Ott 7, 2015 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Avevamo qualche timore nell’intraprendere un viaggio tanto impegnativo, ma fin dall’invito giuntoci da Mons. Anthony Chirayath, vescovo della diocesi di Sagar (quella in cui si trova la nuova chiesa dedicata a Chiara Luce) ci è sembrato di capire che nostra figlia ne fosse felice e che ci spingesse a partire. Era un’altra occasione – questa davvero inaspettata – che Chiara ci offriva per cooperare a diffondere il suo messaggio, tanto più in un luogo così lontano e in contesti tanto diversi».
Lo raccontano Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori della beata Chiara Luce, al loro rientro dall’India. «Ancora adesso – continuano – non riusciamo a renderci ben conto della grandezza di quanto è accaduto: a due genitori è stata data la grazia di presenziare all’inaugurazione di una parrocchia, e per di più in una diocesi di 40.000 chilometri quadrati, dove i cristiani sono 0,01%!». «La nostra Chiara non finisce di sorprenderci. Ogni giorno ringraziamo Dio per averci dato una figlia così e Gli chiediamo di renderci degni di questo Suo grandissimo dono».
La chiesa di Sironi è stata intitolata alla Beata per espressa volontà di mons. Chirayath, che ha appreso della vita di Chiara Luce durante uno dei suoi viaggi in Italia – riporta l’agenzia Asia News. Avendo in mente la numerosa popolazione giovanile che risiede nella cittadina indiana, il vescovo di Sagar ha intuito che la vita della ragazza potesse fungere da “esempio e ispirazione” per i molti giovani. E per i genitori questa è stata «l’ennesima prova che Chiara è davvero un modello, un’ispirazione, una sorella per tutti, a prescindere dalle loro fedi, dalle culture e dalle latitudini». Leggi anche: India: una chiesa dedicata a Chiara Luce Badano, “esempio e ispirazione” per i giovani (altro…)
Ago 24, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Migliaia di persone “s’incontrano” con le sculture dell’artista abruzzese così in sintonia con la “Laudato sì” di papa Francesco, che da tanti anni ormai ricicla materiale di scarto che utilizza per le sue creazioni.
Ma Roberto Cipollone, in arte Ciro, oltre ad accogliere visitatori crea dei veri e propri workshop per grandi e piccoli al fine di trasmettere un modo nuovo di vedere e sentire il mondo a contatto con la materia che viene lavorata e modellata insieme: “un modo di vedere limpido, semplice, un contatto con la bellezza senza orpelli”, afferma l’artista con la naturalezza che gli è tipica. A Loppiano, oltre alla ‘Bottega’ che è il vero e proprio laboratorio creativo, è stata allestita una mostra permanente ad opera di Sergio Pandolfi. Mentre per tutto il mese d’agosto Ciro sta esponendo nel monastero di Camaldoli: una quarantina di opere, per lo più a tema sacro, esposte in una chiesetta romanica, posta all’interno del monastero e dedicata allo Spirito Santo.“Queste opere e il romanico – afferma Ciro – si sposano benissimo, ho portato opere di pietra serena, in legno, e poi il romanico nella sua essenzialità permette alle opere di vivere”.

La mostra di Ciro a Camaldoli
Molti i visitatori di Camaldoli che, nel silenzio del monastero e della natura circostante, possono ammirare e gustare e, in certo modo, pregare con le opere. Ma non finisce qui. In quest’estate 2015 Ciro s’è cimentato nell’allestimento scenico di uno spettacolo teatrale itinerante che andrà in scena a Perugia nella straordinaria cornice della Rocca Paolina. Lo spettacolo – che narra una nota vicenda storica della Perugia del XVII secolo – andrà in scena dal 21 agosto al 13 settembre nei fine settimana. FOTOGALLERIA (altro…)
Ago 17, 2015 | Cultura, Focolari nel Mondo
Undici brani cantati in cinque lingue: inglese, italiano, spagnolo, portoghese e coreano. 47 minuti di pop-rock e world music , pieni di passione, forza, vitalità in musica e parole targati Gen Verde. Secondo Sally McAllister, manager della band, «si tratta di un album biografico e autobiografico al tempo stesso». Affermazione che ci trova le integranti del gruppo musicale tutte d’accordo. Infatti, spiegano che «è biografico perché la protagonista indiscussa di questo album è l’umanità che si racconta: la gente con le sue sfide di oggi, i drammi e le conquiste, la storia che segna il passo del mondo, popoli itineranti sulle strade del pianeta in cerca di terra, dignità, di un luogo da poter chiamare casa». Ma è anche un lavoro autobiografico «impregnato delle