“Dare un’anima all’Europa”. Questo in sintesi l’obiettivo di Insieme per l’Europa, la rete cristiana che oggi raggruppa più di 300 Movimenti, Organizzazioni e Comunità cristiane dell’Europa occidentale e orientale. Un segno di speranza soprattutto in tempi di conflitti e crisi.
Il 31 ottobre scorso Insieme per l’Europa (IpE) ha celebrato il suo 25° anniversario dalla nascita. Lo stesso giorno del 1999 ad Ausburg in Germania, ci fu l’evento capostipite con la firma congiunta cattolico-luterana della Dichiarazione sulla giustificazione che sanava una profonda spaccatura tra le due Chiese da oltre 500 anni. Negli anni a seguire si è costruito un dialogo sempre più profondo, basato sul perdono reciproco sino ad arrivare all’evento storico del patto di amore scambievole (dicembre 2001) nella chiesa luterana di Monaco gremita da oltre 600 persone.
Tra i primi promotori della rete IpE ci sono Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, altri fondatori di movimenti e comunità cattoliche italiane ed evangelico-luterane tedesche, decisi fin da subito a camminare insieme.
Quest’anno, dal 31 ottobre al 2 novembre più di 200 rappresentanti della rete IpE si sono riuniti a Graz-Seckau in Austria, per l’evento annuale dal titolo “Chiamati alla speranza”, in rappresentanza di 52 Movimenti, Comunità e Organizzazioni provenienti da 19 Paesi europei. Presenti cristiani ortodossi, cattolici, protestanti, riformati e membri delle Chiese libere, leader spirituali e laici, autorità civili e politiche.
Tra loro il Vescovo Wilhelm Krautwaschl della Diocesi ospitante, il Vescovo Joszef Pàl della Diocesi Timisoara (Romania), il Copresidente del Movimento dei Focolari Jesús Morán, Reinhardt Schink, responsabile dell’Alleanza Evangelica in Germania, Markus Marosch della Tavola Rotonda (Austria), Márk Aurél Erszegi del Ministero degli Esteri ungherese, il già Primo ministro della Slovenia Alojz Peterle e il già Primo ministro della Slovacchia Eduard Heger. Ha partecipato al convegno anche una delegazione dell’Interparliamentary Assembly on Orthodoxie con il Segretario generale Maximos Charakopoulos (Grecia) e l’Advisor Kostantinos Mygdalis.
Gerhard Pross (CVJM Esslingen), moderatore di Ipe e testimone dell’inizio, in occasione del 25°anniversario ha evidenziato nel suo discorso di apertura i tanti momenti di grazia vissuti in questi anni. Anche il vescovo Christian Krause, che nel 1999 era presidente della Federazione luterana mondiale e fu cofirmatario della “Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione”, attraverso un messaggio ha sottolineato l’importanza di questo percorso insieme.
“Vista l’attuale situazione in Europa, sono arrivato qui scoraggiato e depresso – afferma uno dei presenti -. Ma questi giorni mi riempiono di nuovo coraggio e speranza”. Gli fa eco una signora ucraina: “Essere ambasciatori di riconciliazione, questo mi porto dall’incontro di Insieme per l’Europa. Vivo in un Paese in guerra, dove ancora non si può parlare di riconciliazione. Ma sento che si può essere ambasciatori, perché un ambasciatore è per definizione un diplomatico, non impone, porge e prepara… Questa è la missione che sento di dover portare lì dove vivo. E proverò a farlo cercando di essere, come ha detto Jesús Morán: “artigiano di una nuova cultura”.
Nel suo intervento,Jesús Morán aveva infatti affermato: “Le cose non cambiano da un giorno all’altro, sono importanti gli artigiani, gli agricoltori di una nuova cultura, che con pazienza lavorano e seminano, sperano. (…) L’insieme di cui stiamo parlando non è un insieme nel senso di un’unione. A differenza dell’unione, l’unità considera i partecipanti come persone. Il suo obiettivo è la comunità…. L’unità trasforma le persone coinvolte, perché le raggiunge nella loro essenza senza attaccare la loro individualità. L’unità è più di un impegno comune: è essere uniti, uno nell’impegno. Mentre nell’unione la diversità è fonte di conflitto, nell’unità è pegno di ricchezza. L’unità, in definitiva, si riferisce a qualcosa che sta al di là dei partecipanti, che li trascende e che quindi non è fatto, ma ricevuto come un dono”.
Durante l’incontro i partecipanti hanno solennemente rinnovato il Patto dell’amore reciproco, base dell’impegno comune, pregando in quattro lingue: “Gesù vogliamo amarci come tu ci hai amato”.
L’evento si è concluso con l’idea di poter svolgere un grande evento nel 2027 con lo scopo di inviare un potente segnale di unità e speranza all’Europa.
“Sono sicura che il lavoro, la vita, l’amore e la sofferenza porteranno il positivo in Europa – scrive una signora dall’Olanda a conclusione della manifestazione -. È molto importante essere ambasciatori di riconciliazione. (…) Gli artigiani sono importanti e gettano un seme della speranza””.
Lorenzo Russo
Grazie delle vostre importanti condivisioni!!
Ci da speranza