Movimento dei Focolari

Le grandi Religioni in dialogo

Nov 13, 2000

Convention a Washington di cristiani, musulmani afro americani e rappresentanti di altre religioni. "Il dialogo infrange le barriere e i pregiudizi. Ci scopriamo membri dell'unica famiglia umana con le ricchezze della propria cultura e storia". Così il messaggio del Papa a firma del card. Sodano...

“Musulmani e cristiani, andiamo in fondo al cuore, dove è presente Dio e diciamo a Lui il nostro impegno: vogliamo essere dei soggetti che portano avanti questa rivoluzione pacifica, la fraternità universale”. Chiara Lubich “Chiediamo a Dio di essere non solo buoni in cuore ma anche nelle nostre azioni. Ringraziamo Dio di averci dato Chiara. La vedo come una leader per tutti noi. Lo dico sul serio. E’ una leader per tutti noi”. W.D. Mohammed “Il dialogo infrange le barriere e i pregiudizi. Ci scopriamo membri dell’unica famiglia umana con le ricchezze della propria cultura e storia”. Così il messaggio del Papa a firma del card. Sodano. Mostrare un esempio di fraternità tra cristiani e musulmani. Questo l’obiettivo della grande Convention che si è tenuta a Washington, alla quale hanno partecipato oltre 5 mila tra musulmani, cristiani e membri di altre religioni. Sono intervenuti la fondatrice dei focolari, Chiara Lubich, l’arcivescovo di Baltimora, card. William Keeler, e l’Imam W.D. Mohammed, leader dei moderati musulmani afroamericani. “E’ l’inizio della guarigione delle tante divisioni dell’America”: questa l’impressione a caldo dell’Imam Daud del Maryland. “E’ qualcosa attesa da tempo – dice una donna musulmana – Questo incontro oggi è qualcosa che avrà un futuro. Ci dà la forza e il coraggio per costruire un mondo di unità e di pace”. L’aveva augurato il Papa stesso, in un messaggio molto applaudito letto dal cardinal Keeler, arcivescovo di Baltimora. “Che in questo momento di forti tensioni, le grandi tradizioni religiose portino la pace attraverso un dialogo autentico”: dalle parole del leader degli afro-americani Mohammed trasparivano le sofferenze del razzismo, che ha tentato persino di cancellare l’idendità, la natura stessa del suo popolo. Ma erano rapidi accenni. Emergeva la liberazione, il recupero dell’identità che “fa sentire parte dell’unica famiglia universale, così come è stata creata dal Padre comune”. E del Corano ha messo in luce l’unità e la dimensione trascendente, “senza cui – ha detto – non possiamo essere uomini”. Proprio su queste due dimensioni ha posto l’accento Chiara Lubich, invitata a comunicare la spiritualità dell’unità, sgorgata dal Vangelo. “Dio, che guida la storia, manda di tempo in tempo – ha detto – doni speciali, i Carismi. L’umanità è chiamata da Dio a formare un’unica famiglia. Questo carisma ci è donato proprio per contribuire ad attuare questo disegno divino”. Con molti paralleli tra i versetti del Corano e il Vangelo, ha evidenziato l’esigenza del comandamento dell’amore. “Mettendo in pratica questi insegnamenti – diceva – è in atto qualcosa di più del dialogo: l’esperienza di uno comunione in Dio”. Ed è proprio questa l’esperienza vissuta a Washington.  

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