che già studiavano danza, per proporre loro una visione dell’arte che ne coglie la capacità di unire persone di diversa estrazione sociale, politica, etnica e religiosa perché parla un linguaggio universale. Invitando ragazzi palestinesi e israeliani abbiamo stabilito contatti con la Custodia di Terra Santa e con la Fondazione Giovanni Paolo II, che sei anni fa ci hanno invitato a Betlemme e Gerusalemme per dare vita a campus d’arte per i bambini dei campi profughi dei territori palestinesi. Come si svolge il campus?
Nel campus i ragazzi faranno un lavoro molto serrato: si comincia alle 9.00 e si prosegue fino alle 18.00 per sperimentare vari stili di danza. C’è la possibilità di convivere insieme in una casa e quindi di preparare la cena insieme, stare insieme anche ai ragazzi italiani e fare momenti di festa. Si lavora ad una coreografia intitolata Danzare la Pace che mostra come – ad esempio – ragazzi israeliani e palestinesi, che sul terreno vivono il conflitto, riescono qui a creare un clima di armonia nei rapporti personali e sul palcoscenico. E questo vale per gli artisti di tutti i Paesi, che portano al campus la loro cultura artistica e la loro sensibilità”. Come è stata l’esperienza con i giovani a Betlemme? “Quando siamo arrivati ci siamo accorti che non avevano alcuna conoscenza dell’arte, non avevano mai visto neppure i pennarelli. I quindici giorni del campus che facciamo lì rappresentano per loro –prigionieri a cielo aperto – uno spazio di libertà, un modo per oltrepassare idealmente quel terribile muro che li separa dagli israeliani. Gli insegnanti sono ragazzi palestinesi e israeliani che hanno frequentato il campus in Italia. L’esperienza di questi sei anni è stata talmente fruttuosa che la Custodia ci ha chiesto di aprire una scuola permanente a Betlemme, che vedrà la luce il prossimo anno”. Quando si terrà il prossimo campus italiano e come partecipare? Si terrà a Montecatini dal 27 agosto al 5 settembre 2020 e accoglierà ragazzi da varie parti del mondo fra cui Giordania, Egitto, Palestina, Israele. È rivolto agli aspiranti professionisti che condividono l’idea che l’arte possa essere uno strumento universale di armonia fra i popoli, perché possano favorire questo cambiamento di mentalità lì dove andranno ad operare, nei teatri, nelle scuole, nei luoghi d’arte. Possono contattarci scrivendo a info@dancelab.it. I campus fanno parte di un progetto più ampio, come tappe del Festival dell’Armonia fra i popoli, promosso dall’Associazione… Il Festival è arrivato quest’anno alla XV edizione, ha luogo in Toscana con il patrocinio di tutti i comuni della Val di Nievole e di città come Firenze, Assisi e Palermo, e si articola in una serie di appuntamenti. L’inaugurazione sarà il 14 marzo a Firenze, nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, nella ricorrenza della scomparsa di Chiara Lubich, per il contributo che la fondatrice dei Focolari ha dato nel portare l’armonia nel mondo, a 20 anni dal conferimento della cittadinanza onoraria di Firenze, e nel corso delle celebrazioni per il centenario della sua nascita. Quali sono gli altri appuntamenti? Durante l’anno ci saranno interventi nelle scuole per sviluppare un lavoro sul tema del disarmo. Il nostro auspicio è che la voce dei giovani possa arrivare fino ai capi di Stato dei Paesi coinvolti nella fabbricazione e nel commercio delle armi, per poter scalfire queste realtà. Un’iniziativa apprezzata dai ragazzi vede protagonista la musica come momento di riflessione sul tema dell’incontro. Sono in programma appuntamenti culturali e cene interculturali a Montecatini e a Palermo. Il Festival, come i campus, sono offerti alla partecipazione gratuita. Una scelta impegnativa.. Fin dall’inizio ho voluto distinguere questa esperienza dai comuni stage di danza che le scuole fanno e sono fonte di lucro, perché i ragazzi vengano non solo per studiare danza ma perché hanno scelto di vivere la pace e di essere costruttori di ponti di pace.
