Movimento dei Focolari

Ecumenismo di popolo per accelerare il cammino verso la piena unità delle Chiese

Dic 2, 1998

Concluso il viaggio di Chiara Lubich in Germania (10 novembre - 3 dicembre 1998)

Si sono aperte nuove speranze per l’ecumenismo: la tappa più significativa è stata segnata durante la preghiera ecumenica di inizio d’Avvento ad Augsburg nella chiesa evangelico-luterana di sant’Anna, luogo dolorosamente carico di storia. Nel 1518 avviene l’incontro tra Lutero e il legato del Papa, cardinale Cajetano, ritenuto determinante per la rottura con la Chiesa di Roma. E proprio in questa chiesa si sono mostrati nuovi segni di unità. Sono presenti 34 vescovi, evangelico-luterani, ortodossi, anglicani, siro-ortodossi, cattolici, vecchio-cattolici, provenienti da 12 paesi, dall’India al Brasile, dalla Siria alla Germania, Gran Bretagna, Italia. Sono i vescovi amici dei Focolari che in quei giorni erano riuniti per il loro convegno annuale, il 17°, nella cittadella ecumenica dei Focolari ad Ottmaring nei pressi di Augsburg. La chiesa è gremita da evangelico-luterani, cattolici, e appartenenti alle Chiese libere. E’ un’esperienza viva, visibile, del dialogo della vita, di una vita sostanziata dall’amore del Vangelo, capace così di fare di molti cristiani un unico popolo costituito dall’unico battesimo, dal comune patrimonio delle Scritture, dai padri della Chiesa, dai primi Concilî , e dalla spiritualità ecumenica. Ed è questo ecumenismo di popolo – che non si contrappone a quello dei vertici, anzi lo sostiene – che Chiara Lubich rilancia in Germania: “Potrà essere lievito – ha detto – per la piena comunione visibile tra le Chiese”. Lo aveva detto anche a Berlino, nella chiesa evangelico-luterana della Memoria, invitata dal Consiglio Ecumenico di 26 Chiese, presieduto dal card. Sterzinsky, arcivescovo della città. Chiara parla del dialogo del popolo, di un unico popolo di Dio, dell’esperienza vissuta a Londra nel novembre ’96, quando la presenza del Risorto tra cattolici, anglicani e membri delle altre chiese uniti dall’amore scambievole, le aveva dato l’impressione che niente e nessuno potrà mai dividerci se Lui è in mezzo a noi. “Perché non anche qui e adesso?”. “Stasera – continua – siamo entrati come chiese diverse. Dovremmo uscire come un unico popolo cristiano”. Tra le altre tappe dell’intenso viaggio di Chiara Lubich in Germania: Aquisgrana, dove Chiara interviene, su invito del vescovo H. Mussinghoff, nel duomo di Carlo Magno sulla sua esperienza del dialogo tra le religioni, di estrema attualità in un’Europa dove musulmani e buddisti sono nostri concittadini. “Stiamo lavorando con la Chiesa – ha detto – affinché il pluralismo religioso dell’umanità non sia più causa di divisioni e di violenza, ma acquisti il sapore di una sfida: quella di ricomporre l’unità della famiglia umana al di là delle differenze”. E ancora Münster dove, nel duomo gremito dai giovani, su invito del vescovo Lettman, Chiara parla loro della sua vocazione, ma anche della chiamata, rivolta a ciascuno, a mettere Dio al primo posto: “Puntate in alto – chiede ai giovani – abbiamo una vita sola. Conviene spenderla bene”.

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