Ago 27, 2021 | Testimonianze di Vita
Amare per primi, amare disinteressatamente, amare sempre, subito e con gioia. È un’opportunità per incarnare l’arte di amare nella nostra vita. È da lì che, come per attrazione, nasce la comunione fraterna. È vita nuova, mondo che cambia. Fisioterapista Nel centro dove lavoro sono diminuite le richieste a causa del Covid, di modo che tante ore della giornata erano vuote. Ho ottenuto allora il permesso per aiutare in un reparto di contagiati. Anche altri colleghi in seguito hanno seguito il mio esempio. Un giorno uno di loro ci ha confidato che mai il suo servizio era stato cosi umano e coinvolgente: “Solo ora mi sono reso conto di cosa significhi un gesto di solidarietà, una carezza, anche se hai i guanti. Mi sembra di aver scoperto una dimensione più umana del mio lavoro. Vorrei che i miei figli facessero questo servizio, perché è una vera scuola di vita”. (J.H. – Repubblica Ceca) La nostra prossimità Quando papa Francesco parla di “prossimità”, sembra che annulli tutte le regole che ci siamo fatti riguardo ad un certo stile di vita. Per lui vale l’altro e la nostra capacità di accoglienza. Ne parlavo una volta in ufficio, contrastato da una collega secondo la quale è proprio questo atteggiamento senza regole che sta rovinando la Chiesa. La ascoltavo stupito e scoraggiato dalla sua sicurezza nel condannare il papa, nonostante fosse una donna intelligente e, a modo suo, cattolica praticante. Da quel giorno ho evitato di tornare sull’argomento e ogni qualvolta lei mi attaccava con qualche articolo sul papa, cercavo di sviare il discorso. L’altro ieri, al telefono, mi ha avvisato che non poteva venire al lavoro per problemi con la figlia anoressica. Appena ho potuto, sono andato da loro. In effetti, la ragazza rischiava la vita. Mia moglie è psicologa e, con trucchi vari, siamo riusciti a frequentarci. Ora la figlia sta meglio, spesso è a casa nostra. La collega mi scrive un messaggio: “Ora capisco cosa intende il papa con la parola prossimità”. (F.C. – Francia) Vado io Il mio maestro delle elementari ci aveva narrato di un soldato, forse un alpino, un po’ speciale: si prestava infatti ad ogni incombenza, anche la più ingrata, col dire ai suoi superiori: “Vago mi” (Vado io). Finché “Vago mi” (com’era ormai soprannominato) non era più tornato, ucciso in un’azione di guerra. Quella morte, suggello a una vita vissuta all’insegna dell’altruismo, aveva colpito la mia fantasia di bambino. Avrei voluto essere come lui. Insomma, “Vago mi” era diventato il mio modello di chi si spende per gli altri. E questo molti anni prima di imbattermi in Colui che ha dato la vita per noi e senso alla mia. (Giuseppe – Italia)
A cura di Lorenzo Russo
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021) (altro…)
Ago 20, 2021 | Testimonianze di Vita
Quando si riconosce nel dolore quel volto di Gesù Abbandonato in Croce dal padre suo, e lo si accetta con tutti i propri limiti, allora quel dolore si trasforma in gioia. E la vita prende un altro aspetto, migliora, perché è vissuta con amore. La perdita del padre Ero già adulto quando mio padre è andato via di casa per farsi un’altra famiglia, eppure la perdita del padre ti lascia sempre un vuoto che nulla può colmare. Di lui mi tornano e ritornano in mente ricordi, parole. La cosa più triste è quando non sai con chi condividere una gioia, un successo. Certo, ora sono sposato, un figlio è in arrivo, ma quel senso di orfanezza permane. Mia moglie, invece, prova astio verso il padre che ha lasciato la famiglia quando lei e la sorellina erano piccole. Per questo, parlare fra noi della figura paterna fa venir fuori la grande nostra diversità. Ma proprio perché sappiamo cosa significhi sia l’amore sia la sua mancanza ci siamo impegnati a essere per i nostri futuri figli sorgenti di vero