
Luigino Bruni
Le Filippine, teatro di un secolare divario tra ricchi e poveri, diventano un ottimo contesto per festeggiare i 25 anni dell’
Economia di Comunione. Le celebrazioni prendono il via con un Forum di due giorni nell’
Università di Santo Tomas (UST) di Manila, con 200 fra economisti e studenti di diversi Paesi, che si conclude con la firma di un
Memorandum d’intesa per rafforzare la solidarietà fra l’Università e l’EdC. Si torna idealmente al 29 maggio 1991, quando 25 anni or sono, nasceva in Brasile l’iniziativa, ideata da
Chiara Lubich proprio per concorrere a risolvere le disuguaglianze sociali, mettendo al centro di ogni progetto economico le persone, specialmente i più poveri. Un progetto che coinvolge nel mondo oltre 800 aziende.
La celebrazione si sposta poi a Tagaytay City, presso la cittadella dei Focolari Mariapoli Pace, dove ha inizio un Congresso panasiatico con 300 partecipanti dal titolo:
Economia di Comunione, un’economia per tutti. È l’occasione anche per la presentazione di alcune aziende che in Asia partecipano al progetto. Come il
Bangko Kabayan, una banca rurale che nella provincia di Batangas (Filippine) assegna micro-credito ad oltre 11.000 clienti; la falegnameria dei Focolari a Manila; una ditta di consulenze per lo sviluppo aziendale; la
Kalayaan Engineering, impresa costruttrice di condizionatori d’aria con oltre 2000 dipendenti. Si presenta anche il gruppo Sumsimidang che porta avanti uno dei migliori ristoranti e pasticcerie della Corea. Tutte realtà economiche dirette da imprenditori che intendono condurre la propria azienda nel rispetto della legalità e nella crescita sostenibile, mettendo al centro la persona e destinando liberamente parte degli utili ai poveri. A svolgere le varie relazioni sono
diversi economisti fra cui la francese Anouk Grevin, Luca Crivelli della Svizzera italiana, Anette Pelksman-Balaoing, filippina che insegna in Olanda, l’irlandese Lorna Gold e altri,
preceduti dal prof. Bruni, coordinatore internazionale del progetto, che ha il compito di riflettere sui 25 anni dell’EdC. Egli spiega che
ogni carisma per prosperare deve restare fedele alle domande iniziali. Le aziende possono essere strumenti di comunione? Il mercato può essere un luogo di fraternità? Possiamo immaginare una società senza più poveri? Ricordando ciò che Chiara Lubich ha detto nel fondare EdC, Bruni rileva che le esigenze dei poveri non hanno ancora trovato soluzione e che quindi occorre continuare nell’EdC, un cammino che si presenta come una vera e propria vocazione. L’Asia, continua Bruni, è stata scelta come sede di questo evento internazionale per la presenza nella società degli stessi segmenti che avevano colpito Chiara quando era in Brasile nel 1991. «Fra quindici anni – egli osserva – il PIL dell’Asia sarà il doppio di quello degli Stati Uniti e dell’Europa occidentale. Il futuro del mondo dipende quindi dal tipo di economia che si svilupperà in Asia. Celebrare qui il 25° anniversario dell’EdC significa riconoscere che la presenza nel continente asiatico di tale forma di economia è fondamentale». «Si tratta di un’economia – scrive Maria Voce nel suo messaggio dal Kenya – che riguarda il rapporto tra le persone, basata sull’amore reciproco per sanare le disuguaglianze». E continua la presidente: «È per questo che sostenuti anche dalla fiducia e dal coraggio di papa Francesco occorre ora risentire nostra l’urgenza che aveva spinto Chiara
a costruire insieme una società dove la comunione dei beni nella libertà sia attuata e sempre più condivisa». Il congresso si conclude con tre importanti risoluzioni: 1. stabilire una rete internazionale di “incubatori d’impresa” a sostegno di giovani imprenditori e delle donne; 2. creare un osservatorio sulla povertà, per garantire che la lotta alla povertà sia sempre centrale e coerente con lo spirito dell’EdC; 3. moltiplicare le Lab-school, laboratori tecnici, professionali e imprenditoriali indirizzati particolarmente ai giovani. https://vimeo.com/168297829
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