Claudia Di Lorenzi
(*)https://www.festivalarmonia.org/ (altro…)
Set 25, 2019 | Nuove Generazioni
Nella Mariapoli di Arny, 35 km a sud di Parigi (Francia), dal 2 al 7 Settembre, si è tenuta la prima scuola per “Ambasciatori del Mondo Unito” a cui hanno preso parte 16 giovani provenienti da 14 Paesi del mondo.
Lo slogan che li ha guidati è stato “meglio insieme”. Il programma era promosso dall’Associazione Internazionale New Humanity, Organizzazione Non Governativa, espressione del Movimento dei Focolari, che si ispira allo spirito e ai valori che lo animano. Lo scopo era quello di potenziare le competenze di un gruppo di giovani change-makers, peace-builders e leader di comunità, formandoli alla cultura dell’unità, della pace e della fraternità, facendone dei veri e propri “ambasciatori” di un mondo unito, in grado di diventare portavoce della ONG a livello nazionale e internazionale. I 16 giovani coinvolti provenivano da Belgio, Brasile, Camerun, Colombia, Corea del Sud, Equador, Filippine, Kenya, Iraq, Italia, Libano, Messico, Nigeria, Spagna e Stati Uniti. “È stata la prima ‘training school’ per New Humanity” osserva Chantal Grevin, Rappresentante Principale di New Humanity presso la sede dell’UNESCO di Parigi “un’esperienza efficace, che ci ha permesso, nel giro di una settimana, di trasmettere loro le competenze necessarie a diventare operatori attivi della nostra ONG”.
“Si è parlato di cosa intendiamo per ‘mondo unito’, di cosa siano la pace ed i diritti dell’uomo e di conseguenza di cosa intendiamo per ‘persona’”, spiega Marco Desalvo, presidente della ONG “ci siamo esercitati a tradurre in un linguaggio che possa essere di ispirazione per le Istituzioni internazionali, tutte le buone pratiche che i nostri giovani promuovono quotidianamente nel mondo per diffondere in tutte le sfere della società, e a ogni livello, lo spirito della fraternità universale come proclamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”. I giovani ambasciatori sono stati ricevuti dai funzionari UNESCO delle scienze umane e sociali (sezione giovanile) e del settore dell’educazione (cittadinanza mondiale e cultura della pace). “Ne è scaturito un dialogo aperto e libero che ha permesso a questi rappresentanti di scoprire meglio l’azione di New Humanity, attraverso la testimonianza dei giovani ambasciatori che hanno potuto mettersi in gioco insieme, sperimentando quanto appreso nei giorni precedenti e la loro positiva esperienza di cittadinanza globale” commenta ancora Chantal Grevin.
A ciascun giovane è stata offerta la possibilità di incontrare personalmente i rappresentanti della delegazione presso l’UNESCO del proprio Paese e di esporre la propria visione rispetto alle grandi sfide della pace, dell’ecologia e della fraternità. Durante la training school, i giovani hanno anche avuto l’opportunità di incontrare e dialogare con Mons. Follo, Osservatore Permanente della Santa Sede e Marie Claude Machon, Philippe Beaussant e Patrick Gallaud, rispettivamente Presidente, Vice-Presidente ed ex Presidente del Comitato di collegamento ONG-UNESCO. “Grazie a questo corso ho imparato molto sul sistema delle Nazioni Unite e sulle attività delle ONG in tutto il mondo”, racconta, al termine dell’esperienza, Luciana, avvocato, che viene dall’Italia “ma soprattutto ho riscoperto le vere motivazioni che mi hanno spinto verso questo mondo. Come ambasciatore di New Humanity vorrei promuovere l’idea che aiutarsi a vicenda può fare una grande differenza nella creazione di un mondo più unito, ho capito che le piccole azioni possono avere un grande impatto sul benessere delle persone.