amore. E l’argomento, fra l’altro, che tanto viene sottolineato nella comunità parrocchiale nella quale ci stiamo inserendo: la natura del vero amore, quello che supera l’egocentrismo, ce la spiega Gesù che con la sua vita e la sua morte ce ne ha dato la misura. (P.I. – Svizzera) L’amico umorista L’humour, secondo me, è la visione nuova, da Dio, della vita, messa a confronto con l’aspetto limitato, carente, a volte tragico che l’uomo riscontra nei propri simili, oltre che in sé stesso. Per anni ho collaborato come disegnatore con Nino, un carissimo amico, ad alcune sue divertenti pubblicazioni. Tutti, assolutamente tutti, camminando inciampano. Quanto a Nino, tutte le volte che inciampa, si ferma un attimo a pensarci e ripartendo ci ride su. Poi ce lo racconta e tutti sorridono. E un po’ questo, a farci caso, lo schema del suo umorismo. Un humour divenuto con gli anni sempre più fine, senza la grinta della satira, eppur penetrante; una presa in giro amabile non dell’uomo, ma dell’”uomo vecchio” che è sempre in agguato in ciascuno. Nino stesso ne scriveva alcuni anni fa: “Secondo me, l’umorismo è una dimensione imprevista, che di una persona, oltre alle quattro misure tradizionali – altezza, lunghezza, larghezza e profondità – riesce a scoprire anche le sue quattro antimisure. La cortezza, la bassezza, la strettezza e la superficialità”. (Vittorio – Italia) Irina e l’ecumenismo Sono ortodossa, nata in Russia, e ho sposato un prete anglicano. Fra me e mio marito non ci sono mai state difficoltà teologiche; lui amava molto la Chiesa ortodossa. In seguito abbiamo scoperto quanto avevamo in comune anche con la Chiesa cattolica. A Roma, mio marito diresse un centro ecumenico per il quale profuse tutte le sue energie. Dopo la sua morte, per cinque anni insegnai lingua russa alla Gregoriana. Poi di nuovo in Inghilterra, presidente di un centro ecumenico a Oxford. In un libro intitolato Il cammino dell’unità parlo di mio marito, dei contatti avuti con importanti personalità di diverse Chiese che hanno apprezzato il nostro lavoro ecumenico. Certo, c’è ancora molto da fare perché si realizzi l’unità, ma non mancano spiriti profetici che lavorano in questo senso. Sono una minoranza, è vero, però ci sono; e sono la grande forza della Chiesa. Anche se rattrista vedere che esistono ancora molti pregiudizi da superare, bisogna lavorare e sperare, perché il comandamento di Cristo è “che tutti siano uno”. Per me la Chiesa è già una.
A cura di Lorenzo Russo
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021) (altro…)
Ago 13, 2021 | Testimonianze di Vita
Dice S. Agostino: “Una volta per tutte, ti viene data una breve norma: ama e fa’ quel che vuoi. Se tu taci, taci per amore; se correggi, correggi per amore. Sia in te la radice dell’amore e tutto quello che fai non può essere che bene”. Metti amore… Non avrei mai immaginato di aver sposato uno sconosciuto. Mio marito, infatti, aveva rivelato un egocentrismo che lo allontanava dagli altri. In realtà celava un tremendo senso di inferiorità. Me n’ero accorta quando, per non ferirlo, non potevo gioire neanche dei successi dei nostri due figli. E pensare che un tempo mi sentivo sostenuta da lui! Ora questo punto fermo era svanito ed io mi sentivo in crisi. Fu a questo punto che il messaggio di una ex compagna di scuola entrata in convento mi annuncio la sua decisione di lasciare la strada intrapresa. Andai a trovarla e mentre lei mi parlava di solitudine, di idealità crollate, di invidie e gelosie in una comunità, la sua, che aveva alti scopi umanitari, mi sembrava di vedere me stessa riflessa in uno specchio. Ci incontrammo in più occasioni e una frase di Giovanni della Croce, da lei citata, divenne luce per ciò che dovevo fare per tentare di salvare la famiglia: “Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore”. Mi