Movimento dei Focolari

Il Polo Lionello Bonfanti

Ott 30, 2006

Così il Presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi, e il card. Ennio Antonelli, all’inaugurazione del Polo, nei pressi della cittadella di Loppiano, sabato 28 ottobre 2006

PoloLionelloBonfantiIl card. Antonelli: “L’economia di comunione, niente affatto utopistica” L’arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli, è intervenuto all’inaugurazione del primo Polo europeo delle aziende di Economia di comunione, che sorge nei pressi della cittadella internazionale dei Focolari, a Loppiano, sui colli toscani, vicino Firenze. Aveva esordito citando il Papa: “Benedetto XVI ha detto più volte che la storia è guidata da minoranze creative. Stasera partecipiamo ad un evento importante di una minoranza creativa”. Ne ha evidenziato le radici: l’amore evangelico, un amore che “non riguarda solo persone singole, elemosina e volontariato, ma riguarda la cultura, le strutture e i dinamismi della società. E’ il criterio di trasformazione del mondo” come afferma il Concilio. “Mi pare – ha aggiunto – che stasera comprendiamo meglio che cosa tutto questo significa”. Ed ha definito l’idea dell’Economia di comunione “niente affatto utopistica”, ma che “certo richiede grandi energie spirituali, grandi motivazioni, ma è così affascinante che può contagiare tante altre imprese”. Il Presidente Prodi: “Quanto si sta inaugurando ha un ruolo esemplare nella società” “In ogni società, per andare avanti abbiamo bisogno di esempi”. Così il Presidente del Consiglio italiano intervenuto a sorpresa alla cerimonia inaugurale. Il Presidente Prodi si è detto grato per questa realizzazione, per l’impegno di “trasparenza nei bilanci, rispetto delle leggi, e libera condivisione degli utili per attivare una rete di solidarietà”. Ed ha ribadito: “Ogni società ha bisogno di esempi, perché altrimenti si inaridisce, e tutto diventa standard ripetitivo. Qui c’è un esempio. Qui c’è un di più a cui non tutti sono chiamati, ma è il  segno di un progresso nella convivenza umana”. Il Polo rende visibile una via economica tesa a sanare il divario tra ricchi e poveri Arrivando al Polo si è subito colpiti dalla originale costruzione che si estende su 9600 metri quadri, ma non appare come un capannone industriale. 5621 gli azionisti. Anche pensionati, casalinghe, studenti sono coinvolti: attraverso l’azionariato diffuso che costituisce la E.di C. spa, si sentono protagonisti di un progetto che ha respiro mondiale. Un’impresa non facile, quella di trasferire la propria azienda o di creare nuove filiali, come è emerso dai flash delle esperienze di questi imprenditori. Ma affascina – è stato detto – venire al Polo per essere una comunità di aziende che si apre al territorio, che si rende visibile per dare il proprio contributo di etica al mondo dell’economia, al sogno di colmare il divario tra ricchi e poveri. Il prof. Zamagni: “Per far rifiorire l’impresa, bisogna ricentrare tutto sulla persona” “La finalità di queste aziende – ha detto Cecilia Manzo, presidente della E.di C. spa, che gestisce e promuove il Polo – suscita la compartecipazione dei dipendenti nella gestione dell’azienda”. E’ proprio quest’ultimo aspetto che è stato sottolineato dal prof. Zamagni, docente di Economia Politica all’università di Bologna. “Oggi, in quest’epoca post-industriale – ha detto – il fattore strategico non è più la macchina, né il capitale, ma la persona umana. Se vogliamo che l’impresa torni a fiorire, bisogna ricentrare tutto sulla persona. Più degli incentivi è importante agire sulle motivazioni di chi lavora”. E’ quanto avviene nelle imprese di Economia di comunione: gli stessi dipendenti condividono il fine per cui l’impresa è nata. “Un’idea geniale, che ha giocato di anticipo”. Chiara Lubich – La consegna di un motto: “Dio opera sempre” La fondatrice dei Focolari, a cui si deve, quindici anni fa, il lancio dell’Economia di Comunione, in un messaggio ha auspicato che il Polo sia “una risposta concreta ai problemi economici di oggi”. Ed ha dato al Polo un motto: “Dio opera sempre”, iscritto su una targa in cotto realizzata dallo scultore Benedetto Pietrogrande, scoperta oggi. “E questo per ricordarci del valore che Dio dà al lavoro, all’ingegno creativo proprio dell’uomo”. Ha poi precisato un altro aspetto di questo progetto: l’essere “parte costitutiva” delle cittadelle del Movimento, chiamate ad essere “un bozzetto di una società nuova basata sul Vangelo”.

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