Ecco perché mi sento tanto onorata di far parte di questo fantastico progetto!”. Pascal, che è libanese, ha condiviso: “Quando sono arrivata ero scoraggiata dal non riuscire a trovare soluzioni per il mio Paese. Qui, ho trovato coraggio e speranza, ho capito che ci possiamo supportare, possiamo davvero lavorare per raggiungere il mondo unito. So che succederà! Sono molto felice di tornare nel mio paese e cominciare a lavorare!”. E Noè, dal Messico: “Sono arrivato qui con il mio amico Josef degli USA. Viviamo a pochi km dal confine che separa i nostri Paesi. Siamo già impegnati insieme in progetti a favore dei migranti. Al ritorno, avremo modo di mettere in pratica quello che abbiamo imparato qui”.
Tamara Pastorelli
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Set 11, 2019 | Nuove Generazioni
Con queste tre parole la presidente dei Focolari ha aperto i lavori dell’Assemblea dei giovani che si concluderà domenica 15 settembre.
A guardarli, ma soprattutto ad ascoltarli mentre si presentano a Maria Voce e Jesus Moran, rispettivamente Presidente e Co-presidente dei Focolari, danno proprio l’impressione di un parlamento under 30, che anziché occuparsi di una sola nazione, ha nel proprio raggio d’azione il mondo intero. Sono i 190 rappresentanti dei giovani dei Focolari arrivati a Castel Gandolfo (Roma) da 67 Paesi per la prima Assemblea dei giovani che raccoglie gen, giovani religiosi e seminaristi, ragazze e ragazzi impegnati nei Movimenti Parrocchiale e Diocesano. “Non siamo qui solo per fare e organizzare, ma soprattutto per conoscerci e condividere le motivazioni più profonde, quelle che stanno alla base della nostra scelta di lavorare per un mondo più unito”, spiega uno degli organizzatori.
Arrivano da mondi diversi per provenienza, cultura, religioni; sono impegnati in svariati campi che vanno dalla giustizia alla pace e al disarmo; ad un’economia a misura d’uomo, alle lotte ambientali, al dialogo tra le religioni e i popoli. Vengono da un’estate che potremmo definire quantomeno “impegnata”, se si considera il congresso gen ad Amman in Giordania per i gen del Medio Oriente con rappresentanze da altri Paesi, a dire che ogni pezzo di mondo è loro; uno in Oceania; diversi campus in cui hanno approfondito i temi della legalità e dell’aiuto alle povertà, oltre ai campi-scuola e a vacanze organizzate dal Movimento Parrocchiale e Diocesano. In questa assemblea si impara, si condivide e si progetta, supportati da esperti e da molti momenti laboratoriali. Si parla di identità e scelte di vita con don Vincenzo Di Pilato, di leadership e protagonismo con Jonathan Michelon, di testimonianza e coinvolgimento con Sr. Alessandra Smerilli. Con Francisco Canzani si approfondirà il documento “Chritus Vivit”, frutto dei lavori del recente sinodo che la Chiesa cattolica ha dedicato ai giovani.
Come bussola per queste giornate, la Presidente dei Focolari ha indicato tre parole: unità, coraggio, trasmissione. Unità – Maria Voce li ha incoraggiati a “dimenticare i diversi ‘campi’ da cui provengono, ad avere un “amore scambievole totale” per fare l’esperienza dell’unità. Coraggio – “Me lo aspetto da voi questo coraggio. Mi aspetto che il vostro coraggio ci sfidi, che ci metta alla prova”. Li ha invitati a parlare e a condividere, a non nascondere le criticità, ma a segnalarle, sempre in spirito costruttivo. Infine li ha incoraggiati a trasmettere il carisma dell’unità: “Dovete prepararvi a dare alle nuove generazioni quel che avete ricevuto. La trasmissione avverrà solo ad opera di persone che vivono il Carisma, che vogliono il Carisma e che lo trasmettono”. Il percorso di questi giorni d’assemblea sfocerà in un documento finale che raccoglierà contributi e istanze delle giovani generazioni dei Focolari impegnate a lavorare sempre più insieme.
Stefania Tanesini
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