impegnai. Non fu facile, ma oggi le cose sono cambiate, sia per me che per lei. (M.d.A. – Albania) Restare in Siria Una decina di anni fa, quando la vita era diventata difficile per noi cristiani, ci eravamo chiesti se fosse il caso di rimanere nella nostra patria. Tanti avevano scelto di partire; sembrava che avessero trovato ambienti sereni, senza rumori di armi e senza paura. Eppure, anche se facciamo poco, avvertiamo che la nostra presenza qui diventa una vera missione. Non si tratta tanto di testimonianza e fedeltà alla terra e alla fede, ma di prossimità, quella di cui parla papa Francesco. Siamo certi che anche per i nostri figli questa situazione, anche se non facile, risulterà una grande maestra di vita. (V.M. – Siria) Impariamo dai piccoli Kanna é nata in una famiglia cristiana e frequenta l’asilo; tanti suoi compagni e la stessa maestra sono di altre religioni. A fine anno, la maestra saluta una ad una tutte le bambine; arrivata a Kanna, le dice: “Ti ringrazio perché ci hai fatto conoscere Gesù. Quando ce ne parlavi, si sentiva che era vicino a te. Ci hai insegnato le preghiere che hai imparato a casa tua: sono belle. Stamattina ti ho vista quando hai regalato a una tua compagna il premio che avevi ricevuto: questo gesto mi ha commossa! Io sto per sposarmi, ma prima voglio ricevere il battesimo e mi sto preparando perché anch’io, come te, voglio credere a Gesù”. (Z.J. – Giappone)
A cura di Lorenzo Russo
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021) (altro…)
Ago 6, 2021 | Testimonianze di Vita
Gesù chiede di farci piccoli, come un bambino che si abbandona fiducioso al padre e alla madre e crede al loro amore. “Anche noi, “bambini evangelici”, dipendiamo in tutto dal Padre – afferma Chiara Lubich – sa ciò di cui abbiamo bisogno, prima ancora che glielo chiediamo, e ce lo dona”. Adozione a distanza Nel gennaio 2017 ho adottato a distanza una bambina del Kenya. Per circa un anno però la mia vita ha preso una svolta imprevista e non avevo un reddito fisso, per cui due o tre volte mi sono chiesta se sarei stata in grado di proseguire il sostegno della bambina; e sempre la parola di Gesù “Qualunque cosa avrete fatto a uno di questi piccoli, l’avrete fatta a me” è stata di stimolo per continuare in ogni caso a prendermi cura di lei. Infatti, dopo ogni momento di esitazione, si presentava un nuovo progetto lavorativo a confermarmi nella decisione intrapresa. Ringrazio Dio che mi ama immensamente e me ne dà prova continua. (Anny – Romania) Un modellino innovativo Ultimo anno di Odontoiatria, il più impegnativo. Dovrei non pensare ad altro per laurearmi in fretta, invece ho accettato di dare ripetizioni a Fabio, che non va bene a scuola, per favorire la madre, una signora incontrata per caso. Gratis, perché le sue finanze non sono buone. Un giorno in cui faccio ripetizione di scienze al ragazzo, devo spiegargli – guarda caso – proprio i denti. Per fargli comprendere meglio il capolavoro che e il nostro apparato masticatorio, senza rendermene conto m’invento un modellino con un accorgimento tecnico, semplice ma molto pratico per la didattica. Comunico la scoperta al professore della tesi. Ne e addirittura entusiasta. Non solo, mi propone di illustrarla ad una lezione che terra all’Università di Caserta, specificando non solo l’aspetto tecnico, ma anche la circostanza che me l’ha fatta intuire. Nei mesi seguenti, mi viene data anche l’opportunità di parlarne a 70 studenti. L’ultima notizia avuta dal prof e che sulla mia scoperta verrà pubblicato anche un libro. E tutto perché ho ascoltato la richiesta di una madre. (Tonino – Italia) Tentazione Sposato e con tre bambine, lavoro in una falegnameria. Ho un piccolo conto in banca, ma la nostra situazione economica non é florida. Un giorno, andando a fare un versamento, ho