nostre storie e delle culture musicali da cui veniamo». «Ci siamo messe in gioco – dicono le ragazze del Gen Verde– e abbiamo voluto raccontare attimi e fatti che hanno segnato un punto di svolta nella nostra vita. Strade diverse, con partenze da luoghi fisici e dell’anima talvolta diametralmente opposti, ma che puntano tutti all’unico orizzonte della fraternità». Infatti, «ogni brano racconta una storia, come la Voz de la verdad, omaggio a Oscar Romero, raccontato da Xochitl Rodríguez, salvadoregna. Oppure Chi piange per te?: il grido delle migliaia di migranti attraverso la voce di una bambina che non arriverà mai sull’altra sponda del mediterraneo, ma che continua a riecheggiare dall’Africa all’Europa e in ogni continente in cui c’è gente costretta a partire per sopravvivere. Ancora: You’re Part of Me, è la storia spezzata di un popolo, quello coreano che non vuole arrendersi allo scandalo della separazione. L’arrangiamento musicale K-pop, genere amato oggi dai giovani coreani, dice che la voglia di unità non è affare di settant’anni fa ma di oggi, di questa generazione che non vuol mollare». (altro…)
Lug 20, 2015 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
«Siamo onorati, grati e felici che il messaggio dell’unità che cerchiamo di comunicare è stato premiato. Un grazie speciale ai nostri lettori che ci incoraggiano e ci aiutano su questa strada!», scrive il team di Living City alla notizia della premiazione. Living City ha ricevuto un premio per il numero di Aprile 2014 sul tema dell’immigrazione per gli articoli di Marilyn Boesch, Susanne Janssen e Lori Chesser. Motivazione della giuria: “Queste storie sono travolgenti ed importanti, e mettono il fattore umano prima e al centro”. Nella categoria “La migliore spiegazione della posizione della Chiesa sul matrimonio”, Living City ha ricevuto il terzo premio per gli articoli nella rivista di luglio 2014, scritti da Michael e Julie James, Pietro Riccio, Sarah Mundell e Emilie Christy. “La prospettiva della diversità in queste storie è di grande valore. Invitano all’azione chi vuole creare dialogo e costruire ponti attraverso la fede”, affermava ancora il Catholic Press Award (CPA). Potete leggere e condividere questi articoli dal sito livingcitymagazine.com
Lug 4, 2015 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La “minga” è un’attività comunitaria che fa parte integrante della cultura andina. Consiste nel lavorare insieme, amici e vicini, per uno scopo solidale. La proposta quindi del sindaco di Quito, Mauricio Rodas, rivolta ai cittadini della capitale ecuadoriana, di fare una minga per abbellire la città in vista dell’arrivo del Santo Padre, ha incontrato un’immediata adesione. Così sabato 27 giugno, mentre gli operatori comunali pulivano il centro storico della città, dichiarata dall’Unesco già nel 1978 patrimonio culturale dell’umanità, i cittadini dipingevano le case, mettevano fiori sui balconi, abbellivano i marciapiedi. Anche questo è un modo per dire al Papa che gli ecuadoriani lo aspettano con gioia. Intanto sono migliaia, giovani e meno giovani, le persone coinvolte nell’organizzazione dei vari eventi. Scrive Catalina Hinojosa, giovane quiteña del Movimento dei Focolari: «Da quasi due mesi siamo impegnati nella commissione preapratoria. Apparteniamo a vari movimenti e a diverse parrocchie e all’inizio non era affatto facile lavorare insieme. Le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare erano quelle tipiche di tutte le persone che si trovano ad interagire: la diversità di idee, il sentire che le proprie proposte non vengono prese in considerazione, l’aspettarsi dagli altri un certo tipo di impegno, ecc. Insomma, correvamo il rischio di trasformare le nostre riunioni in quelle tipiche dei condomini. Invece siamo riusciti a far salire il termometro dell’amore, anche spinti dal desiderio che il Santo Padre trovi già qui, fra noi, quella gioia che lui si è impegnato a portarci: “Voglio essere testimone della gioia del Vangelo e portarvi la tenerezza e la carezza di Dio” ci ha detto nel suo videomessaggio. Ci ha anche chiesto di pregare per lui, cosa che facciamo sempre, all’inizio e alla fine di ogni riunione. Ora possiamo dire che abbiamo fatto l’esperienza di costruire una vera famiglia, una grande famiglia. Siamo veramente pronti a vivere e ad offrire ogni cosa l’uno per l’altro. “La speranza non delude” ha detto il Papa nel suo videomessaggio. E noi l’abbiamo sperimentato».