Il 1° febbraio 2011 il Consiglio Comunale di Genova ha votato l’adesione all’Associazione Città per la Fraternità, con l’impegno “ad individuare metodi e strumenti per incentivare, sia all’interno dell’Amministrazione che nella città, una cultura ispirata ai valori civici del dialogo e della fraternità”. La mozione, approvata da tutti i gruppi consiliari presenti in Consiglio Comunale, era stata presentata da Maria Rosa Biggi, consigliere comunale del PD, che cerca di vivere il suo impegno politico in sintonia con le linee guida del Movimento Politico per l’Unità. L’Assessore Andrea Ranieri ha affermando che questa iniziativa onora Genova. Stima e apprezzamento sono arrivati anche da Beppe Costa (Consigliere Comunale PdL), Matteo Campora (capogruppo PdL) e da Giorgio Guerello, Presidente del Consiglio Comunale, oltre che da molti altri Consiglieri di entrambi gli schieramenti. È significativo che questo passo sia stato compiuto nel decimo anniversario della cittadinanza onoraria ricevuta a Genova da Chiara Lubich, al cui pensiero si ispira l’Associazione Città per la Fraternità, nata nel 2008, e alla quale aderiscono oltre 70 Comuni di estrazioni e schieramenti diversi. L’obiettivo è diffondere nella vita politica, partendo dagli enti locali, il principio di fraternità come metodo concreto per l’affermazione del bene comune. In programma a maggio il convegno sui 150 anni dell’unità d’Italia – che l’Associazione Città per la Fraternità ha deciso di fare a Genova perché “come da Quarto partirono i Mille, così da Genova potrebbe partire un’altra proposta di unità e fraternità”. Sarà l’occasione per coinvolgere tutti in un impegno concreto e dare testimonianza che la fraternità in politica è la risposta più profonda alla crisi del sistema politico attuale che coinvolge anche le nostre città. “Genova città dei diritti – spiega la consigliera Biggi – ha dato la cittadinanza onoraria a Chiara Lubich, la donna che ha posto a fondamento del suo pensiero e del suo impegno sociale la realizzazione del principio di fraternità universale inteso come valore costitutivo di una comunità”. “Nel clima di sfiducia e disorientamento, acuito da una crisi economica strutturale – continua la Biggi – le città sono il luogo privilegiato dove è possibile passare da formulazioni di principi alla concretezza delle buone pratiche, a cominciare dal coinvolgimento dei cittadini in percorsi di scelte condivise e dalla ricostruzione di legami sociali e di reciproche responsabilità. Una rete di Comuni può moltiplicare esperienze concrete e approfondire ricerche e riflessioni politiche nell’ambito della promozione della coesione sociale e nello sviluppo di una cultura della solidarietà”.
Guardarsi attorno e aiutare
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