trovato registrati a mio favore 235 bolivares: proprio una somma di cui avremmo avuto bisogno! Ho fatto finta di niente e decido, con mia moglie, di aspettare una settimana. Nell’attesa ho fatto le più varie congetture su quel denaro; forse qualcuno stava soffrendo o poteva perdere il proprio lavoro per colpa mia. Qualche anno fa l’amore verso il prossimo non rientrava nei miei progetti. Ma ora… Tornato in banca, ho spiegato la cosa alla persona addetta. “Lei è la persona più onesta che ho conosciuto”. Poiché occorreva fare delle ricerche per capire cos’era successo, mi ha dato appuntamento dopo tre giorni. Quando sono tornato in banca avevano già trovato l’errore. Con sollievo sono venuto a sapere che quei soldi appartenevano ad un tale che partecipa agli incontri sulla Parola di vita nella mia stessa parrocchia. Per fortuna non avevo ceduto a quel momento di tentazione. (Jose – Venezuela)
A cura di Lorenzo Russo
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021) (altro…)
Lug 21, 2021 | Testimonianze di Vita
Come l’àncora, che aggrappandosi ai fondali marini assicura ai naviganti la sicurezza, così è la speranza che ci tiene saldi a Dio e rinforza la nostra fede. Ora di francese Liceo, ora di francese. E l’insegnante non arrivava. Eravamo due classi insieme, non ci conoscevamo e nell’attesa cresceva il disagio. A questo punto, superando il timore di essere giudicato o deriso, ho preso l’iniziativa di condividere con i miei compagni alcuni fogli di poesie in francese, lingua nella quale sono abbastanza ferrato. Poi mi sono messo a scrivere sulla lavagna, sempre in francese, il “Padre nostro”. Intanto gli altri cominciavano a copiare il testo. Avevo appena finito di scrivere, quando è entrata l’insegnante, che, vedendo gli alunni silenziosamente intenti al lavoro, è rimasta sorpresa e quasi commossa. Risultato: ha dato un 10 – il voto più alto – all’intera classe. (Ralf – Romania) Il suicidio di un figlio Luca aveva 19 anni ed era fin troppo sensibile. Il male che a volte sembra prevalere nel mondo, lui stentava ad accettarlo. Quando si e suicidato, solo l’ancorarci a Dio e il sostegno di una comunità hanno portato conforto e speranza nella nostra famiglia. Ci siamo ritrovati come coppia a un livello più alto del nostro rapporto. Anche l’altro figlio, Enrico, ha reagito rendendosi utile agli altri e adesso lavora presso una comunità di giovani disadattati. Certo, col passare del tempo si avverte tanto l’assenza di Luca, ma un fatto ci ha dato forza. Un nostro amico ci ha riferito di un giovane ammalato di cancro: stanco di tutto, rifiutava la chemioterapia e preferiva lasciarsi morire. Gli ha parlato di Luca, che aveva frequentato il suo stesso istituto, e di come la sua tragica scomparsa avesse “svegliato” tanta gente ad essere più sensibile agli altri, e quel giovane, alla fine, ha accettato di riprendere la cura. Questo episodio ci ha fatto capire che la vita va avanti ed e stato di stimolo ad essere forti e a seminare speranza in quanti incontriamo. (Maurizio – Italia) La mia ambizione Dopo aver lavorato per anni in un complesso musicale di successo, con la crescita della famiglia avevo intrapreso un lavoro in un’agenzia culturale che organizzava concerti. Ma con l’imperversare della pandemia tante cose sono cambiate anche per me: pochi contratti, pochi spettacoli. Con un futuro sempre più incerto mi chiedevo come poter tirare avanti. Poi la telefonata di una persona che avevo conosciuto perché mi aveva aiutato nello scarico e carico degli strumenti: s’informava di come andassero le cose per me, se avevo bisogno di lavoro, dato che nel supermercato dove lui lavorava c’era carenza di personale. Ho accettato. Cosi dai rapporti con filarmoniche sono passato a segnalare ad una vecchietta disorientata lo scaffale dove trovare le uova o l’aceto… La grande lezione della pandemia è stata proprio questa: l’amore passa attraverso piccoli gesti silenziosi, e non proclami assordanti. Nella mia gioventù la vera ambizione era di diventare ricco… ora sono ricco su un altro livello: ho scoperto una dimensione più vera e più bella dell’umanità. (T. M. – Repubblica Ceca)
