Movimento dei Focolari

Maggio 2011

Mag 1, 2011

“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22,37).

“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” [1] Gesù ci insegna anche un altro modo d’amare il Signore Dio. Per Gesù amare ha significato compiere la volontà del Padre, mettendo a disposizione la mente, il cuore, le energie, la vita stessa: si è dato tutto al progetto che il Padre aveva su di Lui. Il Vangelo ce lo mostra sempre e totalmente rivolto verso il Padre (cf Gv 1,18), sempre nel Padre, sempre intento a dire solo quello che aveva udito dal Padre, a compiere solo quanto il Padre gli aveva detto di fare. Anche a noi chiede lo stesso: amare significa fare la volontà dell’Amato, senza mezze misure, con tutto il nostro essere: “con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Perché l’amore non è un sentimento soltanto. “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Lc 6,46), domanda Gesù a chi ama soltanto a parole. “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Come vivere allora questo comando di Gesù? Intrattenendo senz’altro con Dio un rapporto filiale e di amicizia, ma soprattutto facendo quello che Lui vuole. Il nostro atteggiamento verso Dio, come quello di Gesù, sarà essere sempre rivolti verso il Padre, in ascolto di Lui, in obbedienza, per compiere la sua opera, solo quella e non altro. Ci è chiesta, in questo, la più grande radicalità, perché a Dio non si può dare meno di tutto: tutto il cuore, tutta l’anima, tutta la mente. E ciò significa fare bene, per intero, quell’azione che Lui ci chiede. Per vivere la sua volontà e uniformarsi ad essa, spesso occorrerà bruciare la nostra, sacrificando tutto ciò che abbiamo in cuore o nella mente, che non riguarda il presente. Può essere un’idea, un sentimento, un pensiero, un desiderio, un ricordo, una cosa, una persona… E così eccoci tutti lì in quanto ci viene domandato nell’attimo presente. Parlare, telefonare, ascoltare, aiutare, studiare, pregare, mangiare, dormire, vivere la sua volontà senza divagare; fare azioni intere, pulite, perfette, con tutto il cuore, l’anima, la mente; avere come unico movente di ogni nostra azione l’amore, così da poter dire, in ogni momento della giornata: “Sì, mio Dio, in quest’attimo, in quest’azione t’ho amato con tutto il cuore, con tutta me stessa”. Solo così potremo dire che amiamo Dio, che contraccambiamo il suo essere Amore nei nostri confronti.   “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.” Per vivere questa Parola di vita sarà utile, di tempo in tempo, analizzare noi stessi per vedere se Dio è veramente al primo posto nella nostra anima. E allora, per concludere, cosa dobbiamo fare in questo mese? Scegliere nuovamente Dio come unico ideale, come il tutto della nostra vita, rimettendolo al primo posto, vivendo con perfezione la sua volontà nell’attimo presente. Dobbiamo potergli dire con sincerità: “Mio Dio e mio tutto”, “Ti amo”, “Sono tutta tua”, “Sei Dio, sei il mio Dio, il nostro Dio d’amore infinito!”. Chiara Lubich


[1] Parola di vita, ottobre 2002, pubblicata in Città Nuova, 2002/18, p.7.

___

0 commenti

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla Newsletter

Pensiero del giorno

Articoli Correlati

Don Foresi: gli anni di lavoro per l’incarnazione del carisma

Don Foresi: gli anni di lavoro per l’incarnazione del carisma

Dieci anni fa, il 14 giugno 2015, moriva il teologo Don Pasquale Foresi (1929-2015), che Chiara Lubich considerò cofondatore del Movimento. Fu il primo focolarino sacerdote e il primo Copresidente dei Focolari. Da alcuni mesi è uscito il secondo volume della biografia di Foresi, scritto da Michele Zanzucchi. Ne parliamo con il prof. Marco Luppi, ricercatore in Storia Contemporanea presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Italia).

Rinascere dal buio: un chiamata all’unità

Rinascere dal buio: un chiamata all’unità

Nei giorni della festa di Pentecoste si celebra, nei Paesi dell’emisfero sud, la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Mayara Pazetto, giovane teologa pentecostale brasiliana, racconta la vicenda che l’ha condotta ad impegnarsi e promuovere il dialogo tra le varie Chiese cristiane.