Movimento dei Focolari

17 anni di incontri fra ebrei e cristiani

Ago 27, 2013

L’ultima edizione della Giornata della Pace, dal 18 e 19 agosto, nella Mariapoli Lia, Argentina. Un cammino iniziato 17 anni fa che continua con lo stesso entusiasmo. Quale il segreto?

Nella cittadella argentina dei Focolari, dal 18 al 19 agosto, 70 ebrei e cristiani hanno vissuto due intense giornate di studio e di dialogo, in occasione della XVII Giornata della Pace. Il tema di quest’anno: “L’amore al prossimo nella tradizione ebrea e nella tradizione cristiana”. Hanno aperto i lavori le testimonianze presentate da 6 ebrei e 3 cristiani, i quali erano stati ad un incontro interreligioso organizzato dai Focolari a Castelgandolfo (Roma), nel maggio scorso. Le loro esperienze hanno evidenziato gli importanti passi in avanti nella reciproca comprensione. Qual è il segreto del successo e della continuità di queste Giornate della Pace? A dire dagli stessi partecipanti: “lo spazio di scambio sincero che si crea, dove regnano l’affetto ed il reciproco rispetto, dove si è certi della fiducia, dell’ascolto e dell’accoglienza degli altri”. I momenti salienti sono stati tanti. Primo tra tutti il ricordare l’incontro avuto con Papa Francesco che ha suscitato grande emozione. Lidia Erbetta, focolarina teologa, e la rabbina Silvina Chemen della comunità Bet El, hanno proposto, poi, lo studio del testo tratto dal capitolo 4 del Libro della Genesi. Si tratta del noto racconto di Caino e Abele, e della fatidica domanda: “Dov’è tuo fratello?”. Erbetta e Chemen hanno proposto una dinamica di gruppo sullo stile della “hevruta”, cioè lo studio fra uguali, secondo la tradizione della scuola talmudica per l’analisi dei testi biblici. Una hevruta che – questa volta – non si è svolta fra due, bensì fra sei membri: uno studio di gruppo e di comunione, con una riflessione finale molto interessante degli espositori. Lo schema si è ripetuto il giorno seguente: questa volta con Francesco Canzani, dei Focolari, ed il rabbino Ernesto Yattah, sul testo del vangelo di Marco 12, 28-33; il brano evangelico dove Gesù ricorda che ciò che più conta è amare Dio ed il prossimo. La Giornata si è conclusa con la benedizione attorno all’olivo, tratto da Nazareth 15 anni fa da un amico ebreo, Ignazio Salzberg. Quest’albero è diventato un simbolo del dialogo ebreo-cristiano nell’ambito della cittadella Mariapoli Lia. Anche quest’anno, a detta di molti, si è creato quell’entusiasmo, frutto di un dialogo rispettoso, che porta come conseguenza il proposito di riviverlo nel contesto sociale dove ciascuno opera quotidianamente.

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