Tininha Cavalcanti
In tutto il mondo, ma specie in Brasile dove nacque, si sta celebrando il ventesimo dell’Economia di Comunione. Un progetto definito a suo tempo una “bomba”, perché già s’intuiva che portava in sé la capacità di dire una nuova parola nell’agire economico, mettendo la persona, anzi, soprattutto chi è nel bisogno al centro dell’economia stessa.
Tu sei brasiliana, di Recife, tra le prime a venire a contatto con la spiritualità di Chiara. Come hai vissuto quei giorni così speciali? “All’epoca lavoravo nella segreteria di Chiara e l’ho accompagnata nel suo viaggio in Brasile. Sono stati giorni veramente straordinari, da lungo attesi… Ricordavo i nostri discorsi con Vera Araújo, Heleno Oliveira e altri ‘passionari’ come me, del primo gruppo dei brasiliani che avevamo conosciuto questa vita nuova: quando le speranze di vedere risolti i problemi sociali – così forti e palesi nel nostro Paese – si erano un po’ affievolite… Avevamo deciso di costituire la ‘banda del chicco di grano’ (in riferimento al chicco di grano di cui parla il Vangelo, che muore per dare frutti), pronti a dare la vita perché un giorno nascesse, attraverso quell’Ideale che ci aveva affascinati, una risposta forte. E l’Economia di Comunione è stata proprio questa risposta, ed è risuonata come una ‘bomba’ nei nostri cuori, superando ogni nostra aspettativa.”
Tininha con Chiara Lubich
Quando Chiara è ripartita dal Brasile, nel ’91, come ti sentivi, cosa hai fatto? Non saprei dire altro. Ogni contatto nella mia terra natale è stato fruttuoso e pieno di speranza. Ed io, con grande meraviglia, mi accorgevo di non essere più la stessa; mi sentivo quasi una ‘scheggia rovente di quella bomba’. Posso solo dire che in quel momento ho avuto la certezza che era valsa la pena investire tutte le mie energie. E ora vediamo gli effetti positivi dell’EdC in tutto il mondo, riconosciuta come un progetto che sa rispondere alle forti disuguaglianze del Brasile e non solo, ma anche accolta nel mondo accademico.”
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