Movimento dei Focolari
Anno giubilare: ha significato solo per i cattolici?

Anno giubilare: ha significato solo per i cattolici?

L’Anno Santo ha le sue radici spirituali nella tradizione ebraica, dove si festeggiava ogni 50 anni un “giubileo” che regalava libertà a schiavi e prigionieri. Nella Chiesa cattolica Papa Bonifacio VIII ha proclamato per la prima volta un Anno Santo nel 1300. Da quest’inizio una “indulgenza” accompagna l’Anno Santo che i fedeli possono ottenere, a determinate condizioni, passando attraverso una “Porta Santa”.

Tuttavia, i cristiani luterani come me, in genere non si sentono bene di fronte alla parola “indulgenza”, poiché questa li riporta al periodo della Riforma e allo scandalo della vendita delle indulgenze nella Chiesa cattolica.  Questa pratica fu proibita già dal concilio Tridentino e dunque non esiste più. Ho notato però che il termine “indulgenza” è ancora oggi carico di malintesi tra i credenti di tutte le confessioni: una delle idee più diffuse è che l’indulgenza possa perdonare i peccati di qualcuno. Ma secondo l’insegnamento della Chiesa cattolica, non è affatto così. Il perdono dei peccati avviene – come anche nella Chiesa luterana – tramite la confessione, la penitenza e l’assoluzione da parte di un pastore (o una pastora) che agisce in nome di Gesù.

L’indulgenza dal mio punto di vista tocca invece una dimensione psicologica del peccato, ciò che spesso rimane nella memoria (anche dopo l’assoluzione), probabilmente una ferita o un sentimento di paura o tristezza… In ogni caso c’è ancora un lavoro psicologico da fare. Nel passaggio attraverso la “Porta Santa” vedo perciò un invito ad aprire una porta nel mio cuore verso la compassione e la riconciliazione, per lasciar andare ciò che mi blocca nel cammino verso la vera libertà e la pace autentica. Si tratta di una decisione consapevole, di un processo che viene avviato. La cosa fondamentale, dal punto di vista cristiano, è che il successo di questo processo non dipende da me, ma dalle mani di Colui che tiene il mondo nelle Sue mani. Solo la Sua grazia può finalmente guarire le ferite nella mia vita o riconciliare l’umanità.



Nel passaggio attraverso la ‘Porta Santa’
vedo un invito ad aprire una porta
nel mio cuore verso la compassione
e la riconciliazione,
per lasciar andare ciò che mi blocca
nel cammino verso la vera libertà
e la pace autentica”.

Corinna Mühlstedt
di recente ha pubblicato, assieme all’Abate Notkar Wolff,
una guida ecumenica spirituale di Roma per l’Anno Santo.

Per me, il passaggio attraverso questa porta sta dunque a significare simbolicamente la decisione di seguire (sempre di nuovo) Gesù e intraprendere la via della vita vera. Come Lui dice nel Vangelo di Giovanni (Gv 10,9): “Io sono la porta. Chi entra attraverso di me sarà salvato”! Con mia grande gioia, la bolla di indizione “La speranza non delude” nella quale Papa Francesco annuncia l’Anno Santo 2025, ha una chiara dimensione ecumenica. Essa parte dalla grazia di Dio, di cui tutti gli esseri umani sono partecipi, e definisce l’Anno Santo come “un invito a tutte le Chiese e Comunità ecclesiali a procedere nel cammino verso l’unità visibile, a non stancarsi di cercare forme adeguate per corrispondere pienamente alla preghiera di Gesù: ´Perché tutti siano una sola cosa`“( Gv 17,21).[1]

Il tema della “speranza” per l’Anno Santo 2025 risuona quindi positivamente in tutti i cristiani. La Federazione Luterana Mondiale ha scelto come motto per l’anno 2025 “Condividere la speranza”. E il Consiglio Ecumenico delle Chiese, che rappresenta la maggior parte delle Chiese protestanti e ortodosse, si aspetta un “Anno Ecumenico” lungo il “cammino della giustizia, della riconciliazione e dell’unità”. Se dalla buona volontà nascono azioni concrete, allora nell’Anno Santo 2025 potrebbero aprirsi porte per l’ecumenismo, che avvicinano i cristiani separati. “Lasciamoci fin d’ora attrarre dalla speranza – scrive Papa Francesco – e permettiamo che attraverso di noi diventi contagiosa per quanti la desiderano”.[2]

Corinna Mühlstedt

[1] Papa Francesco, Spes non confundit, Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025, 9 maggio 2024, 17.]
[2] Papa Francesco, ibidem, 25.

