Interventi di: Chiara Lubich, Andrea Riccardi, e del Vescovo emerito luterano Wilckens, presente l’arcivescovo Kasper, allora segretario del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani (Augsburg – 30 ottobre 1999) Una preoccupazione comune, espressa da tanti – dal card. Ratzinger ai vescovi Krause e Kasper, segretario del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani – è come spiegare alla gente di oggi, soprattutto ai giovani, la Giustificazione. Una prima risposta è stata data alla vigilia stessa dell’avvenimento, nella Chiesa luterana di St. Ulrich ad Ausgburg. Erano circa 1700 i giovani, riuniti per iniziativa del Centro Ecumenico di Ottmaring, presente anche il Vescovo Kasper. “Un pomeriggio così variopinto mi ha presentato un volto del tutto nuovo della Chiesa” l’impressione a caldo di una giovane signora, medico, che si era allontanata dalla fede. E tutto in quella chiesa parlava con il linguaggio dei giovani: “Sopra la balaustra campeggiavano un arcobaleno di palloncini. Trampolieri con uno striscione hanno dato il benvenuto ai giovani. Ritmi rock e brani di musical invece che le note dell’organo” – osserva il quotidiano Augsburger Allgemeine – “La chiesa evangelica gremita fino all’ultimo posto ospita un forum delle diverse tradizioni cristiane. Un incontro che lascia un’impressione duratura nei presenti. Un incontro intenso, aperto schietto“. Alla luce del documento di consenso di Augsburg sulla Giustificazione, la domanda centrale è: “Che cosa rende preziosa la tua vita?”. Scroscianti applausi dopo l’appello appassionato di Chiara Lubich: “Se noi ci amiamo a vicenda, cristiani cattolici e evangelici, allora ad Augsburg inizia la rivoluzione cristiana.” La fondatrice dei Focolari, aveva testimoniato con passione Dio amore, facendo vedere la bellezza, la forza, la coerenza di una vita immersa nel Suo Amore che ci libera e salva da ogni baratro piccolo o grande in cui possiamo essere caduti. Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’ Egidio, aveva fatto un esempio efficace: “Immaginate dei carcerati nel braccio della morte. E’ l’ora della condanna. Arriva un poliziotto: ‘Non sarai condannato!’. Tutti salvi, tutti liberi, tutti graziati. Anche noi siamo prigionieri dell’angoscia, dell’egoismo, della ricchezza e della solitudine. Anche noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica: ‘Siamo liberi, amati, giustificati’”. Un esempio personale è portato dal vescovo luterano di Lubecca, Ulrich Wilckens: diciassettenne, negli ultimi giorni della guerra del ’45, doveva difendere la patria. Da solo si trovava in una trincea con una “paura folle”. Paura superata “come per un miracolo” per merito della fede, riconfermata dalla Sacra Scrittura che, in formato tascabile, portava con sé. E’ festa. Festa – come Wilckens ha definito questo momento storico – per “il ricongiungersi di una famiglia dove i genitori erano divorziati e si ritrovano“. E proprio i giovani sono forse i più sensibili a questa riconciliazione. Dopo questi avvenimenti, simbolicamente fissati dall’abbraccio del pastore Noko e del vescovo cattolico Kasper al momento della storica firma che ha suscitato grande emozione in tutti, l’impressione a caldo di una giovane evangelica esprime la certezza che “sì, un pezzo di muro tra le Chiese è crollato, d’ora in poi si accelereranno i tempi per l’unità.”
Prendersi cura di chi ha bisogno
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