Movimento dei Focolari

Gettare nel Padre ogni preoccupazione

Giu 13, 2015

Proponiamo alcuni brani di una conferenza telefonica collettiva tenuta da Chiara Lubich il 26 marzo 1987 con le comunità del Movimento dei Focolari sparse nel mondo. La fiducia nell’amore di Dio.

20150613-a«(…) La nostra spiritualità poggia su un punto da cui è tutta scaturita: la fede nell’amore di Dio, l’essere coscienti che non siamo soli, non siamo orfani perché c’è un Padre sopra di noi che ci ama. Una delle applicazioni di questa fede si ha quando qualche pensiero ci preoccupa, ci mette in agitazione. Sono, alle volte, paure del futuro, preoccupazioni per la salute, allarmi per supposti pericoli, trepidazioni per i propri parenti, apprensione per un certo lavoro, incertezze sul come comportarsi, spaventi per notizie negative, timori di vario genere… Ebbene, in questi momenti di sospensione Dio vuole che noi crediamo al suo amore e ci domanda un atto di fiducia: se siamo veramente cristiani, vuole che approfittiamo di queste circostanze penose per dimostrargli che crediamo al suo amore. E ciò significa: aver fede che lui ci è Padre e pensa a noi. Gettare in lui ogni nostra preoccupazione. Caricarla su di lui. Dice la Scrittura: “E ogni vostra ansietà gettate su di lui perché egli ha cura di voi” (1 Pt 5, 7). (…) Il fatto è che Dio è Padre e vuole la felicità dei suoi figli. Per questo si fa carico lui di tutti i loro pesi. Inoltre, Dio è Amore e vuole che i suoi figli siano amore. Ora tutte queste preoccupazioni, ansietà, paure, bloccano la nostra anima, la fanno chiudere su se stessa e impediscono che si apra a Dio col fare la sua volontà e al prossimo col farci uno con lui per amarlo come si deve. I primi tempi del Movimento, quando la pedagogia dello Spirito Santo cominciava a farci muovere i primi passi nella via dell’amore, il “gettare ogni preoccupazione nel Padre” era affare di tutti i giorni. Si usciva, infatti, da un modo di vivere puramente umano, benché fossimo cristiani, per entrare in un modo di vivere soprannaturale, divino. Si incominciava, cioè, ad amare. E le preoccupazioni sono inciampi all’amore. Lo Spirito Santo, dunque, doveva insegnarci il modo di eliminarle. E l’ha fatto. Ricordo che si diceva che come non si può tenere su una mano una brace, ma la si scuote subito, perché altrimenti brucia, così, con la stessa sollecitudine, dovevamo gettare nel Padre ogni preoccupazione. E non ricordo preoccupazione messa nel cuore del Padre della quale egli non si sia preso cura. (…). Gettiamo ogni preoccupazione in lui. Saremo liberi di amare. Correremo meglio nella via dell’amore che – come si sa – porta alla santità». C.Lubich, Cercando le cose di lassù, Roma 1992, p. 26-29. Fonte Centro Chiara Lubich

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Ricercare la pace: un cammino nelle mani di ciascuno

Ricercare la pace: un cammino nelle mani di ciascuno

Sradicare ogni volontà di prevaricazione. In un mondo costantemente lacerato dai confitti e a seguito dell’invito di Papa Leone XIV a costruire una pace “disarmata e disarmante”, condividiamo una riflessione di Chiara Lubich estremamente attuale tratta da una Parola di Vita del 1981.

Verso una pedagogia della pace

Verso una pedagogia della pace

Come diventare operatori di pace nel nostro piccolo, nella realtà in cui viviamo ogni giorno? Anibelka Gómez, dalla Repubblica Dominicana, attraverso la sua esperienza ci racconta come, attraverso l’istruzione, sia possibile formare reti umane capaci di seminare bellezza per il bene di intere comunità.

A 10 anni della Laudato Si’ il “progetto Amazonia”

A 10 anni della Laudato Si’ il “progetto Amazonia”

Il 24 maggio sono 10 anni dalla pubblicazione della Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco. Un momento di celebrazione, verifica di quanto operato e per riprenderla in mano e farla conoscere a chi ancora non ne consce il contenuto. Consapevoli che “non ci sarà una nuova relazione con la natura senza un essere umano nuovo” (LS, 118) presentiamo il “Progetto Amazonia”, così come l’hanno raccontato due giovani brasiliani durante il Genfest 2024 svoltosi ad Aparecida in Brasile.