Il Movimento dei Focolari è promotore ed invita a partecipare al convegno ecumenico internazionale dal titolo: 
“Called to hope – key players of dialogue” (Chiamati alla speranza – protagonisti del dialogo)
che si svolgerà dal 26 al 29 marzo 2025.
In un tempo di divisioni e grandi sfide, come cristiani siamo chiamati insieme a testimoniare la speranza del Vangelo
e ad essere protagonisti di dialogo e unità, impegnandoci a vivere per la pace, a costruire fraternità, a diffondere speranza.
Tavole rotonde, interviste, testimonianze vogliono offrire metodo e spiritualità al dialogo
insieme a buone pratiche e percorsi ecumenici già in atto.
Vedi l’invito

Vangelo vissuto: “Vagliate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1 Ts 5, 21)

Vangelo vissuto: “Vagliate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1 Ts 5, 21)

Mi incontro regolarmente in parrocchia con l’équipe sinodale. Siamo sette persone elette per un anno in un’assemblea locale per lavorare all’attuazione del processo sinodale. Ci incontriamo alla fine della giornata, a volte portandoci dietro la stanchezza e  le preoccupazioni personali , anche se cerchiamo di non pensarci per metterci al servizio della comunità.

Ad una riunione, con la scusa della “settimana della dolcezza” che si celebrava in quei giorni, ho portato un torrone a ciascuno. Eravamo tutti felici come bambini, ci siamo rilassati e l’atteggiamento è cambiato. Mi sono reso conto che la comunione si costruisce con piccoli gesti.

(C.P. – Argentina)

Marc e Maria Antonia cinquantenni, con sorpresa, ricevono in eredità dal padrino di Marc, uno zio single che lo amava moltissimo, una piccola azienda di macchinari industriali. Ci pensano molto, ma alla fine decidono di rilevarla invece di venderla, un po’ per preservare i posti di lavoro dei sei dipendenti e un po’ con l’illusione di lavorare in proprio coinvolgendo il loro figlio che ha studiato ingegneria dei materiali.

Nonostante l’entusiasmo, la dedizione e gli sforzi di tutti loro, passano un brutto momento. L’azienda non funziona. Un anno dopo esserne stati al timone, sono costretti a licenziare due dei lavoratori, restituire le macchine che non sono stati in grado di pagare interamente. Hanno anche alcuni debiti con le banche e con la famiglia.

La sera, quando tornano a casa esausti, cominciano a pensare che forse hanno sbagliato, ma non si arrendono, ricominciano e cercano nuovi clienti. A poco a poco, l’azienda si riprende, non ha più perdite e possono iniziare a pagare i debiti. Ma quello che resta loro per vivere è ben poco.

Passano ancora un periodo molto difficile. Poi arriva un nuovo cliente che si propone di effettuare un ordine ampio e periodico che darebbe loro la tanto attesa tranquillità economica. Sono molto felici. Ma si rendono conto che quanto dovrebbero produrre serve per un’industria di armamenti, sono parti di cannoni . Sono sconvolti. Possono chiudere gli occhi e fare finta di nulla? Dopotutto, se non li produce la loro azienda, lo farà qualcun altro.

Parlano molto tra loro e si confrontano anche con Pedro. Trascorrono più di una notte insonne. Non vogliono contribuire, nemmeno indirettamente, alla morte violenta di nessuno. Respingono la richiesta.

Dopo questa difficile decisione, incredibilmente l’azienda ha avuto altri lavori ed è riuscita  ad andare avanti, nonostante le difficoltà.

(A.M. Spagna – da rivista LAR)

Stiamo raccogliendo fondi per poter viaggiare dal nostro Paese, le Filippine, a Roma e partecipare al Giubileo dei Giovani. In questi giorni due anziane signore sono venute portandoci alcune monete del loro salvadanaio. Una di loro consegnandoci le monete ci ha detto: “Queste sono state raccolte e conservate per un anno sul piccolo altare che ho in casa”. Il suo dono umile ma profondo, nato dalla fede e dal sacrificio, ci ha lasciato sbalorditi.

(alcuni  giovani delle Fillipine)

A cura di Carlos Mana

Foto: © Jonathan en Pixabay