Fra le divine parole che disse [Gesù], ve n’è una che dà le vertigini se si pensa pronunciata da Dio e fa comprendere l’eccellenza di una elezione.
È un paragone paradossale, ma vero e ricco di mistero. E Cristo lo rivolge a quelli che sarebbero stati nei secoli i suoi sacerdoti: «Come il Padre ha mandato me, io mando voi». Chi è allora il prete? È colui che Cristo ha eletto per continuarlo nel tempo. Purtroppo alle volte il sacerdote non è così. E d’altronde se il prete non è Cristo, è ben poco. Le sue prediche sono vuote e le chiese deserte. Perché la parola che Cristo dava era lui stesso. Se il prete prima vive ciò che predica e poi parla, la sua parola sarà Cristo e sarà, anche lui, altro Cristo.
Come il Padre ha mandato me discorsi trascineranno allora le folle e le chiese diverranno strabocchevoli. Perché non è tanto la scienza che fa il prete, quanto il carisma vivificato dall’amore.
Chiara Lubich, Il celibato sacerdotale, Città Nuova 14 (1970/3) p. 9
0 commenti