A cura di Lorenzo Russo
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021) (altro…)
Lug 14, 2021 | Testimonianze di Vita
“Nella fede l’uomo mostra chiaramente di non contare su sé stesso ma di affidarsi a Chi è più forte di lui” scrive Chiara Lubich meditando un passo evangelico. Momenti di buio, apatia, ricordi dolorosi posso diventare occasione per approfondire il rapporto con Dio, per manifestarGli la nostra fiducia in Lui, anche nelle difficoltà. Il bisogno di un padre Con i genitori divisi da quando avevo tre anni, ho avuto una vita segnata dalla mancanza di un padre. Introverso e ribelle, me la prendevo con tutti; non sapevo a chi rivolgermi per parlare delle mie cose, avevo l’impressione che anche mia madre non mi capisse più. Avevo 15 quando la mia prof di religione, senza farmi prediche, mi ha messo in contatto con un gruppo di ragazzi impegnati. Ho cominciato a partecipare ad alcune loro iniziative in favore dei bambini dei quartieri poveri. Mi trovavo così bene con loro che non li ho lasciati più. Un’esperienza di qualche mese a O’Higgins, la cittadella dei Focolari, mi ha spalancato orizzonti nuovi, uno scopo per cui vivere: contribuire a fare il mondo più bello. La proposta di amare tutti ha suscitato pian piano in me un pensiero: “E papà? Cosa farà ora? Avrà sentito la mia mancanza, dopo tanti anni di silenzio?”. Non ho avuto pace finché non sono andato a cercarlo nella nostra vecchia casa. Quasi non mi riconosceva. Era invecchiato, un uomo stanco. Ci siamo guardati negli occhi, il passato dietro le spalle. (Luis – Argentina) Mi stavo innamorando Cantautrice senza successo, ero piombata in un’apatia totale. In quel periodo nero ho rinnegato tutto ciò in cui avevo creduto. Dio lo consideravo una palla al piede per me sia come musicista che come donna, per cui me ne sono liberata vivendo come se lui non esistesse. Questo, fino alla telefonata di Carmine, un amico attore che aveva bisogno di una mia collaborazione per una commedia alla quale stava lavorando. In partenza per Bologna, mi ha convinta a prendere il treno con lui per parlarne durante il viaggio. Io pero l’ho inondato di tutta la mia storia: avevo cosi voglia di aprirmi, e lui mi ascoltava così bene. E che… mi stavo innamorando. Quell’anno abbiamo lavorato insieme. Io ho scritto le musiche e lui ne curava la regia. Poi, d’improvviso, Carmine si è sentito male. Con la paura di perderlo, mi sono trovata faccia a faccia con quel Dio che facevo finta di ignorare. Ma ora non lo sentivo più un estraneo. L’amore aveva ammorbidito il mio cuore e quel dolore lo irrigava, gli dava tutta quella fecondità che prima andavo cantando nelle mie canzoni. (Chiara – Italia) Liberata da un peso Un’offesa ricevuta anni fa, poi andata nel dimenticatoio, mi e tornata in mente incontrando la persona “colpevole”. Non ricordavo tanto quell’uomo, ma piuttosto mio marito che non mi aveva difesa. I sentimenti di dolore e umiliazione erano ancora vivi sotto la cenere e non sono riuscita a trattenere lo sfogo su di lui. Poi un pensiero: “Siate misericordiosi come il Padre vostro e misericordioso”. Mi sembrava che Gesù mi dicesse: “Come vorresti dare tutto a me se sei ancora ricca di questi ricordi dolorosi?” Parole forti, ma vere. Finalmente Dio con la sua grazia mi ha aiutata a fare il passo di perdonare. La misericordia del Padre mi ha liberata da questo peso. (Bernadette – Svizzera)
A cura di Lorenzo Russo
(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021) (altro…)